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Autore: Daisy Ross    31/12/2014    1 recensioni
Clarke, Bellamy e la prima nevicata che abbiano mai visto.
(Sì, Clarke sa decisamente come divertirsi. E si diverte, anche. Qualche volta.)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Bellamy, Clarke e la prima nevicata che abbiano mai visto. 
Fandom: The 100 (serie TV)
Genere: Romantico, Slice of life, un po’ di fluff.
Pairing: Bellamy Blake/Clarke Griffin 
Rating: Verde.
829 parole. L’avevo scritta un mese fa per un contest mai andato in porto; pochi giorni fa ho dato una spolverata alle cartelle del mio pc e l’ho ritrovata, così ho pensato…perché no? One shot di poche pretese – se vi piace il fluff (e i Bellarke ♥) siete nel posto giusto. Enjoy :P
 

 

White kiss
 


Il bianco copre ogni cosa.
Clarke riesce a vedere solo bianco attorno a sé, come se all’improvviso, per Dio solo sa quale strano incantesimo, l’intero globo si sia trasformato in una grossa palla da baseball.
Sa che dovrebbe svegliare gli altri; ma è troppo tranquillo, là fuori, troppo perfetto per poter essere rovinato. Sente che rompere quel silenzio solenne sarebbe a dir poco vergognoso. Si piega sulle ginocchia, toccando il manto bianco in un punto punto in cui, esattamente il giorno prima, c’era stata solo l’erba. Non appena lo sfiora, le sembra soffice e pulito. E freddo, molto freddo. Congelato.
Ma prima ancora che quel pensiero possa materializzarsi nella sua mente, qualcosa di caldo e pesante le copre le spalle; quando Clarke si volta, Bellamy la sta guardando con un sorriso affettato.
«Quindi sei un tipo mattutino, Principessa?»
Clarke scrolla le spalle. «Come te.» Non saprebbe dire con esattezza che ore siano, dato che il cielo è dipinto di bianco come il resto del mondo; ma, considerato che tutti gli altri sono profondamente addormentati nelle loro tende, immagina di essersi svegliata un po’ troppo presto. «Grazie» dice poi, accennando alla giacca che lui le ha poggiato sulla schiena. Ha il suo stesso odore. «Questa dev’essere neve» aggiunge, prendendo un po’ di quella strana sostanza bianca e gelida tra le mani. Il freddo brucia a contatto con la sua pelle nuda, ma non ha alcuna importanza.
Bellamy le rivolge semplicemente un sorriso; osserva con ammirazione tutto quel biancore attorno a loro, per poi protendere le braccia verso il cielo non appena la neve inizia a cadere giù dalle nuvole in piccoli fiocchi.
In un primo momento, Clarke indietreggia, spaventata da ciò che accade. Non ha mai visto niente del genere, le sembra incredibile. Ma, d’altronde, la Terra non fa che riservare loro sorprese, e lei ha smesso da un bel po’ di lasciarsi sconvolgere da ciò che un tempo aveva creduto fosse impossibile. Così, all’improvviso, senza alcuna logica plausibile, scoppia a ridere.
Il suono si rivela nuovo persino per lei. Non è più abituata a ridere; non lo fa da quando suo padre è stato giustiziato. Ma adesso…Dio, adesso si sente come se potesse ridere fino alla fine dei suoi giorni: le sembra in qualche modo giusto, e divertente, e liberatorio.
Bellamy la fissa, perplesso. «Lo sai che ora sembri fuori di testa, giusto?»
«E tu lo sai che sembri un’idiota quasi tutto il tempo, giusto?» replica lei, incapace di smettere di ridere. Non le importa di essere davanti a Bellamy; non le importa di nulla. «Ma non è che io me ne venga a lamentare con te.»
«Idiota?» Bellamy le lancia uno sguardo di sfida. «Lo vedremo.»
Il suo tono è scherzoso, ma lei sa bene che quell’occhiata significa solo pericolo.
Si inginocchia, e Clarke non capisce cosa diavolo stia facendo finché una grossa palla di neve la colpisce sulla schiena. Boccheggia, sconcertata, voltandosi verso di lui.
«Qual è il tuo problema
«Hai iniziato tu» Bellamy replica sorridendo.
«Non è vero.»
Lui sbuffa, incrociando le braccia sul petto. «Andiamo, Principessa» la beffeggia, «non essere una guastafeste.»
«Non lo sono!» Ora è furiosa. Perché deve comportarsi sempre in modo così infantile?
«Allora smetti di essere così seriosa» dice Bellamy, fin troppo entusiasta della situazione, «sembra che tu non sappia come ci si diverte.»
«So benissimo come-» comincia lei, ma si interrompe quando un’altra palla di neve la colpisce, questa volta dritta nello stomaco. Dalla sua gola emerge un suono grave, simile ad un grugnito.
E così è un po' di divertimento che vuole, eh? Bene, glielo avrebbe fatto vedere lei, il divertimento.
«Sei morto» sussurra minacciosamente.
Lui inizia a ridere, borbottando qualcosa in risposta, ma la sua replica viene interrotta dalla grossa manciata di neve fresca che Clarke gli ha appena tirato in faccia.
«Dannazione» tossisce, ripulendosi velocemente il viso con un lembo della maglietta.
Clarke ride della sua espressione sconvolta, così lui, immediatamente, le tira un’altra palla di neve, e così anche lei, dando inizio ad una battaglia agguerrita che non termina fin quando non sono entrambi esausti, sudati e ricoperti di neve dalla testa ai piedi. Alla fine, Bellamy riesce a catturare Clarke tra le proprie braccia, impedendole di fare qualsiasi altra mossa.
«Ho vinto» annuncia a quel punto, trionfante, ma poi lei gli pesta un piede e, d’un tratto, stanno cadendo entrambi a terra.
Clarke colpisce il manto di neve con la schiena; Bellamy le finisce sopra. È decisamente più pesante di lei.
«Visto?» esala Clarke, che riesce a malapena a respirare sotto il suo peso. «Anche io mi diverto qualche volta.»
Lui scoppia a ridere. Ha una bella risata, pensa lei, e un momento dopo, prima che riesca a fare nient’altro, Bellamy la bacia.
Clarke si paralizza. Poi, lentamente, realizza che non vuole che finisca. Le labbra di Bellamy sono morbide, e sanno di qualcosa di buono che non riesce ad identificare. All’improvviso, si sente come se potesse continuare a baciarlo per sempre.
Ma è lui ad interrompere il bacio, alzando il volto per prendere il respiro. «È vero» ammette, quel sorriso sghembo ancora lì disegnato sul suo viso, «ma ho comunque vinto io.»
  
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