Autore: Soul On Fire
Fandom: Criminal Minds
Beta-reader: my darling.
Personaggio/Coppia: Emily Prentiss
Conteggio parole: 879 parole, one-shot.
Disclaimer: i personaggi appartengono a Jeff Davis, questa storia non è a scopo di lucro.
Nota #1: Uno sclero assolutamente non sense partorito dopo aver ascoltato la canzone Sunday Morning dei Maroon 5. Abbiate pietà.
Nota #2: Le citazioni in inglese sono tratte dalle canzoni Secret e Sunday Morning dei Maroon 5.
Nota #3: Uccidetemi di commenti!
Everyone has a secret.
Everyone has a secret
But can they keep it?
Oh, no they can't.
But can they keep it?
Oh, no they can't.
Il silenzio regnava sovrano negli offici della Behavioral Analysis Unit. La squadra era appena rientrata a Quantico dopo aver risolto un caso delicato e dopo un viaggio che era parso interminabile.
- Ragazzi, mancano 20 minuti e poi si stacca. Usciamo a cena?- esordì Morgan rompendo quell’atmosfera di apatia generale.
- Giapponese?- suggerì entusiasta Garcia, che stava sistemando i suoi mille pupazzi sulla scrivania.
- Non saprei…- rispose titubante Spencer, riavviandosi un ciuffo che gli copriva fastidiosamente la visuale.
- Andiamo ragazzino, non dirmi che hai un appuntamento? Oppure preferisci passare la serata con i tuoi noiosissimi libri invece che con i tuoi cari colleghi?- ribatté ironicamente Derek, battendogli una mano sulla spalla.
Reid gli lanciò uno sguardo di fuoco, bastava poco per farsi convincere da Morgan. Sbuffò e sussurrò riluttante:
- Vada per il giapponese.-
Derek gli rispose con un sorriso.
Emily pensava di averla scampata, aveva tranquillamente abbassato la testa facendo finta di scrivere il suo rapporto. Non voleva rifiutare l’offerta, o almeno non con Morgan lì vicino. Altrimenti si sarebbe messo a ironizzare e lei avrebbe dovuto fornire delle spiegazioni che risultassero almeno vagamente plausibili.
Quell’uomo fiutava le bugie a mille chilometri di distanza, ma in questo caso era davvero impossibile rivelare la verità.
- Emily? Vada per il Sushi?- la voce suadente di Derek aveva importunato la sua nuova vittima.
- Mi dispiace ragazzi, non posso. Sono a cena con mia madre.-
Questo era il meglio che il suo cervello era riuscito a partorire in quei due minuti, sperava bastasse a scoraggiare Derek nell’approfondire l’argomento.
- Prentiss? Non penserai davvero che io ci creda?-
Smontata in mezzo secondo, niente poteva ingannare l’agente speciale Derek Morgan, proprio grazie a quella dote era così dannatamente bravo nel suo lavoro di profiler.
-Tesoro, racconti bugie come una bimba di 5 anni che mangia la nutella di nascosto.- disse sorridendo Garcia.
Colta in flagrante. Era inutile cercare di inventarsi altro, non ci avrebbero creduto.
-Eh va bene, lo ammetto, ho un appuntamento. Contenti?-
-Chi è il cavaliere? Lo conosciamo?- chiese l’uomo che aveva vinto il premio per il più odiato del momento, Derek Morgan.
-E’ dell’FBI? E’ un bel poliziotto muscoloso ed aitante sotto copertura?- chiese con una scintilla maliziosa negli occhi Penelope.
-Statisticamente, un agente delle forze dell’ordine tende a intrecciare relazioni stabili con un suo collega piuttosto che con una persona che conduce una vita più regolare. – espose, come sempre scientificamente, Reid.
-No, per niente. Non avete la più pallida idea di chi sia, non è un agente dell’FBI, non è in polizia, non lo conoscete. – rispose con voce stridula Emily. Sperava che non se ne fossero accorti.
-Ora se permettete e avete finito il terzo grado, posso andarmene? – continuò senza aspettare che un altro di loro aprisse bocca – Passate una bella serata. –
Prese borsa e giacca e abbandonò di corsa gli uffici.
-Facciamo così paura?- chiese Garcia a JJ, che era entrata un secondo dopo l’uscita di Emily.
-Più che altro si tratta di puro terrore… -
*****
Sunday morning rain is falling
Steal some covers share some skin
Clouds are shrouding us in moments unforgettable
You twist to fit the mold that I am in
Steal some covers share some skin
Clouds are shrouding us in moments unforgettable
You twist to fit the mold that I am in
Emily aprì lentamente gli occhi, dopo un momento di confusione, si ricordò tutto e un sorriso comparve sul suo volto. Era domenica mattina, avrebbe potuto restare a letto per tutto il giorno.
Era avvolta in un soffice piumone bianco, guardò fuori dalla finestra e vide la pioggia che bagnava delicatamente i vetri. Vagò con lo sguardo alla ricerca della sua biancheria intima e localizzò il tutto all’ingresso della camera. Fece per alzarsi dal letto, ma venne trascinata di nuovo sotto il piumone.
-Non si va da nessuna parte, Agente Speciale Emily Prentiss.- sussurrò al suo orecchio una voce profonda.
-E se provassi a scappare? Mi arresterebbe, Agente Speciale Aaron Hotchner?- rispose dolcemente Emily.
-Sarei costretto a farlo.- ribatté Aaron.
-Le voglio evitare questo compito gravoso, ha davvero bisogno di riposo.- mormorò la donna, avvicinandosi sempre di più al suo volto, fino a quando le loro labbra si abbandonarono ad un bacio dolcissimo.
Il cellulare di Emily iniziò a suonare in quel preciso istante. Cercò di ignorarlo, ma continuava incessantemente. Si staccò delicatamente da Aaron e rispose:
-Emily?-
-Sì, Derek?-
-Potresti passarmi Hotch? Ha il cellulare staccato.-
Il terrore si dipinse sul suo volto. Non poteva saperlo, aveva tirato ad indovinare. Puro e semplice bluff.
-Mi stai prendendo in giro? Perché Hotch dovrebbe essere qui con me? -
- Avanti, passamelo. So che è li con te, non mentire.-
Emily guardò Aaron con uno sguardo interrogativo, e per tutta risposta lui le fece cenno di passargli il telefono.
-Non avrei voluto disturbarvi, ma c’è un caso davvero importante. Riunione tra mezz’ora.-
-D’accordo.- disse Hotch chiudendo la comunicazione.
-Come diavolo fa a saperlo? Perché Morgan sa sempre tutto? – disse Emily.
Aaron assunse un’espressione colpevole.
-Sei stato tu?-
Nessuna risposta, ma lo sguardo diceva tutto.
-Capisco, il terzo grado. Lo so, ci vogliono anni e anni di esperienza per sopportarlo.-
And you may not know
That may be all I need
In darkness she is all I see
Come and rest your bones with me
Driving slow on Sunday morning
That may be all I need
In darkness she is all I see
Come and rest your bones with me
Driving slow on Sunday morning