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Autore: Soul On Fire    14/11/2008    6 recensioni
Emily è alle prese con un misterioso appuntamento, e la squadra è decisa a indagare a fondo per scoprirne i dettagli... Un'ultima cosa: Mai mentire a Derek Morgan.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emily Prentiss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Everyone has a secret.
Autore: Soul On Fire
Fandom: Criminal Minds
Beta-reader: my darling.
Personaggio/Coppia: Emily Prentiss
Conteggio parole: 879 parole, one-shot.
Disclaimer: i personaggi appartengono a Jeff Davis, questa storia non è a scopo di lucro.
Nota #1: Uno sclero assolutamente non sense partorito dopo aver ascoltato la canzone Sunday Morning dei Maroon 5. Abbiate pietà.
Nota #2: Le citazioni in inglese sono tratte dalle canzoni Secret e Sunday Morning dei Maroon 5.
Nota #3: Uccidetemi di commenti!

Everyone has a secret.
Everyone has a secret
But can they keep it?
Oh, no they can't.


Il silenzio regnava sovrano negli offici della Behavioral Analysis Unit. La squadra era appena rientrata a Quantico dopo aver risolto un caso delicato e dopo un viaggio che era parso interminabile.
- Ragazzi, mancano 20 minuti e poi si stacca. Usciamo a cena?- esordì Morgan rompendo quell’atmosfera di apatia generale.
- Giapponese?- suggerì entusiasta Garcia, che stava sistemando i suoi mille pupazzi sulla scrivania.
- Non saprei…- rispose titubante Spencer, riavviandosi un ciuffo che gli copriva fastidiosamente la visuale.
- Andiamo ragazzino, non dirmi che hai un appuntamento? Oppure preferisci passare la serata con i tuoi noiosissimi libri invece che con i tuoi cari colleghi?- ribatté ironicamente Derek, battendogli una mano sulla spalla.
Reid gli lanciò uno sguardo di fuoco, bastava poco per farsi convincere da Morgan. Sbuffò e sussurrò riluttante:
- Vada per il giapponese.-
Derek gli rispose con un sorriso.
Emily pensava di averla scampata, aveva tranquillamente abbassato la testa facendo finta di scrivere il suo rapporto. Non voleva rifiutare l’offerta, o almeno non con Morgan lì vicino. Altrimenti si sarebbe messo a ironizzare e lei avrebbe dovuto fornire delle spiegazioni che risultassero almeno vagamente plausibili.
Quell’uomo fiutava le bugie a mille chilometri di distanza, ma in questo caso era davvero impossibile rivelare la verità.
- Emily? Vada per il Sushi?- la voce suadente di Derek aveva importunato la sua nuova vittima.
- Mi dispiace ragazzi, non posso. Sono a cena con mia madre.-
Questo era il meglio che il suo cervello era riuscito a partorire in quei due minuti, sperava bastasse a scoraggiare Derek nell’approfondire l’argomento.
- Prentiss? Non penserai davvero che io ci creda?-
Smontata in mezzo secondo, niente poteva ingannare l’agente speciale Derek Morgan, proprio grazie a quella dote era così dannatamente bravo nel suo lavoro di profiler.
-Tesoro, racconti bugie come una bimba di 5 anni che mangia la nutella di nascosto.- disse sorridendo Garcia.
Colta in flagrante. Era inutile cercare di inventarsi altro, non ci avrebbero creduto.
-Eh va bene, lo ammetto, ho un appuntamento. Contenti?-
-Chi è il cavaliere? Lo conosciamo?- chiese l’uomo che aveva vinto il premio per il più odiato del momento, Derek Morgan.
-E’ dell’FBI? E’ un bel poliziotto muscoloso ed aitante sotto copertura?- chiese con una scintilla maliziosa negli occhi Penelope.
-Statisticamente, un agente delle forze dell’ordine tende a intrecciare relazioni stabili con un suo collega piuttosto che con una persona che conduce una vita più regolare. – espose, come sempre scientificamente, Reid.
-No, per niente. Non avete la più pallida idea di chi sia, non è un agente dell’FBI, non è in polizia, non lo conoscete. – rispose con voce stridula Emily. Sperava che non se ne fossero accorti.
-Ora se permettete e avete finito il terzo grado, posso andarmene? – continuò senza aspettare che un altro di loro aprisse bocca – Passate una bella serata. –
Prese borsa e giacca e abbandonò di corsa gli uffici.
-Facciamo così paura?- chiese Garcia a JJ, che era entrata un secondo dopo l’uscita di Emily.
-Più che altro si tratta di puro terrore… -

*****

Sunday morning rain is falling
Steal some covers share some skin
Clouds are shrouding us in moments unforgettable
You twist to fit the mold that I am in


Emily aprì lentamente gli occhi, dopo un momento di confusione, si ricordò tutto e un sorriso comparve sul suo volto. Era domenica mattina, avrebbe potuto restare a letto per tutto il giorno.
Era avvolta in un soffice piumone bianco, guardò fuori dalla finestra e vide la pioggia che bagnava delicatamente i vetri. Vagò con lo sguardo alla ricerca della sua biancheria intima e localizzò il tutto all’ingresso della camera. Fece per alzarsi dal letto, ma venne trascinata di nuovo sotto il piumone.
-Non si va da nessuna parte, Agente Speciale Emily Prentiss.- sussurrò al suo orecchio una voce profonda.
-E se provassi a scappare? Mi arresterebbe, Agente Speciale Aaron Hotchner?- rispose dolcemente Emily.
-Sarei costretto a farlo.- ribatté Aaron.
-Le voglio evitare questo compito gravoso, ha davvero bisogno di riposo.- mormorò la donna, avvicinandosi sempre di più al suo volto, fino a quando le loro labbra si abbandonarono ad un bacio dolcissimo.
Il cellulare di Emily iniziò a suonare in quel preciso istante. Cercò di ignorarlo, ma continuava incessantemente. Si staccò delicatamente da Aaron e rispose:
-Emily?-
-Sì, Derek?-
-Potresti passarmi Hotch? Ha il cellulare staccato.-
Il terrore si dipinse sul suo volto. Non poteva saperlo, aveva tirato ad indovinare. Puro e semplice bluff.
-Mi stai prendendo in giro? Perché Hotch dovrebbe essere qui con me? -
- Avanti, passamelo. So che è li con te, non mentire.-
Emily guardò Aaron con uno sguardo interrogativo, e per tutta risposta lui le fece cenno di passargli il telefono.
-Non avrei voluto disturbarvi, ma c’è un caso davvero importante. Riunione tra mezz’ora.-
-D’accordo.- disse Hotch chiudendo la comunicazione.
-Come diavolo fa a saperlo? Perché Morgan sa sempre tutto? – disse Emily.
Aaron assunse un’espressione colpevole.
-Sei stato tu?-
Nessuna risposta, ma lo sguardo diceva tutto.
-Capisco, il terzo grado. Lo so, ci vogliono anni e anni di esperienza per sopportarlo.-
And you may not know
That may be all I need
In darkness she is all I see
Come and rest your bones with me
Driving slow on Sunday morning
  
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