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Autore: merty_chan11    01/01/2015    3 recensioni
La notte di capodanno è sempre una buona occasione per festeggiare, per stare in compagnia. O meglio, così dovrebbe essere. Minerva non si aspettava proprio una serata del genere...
[...]
-Master non vai a festeggiare?-
Il Drago Bianco rimase un po’ deluso da quel tono freddo e distaccato, ma non poteva farci niente. Minerva era Minerva, e non la si poteva cambiare.
-Sembro un vecchietto se mi chiama Master. Lei, piuttosto, non va festeggiare?-
La ragazza storse la bocca
-Per quale motivo dovrei festeggiare? Domani sarà un giorno come gli altri. Siete solo degli sciocchi. E poi non mi hai risposto- e incrociò le braccia.
Un po’ per la febbre che saliva ogni minuto che passava, un po’ per quello che provava per lei, Sting sentì la testa che gli girava
-Perchè dovrebbe interessarle dove vado?-
Minerva sembrò arrabbiarsi. I suoi occhi si erano fatti più scuri, segno che una nuova tempesta era in arrivo.
-Non dovresti mancarmi di rispetto in questo modo, stupido figlio di…-
Ma non finì la frase perché il Master cadde a terra, totalmente stravolto dalla febbre.
[...]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva, Sting Eucliffe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '~A complicated love'
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Lultima notte dell’anno




Non capiva cosa ci fosse di tanto importante nel primo Gennaio, cosa ci fosse di così speciale nel festeggiare la sera prima fino a tardi, aspettando con ansia la mezzanotte per ritrovarsi catapultati in un nuovo anno.
Per Minerva quel giorno era uguale a tutti gli altri. Era soltanto un giorno da aggiungere alla sua miserabile vita, un giorno più vicino al momento in cui sarebbe morta e avrebbe ritrovato la sua pace. Non che fosse convinta di meritarsela.
Dopo la battaglia di Tartaros aveva deciso di ritornare alla sua vecchia Gilda. La promessa fattagli da Sting le sembrava allettante, ma aveva capito fin da subito che non ci sarebbe stato posto per lei.
Sorrise, mentre camminava lentamente tra i corridoi della sua nuova casa, con in mano una tazza di cioccolata. Chi mai l’avrebbe perdonata dopo tutto quello che aveva fatto? 
Vedeva gli altri correre indaffarati, per concludere gli ultimi preparativi. Quella stupida festa rendeva tutti matti. Ad un tratto qualcuno si scontrò con lei, rovesciandole la bevanda sopra il maglione di lana.
La maga si girò colma d’ira e già pronta a mandare all’inferno chiunque avesse combinato quel casino, ma non trovò nessuno dietro di lei. La persona che l’aveva urtata non se n’era nemmeno accorta. Si chinò a raccogliere i cocci della tazza, andata in frantumi toccando il suolo, con un senso di amarezza che si stava lentamente espandendo in lei. Sapeva di non essere la benvoluta, ma ormai era come se fosse un fantasma.


Sting rischiava di essere rinchiuso in manicomio. Erano quasi le undici di notte, e non aveva ancora finito di lavorare. La sua scrivania era un disastro: fogli di carta sparsi ovunque, buste di lettere, penne e matite che riempivano ogni minimo spazio del tavolo. Si passò una mano tra i capelli e sbadigliò. Aveva detto agli altri di iniziare a festeggiare, promettendo che sarebbe arrivato più tardi. Rogue lo aveva guardato un po’ preoccupato, pensando che in fondo stesse male e che sarebbe dovuto correre a letto. Il Drago Bianco gli aveva risposto con un sorriso e l’altro l’aveva lasciato al suo lavoro un po’ perplesso. Sting pensava di arrivare circa mezz’ora dopo, ma aveva fatto male i calcoli. A quanto pareva, erano passate due ore e lui era ancora rinchiuso nel suo ufficio. Starnutì per la quarta volta di fila, e come si alzò dalla sedia per poco non svenne. Si, non stava bene per niente. Uscì dalla stanza e si richiuse la porta alle spalle. Avrebbe voluto festeggiare con gli altri come faceva di solito, ma non aveva nessuna voglia di aspettare un’altra ora. Si sarebbe infilato a letto, e al diavolo un buon inizio del nuovo anno. Non doveva essere di buon auspicio iniziare un anno così male, ma pazienza.
Si trascinò verso la sua camera attraversando i corridoi deserti della Gilda. Non c’era più nessuno, dovevano essere tutti a mangiare. Avrebbe saltato perfino la cena, ed ebbe un po’ di delusione nel sapere che non avrebbe assaggiato il suo dolce preferito. 
Si appoggiò alla parete, con la vista che lentamente si stava annebbiando e le gambe che non riuscivano a reggere il suo peso. Doveva essere conciato proprio male per sentirsi così!
Ad un tratto sentì un rumore di passi, e si sistemò cercando di darsi un contegno. Non poteva mostrarsi in questo stato di fronte a nessuno, altrimenti avrebbe peggiorato la serata per tutti e addio ai festeggiamenti. 
Davanti a lui si manifestò la figura di Minerva, che borbottava tra sé e sé chissà quale maledizione. La maga alzò lo sguardo, e Sting poté sentire i suoi occhi verdi che lo fissavano.
-Master non vai a festeggiare?-
Il Drago Bianco rimase un po’ deluso da quel tono freddo e distaccato, ma non poteva farci niente. Minerva era Minerva, e non la si poteva cambiare.
-Sembro un vecchietto se mi chiama Master. Lei, piuttosto, non va festeggiare?-
La ragazza storse la bocca
-Per quale motivo dovrei festeggiare? Domani sarà un giorno come gli altri. Siete solo degli sciocchi. E poi non mi hai risposto- e incrociò le braccia.
Un po’ per la febbre che saliva ogni minuto che passava, un po’ per quello che provava per lei, Sting sentì la testa che gli girava
-Perchè dovrebbe interessarle dove vado?-
Minerva sembrò arrabbiarsi. I suoi occhi si erano fatti più scuri, segno che una nuova tempesta era in arrivo.
-Non dovresti mancarmi di rispetto in questo modo, stupido figlio di…-
Ma non finì la frase perché il Master cadde a terra, totalmente stravolto dalla febbre.


Stava pensando di scappare e lasciarlo lì da solo, ma si fermò. Lui l’avrebbe riportata in camera, l’avrebbe messa a letto e sarebbe rimasto tutta la notte fin quando non si fosse sentita meglio.
Minerva era combattuta.
-Spera solo che non ti vedano- esclamò a voce alta, per poi caricarsi Sting sulle sue spalle. Non era pesante come pensava, ma trasportarlo così non era certo una delle sue priorità. I corridoi della Gilda erano deserti, qualcuno doveva aver ascoltato le sue preghiere. Aprì la porta della camera del Master e una volta dentro lo poggiò delicatamente sul letto. 
La stanza era in perfetto ordine, cosa che non si poteva dire dell’ufficio. Minerva pensò che il Drago Bianco passasse più tempo lavorando piuttosto che a prendersi un po’ cura di se stesso. “Quel lavoro lo farà diventare pazzo” pensò. 
Poi scosse la testa, maledicendosi per quel pensiero. Cosa gliene importava di quello che faceva lui? 
Lo sistemò meglio nel letto, per sommergerlo di quante più coperte riusciva a trovare. Non aveva idea di cosa si dovesse fare per uno che aveva la febbre e subito si sentì una stupida. Sapeva soltanto che quella persona andava lasciata al caldo, ma non era sicura che tutto ciò le bastasse.
Uscì dalla stanza, alla ricerca di un termometro e di qualche medicina. Mentre stava andando in infermeria ripensò a quello che stava facendo. Continuava a ripetersi quanto fosse stupida, ma non riusciva a lasciarlo solo. Per una volta, si sarebbe presa cura di lui. Girò l’angolo e si ritrovò davanti Rogue.
-Signorina…ha visto Sting per caso?- il Dragon Slayer era visibilmente preoccupato. Da quando avevano iniziato a mangiare? Forse da due ore, e il Master non si era nemmeno presentato. Minerva rimase spiazzata, non sapendo cosa rispondere. Alla fine però si decise
-Ha la febbre ed è andato a dormire. Mi serve qualche pozione per dargliela-
Il Drago d’Ombra la guardò insospettito
-Sei sicura…-
-Oh andiamo Rogue! Pensi che quell’idiota ti avrebbe mai detto di stare male? Mi è svenuto addosso e l’ho dovuto portare in camera. Ora muoviti, dammi un termometro e delle medicine-
La maga gli tese la mano, aspettando che il drago le consegnasse ciò che aveva chiesto.
Lui entrò in infermeria borbottando, ma Minerva se ne fregò. Torno qualche minuto dopo
-Se la febbre non è molto alta dagli mezza boccetta. Se supera i 39 dagliela tutta, ma aspetta che si svegli prima- stava per andarsene, ma poi si fermò senza girarsi -Se vuoi andare a festeggiare ci penso io a lui-
Minerva sorrise, forse per la prima volta in quella serata -Odio le vostre stupide feste. Ci penso io a quell’idiota- e si voltò, percorrendo i corridoi al contrario.
Quando arrivò davanti alla porta della stanza rallentò, camminando in punta di piedi per non far rumore.
La porta cigolò fastidiosamente, rovinando i suoi piani.
“Ma porca puttana”
-Grazie per avermi portato in camera-
La voce di Sting era quasi un sussurro, e Minerva si gelò nell’udirla.
Si avvicinò cautamente a letto. Gli occhi azzurri di lui continuavano a fissarla in ogni singolo movimento. Quando Minerva li guardò meglio, notò che erano spenti e stanchi.
-Dovresti darci un taglio con quel tuo lavoro. Altrimenti ci toccherà nominare un nuovo Master visto come ti stai riducendo-
Non gli diede il tempo di ribattere e gli mise il termometro in bocca. Qualche minuto dopo lo riprese e rabbrividì. Segnava 39,7. Non ci voleva un esperto per capire che era piuttosto alta, e che se fosse aumentata ancora avrebbero veramente dovuto cercare un nuovo Master.
-Bevi questa e non fare storie-
Sting storse la bocca in un’espressione disgustata
-Odio la medicina per la febbre. L’hai mai provata? Ecco fa schifo- terminata la frase tossì violentemente, e Minerva gli sollevò la testa.
-E io odio dover restare qui a farti da balia. Quindi bevi, altrimenti ti lascio morire-
Il Drago Bianco alzò gli occhi al cielo, ma bevve tutta la boccetta senza protestare più di tanto.
La maga lo risistemò meglio, e gli mise un’altra coperta sopra
-Non mi lasceresti mai morire- le disse poi sorridendo.
Minerva avvampò, distogliendo lo sguardo. Non poteva certo dichiararsi così, non poteva mostrargli i suoi sentimenti. Sting non l’avrebbe mai ricambiata. Si meritava qualcosa di meglio, non lei. Ma l’avrebbe lasciato morire? Mai. Solo che il fatto di ammetterlo era troppo, visto il suo orgoglio.
-Minerva?- la ragazza lo fissò. Non l’aveva mai chiamata con il suo nome, lei gli aveva sempre imposto una specie di barriera. Qualche tempo prima era tentata di dirgli di smetterla di chiamarla signorina o principessa, ma era come ammettere una debolezza che lei non voleva mostrare. Si rese conto che però il suo nome le piaceva, ora che lo pronunciava lui. Ma il fatto che Sting stesse pronunciando il suo nome voleva dire solo una cosa: aveva iniziato a delirare. Non l’avrebbe mai chiamata così, tranne in casi di estrema emergenza.
La pozione non stava facendo effetto immediato, lo constatò una volta ripreso in mano il termometro, deglutendo alla vista di quel 40,1.
Minerva si sedette sul letto e iniziò ad accarezzargli i capelli. Era consapevole che più in basso di così non sarebbe mai potuta cadere, ma era una cosa che le piaceva. Magari il giorno dopo lui si sarebbe perfino dimenticato ogni cosa, e sarebbe stato meglio così. Per entrambi.
-Sono contento che tu sia tornata- continuò il Drago Bianco, in preda a brividi sempre più forti.
Minerva si alzò per andare a prendere un’altra coperta, ma qualcosa la stava trattenendo.
Sting l’aveva presa per un braccio e la fissava.
-Sdraiati prima di svenire un’altra volta- il suo cervello la stava maledicendo, ne era certa, ma il suo cuore sembrava fare il tifo per lei.
Minerva si avvicinò e si sedette sul letto, per poi prendere il viso di lui tra le sue mani. Era caldo, lo sentiva, e nonostante lui apparisse distrutto, per lei rimaneva la persona più bella del pianeta.
-Visto che probabilmente domani te ne sarai dimenticato…o almeno lo spero- disse distogliendo lo sguardo -Sappi che ti amo-
Sting sorrise e le prese il mento tra le mani, puntando i suoi occhi azzurri in quelli verdi della maga -Se me lo dimentico basta ridirmelo. Ti amo anche io. Ma un bacio non sarebbe l’ideale or-
Non fece in tempo a finire la frase che Minerva andò a cercare le sue labbra, in un bacio prima spento poi sempre più passionale. Per lei poteva anche finire il mondo in quel momento, non gliene importava. Fuori sentì dei fuochi d’artificio, e capì che il nuovo anno era appena iniziato.
-Buon anno Minerva- le disse lui guardandola negli occhi.
-Buon anno Sting- gli rispose.
Il Drago Bianco le sorrise un’ultima volta prima di addormentarsi, completamente stravolto dalla stanchezza e dalla febbre.
Minerva lo guardò dormire per qualche ora, poi si accoccolò vicino a lui e si addormentò.


-Sting, dove cazzo sei?!- urlare le faceva esplodere la testa. Non erano passati nemmeno due giorni dai festeggiamenti che si era beccata una bel raffreddore.
Il biondo fece capolino da dietro la porta, con una scatola di fazzoletti e delle caramelle. Si sedette sul letto e diede un piccolo bacio sulla fronte della ragazza
-Non sono passati nemmeno 5 minuti da quando me ne sono andato e mi stai già chiamando? Minerva dovrei farmi una doccia-
-Non me ne frega se puzzi, rimani qua. E dammi quei fottuti fazzoletti-
Sting rise e gliene porse uno.
La maga si soffiò il naso, producendo un rumore simile a quello di una tromba, che scatenò le risate del ragazzo.
-Sei uno stronzo- disse lei mettendo il broncio.
Il Drago Bianco la attirò verso di se, poggiandole la testa sul suo petto e iniziando ad accarezzarle i capelli.
-Io te l’ho detto che non mi dovevi baciare, a capodanno-
Minerva sbuffò. Avrebbe continuato a baciarlo fino a quando non fosse crollata a letto esausta, senza più aria nei polmoni, ma non l’avrebbe mai ammesso.
-Forse hai ragione. Per te non ne valeva la pena-
Sting continuò a ridere, poi prese il sacchetto delle caramelle.
-Dolcetti?-













N.d.A.
Buon anno a tutti! Come è andato il primo pranzo dell'anno? Io stavo esplodendo, non ho nemmeno mangiato tutto quello che c'era:')
Comunque eccomi qua. Avevo bisogno di scrivere qualcosa di romantico su questi due, e visto che eravamo in tema...ecco il perchè della nascita della fic(?)
Spero di non essere caduta nell'OOC con il personaggio di Minerva, ho tentato in tutti i modi di evitarlo. Anche se in fondo penso sia una tenerona, si si.
Bene, ora meglio che mi dileguo (?)
Ancora tanti auguri di buon anno, e visto che ci sono, buon compleanno anche a Efp!
Baci

Merty
  
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