Fanfic su artisti musicali > EXO
Segui la storia  |       
Autore: anis12    01/01/2015    0 recensioni
E' difficile avere un sorriso vero.
E' difficile andarsene dal paese dove si è nati.
E' difficile restare in piedi quando si è rimasti soli.
Magda sa quanto questo sia difficile. L'ha iniziato a capire quando ci fu quell'incidente, quando è dovuta partire per la Corea del Sud per seguire suo fratello... Lo sa da quando i suoi sogni sono diventati fumo nero. Lo stesso nero che, ora, circonda la vita di Magda. Dopo essere stata abbandonata dagli unici amici che aveva, per via di un incidente, Magda decide di ricominciare da capo partendo dai suoi sogni, ma non è facile.
Dovrà affrotare il fatto che lei è diversa.
A complicarle ancora di più la vita ci saranno un padre temporaneamente assente, una vita scolastica più che disagiata e 12 ragazzi che le faranno ricordare cosa significhi avere una famiglia...
...e le faranno trovare l'amore che cercava.
[7° CAPITOLO]
-Mi piaci Magda. Non ho fatto altro che cercare una ragazza come te…- Il cuore di tutti e due palpitava e Magda chiuse gli occhi non solo per l’imbarazzo e per non vedere il volto del ragazzo di fronte a lei, ma anche perché sperava in una cosa sola… un bacio.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tao, Tao, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia si trova anche su EFP Fanfiction.

Capitolo 1

Era sola. Lì, su quel palco per l'audizione. Le persone davanti a lei. non riusciva nemmeno a capire come fossero per colpa dei proiettori. Il palco in legno. Le tende rosse come i posti davanti a lei. Gli esaminatori in giacca e cravatta.

Se lo immaginava così, ma non lo era.

Era sola, in una stanza bianca, completamente. Davanti a lei un solo esaminatore, o meglio, esaminatrice. Forse la sua futura manager. Forse la prima persona che l'avrebbe buttata fuori. Forse la prima persona che non l'avrebbe scartata solo per la sua pelle diversa, gli occhi diversi, i capelli diversi, la bocca, la corporatura, la lingua, la cultura, il modo di vivere, di pensare ... diverso. Quando sei in un paese straniero, dove la gente è opposta a te, ci sono continue incomprensioni. Quando sei in un paese straniero sei diverso.

Sei un pesce fuor d'acqua.

La musica partì. Iniziò a ballare. Magda sapeva che se avesse continuato a pensare all’esaminatrice si sarebbe distratta e avrebbe commesso un errore, ma il panico l'assaliva sempre di più vedendo che essa la guardava con disinteresse. Sapeva già che sarebbe finita così. Si preparava ad un rifiuto ogni giorno, ma la realtà nuda e cruda fa sempre male. Sempre.

Fine della musica. Fine dell'audizione.

L'esaminatrice la guardava. Forse era un po' sorpresa dal fatto che una ragazza straniera avesse partecipato ad un'audizione. Il cuore di Magda batteva a mille. Sperava, pregava in un risultato positivo. Si era fatta avanti, si era messa in gioco per poter realizzare il suo sogno.

-Tu sai che audizione è questa, vero?-

-Sì, lo so.-

-Questo non è uno scherzo.-

-Sì, lo capisco perfettamente.-

-Vedo che parli bene il coreano. Da quanto tempo sei qui?-

-Da 3 anni circa.-

-Capisco. perché hai deciso di diventare un’idol?-

-E' il mio sogno sin da piccola.-

-Tu lo sai che non hai speranze.-

-So che ne ho poche, ma nulla è ancora da vedere.-

L'esaminatrice la guardava. Poi guardòi fogli. Poi di nuovo Magda.

-Tu hai talento. Ma la nostra agenzia non può permettersi di ingaggiare una ragazza come te. Non si può fare errori e una ragazza straniera poi... Mi dispiace.-

Già. Non sarebbe nemmeno stata l'ultima a dirlo. Il cuore le si era fermato. Era solo la prima persona che glielo diceva. L'Avrebbero aspettata centinaia di audizioni nella sua vita. Ma forse la prima volta fa male per forza. O forse fa male sempre. L'esaminatrice non l'aveva nemmeno guardata o, se l'aveva fatto, si era soffermata solo al fatto che era diversa. Perché si ragionava così? In occidente si parlava male dell’oriente e in quest’ultimo non si riuscivano a superare le differenze forse troppo visibili. A volte si chiedeva cosa ci facesse lì. Si chiedeva se stava facendo la cosa giusta. Voleva ancora subire un’altro rifiuto? Ne aveva ricevuto solo uno e bastava e avanzava. Voleva solo sparire dalla vergogna. Seriamente sperava di riuscirci?

Magda uscì dalla stanza. Dietro alla porta una fila enorme di ragazzi come lei che la guardavano. No, non erano come lei. Lei era straniera. Lei era italiana.

_______________________________________________________________

-Ciao mamma.- Disse Magda lanciandosi sul divano posto di fianco alla porta d'ingresso.

-Ciao tesoro! Dimmi, come è andata l'audizione?-

-Non ne parliamo che è meglio.-

-Capisco.-

La madre di Magda era come tutti gli altri in quel paese. Solo Magda era diversa. Tutti avevano quei colore di capelli. Nero. Tutti avevano gli occhi di un colore. Nero. Tutti avevano quel viso un po' schiacciato, tutti avevano gli occhi a mandorla, tutti con una bocca sottile. Lei invece era occidentale. Lei era stata adottata.

Lei era diversa.

I capelli li copriva sempre da una parrucca. Nera

Metteva sempre le lenti a contato. Nere.

Nemmeno sua madre sapeva di che colore erano.

Si fasciava in continuazione il seno malgrado quello continuasse a crescere.

I suoi occhi rotondi e grandi cercava sempre di mascherarli con la matita. Nera.

-Oggi sono venuti a cercarti i tuoi amici, quelli della scuola di ballo. Hanno detto che c'è un ritrovo nel centro commerciale, cercheranno di fare pubblicità alla scuola e chiedevano di te.-

La voce di sua madre rieccheggiava nella stanza. Era una voce dolce, calda e affettuosa e corrispondeva perfettamente alla sua personalità.

Magda si alzò e si diresse verso la cucina dove la madre stava preparando la cena.

-Non ci andrò. Io con loro ho chiuso, te lo sei dimenticato?- Sbuffò mentre appoggiava il lato sinistro del suo corpo alla porta e incrociava le gambe.

-Invece ci andrai. E' vero che con loro hai chiuso, ma la scuola di danza e canto ti sta troppo a cuore e darai il meglio di te stessa sul palco domani.-

-Come fai a sapere sempre quello che mi passa per la testa?-

-Che madre sarei se no? Vieni, raccontami come è andata.- Disse mentre si toglieva il grembiule e tirava la propria figlia sul divano.

________________________________________________________

 -Sapevo che saresti venuta, Magda.-

-Non chiamarmi così.-  mentre sbatteva per terra la borsa con il cambio di vestiti nel bagno del centro commerciale.

Quei ragazzi, li aveva conosciuti perdendo la metro. Aveva trovato un gruppo di ballo e di canto. Aveva trovato i suoi primi amici. Ma ora voleva solo che quel giorno la metro non fosse arrivata in anticipo.

Due mesi. Due mesi di vacanza nel suo paese d'origine. Due mesi in Italia. Due mesi con i suoi parenti ed amici. Erano bastati due mesi per far crollare tutto.

Il giorno in cui partì le si ruppe il cellulare e nessuno dei suoi amici riuscì a contattarla. La scuola stava fallendo per colpa loro. Una sera bevvero troppo. Rubarono i soldi della cassa ed alcuni oggetti di valore e li persero al gioco. Erano tanti, i soldi, e un teppista di strada passato dal casinò origliò i farneticamenti dei ragazzi decise di andare a fare una visita con i suoi amici. La scuola ora cadeva a pezzi per colpa loro. Lui e dei suoi “amici” avevano rubato tutto quello che era rimasto e avevano rotto vetri e finestre e segnato con qualsiasi cosa capitasse loro tra le mani i muri e le porte.

Magda si stava preparando. Rossetto rosso spento. Molta matita nera. Si sistemò la parrucca nera. Poi la fascia per il seno, il cappello di lana, le Vans bianche, le calze nere, i pantaloncini strappati, la maglietta nera smanicata e una felpa college... bianca e nera.

-Il tuo stile non è cambiato per niente.- disse sorridendo la ragazza di fianco.

-Non sono cose che ti riguardano.-

-Magda, ti prego. Perdonaci. Perdonami. Lo sai che stiamo facendo il possibile per rimediare, abbiamo già pagato per quello che abbiamo fatto. Ho perso la fiducia di tutti. Tu che sei la mia migliore amica. Non voglio perdere anche te!-

-L'hai già fatto, Jin Ah.- Disse guardandola storta e uscendo dal bagno velocemente.

Era una cosa che non riusciva a sopportare. Sapevano quanto lei ci tenesse a quella scuola. Sapevano qual'era il suo sogno. Sapevano quanto si stesse impegnando per realizzarlo. E ci stava riuscendo. Ma poi...

Salì le scale del palco allestito per lo spettacolo. I suoi ex amici erano intorno a lei. La folla era davanti a lei. Tutti gli sguardi erano puntati su di lei. Tutte le esultazioni di stupore erano indirizzate a lei. Gli sguardi. Li odiava. La facevano sentire un'estranea. Diversa.

Questo pensiero lo faceva ogni giorno.

Ogni giorno si svegliava con il terrore che non sarebbe riuscita a trovare qualcuno che non la facesse sentire fuori posto.

Era tutto così semplice in Italia, ma se suo fratello non fosse partito per lavorare nel mondo dello spettacolo ora lei sarebbe a casa, in un posto dove nessuno era diverso, anche se il colore della pelle non era lo stesso. Un posto che potevi chiamare casa.

La musica partì **.

Faceva sempre le coreografie maschili.Non sopportava di dover fare tutte quelle mosse provocanti, la mettevano molto a disagio, per questo fino ad allora aveva fatto solo coreografie maschili. Fine della coreografia. Inizio della coreografia di Jin Ah.

Lei. La prima persona ad averla accettata.

La considerava ancora importante, ma non riusciva a perdonarla. "Perché non ti unisci alla nostra scuola di ballo? Sarebbe fantastico, non credi?". Le aveva detto così. Non ci aveva nemmeno pensato due volte. Aveva accettato. Era felice. Aveva un sogno. Voleva far diventare la scuola di ballo un posto dove tutti i talenti e non sarebbero venuti lì per ballare, per sentire il loro cuore sotto il loro petto andare a tempo con la loro musica preferita. Ora, la scuola, si era guadagnata una fama da film dell'orrore.

Vedere Jin Ah ballare era straziante, la sua migliore amica aveva tradito la sua fiducia. Il ricordo di loro due che ballavano insieme era doloroso. Nella sua mente rimbombavano le risate fatte in quei momenti, i pianti fatti in un momento di sconforto, i sogni condivisi.  Se ne andò via, tanto la sua parte l'aveva fatta.

 

NOTE:

*La musica è Good Luck dei B2ST

**La musica è Bad Man dei B.A.P.

 

SPAZIO SCRITTRICE: ciao ragazzi e ragazze! K-poppers e non! EXO-L e non! ecc ecc... Benvenuti in "My Dream Is Only Half", la mia prima fanfiction  !!

Lettori: ma un nome un po' più lungo no !? *tono sarcastico*

Scrittrice: allora, non so perché ma una persona è venuta a lamentarsi del nome troppo lungo. Io non capisco il perché, ma il fatto che sia lungo è perché è la traduzione in inglese del titolo originale (perché in inglese fa più figo XD ). Non è colpa mia se è così, ma va beh, non mi cambierà di certo la vita questo. Il titolo originale era "Il Mio Sogno E' Solo A Metà"... perché questo nome? Perché parla del sogno incompleto della protagonista (che, ovviamente, adesso non è nemmeno iniziato). Personaggi? Ve li andate a vedere XD. Di chi si innamorerà la bella Magda? Ve lo andate a scoprire XD.

Potete farmi qualsiasi domanda riguardante la storia e anche consigli visto che sono alle prime armi!

Bene, ora ho finito di fare la lagna, al prossimo capitolo !

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: anis12