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Autore: Maia_    02/01/2015    7 recensioni
[Stiles/Derek] [Modello!Stiles, Vicepresidente!Derek] [18!Stiles; 27!Derek] •Magazine!AU ~Conteggio: 4.6k
Derek è il vicepresidente di una rivista piuttosto famosa: Glamour.
Stiles, invece, uno dei modelli più giovani e talentuosi.
Ma se il carattere scontroso di Derek e la parlantina piuttosto fluida di Stiles si conoscessero, si scontrassero e si odiassero?
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O: Stiles è cotto marcio di Derek, ma Derek è uno stronzo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano le nove in punto e di lui nessuna traccia.

Derek non era un tipo che aspettava, odiava aspettare.

Soprattutto i novellini, e Stiles Stilinski era un novellino alle prime armi.

Almeno secondo il suo parere.

-Dove diavolo è finito?- sbraitò dalla cornetta.

-DerDer, non lo so- sbuffò infastidito suo zio. -Tranquillo, arriverà fra poco-

Derek borbottò qualcosa e gli chiuse il telefono in faccia.

Stupido Peter.

Certo, lui prendeva tutto alla leggera.

In fondo non era nessuno. Era semplicemente il direttore dell'intera rivista e si infischiava completamente del suo lavoro affidandolo tutto nelle sue mani.

Era spacciato.

-Derek, Stiles è appena arrivato- annunciò Allison in uno dei sorrisi più dolci del pianeta.

Derek annuì e una scintilla di puro odio gli attraversò le iridi, quando il ragazzino dall'aria sognante, attraversò la porta.

-Sei in ritardo- dichiarò stizzito. -Di venti minuti!-

-Scusa, Derek- mormorò imbarazzato.

-Per te sono sempre il signor Hale, chiaro, Stilinski!?- esclamò infastidito. -Ora, smettila di guardarmi e siediti- ordinò con tono burbero.

In risposta Stiles aggrottò le sopracciglia e mormorò un deluso "Sì".

Era l'unico, insieme a quei cafoni modelli di ultima classe che dovevano assolutamente dargli del lei, a temerlo e rispettarlo.

Gli piaceva sentirsi potente di fronte a loro, anche se a volte, quando Stiles lo guardava con occhi un po' spenti e le labbra leggermente curvate verso il basso, sentiva il cuore all'altezza del petto stringersi un po'. Ma come al solito chiudeva gli occhi e sospirava e si ripeteva come una sorta di mantra che erano i suoi occhi a farlo sentire in colpa e che lui non c'entrava assolutamente nulla.

-Ho sbagliato treno e sono finito esattamente dalla parte opposta. Sa che è davvero strano? Io ho sempre preso la metropolitana eppure oggi... oggi ho sbagliato. E io non sbaglio mai e quelle poche volte che capita è davvero strano e non solo- aggiunse, con le guance paonazze e lo sguardo perso. -Una volta, ai tempi del liceo mi è capitato di sb... -

-Sta' zitto, Stilinski!- affermò Derek, stanco di ascoltare le sue solite chiacchiere. -Non ho tempo da perdere. Sei qui perché Peter ti vuole in prima copertina. Davvero, ultimamente sto considerando l'ipotesi che sia diventato pazzo. Tu in prima copertina? Wow, sì che questa è una totale pazzia!- aggiunse con scherno.

Era impensabile che un ragazzino, con quel sorriso idiota stampato sul volto potesse andare in prima copertina e magari rovinare anche l'immagine della rivista.

Era assolutamente inaccettabile.

Stiles sgranò gli occhi e sotto lo sguardo accigliato di Derek, si alzò di scatto dalla sedia su cui poco prima stava seduto tutto scomposto e strinse forte le mani in dei pugni, fino a far diventare le nocche bianche.

-Ehi, forse non sarò puntuale o un pezzo di ghiaccio come te, ma nel mio lavoro sono bravo!- esclamò infastidito.

-Fino ad ora hai fatto solo alcuni scatti per insulsi articoli. Ma questo è quello di copertina! E' quello principale, e non voglio che uno come te lo rovini- aggiunse Derek, sistemandosi nervosamente una ciocca di capelli sfuggiti dal gel.

-Uno come me?-

-Già, uno come te!- dichiarò innervosito.

Era stanco, stanco di parlare con un moccioso che non capiva il peso che gli gravava sulle spalle.

Nessuno riusciva realmente a capirlo, neanche Peter.

Lui si sentiva così fuori luogo che voleva a tutti costi sembrare sempre il migliore.

Essere il migliore, scrivere come un dio ed essere apprezzato e stimato da tutti i suoi colleghi.

E non sopportava l'idea che un ragazzino insulso, come Stiles, potesse in qualche modo disarmarlo e buttare via tutto il lavoro costruito fino a quel momento.

Era lui che si stancava, che si ammazzava di fatica per essere il migliore su tutti.

Era lui quello che doveva andare avanti nonostante il suo corpo gli pregasse di fermarsi.

Era lui che non riusciva più a mettere ordine nella sua vita.

Si sentiva inutile e non era felice.

-Sei davvero cattivo- mormorò Stiles, torturandosi il labbro inferiore evidentemente molto nervoso. -Io sono bravo nel mio lavoro. E sai una cosa? Dopo questa copertina, non mi vedrai più! Promesso signor Hale!- dichiarò infuriato, con le mani che gli tremavano lunghi i fianchi e le labbra serrate.

Derek sapeva di aver detto una grande cazzata, eppure non fece niente.

Si limitò a sistemare alcune pile di documenti sparsi sulla scrivania e poi sospirò.

-Iniziamo fra cinque minuti, preparati- concluse con voce piatta.

Stiles gli lanciò una lunga occhiata e, per la prima volta dopo mesi interi, non proferì parola ed uscì dallo studio.

Evidentemente, lo aveva ferito.

Non che gli importasse qualcosa, comunque.







Quando l'ascensore si aprì, Derek si ritrovò nel non troppo famigliare ingresso tutto tirato a lucido del piano fotografico. Iniziò ad incamminarsi verso il regno di Isaac e dopo qualche minuto, arrivò di fronte alla vetrata dove il biondo stava già sistemando l'attrezzatura.

Bussò un paio di volte e poi entrò.

-Oh, Lydia, finalmente! Hai del tutto spogliato Stiles?-

Derek aggrottò le sopracciglia e tossì un paio di volte.

Isaac si voltò sorpreso e poi un espressione piuttosto sorpresa, si dipinse sul suo volto.

-Che ci fai qui?- soffiò. -Sta nevicando e dobbiamo andarcene?- aggiunse con un sorrisino divertito.

-Per tua sfortuna no- rispose con un ghigno. -Beh, qui è tutto pronto?-

-Lydia ci sta mettendo più del solito, ma la conosciamo e sappia... -

-Ehi, ragazzi! Vi sono mancata? Isaac, se non la smetti di parlare male dietro le mie spalle, giuro che prima o poi ti ammazzo- aggiunse con un'occhiataccia. -Comunque Stiles sta arrivando. Oggi è di cattivo umore, tu ne sai qualcosa Derek? E' colpa tua?-

Derek sollevò un sopracciglio ed era proprio pronto per rispondere, ma un rumore assordante e un'imprecazione trattenuta fra i denti volò nell'aria.

I tre si voltarono e un Stiles imbronciato e quasi a terra gli lanciò un'occhiata dura.

-Inciampi persino nell'aria, ora?- domandò Lydia con un sorrisino.

-Sono un disastro lo sai- rispose con un'alzata di spalle.

-Bene, iniziamo? Prima copertina Stiles, pronto? Devi far impazzire le tue fans!-

Stiles in risposta sorrise e sorpassando Derek, senza degnarlo di uno sguardo si avvicinò vicino i pannelli bianchi e annuì.

-Sbottonati la camicia e poi lasciati andare-

Derek ingoiò a vuoto e si diede completamente dello stupido. Perché ad un tratto si sentiva così strano? Erano sensi di colpa quelli che incessantemente da più minuti stavano affogando all'altezza dello stomaco? Sì assolutamente, erano sensi di colpa!

Non riuscì a spostare lo sguardo dal ragazzino che con una lentezza disarmante, bottone dopo bottone si stava slacciando la camicia.

Isaac intanto aveva iniziato già a scattare le foto e Lydia era pronta a sistemare i capelli di Stiles e teneva fra le mani una cravatta nera lucida.

-Lydia, aggiustalo- puntualizzò il biondo mentre smetteva per un attimo di scattare.

La rossa obbedì e spettinò i capelli di Stiles, appoggiandogli anche la cravatta intorno al collo, lasciandola cadere lungo il petto e il torace quasi del tutto scolpito e scoperto.

-Devi avere un'aria molto misteriosa con uno sguardo assolutamente sexy!- proferì con enfasi Isaac, mentre si sistemava dietro l'obiettivo. -Su, Stiles! Sguardo provocatorio, non quell'aria da bambino imbronciato!-

Derek, tentò di non urlare e mandò una serie di imprecazioni tutte rivolte verso suo zio. Era colpa sua, se ora si trovava in questa situazione!

-Cinque minuti di pausa?- chiese Stiles con uno sguardo assente. -Scusa, ma non riesco a concentrarmi-

-Ok, ti aspetto- rispose Isaac, con un sorriso di comprensione.

Il biondo era sempre gentile, a differenza sua.

-Lydia, vai con Stiles-

La rossa annuì e sparì dalla stanza.

-Derek, cosa gli hai fatto?- domandò Isaac, dopo che Stiles abbandonò lo studio con la testa bassa e un asciugamano intorno al collo.

Derek, distolse lo sguardo dal suo articolo che in quel momento stava cercando disperatamente di scrivere e scrollò le spalle.

Lui non aveva fatto assolutamente niente.

Non era colpa sua se Stiles era un moccioso logorroico e a volte sfigato.

-Allora, perché sei qui?- continuò il biondo, sedendosi di fronte a lui e guardandolo con aria di sfida.

Non poteva sfuggire al suo interrogatorio, infondo era uno dei suoi amici più fidati.

-Ok- borbottò spazientito. -Gli ho semplicemente detto che non è bravo nel suo lavoro. E' un moccioso, quanti anni ha? Diciotto?- concluse con uno sbuffo e incrociando le braccia.

A volte, sembrava lui essere il bambino.

-Spero tu stia scherzando!- esclamò Isaac, lanciandogli uno sguardo omicida.

Era inquietante. Terribilmente inquietante.

-No- mormorò, passandosi le mani fra i capelli.

Erano troppo lunghi, forse doveva tagliarli.

-Stiles è uno dei modelli più bravi che io abbia mai conosciuto nella mia carriera da fotografo! Lui è eccezionale! Cosa ti è saltato in mente? Prima di giudicare, hai mai visto qualche sua foto?-

Derek aprì la bocca per protestare, ma non parlò.

E il sorriso tirato e il sospiro triste di Isaac affermarono la sua teoria.

Aveva combinato un guaio dalle proporzioni gigantesche.

Era un imbecille.

Sussultò non appena Stiles rientrò nello studio con la camicia bianca ancora tutta sbottonata e la cravatta nera sciolta intorno al collo.

Aveva un'aria così sexy... Ma che diavolo stava pensando?

Sembrava un leone, pronto a sbranare la sua preda.

E Derek in quel momento, si sentiva quella preda.

-Che ti è successo, Stiles?- domandò Isaac avvicinandosi di nuovo alla sua fotocamera.

-Mi sono ripreso- disse semplicemente il ragazzino, distogliendo per un secondo lo sguardo dal biondo e posandolo dritto nei suoi occhi. -Sono pronto- aggiunse, leccandosi il labbro inferiore.

Derek non riuscì proprio a distogliere lo sguardo da Stiles.

Era completamente stregato dal suo fascino e dalla sua bellezza.

Per tutti quei mesi, si era sempre rifiutato di guardare oltre, superare i suoi stupidi pregiudizi contro di lui e vedere realmente chi fosse.

In realtà, aveva una fottuta paura di guardarlo proprio come in quel momento e di sentirsi completamente disarmato.

Fin dal primo momento, aveva intuito che Stiles non era come tutti gli altri ragazzi viziati che pensavano esclusivamente ai soldi e alla loro bellezza.

Il ragazzo era diverso, solo guardandolo si poteva scorgere la bellezza interiore che possedeva ed esprimeva attraverso i suoi occhi. Erano caldi, di un intenso cioccolato e le lunga ciglia gli conferivano quell'aria da ragazzino innocente e puro.

Ma in realtà, alla fine, Stiles si era rivelato un ragazzo dall'aria sognante e parecchio imbranato. Non sapeva neanche camminare per qualche metro e subito si ritrovava a terra. Inciampava nell'aria, era logorroico e sfigato.

Ma bastava soffermarsi sulla sua carnagione fin troppo chiara marchiata qua e là da nei piccoli e scuri, dalle sue labbra sottili ma piene e invitanti e il suo sorriso genuino da far perdere la testa persino ad una pietra.

Ecco perché Derek non poteva sopportarlo.

Perché Stiles non era solo bello, ma era anche solare, intelligente, divertente e non la finiva mai di blaterare.

E lui di fronte al ragazzino, si sentiva completamente in balia delle onde.

Non sapeva mai come comportarsi o cosa dire e quindi preferiva indossare la solita maschera da capo bastardo e senza cuore per proteggersi.

Perché, insomma, per anni aveva vissuto per il suo lavoro e poi ad un tratto, quando un bel giorno una testolina marrone con occhi furbi e vispi si era presentata alla sua porta con la sfacciataggine di sorridergli e incantarlo, lui era stato completamente travolto.

E non solo, per minuti interi si era dimenticato di chi fosse e che in realtà era il capo dell'intera rivista ovviamente insieme a Peter, suo zio.

Ecco perché gli piaceva.

Non in quel modo, certo, ma gli piaceva.

E questo piccolo sentimento, che dimostrava ed includeva parte del suo cuore, non doveva assolutamente essere condiviso.

Lui non era un tipo che esternava le sue emozioni. Si sentiva a disagio.

Era tutto complicato, già.

-Capo, l'articolo parla della seduzione, giusto?- domandò ad un tratto Isaac mentre continuava a scattare le foto.

Derek odiava quello stupido nomignolo, ma si limitò semplicemente a rispondere un flebile "Sì".

Non era capace di parlare, era troppo preso da Stiles e dai suoi pensieri.

-Stiles, voglio seduzione! Quando le persone vedranno la tua foto sulla copertina dovranno pensare a quanto tu sia sexy!-

Derek pensò fra sé che in realtà il ragazzino sembrava già abbastanza affascinante e che qualsiasi essere vivente al mondo lo avrebbe desiderato, ma queste considerazioni decise di non condividerle con i presenti.

In quel momento, sembrava un adolescente in preda dagli ormoni.

Peccato che in realtà lui aveva ventisette anni e non era più un quattordicenne in preda alla sua prima cotta.

Davvero aveva considerato Stiles come la sua prima cotta? Terribile.

Forse anche lui, come suo zio, stava perdendo il senno.

-Stiles, abbiamo finito!- annunciò Isaac, staccandosi dalla sua amata macchina fotografica. -Sei stato eccezionale! Vero, Derek?- aggiunse con un sorrisino malizioso.

-Sì- rispose semplicemente, tentando di ritornare in sé. 

Non voleva far trapelare nessuna emozione. Non voleva assolutamente far capire a Stiles che, durante le ore passate sul set, lui invece di scrivere il suo articolo si era completamente imbambolato nel guardarlo.

Si sentiva già abbastanza patetico e scosso.

-Grazie- mormorò Stiles, imbarazzato. -Se per oggi abbiamo finito, vado a cambiarmi-

Isaac annuì e lo congedò con un abbraccio stritola ossa.

Dal canto suo, Derek si limitò ad alzare il mento in una sorte di saluto.

Si sentiva un completo idiota.

-Tu devi raccontarmi tante cose. Stasera all'Hot Tongue?-

-Sì- annuì con un sospiro.

Davanti ad una birra e ad un amico più che comprensivo, Derek era sicuro che quella serata sarebbe trascorsa lentamente e improntata sulle confidenze, sui sentimenti, pensieri e altre stronzate.

Perché tutte a lui?

Cosa aveva fatto di male nella sua vita?

Oh... giusto. Era un figo pazzesco!









Ma non era un uscita solo fra loro due?

Derek, aggrottò le sopracciglia quando entrato nel pub riconobbe Allison, Lydia, Jasckson, Peter e Stiles tutti seduti insieme ad Isaac.

Era un'uscita di gruppo? E lui non aveva capito?

Con passo misurato e un'espressione da predatore, si avvicinò verso di loro.

Stranamente, voleva sembrare ancora più bello di sempre.

Voleva a tutti i costi ricevere l'attenzione di un novellino che in quel momento stava parlando animatamente con Lydia.

Per fortuna, che quella sera aveva indossato la sua giacca di pelle nera.

La sua preferita.

-Ehi, ragazzi- salutò con un cenno della mano.

Isaac fu il primo a voltarsi e a regalargli un sorriso da colpevole.

Cavolo, lo aveva fatto apposta!

-Ciao, DerDer, finalmente sei arrivato! - esclamò lo zio, lanciandogli uno sguardo divertito. -Sei pronto a scopare? Da quanto tempo non lo fai... mh?-

Derek lo fulminò con lo sguardo e pronto a ribattere si voltò giusto in tempo per cogliere in fallo Stiles, mentre lo guardava.

E che sguardo... era terribilmente carico di emozioni.

E Derek, essendo uno pragmatico che evitava e spesso faceva a pugni contro i sentimenti, non riuscì proprio a capire cosa lo sguardo del ragazzino gli stesse urlando.

Ma perfino un cieco si sarebbe accorto che Stiles era tormentato e triste.

Ed era solo per colpa sua.

-Ehi, amico!-

Tutti si voltarono verso il ragazzo moro che si era completamente tuffato fra le braccia di Stiles.

Derek tentò di ignorare la rabbia che velocemente stava divorando il suo corpo e deglutì a vuoto. Chi cazzo era quello?

-Lui è Scott- rispose Stiles alle domande silenziose che ogni suo collega si era domandato, compreso Derek. -E' il mio migliore amico- aggiunse con un sorriso.

Derek tirò un sospiro di sollievo e di colpo si rilassò. Stiles non poteva avere un ragazzo, perché... perché... basta, lui non poteva averlo, stop! Era troppo sfigato e imbranato, sì, certo, e non c'entrava assolutamente nulla che solo lui poteva guardarlo e parlargli ed era terribilmente geloso.





-Stiles, c'è un tizio che continua a guardati. Perché non vai da lui?-

Derek alzò di scatto lo sguardo e fulminò Scott.

Fino a quel momento, la serata era filata senza nessun intoppo. Anzi, era stata piuttosto divertente e aveva anche scambiato civilmente qualche parola con il ragazzino. Ora perché tutto doveva andare a rotoli?

-Non è il mio tipo- rispose Stiles, con una smorfia.

Derek esultò mentalmente e sorrise sotto i baffi. No, certo lui non aveva i baffi, era tanto per dire.

Però ora era curioso. Chi era il tipo di Stiles?

-Qual è il tuo tipo?- domandò allora a bruciapelo. 

Stiles si voltò di scatto verso di lui e lo guardò attentamente. Abbassò lo sguardo e le sue guance si imporporarono di un delizioso rossore.

Era ancora più carino, si ritrovò a pensare mentre continuava a guardarlo con una nuove luce negli occhi.

Ora, agli occhi di Isaac, Derek sembrava un predatore pronto ad azzannare la sua preda.

Povero Stiles.

-A lui piacciono quelli come te!- dichiarò Scott, bevendo il suo drink. -Quelli belli e impossibili-

Derek mostrò uno dei sorrisi più maliziosi e affascinanti che per tanti anni aveva coltivato e nascosto nel suo repertorio e si passò una mano fra i capelli.

Interessante. Lui era il tipo di Stiles.

-Ti sbagli- bofonchiò Stiles, riprendendosi da un iniziale shock. -A me non piacciono le persone superficiali e burbere-

Lui non era superficiale e forse era solo un po' scontroso. Roteò gli occhi al cielo e poi sospirò.

-Io sono il tipo ideale di tutti- commentò con una punta di acidità nella voce. -E soprattutto il tuo, Stilinski- aggiunse, guardandolo dritto negli occhi con aria di sfida.

Stiles in risposta, sbuffò e le sue guance divennero ancora più paonazze.

Era adorabile, cazzo.

-Gli vanno dietro tanti uomini e donne, ma lui si ostina ad evitarli. Secondo me, gli piace qualcuno!- dichiarò Scott, con un sorriso malandrino stampato sul volto e uno sguardo di scuse verso il suo amico. -Dai, chi folle non ricambierebbe il suo amore?-

Derek, mentalmente, diede ragione a Scott e spostò lo sguardo verso il rossiccio che continuava a fissare Stiles. Gli lanciò una lunga occhiata omicida e poi sospirò.

-Scusate, vado in bagno- disse con voce bassa. -A dopo-

Quando si alzò, avvertì lo sguardo del ragazzino bruciargli addosso.

E un sorriso divertito gli spuntò sulle labbra. Stiles era cotto di lui.

E anche se tentava di negarlo, Derek era fin troppo grande e maturo da capire come girasse il mondo. Ed era sicuro al cento per cento che Stiles lo voleva, almeno quanto lui.









In realtà non era andato al bagno.

Derek voleva allontanarsi per qualche minuto dai suoi amici e stare un po' per conto suo.

Le nuove emozioni che stava provando in quel momento lo stavano turbando parecchio.

Lui in realtà non si era mai innamorato. Certo, aveva una vita sessuale piuttosto attiva, ma non aveva mai provato attenzioni verso qualcuno.

Non si era mai interessato oltre a sapere il nome dei partner con cui condivideva una notte di fuoco.

E che notte, ragazzi!

Eppure, in quel momento, sentiva l'impellente bisogno di parlare con Stiles e conoscerlo di più. Conoscerlo.

Quando rientrò nel pub, notò con gran disappunto il rossiccio, quel tizio che stava mangiando con lo sguardo il suo modello, parlare con Stiles.

Deglutì a vuoto e tentò di calmarsi, aggrappandosi disperatamente all'illusione che Stiles avesse occhi solo per lui.

Che grande idiota!

Avvicinandosi rapidamente, posò una mano sulla spalla di Stiles e la strinse lievemente.

-Ciao, chi sei tu?- domandò al rosso che aveva momentaneamente distolto lo sguardo da Stiles e lo stava incenerendo con lo sguardo.

Ops, aveva interrotto qualcosa? Ma che gran peccato!

-Daniel- annunciò con un sorriso tirato. -Tu?-

Derek alzò gli occhi al cielo e sospirò.

Sapeva di aver classe, di essere bello e che, quando si comportava così, tutti lo desideravano ancora di più.

Era tremendamente provocatorio.

Era uno stronzo.

-Derek Hale- rispose dopo un paio di secondi, mordendosi distrattamente il labbro inferiore. -E' un piacere conoscerti, David- aggiunse con un ghigno.

Quando vide il sospiro scontroso del rossiccio e la risatina trattenuta di Stiles, si sentì completamente potente. Aveva vinto!

-Daniel- lo corresse l'altro acido. -Comunque, Stiles ti va di ballare?-

Il tipo non mollava. Ma, Derek era ancora più forte.

-Ha promesso il prossimo ballo a me- dichiarò. -Mi spiace, sarà per la prossima volta Damian- aggiunse con un ghigno stampato sul volto.

Davvero quel coglione pensava di soffiargli sotto al naso Stiles?

Era patetico, decisamente penoso.

-Andiamo, Stiles?- sussurrò vicino il suo orecchio.

-C... cer... sì- balbettò imbarazzato.

Derek, rivolse un altro ghigno malefico a Daniel, David, Damian (ma come diavolo si chiamava?) e posò un braccio alla vita di Stiles incoraggiandolo a seguirlo.

Ora, al centro della pista, si diede del cretino.

Che cavolo aveva combinato?

Stiles era a pochi passi da lui e lo stava guardando stranito. Era confuso.

Ovvio che fosse confuso. Lui per tutta la serata si stava comportando come un imbecille! Non era più in lui!

-Balliamo?- mormorò il ragazzino, leccandosi il labbro inferiore.

Derek parve riprendesi dai suoi pensieri e annuì diminuendo in un battito di ciglia i pochi centimetri che li separavano. Abbracciò Stiles dai fianchi e lo strinse di più a sé. Voleva sentire il corpo dell'altro a contatto col suo.

Voleva a tutti i costi sentire di nuovo quelle emozioni che solo con lui riusciva a provare.

Solo quando parlava o, meglio, discuteva con Stiles, il suo cuore batteva più velocemente del solito e lo stomaco si stringeva e bruciava.

Puntualmente, quando questo accadeva, Derek dava la colpa alla vita in generale.

Tentava di pensare che in realtà se lui non provava emozioni e a volte quando queste bussavano nel suo cuore, era colpa della vita che gli rinfacciava la sua cattiva condotta. E questo capitava solo con Stiles, quindi era una doppia tortura perché lui odiava Stiles. Sì, certo.

-Balli bene, Stilinski- mormorò ad un soffio dal suo viso.

Stiles in risposta abbassò lo sguardo e si strinse ancora di più in quel mezzo abbraccio. Derek sorrise e involontariamente accarezzò la schiena del ragazzo sentendolo ad un tratto irrigidirsi e respirare a scatti.

Gli faceva già questo effetto? Era davvero così preso da lui?

Ma la cosa assurda, era che Derek se ne era accorto solo quel giorno. O meglio, in tutti quei mesi aveva tentato di evitare l'evidente.

Ogni sguardo, parola e azione di Stiles urlava quanto lui ci tenesse a Derek.

A quanto lo desiderasse... ma Derek era un tipo che chiudeva il suo cuore, spesso pensava perfino di non avere un cuore, ma, al suo posto, solo del ghiaccio freddo e secco.

Però poi c'erano momenti come quello, in cui gli bastava guardare dritto negli occhi di Stiles e accorgersi che in realtà lui era un semplice umano che provava dei sentimenti.

E questi sentimenti erano così forti che a volte aveva paura di esternarli e di condividerli. Non aveva mai detto un "ti voglio bene" a nessuno dei suoi famigliari. Neanche alla sua prima cotta aveva confidato che in realtà lui l'amava pazzamente.

Aveva paura di soffrire il doppio, di essere preso in giro per quello che provava.

Eppure lui, quando vedeva Stiles, sentiva il petto esplodergli e ogni volta che lo beccava mentre era distratto o inciampava nell'aria, avvertiva una strana sensazione che gli torturava lo stomaco.

Non sapeva ancora distinguere che razza di emozione stesse provando, ma era certo che in quei pochi momenti lui si sentiva di nuovo vivo.

Quando era insieme a Stiles, lui era vivo.

Viveva sentendo lo sguardo dell'altro su di lui, la sua pelle a contatto con il suo corpo e le sue parole che come frecce colpivano il suo cuore.

Era colpito. Era stregato da Stiles.

Anche se non avrebbe mai ammesso una cosa del genere a voce alta, perché sarebbe stato troppo imbarazzante, lui era a conoscenza di quello che ultimamente stava provando.

-Signor Hale, la canzone è finita- mormorò Stiles, strappandolo bruscamente dai suoi pensieri.

Derek si guardò attorno e sospirò. Non voleva lasciarlo andare, era troppo presto.

-Vuoi ancora ballare con me, vero?- domandò con un sorriso malizioso.

Stiles deglutì nervosamente e distolse lo sguardo mentre le sue guance andavano di nuovo in fiamme.

Quando voleva, sapeva essere davvero un bastardo.

-Balliamo- mormorò con voce seducente. -Anche per tutta la notte -

Non riuscì a vedere l'espressione sorpresa che si formò sul volto di Stiles, perché Derek lo strinse ancora più forte e sfiorò la sua tempia con la sua.

Inspirò il dolce profumo del ragazzino e chiuse per qualche secondo gli occhi.

Voleva godersi tutto quello che stava capitando in quelle poche ore.

Voleva a tutti i costi imprimersi nella sua mente le sensazioni, il profumo dolce ma allo stesso tempo virile del moccioso e il calore del corpo dell'altro sul suo.

Non voleva assolutamente dimenticare.

Anzi, voleva proteggere quei ricordi in un piccolo cassettino del suo cuore e della sua mente e aprirlo nei momenti di sconforto, dove a volte vedeva tutto nero e affogava nel dolore e nella disperazione.

-Sei così complicato- soffiò Stiles con voce bassa. -A volte vorrei leggerti nella mente, De... signor Hale- aggiunse con un sospiro.

-Chiamami Derek- sussurrò vicino il suo orecchio. -Solo Derek, ok?-

-Derek- mormorò Stiles avvicinandosi di più e rafforzando la presa intorno al suo collo.

-Cosa?- domandò allontanandosi di qualche centimetro e guardandolo dritto negli occhi.

Stiles aveva le guance tutte rosse e le labbra leggermente umide e dischiuse.

Sembrava un ragazzino innocente e puro.

E Derek perse qualche battito del suo cuore quando all'improvviso sentì le labbra del ragazzino sulle sue. Fu un bacio casto, dolce e troppo veloce.

Dopo qualche secondo, Stiles si distaccò brutalmente e lo guardò con gli occhi sgranati e le labbra serrata. Nei suoi occhi si leggeva paura, terrore puro di aver commesso un grosso sbaglio.

Ma Derek sorrise leggermente e, prima che Stiles potesse scappare, lo afferrò da un polso e se lo trascinò addosso. Gli afferrò il mento e alzandolo di qualche centimetro fece incontrare di nuovo le loro labbra.

Questa volta fu un bacio più bagnato, passionale e urgente.

Urgente come tutte le emozioni che Derek stava provando e che stavano scalciando per uscire allo scoperto.

Urgente come il bisogno di sentire ancora quelle labbra calde e morbide sulle sue.

Urgente sentire il respiro caldo e affannato di Stiles infrangersi sul suo viso.

Urgente sentirsi vivo.

Quando si distaccarono per recuperare fiato, Derek accarezzò la guancia ancora rossa di Stiles.

Era bellissimo, davvero bello. E il suo cuore non la smetteva un attimo di urlargli quanto fosse stato stupido a trascurare i suoi sentimenti e a seguire i consigli del suo cervello.

-Mi hai davvero baciato?- mormorò Stiles, toccandosi le labbra rosse e belle gonfie.

Derek alzò gli occhi al cielo e sospirò.

Ma un attimo zitto mai, Stiles?

Forse lo preferiva di gran lunga quando stava in silenzio.

-Sì, Stiles, ti ho baciato- sussurrò con un sorriso malizioso sul volto. -Ora vuoi continuare a baciarmi o a parlare? Decidi tu-

Stiles boccheggiò ampiamente e poi un sorriso sbarazzino si dipinse sul suo volto.

-Oh, aspettato mesi per baciarti. Cazzo, sì che voglio baciarti!- dichiarò felice avvicinandosi frettolosamente e circondandogli il collo con le mani e chiudendo gli occhi.

Derek lo guardò divertito e non riuscì proprio a trattenersi dal ridere.

Stiles aprì un occhio e lo fissò contrariato.

-Davvero, Derek?- domandò stizzito. -Io sono qui, con gli occhi chiusi ad aspettare un tuo bac...-

Derek sospirò e gli chiuse definitivamente la bocca con la sua.

Forse solo baciandolo Stiles non parlava.

Ma si sbagliò di grosso, quando quello riuscì a sussurrare "Dio, come baci bene" sulle sue stesse labbra.

Sorrise e continuò a baciarlo infischiandosi delle persone che li stavano guardando.

O degli schiamazzi che, sicuramente, provenivano dai suoi amici e dai cori sconci di sottofondo sicuramente di Isaac e suo zio.

Gli avrebbe uccisi, dopo aver ovviamente baciato e stra baciato Stiles.

Non voleva allontanarsi più da lui.

Perché, finalmente, aveva trovato il suo posto nel mondo.

E per una volta tanto nella sua vita, la cosa più importante non era il lavoro, la carriera e la fama.

Ma Stiles.

Il ragazzo logorroico che gli aveva rubato il cuore. 

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Ed eccomi qui con una one-shot sterek :')
E' la prima che scrivo, quindi datemi il benvenuto nel nuovo fandom ahah xD
Spero vi sia piaciuta :* 
Un ringraziamento speciale alla mia beta iceteardrops

Un bacio e alla prossima xx

-Maia


  
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