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Autore: XfoundX    02/01/2015    1 recensioni
Come definireste l’inferno? Un luogo fisico? Una persona? Uno stato d’animo?
Ognuno ha il suo punto di vista.
Quello di Charlotte Thomas ha appena iniziato a prendere forma.
Riuscirà a venirne fuori?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Come vi sentireste se il vostro mondo venisse capovolto all’improvviso? Totalmente, completamente sottosopra. E tu sei li, che tenti disperatamente di respirare, di tirare fuori la testa da quel casino e prendere finalmente una boccata d’aria?
Charlotte odiava quello che le stavano facendo, semplicemente non era giusto.
Quando la decisione era stata presa di sicuro non avevano tenuto in considerazione che lei non volesse.
Forse se lo meritava, forse era scritto così.
O forse è solo la conseguenza di essere figlia dei suoi genitori.
Cosa poteva farci se non avevano tempo per lei?
Essere una figlia trofeo aveva i suoi vantaggi, certo: ottima istruzione, il meglio di tutto, educazione ferrea, governanti sparse ovunque che ti controllano, la vita programmata secondo per secondo.. già, proprio uno spasso.

Eppure, nonostante tutto, non poteva che essere eccitata all’idea di trovarsi li.
La raffinata gabbia d’oro in cui avevano deciso di confinarla contava cinquecento studenti, divisi in sette dormitori, un corpo centrale con aule, una biblioteca, mensa e alloggi per gli insegnanti, un teatro, una palestra al chiuso, un campo all’aperto per vari tipi di sport e una zona riservata alle scuderie.
E, cosa molto importante, solo due visite l’anno da parte dei genitori.

Sarebbe stata in gradi di relazionarsi con gli altri?
Sarebbe stata in grado di vivere in un posto in cui nessuno rischiava il licenziamento se non era contenta? Poteva farcela?

Charlotte era terrorizzata ed eccitata allo stesso tempo, lo stomaco non faceva che ballare da quando era scesa dalla macchina.

La ghiaia del vialetto non sembrava andare d’accordo con i suoi tacchi.
Non avrebbe dovuto dare retta alla madre, sarebbero state meglio un paio di converse.
La divisa la metteva leggermente a disagio.
Non era abituata a indossare lo stesso vestito per l’intera giornata, non sapeva come si sarebbe abituata ad indossare lo stesso tipo di vestiti tutti i giorni. Ovviamente anche quella rispecchiava il target della scuola: una gonna al ginocchio, camicia bianche, un elegante cardigan e la cravatta.
Il blu e l’argento non la facevano impazzire, la facevano apparire ancora più pallida, ma non poteva lamentarsi. Un posto con una retta così esorbitante non avrebbe mai permesso ai suoi studenti di girare in jeans e maglietta. Non che a lei fosse stato mai permesso.
La cravatta le causava un senso di soffocamento, ma poteva essere anche l’agitazione.

Charlotte si sistemò distrattamente i capelli corvini, troppo distratta per preoccuparsi veramente di come stavano.
Era arrivato il momento cruciale, sarebbe dovuta entrare. Non si poteva più tornare indietro.
«Charlotte!» squittì sua madre, dopo essersi sistemata per l’ennesima volta il vestito di Prada che aveva indossato per l’occasione.
Abiti firmati: niente di meglio per far bella figura mentre abbandonate i vostri figli.
«Charlotte, quante volte devo chiamarti prima che tu venga da me?!» la ragazza sospirò, avvicinandosi alla donna «una» rispose, già esausta di tutta quella messa in scena. Sua madre sorrise, soddisfatta «esatto. Forza, non vorrai fare tardi con la preside».
Come se non fosse stato già umiliante arrivare nel bel mezzo delle lezioni, sua madre la avrebbe costretta a fare un ingresso in grande stile.
«Su, sta dritta!» la rimproverò, stampandosi un sorriso sul viso mentre si addentravano per la scuola.
Il corpo studenti le osservava, incuriosito dalla presenza estranea nella loro quotidianità.
Charlotte aveva voglia di alzare gli occhi al cielo, ma poi si sarebbe beccata un altro rimprovero da parte della madre, così rinunciò.
 
«Dunque – la signora Stern aprì un fascicolo rilegato con il nome di charlotte scritto in un elegante corsivo – deve sapere, signorina Thomas, che la politica scolastica vieta l’ingresso di nuovi studenti ad anno accademico iniziato. Ma, visto il suo strabiliante curriculum, ho ritenuto opportuno fare un eccezione.»
La preside le sorrise, finta come una barbie nel suo tailleur grigio antracite «vedo che parla quattro lingue – fece scorrere qualche pagina – suona diversi strumenti  - alzò di nuovo gli occhi su di lei – e che pratica molti sport» chiuse il fascicolo e sorrise per l’ennesima volta. Charlotte pensò che, molto probabilmente, se continuava a sorridere in quel modo, le guance non sarebbero mai tornate normali «credo che lei sarà un ottimo acquisto per questo istituto» la sua espressione era chiara.
Diceva: ho appena incassato un assegno esorbitante.
Charlotte era quasi nauseata da quella situazione.

«va bene tesoro. Per qualunque cosa chiamaci. Però almeno prova a fare da sola, e domani vai a cercare Arthur, vedrai che lui ti aiuterà» la madre la abbracciò velocemente «certo. Ci sentiamo» il suo sorriso era tirato, gli occhi appena lucidi.
Ma quella donna non era in gradi di provare dei sentimenti come tutti?
Charlotte la guardò salire in macchina e allontanarsi lungo il viale alberato senza saper dire se le sarebbe mancata.  
 



SPAZIO AUTORE:

Eccomi di nuovo qui, con una nuova storia. Spero di avervi incuriosito con questa piccola introduzione, fatemelo sapere in un commento! tornerò al più presto con il capitolo successivo, Buona lettura!

I fatti e i personaggi presenti in questa storia sono solo opera di fantasia. riferimenti a fatti e/o persone sono puramente casuali.
se dovessi per sbaglio aver copiato qualcosa o la storia vi sembra simile ad altre vi prego di farmelo notare, correggerò immediatamente.
  
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