Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: Ronismine    03/01/2015    1 recensioni
Un giorno ti svegli così, e ti viene voglia di scrivere. Scrivere su cosa? Questo è sempre stato un problema per me; avere tutte le capacità ma non avere le idee giuste non aiuta mai, soprattutto se per scrivere devi avere TANTE idee. Così ho deciso che se non ero un persona abbastanza interessante da poter scrivere su di me, avrei scritto su un’altra persona. Ed eccomi qui, accompagnata da un po’ di musica, a parlare di Eddy, conosciuto come Ed Sheeran. a parlare di lui, a parlare di NOI e di quanto lui mi abbia salvata, in tutti i modi in cui una persona possa essere salvata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornai a casa per le due di pomeriggio.
Non ricordo niente delle ultime due ore, pensavo a quello che avevo detto a Giulio e se avevo fatto bene, insomma se i vostri migliori amici vi dicessero che la vostra ragazza fa schifo ai cani come la prendereste? Infondo era proprio il terrore di perdere la sua amicizia che non mi permetteva di dichiararmi e in quel momento, sentivo di averlo perso.
Ad ogni modo, era fatta. Entrai in casa e sentii mio padre singhiozzare. Lo faceva spesso, ma mai davanti a me, così per non imbarazzarlo urlavo –SONO A CASA-!!- così da farmi sentire e dargli il tempo di ricomporsi.
-Ciao tesoro, tutto bene a scuola?- esce dal bagno come se niente fosse. Aveva gli occhi tristi, il mio papà. Nel frattempo il mio micio ruffiano si era già presentato il più gattoso possibile. Voleva i croccantini.
-Stai scherzando vero?- risposi a papà mentre riempivo la ciotolina a Tigro. –Fa tutto meravigliosamente schifo, papà. Tutto MERAVIGLIOSAMENTE. SHIFO.- lo dicevo tutti i giorni, papà ci era abituato.
Il tempo di cambiarmi e mettere la mia comodissima e per nulla femminile tuta che mi arrivò un messaggio.
“Ciao, senti stavo pensando a quello che mi hai detto oggi e voglio parlarti, sei libera oggi pomeriggio?”
Era Giulio. Non mi aveva mai chiesto di uscire. Anche se non era un’uscita ma PORCA MISERIA saremmo usciti quel pomeriggio!!
ci accordammo per le cinque vicino scuola. E cercai di tenermi occupata per quelle tre interminabili ore, ma il pensiero mi stringeva lo stomaco.
Le cinque arrivarono con terribile ritardo e anche lui. Purtroppo.
-Ehi, scusami il ritardo, sono appena tornato da basket e gli allenamenti sono durati più del previsto….-
-Non fa niente, sono appena arrivata anche io- che immensa cazzata.
-Senti, ecco, ci ho pensato. Riguardo Tina, dico. E voglio provarci. Sì insomma mi piace. E credo che non sarebbe molto corretto avere la mia migliore amica che non la sopporta. Quindi beh…. Vorrei che ci prendessimo una pausa…-
Cazzo. Mi stava lasciando. Ma come poteva lasciarmi se non siamo mai stati insieme?! Vedete: ero così idiota da farmi lasciare senza nemmeno fidanzarmi. Ma, per la seconda volta nella mia vita, decisi di controbattere le sue parole:
-Senti, per me va bene qualunque cosa tu decida. Io non posso certo tenerti a forza. Ma sappi che non ho intenzione di prendere pause o cazzate così. Se quella finta bionda è più importante di me okay…-
-Ascolta Mia- mi interruppe.
-No, ascolta tu, Giulio: ti voglio un bene immenso, davvero. prenderei una pugnalata al posto tuo se ce ne fosse il bisogno. Ma la pugnalata me la stai dando proprio tu ora! Porca puttana, non è servito a nulla? Tutti questi mesi, tutte le risate, i litigi, le prese in giro, i soprannomi, non sono niente?  E va bene…. Cazzo se va bene. Ciao-
Sentivo del calore irradiarmi le guance. Piangevo. Ma non volevo affatto fermarmi. Gli diedi le spalle e me ne andai.  Furono solo 5 minuti. Ora sì, l’avevo perso.
E piangevo forte. Tornai a casa sbattendo le porte, mi chiusi in camera e urlai. Urlai il suo nome, tutto ciò che avevo dentro. Si, faceva molto male, sentivo quel dolore infiltrarsi fin dentro le ossa e spaccarle, arrivare fino allo stomaco e rivoltarlo come un sacchetto di plastica. Ricordo ancora il sapore acido e mio padre che mi reggeva mentre buttavo fuori tutto l’amore che avevo, con prepotenza e tanta, tanta rabbia. Sapete quando le vostre mamme dicono “un giorno ci riderai sopra?” bene, io ancora non riesco a riderci su, forse è solo un problema mio, ma non ho affatto dimenticato un solo momento di quel giorno. Che avevo fatto infondo? Lui voleva un parere e io l’ho dato.
Ad ogni modo, mi addormentai tremando, con tigro sul mio letto da  un lato, e papà dall’altro che mi accarezzava i capelli e le guance consumate dalle lacrime. Mi sentivo vuota, vecchia. E, decisi, che l’amore non faceva per me, che quelle farfalle nello stomaco erano finite nel water insieme alla bile. Era lì che mi aveva portato l’amore. E non ci sarei ricascata un’altra volta.
 
SPAZIO AUTRICE
Come prima cosa, vi chiedo umilmente scusa. Ho avuto alcuni problemi, come l’inizio della scuola e non avevo né il tempo né la voglia di continuare. E non volevo darvi dei capitoli inutili e stupidi. Anche se questo non è il massimo, ma sono le undici di notte e sono di pessimo umore. Indovinate un po’? La colpa è sempre di “”Giulio””
Vorrei davvero sapere cosa ne pensate di tutta la storia, altrimenti penso che la eliminerò, perché mi scoraggio molto facilmente e blabla.
Buon anno e good life!

  
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