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Autore: tylersanchor    03/01/2015    3 recensioni
Perché sì, lei lo turbava: aveva iniziato a sentirsi agitato prima delle quattro, a farsi la doccia ogni giorno alle tre e passare dieci minuti buoni fra specchiarsi e decidere cosa mettere. Non appena arrivava lei, però, si sentiva più tranquillo. Aveva cercato i suoi sintomi su google, ma era passato dagli attacchi di panico all’Alzheimer e aveva deciso che forse non era poi così affidabile. Magari non era solo abituato a vedere altre persone, ecco.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Derek Hale, Kira Yukimura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*


Derek, sdraiato sul pavimento e abbracciato a una bottiglia da un litro e mezzo di Coca Cola ormai vuota, rifletteva. Quando era stata l’ultima volta che aveva fatto una doccia? Non riusciva a ricordarlo. Da quando aveva perso i poteri le giornate si erano susseguite tutte uguali: sveglia, cibo, telefilm, altro cibo, altri telefilm, dormire. Un eterno ciclo che si ripeteva senza variazioni, escluse le poche volte in cui, anziché la solita pizza, ordinava su justeat.com un paio di tacos. Erano i giorni in cui si sentiva particolarmente depresso, quelli in cui nemmeno Modern Family lo faceva ridere. Quello, pensò, era uno di quei giorni. Allungò pigramente il braccio per prendere il computer, intenzionato a fare il suo solito ordine, quando il rumore di qualcuno che del suo loft lo allarmò.
Nessuno veniva a trovarlo da mesi, con un po’ di fortuna, ormai tutti si erano dimenticati di Derek Hale. Aveva smesso di rispondere alle chiamate e a chi bussava a meno che non fossero corrieri e dopo un po’ gli unici a bussare erano diventati i fattorini della pizza. Il problema era che lui non aveva ordinato nessuna pizza.
Decise di fare come al solito, lasciare accesa la tv e ignorare chiunque lo importunasse. E a cosa sembrò funzionare, finché non sentì un crepitio e all’improvviso tutto divenne buio. Un secondo dopo che la luce era saltata, udì lo scatto della serratura della porta. Maledetto lui che aveva pensato che una serratura elettronica fosse efficace.
- Ehm … Derek? Mi dispiace tanto, mia madre mi aveva insegnato a manomettere l’allarme di casa nostra coi miei poteri ma penso di aver esagerato o sbagliato qualcosa … sistemerò tutto, okay?
Derek rimase attonito al suono di quella voce che non sentiva da prima dell’estate e per qualche secondo non riuscì a spiccicare parola.
- Ero venuta a vedere se ho dimenticato qui un mio libro di scuola, sai, è ricominciata e ne ho assolutamente bisogno e non lo trovo da nessuna parte e … - si sentì un rumore orrendo di milioni di cose che cadevano – oooops! Penso di aver fatto cadere i tuoi dvd.
Il primo pensiero di Derek fu di ucciderla, dato che Kira Yukimura era sostanzialmente inutile, lo stava seccando, aveva invaso casa sua e fatto cadere la sua pila di dvd di serie tv da guardare rigorosamente impilata in ordine di bellezza dell’attrice protagonista, ma nascondere il cadavere sarebbe stata una seccatura.
- Ah.
Magari ignorandola sarebbe andata via in fretta. Altro rumore di qualcosa che crollava.
- Ooooops! Ma perché impili i cartoni del cibo da asporto? E perché c’è così tanto disordine? Hai dato una festa?
Derek cercò di guardare male la direzione da cui proveniva la voce, dato che Kira a differenza sua vedeva ancora al buio, ma si sentì idiota e quindi disse: - No.
- Però è davvero tanto disordinato … e penso di aver pestato una polpetta.
Ecco dov’era finita, pensò Derek, quando gli era caduta due giorni prima e non aveva potuto cercarla perché si sarebbe perso il finale di Ouija.
- Ah.
- Non troverò mai il libro in questo disordine, - sospirò lei.
- Mh.
- Ti dispiace se rimetto la corrente e pulisco così intanto lo cerco?
- Fai quel che vuoi, - borbottò Derek.
Tanto non avrebbe resistito cinque minuti al caos del loft, ne era certo.
 

 
*

 
Derek aveva grandi programmi per quel pomeriggio: aveva scaricato uno splatter e aveva intenzione di guadarselo tutto, fare un pisolino e mangiare messicano. Invece, non appena era tornata la luce, si era ritrovato a non seguire i massacri nella tv ma ad ascoltare Kira che tentava di rimediare al casino abnorme che aveva lasciato. E certo, lei poteva aver rovesciato di tutto sul pavimento, allagato mezzo loft e dato fuoco a una tenda ma non aveva smesso un secondo di provare finché il loft non era tornato a condizioni vivibili. Aveva addirittura acceso delle candele profumate che Derek era sicuro di non aver mai comprato in vita sua per eliminare il pessimo odore che stagnava dentro, anche se lui aveva l’orrenda sensazione di esserne il responsabile, dato che non si lavava da parecchio.
- Ehm, Derek? – domandò Kira, interrompendo il suo pisolino/ ascoltiamo Kira che pulisce.
- Che c’è?
- Come si usa la lavatrice? – domandò lei esitante.
- Ho una lavatrice?
Kira sospirò e Derek la guardò sparire oltre la porta e poi la sentì bisbigliare al telefono un “mamma, come si usa la lavatrice?” e quasi gli venne da ridere. Poi si riscosse, si insultò mentalmente e cercò di tornare al suo pisolino.
Però magari avrebbe potuto evitare di farsi trovare in boxer e maglietta sdraiato ai piedi del divano, e magari farsi una doccia. Sì decisamente voleva fare una doccia. Tanto Kira prima o poi si sarebbe levata dalle scatole.
Gli venne in mente poco prima di addormentarsi che, a dire il vero, fare il bucato non c’entrava niente con il trovare il suo libro.
 

 
*

 
- Derek?
Una voce gentile lo chiamò mentre una mano lo scosse dolcemente.
- Mamma, voglio dormire, - borbottò girandosi dall’altra parte.
- Ehm … sono Kira. E, uhm, ecco, il libro … non l’ho trovato alla fine. E mi dispiace di averti disturbato tutto il pomeriggio e quindi … ecco … ho preparato la cena, per sdebitarmi. Non avevi molto in casa, così ho fatto la spesa e se magari vuoi fare una doccia prima che sia pronto …
Uh, giusto, doccia. Ne aveva bisogno.
Derek aprì lentamente gli occhi e si trovò la faccia di Kira ad osservarlo. Per poco non gli prese un colpo.
- Ma che … oh, ehm. Doccia.
Derek riuscì appena a sgattaiolare via maledicendosi per essersi fatto cogliere impreparato e dopo aver gettato a terra i suoi consuntissimi vestiti si infilò nella doccia che qualcuno aveva pulito e lucidato, oltre ad avervi lasciato shampoo e bagnoschiuma che Derek era sicuro di non aver comprato dal almeno cinque mesi. Si lavò in fretta e uscito dalla doccia si fece anche la barba, ripromettendosi di tagliarsi i capelli non appena avesse trovato delle forbici.
Indossò il cambio che Kira gli aveva preparato, chiedendosi dove avesse trovato abiti suoi ancora puliti e uscì fuori dal bagno con una strana ansia.
Il loft, forse per la prima volta da quando Derek ne aveva preso possesso, somigliava vagamente ad una casa. Il pavimento era pulito e tutto era stato messo in ordine, i dvd e i libri in una libreria che Derek non ricordava di aver mai comprato o montato, il divano aveva sopra addirittura dei cuscini e le macchie di olio della pizza erano sparite magicamente, sul tavolo c’era una tovaglia ed era apparecchiato per due e c’era odore di buono.
Kira era ai fornelli e mormorava qualcosa sull’essersi scottata e quando Derek fece scricchiolare il pavimento cacciò un urlo e fece cadere un bicchiere.
- Oh no! Derek, mi dispiace così tanto … ho rotto anche due piatti prima.
Derek neanche sapeva di averli, due piatti, quindi alzò le spalle.
- Ti ho preparato la pasta al formaggio, spero che ti piaccia e la cotoletta …
Derek sentì lo stomaco borbottare all’idea di mangiare qualcosa di cucinato in casa e si ritrovò a mandare giù tutto con fin troppo entusiasmo, anche se la pasta era scotta e la carne troppo unta. Gli sembrò addirittura, per un folle attimo, che quello fosse il pasto più buono che avesse mai mangiato.
Kira mangiò la sua porzione in silenzio, intervenendo solo di tanto in tanto quando i capelli di Derek, troppo lunghi, quasi gli cascavano nel piatto.
- Poi li taglio,  - si sentì in dovere di dire, senza riuscire a guardare Kira negli occhi.
- Lo faccio io! – esclamò lei, - cioè, se vuoi. Mamma mi ha insegnato e … se vuoi vengo domani.
- Okay.
- Okay.
Non parlarono per il resto del pasto, fino al dolce, quando Kira gli propose il gelato e lui declinò.
- Non mangi il gelato?! – esclamò lei sconvolta.
- No.
- Ma è gelato!
- Mi gela a bocca.
- Ma ... – provò lei.
- No.
Fu il loro ultimo scambio di battute, a parte un “a domani” quando lei andò via e Derek, in preda a chissà quale deficienza, la accompagnò alla porta come un idiota. Quando lei la chiuse rimase lì a fissarla per un po’, come instupidito, chiedendosi perché mai una persona che ti riordina la casa gratis voglia anche cucinarti la cena per scusarsi del disturbo. Kira aveva decisamente qualcosa che non andava.
 
 
*

 
Kira il giorno dopo era venuta davvero. Gli aveva tagliato i capelli in modo orrendo e asimmetrico e lui si era risolto a portarli all’indietro dalla disperazione e lei non aveva fatto altro che scusarsi e gli aveva cucinato il polpettone. Di nuovo c’era stata la scena di lui che la accompagnava alla porta e di nuovo si era sentito in imbarazzo da morire per questo.
Il giorno dopo lei si era ripresentata e così quello dopo ancora e ogni giorno, finché non era diventato parte della routine. Alle quattro circa lei apriva la porta, riordinava, raccontava a Derek la sua giornata mentre lui fingeva di non ascoltare e guardare la tv o leggere, gli preparava la cena, cercava di convincerlo a mangiare il gelato e poi andava via. Ogni tanto, se Derek aveva tenuto più in ordine o lei arrivava prima, si metteva a guardare la tele con lui. Una volta si era addirittura addormentata sulla sua spalla e lui era rimasto immobile e in ansia un’ora e mezzo, finché lei non si era svegliata ignara del turbamento che gli aveva provocato. Perché sì, lei lo turbava: aveva iniziato a sentirsi agitato prima delle quattro, a farsi la doccia ogni giorno alle tre e passare dieci minuti buoni fra specchiarsi e decidere cosa mettere. Non appena arrivava lei, però, si sentiva più tranquillo. Aveva cercato i suoi sintomi su google, ma era passato dagli attacchi di panico all’Alzheimer e aveva deciso che forse non era poi così affidabile. Magari non era solo abituato a vedere altre persone, ecco.
 

 
*
 
 
La cosa, però, continuava ad agitarlo sempre di più. E quando Derek non capiva una cosa, in genere cercava di evitarla. Aveva preso questa risoluzione quando si era trovato a contare i minuti che lo separavano dall’arrivo di lei, la mattina dopo, a notte fonda. Aveva deciso di dirglielo subito, ma aveva continuato a rimandare, adducendo scuse che persino a se stesso risultavano banali: “no, oggi no, è martedì e a scuola per lei è la giornata più pesante”, “no, oggi no, domani ha il compito di inglese e potrebbe andare male” e intanto le settimane erano passate. E lui aveva continuato a sentirsi sempre più strano, a farsi sempre più docce, a desiderare sempre di più di essere nato un po’ più carino e ad aspettare con sempre maggiore ansia le quattro. L’unica cosa che lo agitava di più dell’aspettare Kira era l’idea che quella volta potesse essere l’ultima in cui si vedevano. Ed era totalmente irrazionale, era uscire dall’apatia e dall’indifferenza che lo aveva caratterizzato negli ultimi mesi e quindi sbagliato. Quindi una sera, il cinque novembre, dopo che lei aveva guardato V per Vendetta insieme a lui, l’aveva accompagnata alla porta e lei, come ogni sera, aveva detto: - A domani.
- No.
Lei non aveva detto nulla. Aveva iniziato a piangere in silenzio, si era voltata ed era uscita in silenzio, curandosi sempre di chiudere la porta dietro di sé. Ma l’apatia non era tornata, Derek si era sentito un vortice di emozioni che nemmeno capiva. Non che volesse farlo. Era andato in cucina, ancora perfettamente ordinata da Kira, aveva preso una bottiglia di vodka e aveva bevuto finché ogni pensiero non era diventato nebuloso e indistinto.
 
 
*

 
L’apatia, lentamente, era tornata. Aveva smesso di aspettare le quattro, dopo due mesi, aveva anche tolto l’orologio dal muro, aveva smesso di fare la doccia ogni giorno e di guardarsi allo specchio. Perché pensare alla vita vera quando fanno vedere Emilia Clarke mezza nuda in televisione? Derek era tornato alla sua solita mise di boxer e maglietta, al solito cibo d’asporto e al solito disordine. Era come se la parentesi Kira, nella sua vita, non fosse mai esistita. Mangiò un’altra fetta di pizza, concentrandosi sulla storia, ma gli venne una sete disperata per colpa del troppo sale. Maledisse la pizza a buon mercato su justeat.com e setacciò il frigo alla ricerca di roba da bere brontolando, trovandovi però solo un calzino. Provò nel freezer, trovò soltanto del gelato alla stracciatella e dato che era la cosa più simile all’acqua che aveva se lo fece andar bene, arraffò un cucchiaio e iniziò a farne incetta anche se gli gelava la bocca.
Riprese a guardare Game of Thrones ingozzandosi, ma dopo un po’ il gelato gli risultò particolarmente difficile da mandare giù. Perché il gelato proprio non gli piaceva, non era roba per lui.
Era per qualcun altro.
Emilia Clake perse improvvisamente ogni attrattiva, come la persero la vita da solo, l’apatia, i telefilm e persino la pizza che rimase a raffreddarsi mentre lui si alzava, si infilava un paio di jeans sperando non fossero macchiati e correva fuori dal loft, ancora con sotto braccio il barattolino di gelato.
 
 
*
 
 
Se Derek fosse stato ancora un lupo, salire fino alla finestra della stanza di Kira sarebbe stato un gioco da ragazzi, ma adesso era solo un umano e pure fuori forma. Beh, almeno era riuscito ad abbottonare i jeans. Si guardò intorno disperato, sperando in una scala – possibilmente mobile – che lo portasse su senza fatica, ma evidentemente la fortuna lo tradiva ancora. Doveva fare alla vecchia maniera. Prese coraggio e valutò che, arrampicandosi sulla grondaia, avrebbe potuto farcela, quindi incastrò il barattolo di gelato sotto la maglia e provò ad arrampicarsi. Al primo tentativo cadde rovinosamente, il secondo fu anche peggio e per qualche istante pensò di essersi rotto qualche osso, ma aveva semplicemente sbattuto. Il tredicesimo tentativo fu quello fortunato e riuscì, con enorme fatica, con le mani che ormai sanguinavano e coperto di erba e terra del prato della famiglia di Kira, a salire fino al primo piano. Naturalmente, tanto per dimostrare che la sfortuna era una sua caratteristica peculiare, la prima stanza non era quella di Kira  e quando riuscì ad issarsi a fatica sul davanzale scoprì che era in realtà quella dei suoi genitori. Bestemmiando sottovoce osservò il cornicione decisamente troppo piccolo per i suoi gusti, ma poi sentì il freddo del barattolino di gelato contro la pancia e sentì il dovere morale di rischiare la morte o perlomeno la paralisi camminando su un cornicione troppo stretto per commettere una violazione di domicilio.
E lo fece davvero. Camminò, pregando ogni divinità esistente, Babbo Natale incluso, di non spiaccicarsi a terra e stranamente funzionò. Arrivò incolume, gelato compreso, al davanzale della finestra della stanza di Kira. Lei era di spalle, con le cuffie alle orecchie e stava facendo qualcosa al computer. Stranamente gli bastò vederla per sentirsi meglio, non a troppi metri da terra con il rischio di morire, quasi a casa, al sicuro. Appoggiò la fronte contrò il vetro, stupendosi del suo respiro regolare e naturalmente, dato che troppe cose gli erano andate bene, ci mise troppo peso e la finestra, che Kira non aveva bloccato, si aprì facendolo cadere rovinosamente sul pavimento.
Lei si alzò in piedi e lo fissò allibita, forse perché le era piombato in stanza di notte dalla finestra, forse perché era in jeans e maglietta con quasi sotto zero, i capelli lunghi e unti e la barba incolta e teneva stretto un barattolino di gelato.
- Ma che …? – mormorò scioccata.
Derek alzò timidamente il barattolino di gelato e borbottò con lo sguardo basso: - Gelato?
Si sentiva un completo cretino perché effettivamente Kira avrebbe potuto chiamarla, o mandarle un sms, anziché piombare da lei nella notte e offrirle del gelato, era una cosa pazza e anormale. Stava giusto pensando a come inventare una scusa e sparire da Beacon Hills per sempre, quando alzò gli occhi e come per caso incontrò lo sguardo di lei, aspettandosi che fosse sconvolta o irritata. Ma Kira invece gli sorrise e Derek, in quel momento, dimenticò tutto il resto.

 
  
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