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Autore: Ticket_to_write    05/01/2015    3 recensioni
Buon compleanno (passato), Workingclassheroine.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Workingclassheroine (ormai di un anno
più vecchia) perché anche io, morirei dalla
voglia di abbracciarla, ogni tanto


8 dicembre 1966¹.

John si accoccolò sulla terra resa dura e ghiacciata dalla neve che la ricopriva. 
"Sempre meglio delle poltrone in studio" borbottò tra sé il giovane, per prendere poi fiato e ricominciare. 
"E rieccoci qui, Paul. In questo stupido bosco del cazzo, di notte, a guardare le stelle". 
Si interruppe sospirando. 
"Spero che da laggiù le stelle si vedano, almeno." 
Incominciò ad accarezzare il terreno che ricopriva quel cadavere come se si trattasse della guancia del compagno.
Si sentì stupido un attimo dopo, e il cuore si strinse un'altra volta e mentre il ragazzo si rese conto che Paul non sarebbe mai stato degnato di una sepoltura adeguata per colpa sua, si lasciò travolgere dai rimorsi: se solo fosse riuscito ad arrivare in tempo sul luogo... Se solo fosse riuscito a far fermare lo scorrere del liquido rosso che sgorgava dalle ferite sulla pelle candida, ma ormai squarciata, di Paul... Se solo fosse riuscito a rallentare lo scorrere del tempo per star con lui e per fargli godere a fondo i suoi ventiquattro anni. 

"Diamine, é tutta colpa mia. Sono io che ti ho trascinato in questa merda dei Beatles. Se fossimo semplicemente rimasti a provare a casa tua, se non mi fossi messo in testa questa cazzata del diventare famosi, Paul, tu saresti ancora qua. Perdonami"
Mormorò, con la voce incrinata dal senso di colpa e dalla disperazione, queste parole, più a se stesso che a qualcun altro.
Pensò a ciò che si erano detti, ai gesti che si erano scambiati in quei giorni, e ricordò che erano principalmente espressioni di rabbia. Nessuna manifestazione d'amore aveva riempito le ultime giornate che avrebbero passato insieme.
Singhiozzando afferrò il capo tra le mani, stringendolo intensamente come per cancellare le memorie di quegli ultimi giorni passato senza il più piccolo. John riusciva ancora a ricordare cosa aveva sussurrato al suo compagno prima che egli chiudesse gli occhi per sempre. 
Era stato qualcosa come "Principessa, ti prego...", prima di scoppiare in lacrime.  E ricordava le parole che aveva sbraitato a William, quel sosia da strapazzo che, poveraccio, avrebbe dovuto sostituire un membro della band, un amico, e anche un amante. 
E ricordava perché Paul se ne fosse andato dallo studio, perché fosse uscito in macchina, quello stupido maledetto pomeriggio di meno di un mese prima. 


"Hey, Paulie!"
"Che c'é?" 
"Tu sai qual é l'insetto più forte tra la pulce e la formica?"
"Dannazione, John, che cazzo ne so? La pulce?"
"No Paul, é la formica a essere più forte.²" 


Il bassista non l'aveva presa bene, anzi, si era alterato parecchio. 
Fino a quando il maggiore non gli urlò contro che "il fatto che Paul credesse di dover avere sempre ragione per il semplice motivo che era il più carino lo faceva imbestialire³". 
Paul aveva semplicemente assunto uno sguardo indignato ed era uscito dallo studio, sbattendo la porta. 
L'altro gli era corso dietro, ma il ragazzo aveva già raggiunto la macchina, e aveva guidato per un tragitto piuttosto lungo... finché-
"Paul..." gridò un'ultima volta il chitarrista, prima di cadere addormentato, sfinito dal suo pianto.

"Diamine, é tutta colpa mia. Sono io che ti ho trascinato in questa merda dei Beatles. Se fossimo semplicemente rimasti a provare a casa tua, se non mi fossi messo in testa questa cazzata del diventare famosi, Paul, tu saresti ancora qua. Perdonami" 
"John, non dire sciocchezze. Abbiamo vissuto dei begli anni insieme e-" 
"Ma non sono stati comunque abbastanza. Quanto pensi che resisterò, senza te?" 
"Andiamo John. Un giorno, purtroppo o per fortuna, ci reincontreremo." 
"Paul... Io ti rivoglio con me adesso
"Mi dispiace John" 
Quella fioca immagine di Paul si avvicinò, infatti il maggiore avvertì l'aria spostarsi leggermente. Cercò stupidamente di prendere tra le braccia quello spettro, ma quei fianchi svanirono tra le sue mani. 
"Ahi!" rise l'altro. 
"Ti ho fatto male?" 
"No, ma non sono ancora abituato alla mia inconsistenza... Ci farò l'abitudine" 
Continuò a ridacchiare, ma John non sorrideva, neanche debolmente. 
"Io voglio stringerti, Paul. Voglio stringerti ora. E fanculo tutti gli strati dell'atmosfera che ci separano.  Fanculo le nuvole, che saranno sempre un muro posto tra me e te." 
"Vorrà dire che ci caleremo nei panni di Piramo e Tisbe⁴, ancora una volta: ci sussurreremo attraverso le fessure che troveremo." 
"E se non troveremo delle fessure, per una sera?" 
"Ci sono sempre loro" ammiccò Paul, puntando alla fronte dell'amante, mentre la punta del proprio indice si dissolveva contro di essa. 
"...cosa?" 
"I ricordi, John!" 
"Mi faranno soffrire" 
"No John, noi potremmo comunicare attraverso le memorie durante le notti in cui il cielo non sarà limpido e non potrai alzare gli occhi verso le stelle, cercando di cogliere il mio sguardo tra quei puntini luminosi... Preferisci davvero dimenticarmi?"
"No!" rispose il più grande con urgenza. 
"Allora tieni mantieni in esercizio il cervello. Sarà il tuo modo per tenere un pezzo di me quaggiù" sorrise. 


E John lo sapeva che, mentre il suo cervello elaborava quelle immagini e le trasformava in sogno, sulla sua faccia si era formato un sorriso beato, al pensiero di Paul che, in un modo o nell'altro, sarebbe rimasto con lui. 
E John lo sapeva che era solo un sogno, ma, in fondo, che male c'era se voleva continuare a provare quel benessere? 
Serrò gli occhi più forte, inconsciamente. 

"Sleep pretty darling, and do not cry. And I will sing you a lullaby..." 5
Paul sorrise, smettendo di cantare. 
"Grazie per essermi venuto a trovare anche stanotte, piccolo Johnny6


¹Paul McCartney, secondo la leggenda del P.I.D, sarebbe morto nel novembre del '66, e John é morto l'otto dicembre, quindi... Non so, ho unito le date. Non é di certo la cosa più senza senso in questa storiella XD 

²questa conversazione é avvenuta realmente, a detta di Paul. Trovai un video in cui lui stesso lo raccontava. 

³ in realtà é stato Paul che ha detto "sono abituato ad avere sempre ragione, dato che sono il più carino", sempre nel video che vi citavo prima 

⁴Mi riferisco al giorno in cui i Fab hanno rappresentato "Piramo e Tisbe" di Shakespeare.

5 ho "rubato" questi versi dalla bellissima ninna-nanna "Golden Slumbers".

6non volevo lasciare l'originale "Johnny boy", trovandolo oltremodo fuoriluogo in quanto si tratta di una fanfiction in italiano, e l'ho tradotto come meglio potevo.

   
 
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