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Autore: B_Regal    05/01/2015    3 recensioni
[Raccolta di One Shot indipendenti]
Dall'ultimo capitolo:
Ormai è quasi certa che sia un effetto di quel posto, non poter essere sereni.
Non che la sensazione le sia nuova, ma gli eventi di quella giornata sono stati duri persino per una come lei e ora ne sente il peso tutto insieme, come un grosso macigno sul petto che le mozza il respiro.
E’ lì fuori già da un po’ quando avverte una presenza dietro di lei e per un momento si irrigidisce, ma poi una mano calda le sfiora la guancia e quel tocco lo riconoscerebbe ovunque.
E non sa bene come succede, ma un istante dopo sta singhiozzando contro il suo petto.

SPOILER 5x12!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Epifania
 
Fuori dalla finestra nevicava e l’intero prato del loro giardino era stato ricoperto da un sottile manto bianco, reso ancora più evidente dal buio pesto che avvolgeva la città a quell’ora di sera.
Roland restò qualche altro secondo a osservare i candidi fiocchi di neve che cadevano, poi lasciò ricadere la tenda e corse a sedersi sul divano, dove Henry stava comodamente sfogliando il suo fumetto nuovo.
Lo osservò per qualche istante, come a capire se potesse disturbarlo, poi prese coraggio e gattonò vicino a lui "E così arriverà stanotte?"
Henry annuì e con uno scatto deciso richiuse il giornalino, posandolo sul tavolino "Te l’ho detto, quando staremo giá tutti dormendo. Scenderà proprio da questo camino e riempirà le nostre calze di dolci buonissimi!"
Roland si voltò a guardare verso il camino, dove Regina stava appendendo delle lunghe calze colorate lungo tutto il bordo. La donna quella mattina gliene aveva mostrate quattro chiedendogli di sceglierne una, e lui aveva optato senza indugio per quella che sembrava la più capiente, mentre suo padre si scambiava uno sguardo divertito con lei e le sussurrava qualcosa come ‘che ti avevo detto?’.  Fissò quella stessa calza immaginandosela piena e gli occhi gli si riempirono di gioia.
"Allora è proprio come Babbo Natale!" Concluse, sorridendo al pensiero dei doni ricevuti appena qualche giorno prima  "solo che è femmina!"
Henry intercettò lo sguardo divertito di sua madre e sorrise a sua volta, ricordandosi di come qualche anno prima fosse lei a spiegargli quelle stesse cose "Diciamo di si, ma attenzione, Babbo Natale non ha molti problemi a farsi vedere dai bambini, lei invece si!"
Roland arricciò le sopracciglia, confuso "perché?"
"Vedi Roland, lei è una vecchia signora davvero bruttina, dicono che abbia un aspetto orribile e che si vergogni di farsi vedere, è vestita di stracci e porta un fazzoletto a coprirle buona parte del volto, e se becca un bambino in piedi mentre è a far visita alla sua casa, lo colpisce in testa con la sua scopa e addio dolcetti!"
Roland spalancò gli occhi, inorridito da quei nuovi dettagli e quasi saltò su dal divano "ma allora è cattiva!"
Henry scosse la testa con decisione "No, non lo è. Ha un cuore d'oro in realtà, è molto povera eppure una notte all'anno salta in groppa alla sua vecchia scopa e porta dolci a tutti i bimbi del mondo, tutto ció che chiede in cambio è che loro non si mettano a piangere terrorizzati quando la vedono. Te lo immagini? Non deve essere una bella sensazione!"
Il bambino sembrò pensieroso, e dopo qualche istante annuì "E' davvero così brutta?"
Henry scrolló le spalle "Nessuno l'ha mai vista in faccia. Qualcuno racconta di aver notato la sua sagoma aggirarsi per le stanze, qualcun'altro giura di averla vista volare nel cielo con la sua scopa, ma nessuno è riuscito a stare più di qualche minuto in sua presenza. I bambini più avventati che hanno osato spiarla sono sempre finiti a piangere nelle stanze dei genitori con un bel bernoccolo in testa!"
“Ma io non voglio che mi dia la scopa in testa!” piagnucolò il bambino, voltandosi di nuovo verso Regina in cerca di conforto.
Quella rise e lasciò perdere l’ultima calza per raggiungere i bambini sul divano. Si sedette e Roland corse subito verso di lei per farsi abbracciare “Non voglio che venga a casa nostra!”
“Come non vuoi?” Esclamò lei, accarezzandogli i folti capelli castani “E rinunceresti a vedere la tua calza piena di caramelle e cioccolato?”
“Roland che rinuncia al cioccolato? Non credo proprio!” La voce di Robin che entrava nella stanza li fece voltare tutti e tre. L’ uomo si era appena tolto il giubbino e si stava strofinando con vigore le mani nel tentativo di riscaldarsi, confortato dal calore che emanava il caminetto accesso. Si avvicinò e salutò la compagna con un bacio sulle labbra prima di sedersi accanto a tutti loro “Che succede al mio ometto?”
“Ho paura della befana!” Piagnucolò il bambino, senza staccarsi dalle braccia di Regina. Robin annuì e istintivamente si scambiò uno sguardo complice con Henry, che gli aveva spiegato tutta la faccenda solo un paio di giorni prima.
“Perché hai paura?” Gli chiese calmo “A me è stato detto che viene a portare dolcetti!”
“Si, ma se ti trova sveglio ti colpisce con la sua scopa e io non voglio!”
Robin scrollò le spalle, cercando di rassicurare il figlio “E allora basta non farsi trovare svegli. Arriva di notte e di notte tu dormi, no?”
“Aspetta a dirlo!” Rise Henry, appoggiandosi alla spalliera del divano “Ti dico per esperienza personale che nessun bambino riesce a prendere sonno la notte dell’epifania, assicurato. Chiedi a mamma, lei ne sa qualcosa..”
Regina annuì mentre un largo sorriso le incorniciava di colpo il volto “Ogni volta credevo di essere riuscita a calmarlo e fatto addormentare e ogni volta puntualmente me lo ritrovavo in camera mia, con il suo orsetto a chiedere ospitalità nel lettone di mamma!”
“E poi mi nascondevo contro di lei e non osavo muovermi per nessuna ragione al mondo!” Continuò Henry, divertito.
“Mi sembra un buon compromesso per scongiurare la paura!” Osservò Robin, accarezzando un braccio di suo figlio. Vide un velo di nostalgia mista a commozione passare negli occhi di Regina e le sorrise, ripensando al travagliato rapporto che lei ed Henry avevano avuto e di cui lei gli aveva parlato una sera a cena. Poi tornò a rivolgersi al figlio, spostandogli una ciocca di capelli per poterlo vedere meglio, mentre con la coda dell’occhio guardava pure Regina  “Se per caso ti venisse voglia di fare la stessa cosa, ricordati di bussare prima, ok?”
Henry scoppiò a ridere mentre Regina avvampò immediatamente, strabuzzando gli occhi e portando in automatico una mano sull’ orecchio del bambino “Robin!”
“Cosa?” L’uomo alzò le spalle con aria innocente  “Cerco solo di insegnargli le buone maniere!”
“Certo!” Rispose lei, provando a lanciargli uno dei suoi sguardi minacciosi che ormai non le riuscivano più tanto bene. Allontanò Roland da sé per guardarlo negli occhi e gli sorrise “Sai che facciamo? Mandiamo papà a dormire in camera con Henry, e tu stai nel lettone con me! Ti va?”
Prima che Roland potesse rispondere, Robin iniziò a scuotere la testa con decisione “No, un attimo. A me questa non sembra per niente una buona idea. Roland è un bambino coraggioso, non ha mica paura di una vecchietta che si regge in piedi a stento, vero?”
Il bambino sembrò incerto prima di rispondere “Ma io..”
Suo padre gli accarezzò la spalla in un gesto di conforto "E poi non oserà toccarti, la Befana avrà anche la sua magia da quattro soldi ma scommetto che non si metterebbe mai contro la formidabile Strega che abbiamo noi in casa!"
Regina assottigliò gli occhi "Non ho capito se lo devo prendere come un complimento!"
Lui le lanciò uno sguardo vagamente malizioso “Tutto quello che ti dico lo devi prendere un complimento..”
Roland si voltò di nuovo verso la donna, che dovette abbassare la testa per nascondere il sorriso che le era sfuggito, e la guardò con i suoi occhioni grandi spalancati "Le fai un incantesimo R'gina?"
Lei rilassò il viso in un espressione divertita e annuì "Se osa colpire con quella vecchia scopa che si porta dietro uno dei miei tesori la trasformo in uno spaventapasseri!”
Robin lasciò andare una risata "Mi pareva di ricordare che non hai un buon rapporto con le tue colleghe che volano sulle scope!"
“Sono con quelle verdi!” Ribattè lei accigliata, e guardando il bambino aggiunse “E con quelle che vogliono spaventare Roland!”
Roland sorrise, più sereno, mentre Henry scompigliava affettuosamente i capelli del fratellastro “No mamma, non ti preoccupare, vedi che Roland non è spaventato. Ha capito e poi ci sono io a tenergli compagnia stanotte, no?”
“E se ti addormenti?” Chiese, scettico, il bambino più piccolo.
Henry scosse la testa “Ti prometto che resto sveglio fino a che non ti addormenti. E se vuoi possiamo avvicinare i letti, solo per stasera, se mamma ci da il permesso!”
Roland guardò speranzoso Regina che annuì “Va bene, solo per stasera!”
“Possiamo farlo adesso?”
Henry annuì “Si, andiamo!”
Roland scattò in piedi, pronto a correre verso le scale, ma subito si fermò, come se avesse dimenticato qualcosa “Papà?”
Robin si voltò mentre slittava al posto del figlio per avvicinarsi di più alla compagna “Che c’è?”
“Io sono stato buono quest’anno?”
“Mettiti l’anima in pace, Roland!” Rispose per lui il ragazzo più grande “Un po’ di carbone non riesce a evitarlo nessuno. Ma vedrai che alla fine non è così male, è zuccherato!”
Roland non sembrò convinto ma annuì, avviandosi a passo lento verso l’uscita dalla stanza.
Regina e Robin stavano assistendo divertiti alla scena quando videro un dito di Henry puntarsi verso l’arciere “guarda che mi devi un favore!”
Robin inarcò le sopracciglia “stai diventando peggio di tuo nonno, lo sai? Non mi piace questa cosa ragazzino!”
Henry si mise le mani sui fianchi “Vuoi dormire in cameretta in un letto troppo piccolo e senza la mamma?”
“Ok, ti devo un favore. Ma niente che comporti mentire alla mamma, sappilo. Non mi metterò più in quel tipo di casini!”
“Vedremo!” Fu il verdetto finale del ragazzo, prima che sparisse anche lui nel corridoio.
Robin si voltò verso Regina, che lo stava fissando seria, e alzò le spalle, assumendo la miglior espressione da vittima di cui era capace “Non è colpa mia! Sa che non posso starti lontano e se ne approfitta!”
Lei mosse la testa in una finta smorfia dispiaciuta “Povero cucciolo!” Esclamò mentre si avvicinava per baciarlo sulle labbra.
“Volevi davvero cacciarmi via dalla nostra camera? Relegarmi a un intera nottata senza poterti stringere tra le braccia?” Le chiese lui cingendola con un braccio e attirandola a sé fino a far sfiorare i loro visi.
“Beh, per la befana..” sussurrò lei contro le sue labbra, e lo baciò di nuovo “E comunque non cantare vittoria troppo presto, conosco Henry, scommetto che crollerà dopo dieci minuti e ci ritroveremo Roland nel letto prima di quanto crediamo!”
“Dici?”
Lei annuì “Fidati!”
“Allora dobbiamo portarci avanti con il lavoro..” Esclamò, serio.
“Dici per riempire le calze? Pensavo di mettere la sveglia un ora prima e..”
Robin scosse la testa, divertito “Non parlavo di quel tipo di lavoro!” Si spiegò, facendo scivolare una mano all’interno della sua camicetta.
“Oh.” Lei si perse solo un momento nella sorpresa, per poi mettersi a ridere “Robin!”
“Che c’è?” Esclamò mentre la baciava il collo.
“Devo preparare la cena!” Rispose, senza però fare nulla per fermare l’uomo.
“Usa la magia!”
Lei rise “Non vogliamo che io usi la magia se non è strettamente necessario, ricordi?”
La bocca di lui finì sotto il suo mento “E’ strettamente necessario!”
“Robin!”
“Diamogli i dolci della befana per cena, diciamo che è arrivata in anticipo!”
La risata di Regina fu ancora più cristallina, e stavolta trovò la forza di allontanarsi da lui e guardarlo in faccia “Locksley!” lo redarguì.
“Ti amo..” Esclamò lui per tutta risposta, prendendole il viso tra le mani e fissandola.
“Non guardarmi così, non vale!”
Ma Robin non smise di guardarla in quel modo, come se non desiderasse altro, e lei ci mise molto poco a cedere.  Si lasciò baciare di nuovo e stavolta rispose con la stessa intensità. Il rumore dei mobili che strisciavano sul pavimento al piano di sopra li rassicurava sul fatto che per il momento non sarebbero stati interrotti.
 
 
 
 
 
Negli stati uniti non festeggiano l’epifania, quindi mi rendo conto che questa one shot sia abbastanza improbabile. Ma non potevo davvero rinunciarci!
Sono napoletana e qui da noi la tradizione della Befana  è molto radicata, probabilmente ancora più che di quella di Babbo Natale.  Nella mia famiglia l’abbiamo sempre festeggiata, è un rito a cui non rinunciamo nemmeno adesso che abbiamo raggiunto una certa età.  L’ansia della sera prima, il timore di non essere stati abbastanza buoni, il non riuscire a dormire per la paura di svegliarsi e rischiare un colpo di scopa in testa. E le calze e i giocattoli la mattina, accanto al proprio letto, appena aperti gli occhi.
Per me è sempre stata una notte magica, più del Natale. Ogni anno puntualmente ero sicura di vedere qualcosa nel cielo, una scia, una traccia di quella scopa che volava tra le nuvole.  Ci ho creduto per tanto tempo e con tutta me stessa. E quindi volevo davvero regalare un momento così importante per me alla mia famiglia del cuore! :D
Me lo immagino così tanto quel cucciolo di Roland terrorizzato e Henry che da bravo fratello maggiore ne alimenta la paura! XD



Ah, altra precisazione. Quando Robin scherzosamente definisce Regina ‘Strega’ potrebbe apparire offensivo. Ma il mio immaginario di Strega corrisponde a quello di Harry Potter. Le streghe sono fighissime e meravigliose e adoro pensare che Regina sia una di loro.  E la invidio per questo! XD

Comunque, felice epifania a tutti! <3

 
  
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