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Autore: Sherlokette    06/01/2015    2 recensioni
Ispirato a "Thor 2 - The Dark World", seguendo però la storia che vede protagonisti Loki e Mystery; una nuova avventura che li porterà a viaggiare oltre i confini di Asgard e permetterà alla Wiccan di dimostrare cosa ha imparato dal dio degli inganni e che cosa sa fare con il suo nuovo potere...
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Malekith, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alfheimr è il regno dove dimorano gli elfi della luce. Un luogo incantato, che sembra nascere dalla penna del miglior scrittore fantasy. Puoi trovarvi fate, trent (gli alberi che camminano), e tante altre. Le abitazioni di tali creature sono protette da vaste foreste sempreverdi.

Purtroppo, però, lo scenario che ci si presentò davanti la prima volta che lo vidi fu terribile: il cielo era grigio, spento, e le foreste erano ridotte a gruppi di alberi scheletrici e secchi, i rami che si stagliavano in alto come tetri artigli pronti a ghermirci. Il terreno era secco, crepato, senza più un filo d'erba, e nell'aria aleggiava un odore insopportabile di marcio.

-Che disastro... - fu il mio commento attonito.

-E l'atmosfera non è delle migliori - rispose Loki, che mi prese per mano e aggiunse: - Se qui ci sono delle bestie pericolose, allora non siamo al sicuro così allo scoperto. Andiamo, dovrebbe esserci un villaggio non molto lontano da qui. -

Attraversammo un sentiero in mezzo a quegli alberi che di vivo avevano ormai ben poco. Era quello l'effetto dell'infezione?

Inoltre, regnava un silenzio innaturale, non c'era neanche un alito di vento.

Strinsi un po' di più la mano del mio compagno, che mi domandò senza scherno: - Hai paura? -

-E' più che altro un senso di inquietudine. -

-Capisco. Lo sento anch'io. E non per allarmarti ancora di più, ma questo sentiero è molto battuto dagli elfi, solitamente. Il non averne ancora incontrato nessuno non mi piace per niente. -

-Si saranno nascosti. -

-Lo spero. -

Scavalcammo i resti di alcuni alberi caduti, quando una piccola macchia bianca catturò la mia attenzione, fuori del sentiero, su un ceppo.

-Che cos'è? - Lasciai la mano di Loki e mi avvicinai: su quel legno scuro spiccava, raggomitolata su se stessa, una diafana creatura piuttosto esile, con forme vagamente femminili e i capelli biondo paglia pettinati all'insù. Indosso aveva un semplice abitino di foglie marroni; il piccolo torace si alzava e abbassava in modo irregolare.

-E'... Una fatina... - mormorò il dio, chinandosi al mio fianco.

-Poverina, sembra soffrire molto... - Provai a prenderla delicatamente tra le mani; Loki esclamò: - Ma... Non ha le ali! -

Sul suo volto comparve l'indignazione: - Solo un mostro può strappare le ali a una fata. Così facendo, è certamente destinata a morire. Portiamola con noi, forse gli elfi sapranno come aiutarla. -

-Loki, il paladino delle fatine... - scherzai senza allegria.

-Un tempo ero un dio maligno, ma come asgardiano mi è stato insegnato ad avere rispetto per le creature rare come lei. -

-Sono così difficili da trovare? -

-Sì, a meno che non siano loro ad avvicinarsi spontaneamente, ma accade di rado. -

Sentii tremare l'esserino fra le mie mani e la guardai, preoccupata: - Sembra malata... -

-Come tutto questo regno. Muoviamoci. -

Camminammo per diverso tempo, prima di giungere ad un tetro villaggio di case in legno che se prima dovevano essere graziose e accoglienti, in quel momento apparivano spettrali; sembrava fossimo piombati in una città fantasma.

-E' tutto troppo tranquillo... - mormorai, tenendomi pronta e con i sensi in allerta.

Loki mi rassicurò: - Non c'è pericolo, per il momento. - Avanzò di un passo e a voce alta declamò: - Gente di Alfheimr! Non abbiate timore! Veniamo dal regno di Asgard come aiuto contro la devastazione che vi ha colpiti! -

Seguì un minuto di silenzio, quando udii il cigolio di un cardine non molto lontano da noi. Voltandomi a destra, vidi una figura spettrale fissarmi con grandi occhi azzurro cielo da una porta socchiusa.

Questa si fece pian piano avanti, mostrandosi del tutto: era una giovane e graziosa elfa, dai lunghi capelli biondo oro e vestita di bianco.

Ma c'era qualcosa, in tutta quella bellezza, che non mi piaceva.

Era pallida. Molto, troppo pallida.

Malata era la parola giusta.

Dopo di lei altri si affacciarono dalle finestre e dagli usci delle case, tutti nelle medesime condizioni, e notai altre creature rifugiatesi assieme agli elfi.

Ci fissavano con diffidenza e perplessità, ma poco a poco uscirono fuori per avvicinarsi.

Tre fatine mi si avvicinarono, svolazzando trafelate, e con vocetta stridula indicarono l'esserino fra le mie mani: - E' nostra sorella Moon!! - - Temevo fosse morta!! - - Cosa è successo?!? -

Porgendola nella loro direzione, con orrore anche loro si resero conto delle sue condizioni. Quella che mi sembrava la più anziana delle tre strinse fra loro le minuscole mani all'altezza del cuore, in gesto di apprensione: - E' stata contaminata. Portiamola in casa, subito! -

Due di loro presero il mio fragile carico e la portarono via.

Un elfo dall'aria saggia, un po' più anziano degli altri, si fece strada fra la folla: Questo è l'aiuto che manda Asgard? In tutta franchezza mi aspettavo un esercito. -

Sembrava più sorpreso che arrabbiato.

-La forza bruta non può nulla contro qualcosa che ha evidenti origini magiche - replicò calmo Loki, - Voi dovete essere il capo di questo villaggio. -

-Mi chiamo Helgi, come uno degli antichi eroi del Valhalla. Io stesso sono un esperto guerriero. Anche se ormai, in queste condizioni, non riesco più a tenere in mano neanche un pugnale. -

-Potete dirci qualcosa di più sulla situazione attuale? - domandai.

-Venite a casa mia, vi spiegherò tutto con calma. -

 

 

 

-E' stato terribile. Piano piano la foresta ha cominciato a marcire e a morire. I trent sono quasi tutti scomparsi allo stesso modo. Abbiamo perso i contatti con gli altri villaggi, e molte creature non hanno più trovato da mangiare e sono diminuite di numero. Molte fate, come la piccoletta che avete trovato, hanno perso la vita perchè private delle ali, o divorate da qualche creatura oscura. Tutti si sono ammalati per la denutrizione e per il freddo. Le persone che avete visto sono i sopravvissuti di questo villaggio e dei dintorni. -

Il cupo racconto di Helgi mi fece rabbrividire.

-Avete idea di cosa possa aver scatenato tale orrore? - domandò Loki.

-Sospettavamo di un tempio abbandonato, sulle montagne a nord. Ci sono leggende di spiriti erranti in quella zona, ma qualcosa di molto più oscuro vi si annida ormai. -

-Ne siete certo? -

In risposta l'elfo si tirò su in modo deciso la manica del braccio destro, e inorridii nel vedere la recente cicatrice, ancora non completamente guarita, che lo solcava dal polso al gomito.

-Io e cento uomini andammo a perlustrare quel posto, in cerca di risposte. La prima accoglienza ci fu data da una quasi impenetrabile muraglia di punte di ferro. Riuscimmo a superarla a fatica. Superata quella, il sentiero per il tempio procede impervio attraverso le montagne. Ma una volta raggiunto quel luogo, siamo stati attaccati. - I suoi occhi assunsero una lieve sfumatura di terrore: - Non dimenticherò mai quel mostro. Enorme, nero come la pece, occhi rossi come le fiamme di Muspellheimr e la bocca irta di denti aguzzi e affilati. Io mi salvai per grazia di Odino. I miei uomini non ebbero questa fortuna. - Riabbassò la manica: - Nessuna arma sembrava efficace. Il suo corpo è come un'ombra inafferrabile, ma abbastanza consistente da permettergli di uccidere. -

Vidi Loki assumere un'aria pensierosa: - Avete incontrato altre bestie simili a questa? Nella foresta, intorno al villaggio... -

-No. Qua attorno ci sono creature molto più gestibili. Che purtroppo si stanno moltiplicando. -

Helgi ci guardò poi con rassegnazione: - Voi siete solo in due. Non capisco come Odino possa pretendere che da soli possiate fare qualcosa. -

-Come ho già accennato prima, qui sarà l'astuzia a prevalere, non la forza. - Il mio compagno si alzò in piedi: - Datemi il tempo di elaborare un piano. -

 

  
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