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Autore: Figlia_di_Atena    06/01/2015    1 recensioni
Dal capitolo 2:
“In nove partiranno,
e di nuovo greci e romani riuniti saranno.
Per cercare gli scomparsi,
e di antichi problemi occuparsi.
Perché il Caos non riaffiori,
non dovranno aver timori.
Nell’Est risposta troveranno
E nel profondo andranno.”
Dal capitolo 5:
Bene quindi dichiaro iniziato il piano “Fare impazzire il Pesce”. Mi piace come nome … rende!
[...]
“Ma bravo il mio Nico che finalmente si fa vanti, cresce bene il ragazzino … qual è il tuo piano ?” mi chiede Jason curioso.
“Facile… farlo impazzire!” dico con nonchalance mentre un sorriso mi spunta sulle labbra.
[Pernico] contiene spoiler sul libro "Il marchio di Atena"
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Annabeth Chase, Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Jefferson Starship
POV NICO:
E infatti, come volevasi dimostrare, non è finita affatto bene. La cena è un delirio, non volano altro che sguardi omicidi e falsi sorrisi, ma credo che il peggio sia la morsa allo stomaco che provo ogni qual volta incontro lo sguardo di Jason o Percy, vi leggo solo odio e delusione, è devastante.
La serata però peggiora quando  James tira fuori, dalla borsa che aveva con sé, una bottiglia di un qualche suo intruglio.
Ovviamente ce la offe dicendo che sia birra, e in effetti sembra proprio un birra sia alla vista che all’odore, ma ho imparato anni fa a non fidarmi mai di ciò che James offre da bere o mangiare. So di non poter rifiutare, ma col tempo ho imparato anche a fingere perfettamente di bere.
Non so per quale ragione Percy e Jason accettino da bere da parte di questo deficiente , ma fatto sta che hanno bevuto davvero e anche James lo ha fatto.
Magari è davvero birra, magari per una volta James non ha fato qualche sua cazzata, ma non faccio in tempo a pensarlo che Percy si toglie la maglietta e Jason i pantaloni.
Tutto ciò non ha senso, ma vedo James sogghignare e levarsi anche lui la maglia.
Si stanno sorridendo e io, che ora me ne sto da parte, li fisso.
“Beenee, ora che avetee bevuto il mio siero del Jefferson Starship iniziamoo a divertirci” dice James con un tono da persona abbastanza ubriaca, trascinando le vocali a fine parola.
Sento dei brividi che mi risalgono la spina dorsale, quel nome, quel siero, riaffiorano tropi ricordi dolorosi. Deve fermarli, sa gli effetti di quell’intruglio, elimina il senso del pudore e inibisce la capacità di mentire, ti mette a nudo, in ogni senso.
I ricordi stanno riaffiorando uno a uno uccidendolo interiomente, togliendogli la voglia di andare avanti poco a poco e indebolendolo.
Deve riprendersi, deve fare qualcosa.
“Allooora… Jason iniziamo da tee: cosa mi sia dire di Nicoo?”. James non la smette, inizia il suo interrogatorio.
“Beh, Nico è una brava persona,, ma è molto debole, molto fragile e potrebbe cadere a pezzi in tre nanosecondi con le parole giuste, e poi è una grande puttana, basta essere te o Percy qui per fargli aprire le gambe” risponde, da bravo soldatino .
 Non voglio ascoltare il mio migliore amico che mi insulta, so che sta dicendo la verità, ma questa è la verità che lui stesso ripugna, quella a cui nemmeno lui crede, e so per certo che appena riprenderà coscienza sarà pentito di averlo detto, ma è pur sempre quel che pensa lui, e mi fa male.
“E ora toccaa a te lurido coglione di merda ruba fidanzati”.
Merda, non voglio sentire Percy parlare sotto quel siero, non ora che mi odia.
“Allora Percybello cosa mi dici di Nico?”.
Non voglio asclotare, devo pensare più in fretta. Mi guardo attorno, ho molte armi, ma non voglio uccidere ne ferire nessuno, sono disperato sento quello che Percy sta rispondendo, e sto crollando, fa male, molto male.
Il flusso di parole di Percy non si ferma continua, continua lentamente a scalfirmi anima e corpo.
Pensa, Nico pensa.
Ti serve qualcosa con cui stordirli, qualcosa con cui farli addormentare, che non faccia male a nessuno di loro.
E allora lo vedo, un bastone, ottimo. Prendo il bastone in mano e mi avvicino a James che non si accorge di me, tanto si sta beando a sentire Percy sputare merda sul mio conto, ma Percy mi nota, e inizia a fissarmi, non smette di parlare, no continua solo che ora mi sta guardando fissamente negli occhi.
Mi stanno cedendo le forze, so di stare per avere un crollo psicotico, ma prima che ciò accada sento di dover fermare questa pazzia e con un ultimo sforzo fisico e psicologico alzo il bastone e colpisco James alla tempia.
James crolla e sviene, mentre Percy e Jason riprendono lentamente il controllo della propria mente.
Io invece crollo rovinosamente a terra in preda a delle violente convulsioni.
Sono di nuovo nel circolo, non se ne esce mai, la gente dice che si supera, ma non si fa, non si può.
 I crolli sono a livello psicologico, sono, almeno per me, un riaffioramento istantaneo di ricordi. Non si controlla, non si supera, si convive.
Era oramai tempo però che non ne avevo uno, e mi ero quasi dimenticato del dolore che si prova durante uno di essi. Perdi il controllo, attorno a te solo i ricordi che riaffiorano.
Cerchi in qualche modo di controllare il respiro, ma non ci riesci, stai iperventilando, stai perdendo una lotta contro te stesso.
E alla fine, lasci che ti travolga e svieni, perché non sopporti più il dolore.

POV JASON:
Non so perché io abbia accettato di bere la birra di James, magari speravo che mi rilassasse un po’, che abbassasse la tensione, ma scherzo del destino non è birra.
Sono stato un idiota solo a pensare che quel ragazzo avesse buone intenzioni, eppure Nico mi aveva detto dei suoi intrugli, ma chissà perché non mi è venuto in mente.
Ora sono come intrappolato nel mio stesso corpo, sento delle catene che mi tengono fermo, sono consapevole di quello che faccio e di quello che dico, solo che non riesco a fermarmi.
Non voglio dire quello che esce dalla mia bocca, insomma lo penso davvero quello che dico, ma ovviamente sono acciecato dall’ira ora e ovviamente questo intruglio col nome del cazzo fa uscire la parte peggiore di me.
Vedo  Nico che si guarda attorno disperato, alla ricerca di qualcosa, e per un secondo incrocio il suo sguardo, ovviamente dubito se ne sia accorto, ma a me è bastato per capire quello che prova: è nel panico, ovviamente lui non ha bevuto e certamente sa gli effetti del siero.
Avrei paura anche io se fossi in lui, ma il problema non è solo il panico che ho letto nei suoi occhi, vi ho letto dolore, rabbia, terrore tutte emozioni di cui lui stesso mi ha parlato mesi fa quando ha avuto un crollo psicotico giusto davanti a me. E’ stato quello che ci ha resi amici, lui involontariamente, ovvio, durante uno dei nostri allenamenti al campo è crollato a terra in preda a delle convulsioni e urlava, urlava molto.
Urlava un nome:  James.
Dopo averlo tormentato per settimane cedette e mi raccontò tutto.
Sento James chiedere a Percy la stessa cosa che ha chiesto a me. Dentro di me sto pregando che Nico trovi al più presto una soluzione, perché sentire le parole di Percy gli farebbe solo altro male.
Percy inizia spedito a sputare merda sul suo conto e Nico inizia a guardarsi intorno con molta più frenesia. Ad un certo punto si ferma con lo sguardo fisso su un bastone di legno e velocemente lo prende e si avvicina a James.
Percy lo vede e inizia a fissarlo mentre continua il suo discorso, e giusto prima che possa finire col peggio Nico colpisce James e le catene che tenevano fermo finalmente si spezzano, sto riacquistando il controllo della mia mente.
Vedo Nico crollare a terra in preda alle convulsioni, ma ancora non sono totalmente padrone del mio corpo, cerco velocemente di iniziare a muovermi, ma i miei muscoli sembrano essersi svegliati dopo un letargo di 8 milioni di anni.
In lontananza vedo Nico continuare a muoversi, a piangere e lo sento urlare.
 Sono  impotente e inutile in questo momento, e mi sento una merda.
Con la coda dell’occhio vedo Percy che si alza a fatica e con la lentezza di un bambino che impara a camminare, raggiunge Nico, che ora  dopo un ultimo straziante urlo è svenuto.
Lo prende di forza , non so nemmeno da dove la prenda la forza, e si trascina strisciando i piedi fino alla loro tenda dove lo stende.
Esce fuori poco dopo e mi raggiunge. Mi aiuta ad alzarmi e mi porta dentro la tenda dove mi fa stendere pure a me. In seguito non so come si sdraia anche lui al mio financo, e ora ci stiamo in tre.
Mi guarda fisso negli occhi e dice con sicurezza. “E’ solo colpa mia”
“E’ tutta colpa mia”.

Bene, hola a todos! I'm back!
Devo ammettere di ssere stornza e di aver saltato qualcosa come novemilioni di appuntamenti con vi,
ma amen, spero ci sia ancora qualche deficente a seguire l mia storia.
Ammeto che non è stao facile scrivere questo capitolo, perchè comunque queste crisi le ho io, e quindi non è molto piacevole descriverle.
Comunque, spero davvero che i sia piaciuto il capitolo, e se non vi spiacerebbe vi supplicherei de lasciare anche unapiccola recensione.
Alla prossima, spero presto!
Baci e biscotti
Silvia
  
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