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Autore: Nocturnia    06/01/2015    5 recensioni
"Lei è il signor Wayne?"
L'uomo non le aveva risposto, scivolando con lo sguardo sulla sua figura.
"Dicono che abbia le unghie lunghe e il viso sfigurato..."
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Catwoman aka Selina Kyle, Miranda Tate aka Talia al Ghul, Quasi tutti
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Redenzione
Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.



"Meglio sapere chi siamo realmente, conoscere le tenebre che ci abitano, accettarle e affrontarle, piuttosto che pretendere che non esistano."

- Jean Vanier -



Redenzione



Sei arrivata dopo, quando Gotham era già una città fantasma; un protettorato che aveva osato sfidare il potere della dinastia al Ghul.
Sei arrivata con la luna calante e il puzzo delle carcasse che ancora ammorbava le sue strade.
Sei arrivata a bordo di una barca che contava più crepe che legno, sulle tue spalle tutto il peso di una storia dalla quale volevi scappare.
"Selina?"
La memoria è un flusso senza fine.

"Lei è il signor Wayne?"
L'uomo non le aveva risposto, scivolando con lo sguardo sulla sua figura.
"Dicono che abbia le unghie lunghe e il viso sfigurato..."
L'oscurità gli offre riparo e Selina coglie solo un baluginio di rosso, occhi che sanguinano come ferite infette e slabbrate.  
"Dicono che sia pazzo."
"Forse." graffia la sua voce, un timbro ruvido e scontroso "E lei cosa ci fa in casa mia, signorina Kyle?"
"Dovrei forse sentirmi lusingata dal fatto che conosca il mio nome?"
Ride, e la fiamma della candela trema.
"No; per niente."
Le sue mani sono fredde come la prima neve d'inverno.

"È finita?" gli chiedi, aggrappandoti alle merlature rimaste "Abbiamo vinto?"
"Non ancora."
Gli cerchi gli occhi, premendogli le mani sulle guance.
"Guardami."
Wayne evita il tuo sguardo, posandolo su un cielo nerissimo e gonfio di pioggia.
"È quasi l'alba, Bruce. Dobbiamo ritirarci."
"Gotham sarà perduta."
"Se questo è il suo destino, così sia."
"Non posso."
"Bruce..." una supplica, una disperata preghiera.
Il potere ti scorre sotto le dita come un fuoco invisibile.

"Lei non mi farà del male."
Un bagliore bianchissimo e ferino.
"Fiduciosa, signorina Kyle."
"Sempre."
"È una dote ammirevole. Stupida, ma ammirevole."
Alza un sopracciglio Selina, stringendo le dita attorno al pugnale.
"Conosco la sua storia, signor Wayne."
La fiamma dondola incerta, sfiorata dalla sua ombra.
"No, signorina Kyle, non la conosce; nessuno può."
Il suo odore è corrosivo come la paura.

Le frecce piovono fino a oscurare il cielo, l'esercito di Bane un'onda che s'infrange contro le mura del castello.

Crack.

Il cancello principale cede con un tonfo sordo, un tuono che scuote l'aria immota di quella notte infinita.
Bruce ha solo qualche istante per dirti addio, la bocca sporca di sangue e sul volto un cipiglio feroce - la vera faccia della Morte.
"Vai." ti ordina "Vai e non voltarti indietro."
"No."
"Non è la tua battaglia."
"Stronzate."
"Selina."
Ti scopri il collo, mostrando il marchio della bestia.
"Non ho nessuno per cui valga la pena di vivere, Bruce."
Wayne digrigna i denti, i pipistrelli una massa inquieta e deforme che sibila sopra le vostre teste.
"Se muori..."
"Se muoio, vai avanti. Io non sono Rachel; non lo sono mai stata, Bruce."
L'iride di Bruce si tinge di rosso.

La prima volta non l'aveva morsa solo per puro caso - per merito di un'alba che si era mangiata il cielo all'improvviso.
Nascosta, Selina aveva poi rubato la sua storia pezzo per pezzo, ascoltando di come una volta esistesse un principe bellissimo e indomito, un uomo d'onore e giustizia.

È stato il demone della montagna dicevano gli ha concesso il dono, ma in cambio ha voluto tutto.

Aveva visto la battaglia con Ra's al Ghul attraverso i loro occhi, un demone a combatterne un altro.

Sua moglie è morta a causa della sua sete.

Aveva accolto le memorie di Rachel Wayne, una donna il cui amore non era bastato.

La follia ha radici imbevute di veleno e sangue, il clown un altro mostro partorito dal suo orrido ventre.

Aveva sfiorato una storia così sporca da soffocarla, un amico tradito e poi spezzato - un giullare che era diventato re.

Ci ucciderà tutti.

La curiosità era stata più forte di ogni altra cosa.

Combatti fino a quando la spada te lo permette, i muscoli un nodo di fatica e dolore.
Gli uomini di Bane sono una corrente grigia e senza volto, carne da colpire e vite da strappare.
Il primo affondo non lo senti nemmeno, una lingua d'acciaio che t'incide il fianco.

Bruce.

L'alba è sempre più vicina.

"Mi ucciderai?"
"Forse." dice, lasciando scorrere le dita sulla sua gola "Dipende."
"Non sono venuta qui per rubare."
Ancora quella risata, un suono vibrante e pieno di malinconia.
"Le perle, certo. Vedo che almeno apprezza le cose belle."
Sorride Selina, affondando nell'oscurità fino ai gomiti.
"Sono venuta per ascoltare una storia."
"Quale?"
"La sua, signor Wayne."
Il silenzio ha la consistenza solida del rimpianto.

Bruce la sente arrivare dal modo in cui gli formicola la pelle, un bruciore che cresce assieme alla sua fame.
Alza il pugno e i pipistrelli formano un unico nucleo, compatto come la sua mano.
Il vento  soffia più forte e sa di metallo e polvere, l'odore acre della paura e quello dolciastro della putrefazione.
I pipistrelli tremano in cielo e si estroflettono verso l'esercito di Bane come dotati di vita propria, dita adunche e che infrangono il cielo con i loro stridii.  
Bruce scopre i denti, arricciando le labbra in un ringhio disumano.

Muori.

Le nubi si addensano sul castello, un'oscurità così pesante da essere quasi palpabile.

Muori.

Selina viene colpita una seconda volta, i pipistrelli che falciano il nemico e non mostrano alcuna pietà.

Muori.

Il mostro è finalmente uscito dalla sua tana.

"Raccontami." gli aveva detto "Raccontami chi sei; cosa sei."
"Un mostro." le aveva risposto "Un condannato."
Al buio Bruce concedeva un profilo durissimo e spietato, labbra sottili e occhi così azzurri da essere quasi trasparenti.
"A me sembri solo un uomo."
Aveva sorriso, chinando il capo.
"Una volta, forse. Ora non più."
"Uno strigoi, dicono giù nei bassifondi. Un dio, quelli più temerari."
Bruce ride, fissandola.
"È questo quello che dicono?"
"Sì. E che hai mangiato il tuo maggiordomo."
"Questa è una falsità."
Selina gli si raggomitola vicino, sistemandosi meglio contro il suo fianco.
"Lo so. Vuoi raccontarmi almeno quello?"
La verità è sempre stata un fardello troppo pesante.

Stai morendo.
Il ginocchio cede sotto il tuo peso e vomiti un grumo di bile e sangue.
L'ira di Bruce si estende fin dove l'occhio umano possa scorgere e la sua armatura brilla d'una luce sinistra e inquietante - scaglie d'ebano e argento.
Scansi il colpo successivo, ma perdi la presa sull'elsa della spada, srotolando allora la frusta.
Il sangue gocciola sulla terra bagnata e ne nutre la maledizione, ma non t'importa; al domani non hai mai guardato con molta speranza.

Non senza di lui.

Il tuo grido è l'ultimo commiato di una donna innamorata.

"Ra's al Ghul era alle porte della città: non avevo altra scelta."
"Lo so."
"Non ho ucciso Alfred."
"So anche questo."
"Perché lo fai?"
Selina sorride, cercandogli la bocca e sfiorandogli i capelli in punta di piedi.
"Quante domande, signor Wayne."
È morbida sotto le sue dita e per un tremendo istante vorrebbe vederla sanguinare - aprirsi come un fiore bellissimo e osceno, carne tenera in cui affondare fino a perdere ragione di sé.
"Perché?" ripete, e Selina tace.
"La curiosità uccise il gatto." mormora poi, e Bruce annusa la vita sulle sue labbra - tra le sue cosce.
"Vuoi morire, Selina Kyle?"
L'alba non lo spaventa più.

Il mastio si sgretola e rovina su se stesso, indifeso come sabbia preda del mare.  
Soffre Gotham, languendo ai suoi piedi, una città che rifiuta d'arrendersi - che respirerà fino alla sua ultima pietra.
C'è ancora vita nella piana sottostante e Bruce si strappa il mantello dalle spalle, lasciandolo ondeggiare nel vuoto.
Sorride; è tempo di chiudere i conti con il passato.

"Hanno paura di me."
"Sì." è la replica che gli offre, le pesanti coperte che sfiorano il marmo del terrazzo "Ma ti rispettano."
Bruce le rivolge uno sguardo in tralice, studiandola.
"E tu?"
Selina inclina la testa di lato, l'ombra di un sorriso che le sfiora il volto.
"Io non ho paura nemmeno della morte, Bruce Wayne."

Morire è un po' come vivere; fa male e non concede alcuna tregua.
Il tuo nuovo avversario è una donna e combatte con la forza di cento uomini, corpo snello e occhi taglienti.
Eviti per un soffio il suo affondo, rotolando di lato.
"Chi sei?" mormori, ed è un rantolo sfiatato quello che ti esce dalla bocca tumefatta "Cosa sei?"
La donna rimane immobile, la sciarpa rossa che le copre il volto un filo che si dibatte nel vento.
"Puoi chiamarmi Talia. Talia al Ghul."
Le sue parole sono fredde come l'acciaio che ti trapassa il cuore.

"Non è stata colpa tua."
"Tu non c'eri."
"Gotham è anche la mia città."
"Dalla quale sei scappata."
Silenzio.
"Perché?"
"Perché cosa?"
"Perché te ne sei andata?"
Selina fissa il fuoco lambirle i piedi, immobile.
"Non è stata una vita facile, la mia. Ho fatto cose di cui non vado fiera; ho cancellato chi ero - chi avrei voluto essere - per sopravvivere. A volte i ricordi sono solo pietre. Altre volte diventano incubi così vividi che fuggirne è quasi impossibile."
"Stai parlando con uno che ha venduto l'anima al diavolo per poter sconfiggere il proprio nemico; non sono esattamente un santo."
Selina gli prende la mano, intrecciando le sue dita a quelle di Bruce.
"L'hai fatto per il tuo popolo. Per la tua città. Io per me stessa. Non lo definirei proprio un atto d'altruismo."
Bruce le sfiora la piega del collo, percorrendo una cicatrice ancora calda.
"E se ti dicessi che c'entra anche il mio orgoglio?"
"Non ne sarei sorpresa."
La notte ha il sapore del suo sangue.

Il corpo di Selina è uno straccio informe nel mezzo di una città ormai sfregiata.
"Tu." sibila, e la pioggia comincia a cadere, lacrime e ghiaccio.
Talia divarica leggermente le gambe, la spada che ancora gronda il suo sangue - quella macchia di rosso che per Bruce aveva voluto dire tutto.
"Io, Bruce."
"Ti ucciderò."
Talia sorride, ed è come veder ridere un serpente.
"Forse. Ma di Gotham non rimarrà altro che polvere."
Il primo colpo è l'affondo disperato di due condannati.

"La gatta."
"È il nome che mi hanno dato qui a Gotham."
"Calzante."
"Uhm. Pipistrello è ancora meglio."

"Hai ucciso mio padre." ruggisce Talia, e il cielo comincia a brillare.
"Non avevo altra scelta." ribatte Wayne, il corpo che danza assieme alla sua spada.
"Gotham deve morire e tu con lei. Siete solo due carcasse, due reietti che si trascinano in un mondo che non comprendono più."
"No." ringhia Bruce, e Talia perde la presa sull'arma "Non finché ci sarò io a proteggerla."
"Come hai fatto con lei, Bruce?"
Il pugno le attraversa il costato senza che nemmeno se ne accorga.

"Lo farai."
"No."
Selina si inclina verso di te, prendendoti il mento tra le  dita e serrando le labbra in una linea che non ammette repliche.
"Se morirò..."
"Non accadrà."
Selina sorride senza alcuna allegria.

Talia dondola inerte contro il cielo, la bandiera sventrata d'una guerra giunta al suo ultimo giro.
L'orizzonte si tinge di chiaro e si apre una piaga che piange sangue e colpe.
Inspira Bruce, e ascolta la vita tornare a brulicare per le strade della sua città.
Inspira, e l'odore di Selina è una scia così debole da essere quasi invisibile.
Talia scivola verso il suolo, occhi vitrei e mani fredde.
Tra le sue braccia Selina ha lo stesso peso della disperazione.

"Non vuoi diventare come me."
"Devo."
"Per cosa? La forza? La vita eterna? La bellezza?"
"Perché non voglio più essere sola in questo mondo crudele."

Il sole gli brucia la schiena e brandelli di carne cadono al suolo come la pioggia di quel nuovo giorno.
Ha quasi finito e Selina è livida sotto la luce di quell'alba spietata, capelli nerissimi e labbra grottescamente pallide.
Urla Bruce, e le fa scudo con il proprio corpo, le ustioni che cominciano a trasformarlo in una creatura ributtante e miserabile.
Cerca riparo nell'ombra solo quando anche l'ultima goccia di sangue è stata versata - quando anche l'ultima promessa è stata infranta.

"Farà male."
"Sai che novità."
"Dovrai nutrirti."
Le dita di Selina si toccano distrattamente il collo, un gesto involontario.
"Come sempre."
"Non è la tua guerra, Selina."
"Se abbiamo finito con le stronzate da eroe..." aveva concluso per lui, allacciandosi lo schiniere al polpaccio "Andiamo. Abbiamo un esercito da prendere a calci in culo, uomo pipistrello."


****

"Ti prenderai cura di Gotham?"
"Sì."
"Sarà la tua condanna."
John stira le labbra in una smorfia, controllandogli la fasciatura.
"Siamo tutti condannati, signor Wayne."
"No; non ancora."
Dietro le ustioni, l'occhio sano di Bruce Wayne lo inchioda a una realtà diversa.

****

"Morto."
"Così dicono."
"La bestia ha infine trovato il suo riposo."
Gordon mastica un altro pezzo di stufato, girando il cucchiaio nel piatto senza un vero interesse.
"Ha salvato Gotham."
"E venduto la sua anima al diavolo."
Jim alza lo sguardo, incrociando quello stanco della moglie.
"Non l'abbiamo forse fatto anche noi quella notte di otto anni fa?"
Barbara china il capo e accarezza la vita di suo figlio, l'ultimo regalo di un demonio d'ombra e rimpianto.

****

"Consigliere." lo chiama una voce "Siamo pronti per iniziare."
Lucius annuisce, asciugandosi lacrime non ancora cadute.
Gotham brilla di mille luci e mille vite, piccoli occhi che ammiccano verso il castello e gli conferiscono un aspetto quasi fiabesco.
Se si riescono a ignorare le guglie appuntite e le gargolle spettrali, allora è possibile ammirarne la tetra bellezza, un monumento all'uomo che l'aveva abitato - che l'aveva difeso fino a quando l'alba non gli aveva permesso altro che arrendersi.
"L'esercito di Bane è caduto. I pochi sopravvissuti si sono rifugiati sulle montagne, ma i nostri esploratori ne sono già alla ricerca. Il Colosso è morto; i suoi resti sono stati trovati vicino al fiume."
"E la figlia del demone?" replica Lucius, le labbra una linea sottile e tesa.
"Morta, Consigliere." dice qualcuno, e Fox si permette un sospiro di puro sollievo "Abbiamo trovato il suo corpo squartato e impalato davanti ai cancelli."

Bruce.

"Quando?"
"Poco dopo la morte del principe."
Lucius sorride alla notte.

****

Respiri, e il primo odore che t'invade i sensi è quello del mare.
Ti sembra di aver dormito per un'eternità; di aver sentito ogni tuo singolo osso scricchiolare e poi spezzarsi, assumendo nuova forma.
Inspiri nuovamente, il torace che si alza e si abbassa al ritmo sincopato del tuo cuore - silenzio. Non c'è un cuore che batte; non più.
"Va tutto bene." ti mormora una voce conosciuta "Puoi aprire gli occhi, Selina. Sei a casa."
Il buio ha mille colori.

****

"Rachel amava il Consigliere Harvey." le aveva confidato una sera "Lo amava davvero."
Selina beve un altro sorso di vino, ascoltandolo con attenzione.
"Essere mia moglie non la rendeva felice."
"E tu?" gli domanda Selina, le fiamme che le percorrono la schiena nuda come lingue rossastre e ingorde "Eri felice?"
Bruce sembra soppesare la domanda, la mano chiusa a pugno sotto il mento.
"No." replica poi "Ma Rachel non meritava di morire."
"È stata colpa del Joker."
"È stata anche una mia responsabilità."
"Sei sempre stato così depresso oppure è un effetto collaterale della maledizione?" lo prende in giro Selina, il bicchiere abbandonato a terra e la bocca a cercarlo senza vergogna.
"I mostri chiamano altri mostri, Selina."
I denti le sfiorano la pelle tenera del fianco, e libera un gemito la gatta quando affondano, il dolore la naturale estensione di un sentimento che non volevano - non potevano - chiamare per nome.
"Questo spiega molte cose." mormora, e il domani è disegnato su lenzuola sporche di sangue e desiderio.

****

"Dove stiamo andando?"
"Nel vecchio mondo." replica "A trovare un amico."
Annuisci, catturando i pochi nembi pallidi che sporcano nel cielo.
"Come ti senti?" ed è già alle tue spalle, una presenza che, per la prima volta, emana un calore rassicurante.
"Bene. Ho solo un po' di fame."
Bruce sorride contro la tua pelle.

****

"Il caffè alla nocciola è una delle poche cose buone di questo secolo."
Bruce ride da dietro un giornale stropicciato, la cravatta allentata e la camicia leggermente aperta.
"Anche l'iPod non è male. E il cinema. Oh, adoro il cinema."
Wayne storna lo sguardo, posandolo sul cielo prossimo al crepuscolo.
"L'aereo atterrerà tra poco."
Selina addenta un biscotto, masticandolo piano.
"Cosa speri di trovare?"
Bruce si scrolla nelle spalle.
"Non lo so. Sono passati molti anni."
"Mille." precisa Selina, pulendosi le mani sul tovagliolo "E mai hai espresso la volontà di tornare." si sporge in avanti, sfiorandogli lo zigomo "Perché adesso, Bruce?"

Perché lei mi ha chiamato. Perché ha bisogno di me; del suo cavaliere oscuro e maledetto.

"Ha bisogno di me; di noi." precisa poi, stringendole le dita in una una morsa possessiva e supplice "O forse sono solo un tremendo e vecchio nostalgico."
Selina gli cerca gli occhi, ora così azzurri e tranquilli, il rosso una venatura nascosta e che solo la fame acuiva in maniera quasi dolorosa.
"Capisco." è l'unica cosa che dice, reclinandosi all'indietro e continuando a fissarlo "I mostri generano altri mostri, eh?"
Bruce spegne sulle sue labbra ogni altra replica.

****

"Un pipistrello." ripete il poliziotto, massaggiandosi le tempie "Un pipistrello è sceso giù dal cielo e ti ha colpito, costringendoti a scappare."
"Sì." ripete Jay, tenendosi il ghiaccio sulla guancia "E poi è arrivata quell'altra, la donna vestita da gatto."
Isaac sospira, passandosi una mano tra i capelli.
"Amico, sei fatto."
"No!" grida l'altro, reprimendo un singhiozzo quando il dolore alle costole si fa insopportabile "Ti dico che è così! È un pipistrello, oppure un cazzo di vampiro, non lo so! E c'è una donna con lui."
Isaac chiude il fascicolo, sospirando e facendo gesto alla guardia di condurre Jay nella sua cella.
Chissà che la notte non gli porti consiglio, oltre che una bella emicrania.

****

Gotham è cambiata, eppure è sempre la stessa.
Raggiunge ancora il cielo con i suoi viticci di tenebra e metallo, gargolle silenziose e sbeccate a fare da guardiane a un'umanità dolente e affranta.
Bruce è sul ciglio dell'abisso e ne osserva le luci malate e distorte, battiti al neon e respiri di polvere e sangue.
Selina gli è subito al fianco, un profilo morbido e che Gotham accarezza con la gentilezza di una madre.
"Batman, uhm?"
"È il nome che mi hanno dato."
"Sempre meglio di strigoi."
Una sirena ulula in lontananza, la polizia una scia bluastra che ondeggia frenetica nel traffico di Gotham.
"O di Catwoman." aggiunge poi, e lo segue fin sull'orlo della fine, un piede nel vuoto e l'altro ancora sul cornicione del palazzo - con lui.
Bruce le sorride e si lancia nella notte a cui appartiene: a cui sono sempre appartenuti.




Note dell'autrice: l'idea per questa storia la devo solo a Kuma_Cla e al suo prompt "Dracula Untold!AU, in cui Bruce diventa un vampiro per poter difendere Gotham" e alla rilettura di "Vampiro" di Doug Moench e Kelley Jones. 

 
   
 
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