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Autore: Yasha 26    06/01/2015    13 recensioni
Introduzione? Ho poco da dire per la verità ^^' questa storia nasce...dal mio mal di denti. Eh già ^_^
Magari a molti sembrerà un horror se ha paura del dentista XD ma l'idea è di una OS romantica.
A voi la scelta (o il coraggio XD) di leggerla ^_^
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Aaaaaahiii… -
- Uff… -
- Ahi… ahi ahi ahi! -
- Mmmmmh… -
- Ahi ahi aaahiiiiiiiii! -
- Ma basta! Ti vuoi decidere una buona volta ad andare dal dentista, Kagome? Non ti mangia mica! - sbotta esasperata la mia amica, e coinquilina, Sango, costretta a sorbirsi i miei lamenti da giorni.
- Ho pauaaaaaahiiiiii! - piagnucolo, premendo la borsa del ghiaccio sulla mia povera guancia dolorante. Il dente pulsa in modo pazzesco! Mi sta scoppiando la testa ed il mal d’orecchio mi sta tormentando. Ci sono istanti in cui vorrei affogarmi o gettarmi dall’undicesimo piano, tale è il dolore che sento. Aiutatemi Kami! Che vi ho fatto di male? Perché proprio a me?
- Piantala di fare la bambina! Anzi, i bambini hanno più coraggio di te! - mi rimprovera severa.
- Ma mi faaà maee…- mugolo dolorante.
- E se anche ti facesse male, mi dici qual è il problema? Al massimo durerà un minuto, tempo che ripulisce la carie. O al limite chiedi l’anestesia! -
- Ho pauaa dell’ago. -
- Oh cielo, dammi la forza! A trent’anni hai paura di una punturina! Ma che vuoi che sia rispetto a soffrire come un cane da giorni? Non ti capisco. Io al tuo posto sarei già impazzita. -
- Infaii sono glià impasiaa. -
- Si nota, perché se fossi mentalmente stabile, saresti andata dal dentista due settimane fa, quando è iniziato il dolore. Anzi, magari avresti già finito e sfoggeresti una bella otturazione al posto di quel buco orrendo! -
- Mmmmmmmh…- rispondo con un lamento, rigirandomi sul divano.
Non ce la faccio davvero più. Forse Sango ha ragione. Non posso andar avanti ad antibiotici ed analgesici, anche perché non mi fanno più effetto, ma sono terrorizzata. Odio i dentisti, anzi, ho una vera e propria fobia! È più forte di me! Pensare di sedermi di nuovo su quella poltrona, a bocca spalancata, mentre un tizio ci infila le mani (e i Kami sanno solo quali moderni strumenti di tortura!) mi fa venire il panico! Vado in iperventilazione. Ma capisco che devo pur fare qualcosa. Magari potrebbero addormentarmi con una botta in testa. Ecco, quello sarebbe perfetto! Niente aghi, altra cosa che detesto, e possono farmi di tutto, tanto non vedrei nulla. Non è una splendida idea?
 
Un’altra notte passa insonne, alternata a lamentele (più di Sango che mie, in effetti)  pianti isterici e borse del ghiaccio. Credo di aver raggiunto il mio limite. Mi sento spossata. Non chiudo occhio da giorni, non posso lavorare, non mangio,  non ho più una vita sociale! Basta! E va bene, oggi si va dal de… dal dent… dentisssss… cavolo! Tremo perfino solo a pronunciarne il nome!
Forza Kagome! Non fare la smidollata! Kikyo mi ha dato il bigliettino da visita di un medico davvero bravo, almeno stando a quanto dice lei. Non fa sentire alcun dolore tanto è delicato. Speriamo, o gli pianto il mio tacco in fronte! Stavolta non starò zitta  e buona a sopportare, come quando ero piccola.
Nel pomeriggio mi presento allo studio di questo presunto bravo medico. La segretaria mi guarda storto quando le dico che ho male da due settimane e che prendo farmaci senza la prescrizione medica. Cavolo vuoi, strega? È già un miracolo che sia qui senza avvertire un principio d’infarto, non ancora almeno.
Mi accomodo in sala d’aspetto; ci sono cinque pazienti prima di me. Ne vedo uscire uno, perfettamente vivo e vegeto, senza sangue che cola da ogni dove, e almeno questo mi rasserena un po’, ma la paura mi sta attanagliando lo stomaco. Ad ogni paziente che entra mi sembra di avvicinarmi al patibolo. Ne restano due prima di me. Guardo loro, poi la porta, poi la segretaria, poi di nuovo i pazienti. Se mi alzassi tranquillamente, fingendo di sgranchirmi le gambe, forse potrei ancora fuggire. Sono ancora in tempo! Devo solo fare due passi. Col primo raggiungo l’ingresso, col secondo sono fuori! Sì, potrebbe funzionare! Mi alzo lentamente, senza dare nell’occhio, facendo finta di guardare i quadri insensati appesi alle pareti. Ecco, adesso sono vicina alla porta. Dai, dai, un altro passo, uno ancora e non mi vedrà nessuno…
- Higurashi! - mi sento chiamare. Ahi, colta in fallo?
Mi volto verso la segretaria, che mi guarda dalla sua torretta d’osservazione. Avvistata dal nemico! È finita!
- S-sì? -
- Il dottore l’aspetta. Prego, seconda stanza a destra. - mi informa atona.
Guardo gli altri due pazienti, seduti al loro posto.
- Non ci sono prima i signori? - chiedo con un filo di voce, mentre le gambe iniziano a tremarmi.
- I signori sono a turno per l’odontotecnico, non per il dentista. È il suo turno, se vuole accomodarsi. -
Sono fregata!
Seguo il corridoio, che sembra il più lungo della storia, o sono io a vederlo così per la paura. Voglio andarmene! Tra l’altro oggi non mi fa neanche tanto male. Forse sta passando da solo. Sta ricrescendo il dente danneggiato. Sì, è così! Non mi serve il dentista! Posso andare via!
- La signorina Higurashi? Prego, si accomodi. - mi accoglie alla porta un ragazzo molto, molto, troppo giovane! Non sarà questo biondino il dottore? Questo avrà ancora i denti da latte! Che studi può aver fatto? No, io me ne vado! Basta!
- È entrata la paziente? - chiede qualcun altro, entrando nella stanza. È un uomo, ma che dico un uomo… è un Dio! Quanto schifo è bello? Occhi color ambra, capelli neri, viso perfetto e corpo magnifico, che viene subito coperto dal camice. Quindi è lui il dentista. Menomale che non è il biondino!
- Sa-salve… - saluto in un misto tra il terrorizzato e l’estasiato. È bello, molto, ma la paura non va via per questo, anzi, quando i miei occhi si poggiano sulla poltrona mi sento quasi svenire.
- Buon pomeriggio, io sono il dottore Taisho. Prego, si accomodi. - mi invita, infilandosi i guanti. Io, però, rimango immobile, con le mani congiunte sul ventre come in segno di una tacita preghiera. Il respiro inizia a farsi corto, deglutisco a fatica, mi sembra di avere un cappio alla gola, la testa gira vorticosamente e… mi sento così stupida! Perché devo reagire così ogni volta?
- Tutto bene? - mi chiede osservandomi. Credo di essere diventata più bianca del suo camice.
- Mi-mi prenda per stupida… ma… ho paura di lei! - rantolo tremolante. È più forte di me!
Vedo il biondino, l’assistente suppongo, sogghignare divertivo. Mi sta prendendo in giro?
- Le auguro di non avere mai attacchi di panico per la fobia verso qualcosa! In caso contrario, quel giorno, si ricordi di me! - gli dico stizzita, rivolgendogli un’occhiataccia.
- Mi scusi, signorina. - si scusa, guardando il medico.
- Keiichi, vai a chiedere al dottor Suikotsu se la protesi della signora Takahashi è pronta. - gli chiede il dottor Taisho. Credo lo faccia per togliermelo dai piedi.
- Certo dottore. Scusi ancora signorina. - si inchina, uscendo.
- Le porgo le mie scuse per la poca professionalità del mio assistente. Vuole un bicchiere d’acqua? - mi chiede gentile. Annuisco, cercando di rallentare il respiro. Il dottore mi porge il bicchiere e bevo un sorso d’acqua, che scende come se fosse un blocco solido nella mia gola ristretta dalla paura.
- Vuole sedersi? Tranquilla, non la mangio…- mi sorride, facendo segno di sedermi sulla poltrona odontoiatrica, piena di strumenti terribili. Lo guardo preoccupata, ma in fondo, se mi rifiuto, non può mica aprirmi la bocca a forza per ficcarci dentro quella roba, no?
A piccoli passi mi avvicino, ancora più cautamente mi siedo ed a rallentatore, effetto Matrix, mi stendo, provando a trattenere la nausea che preme sul mio stomaco.
- Mi dica, signorina Higurashi, da cosa nasce la sua fobia verso gli odontoiatri? - mi chiede calmo, sedendomisi affianco.
- Quando ero piccola, il dentista che mi seguiva all’epoca, mi ha ferita ad una gengiva col trapano. Quando mi ha fatto sciacquare la bocca ho visto del sangue, parecchio sangue, e da quel giorno sono terrorizzata. Temo che invece che i denti, quel coso rotante mi distrugga la bocca! Non vedo un dentista da secoli. - rivelo terrorizzata al ricordo.
 Ok, forse essendo piccola ho ingigantito la cosa, non c’era poi tutto questo sangue, appena una goccia, ma il dolore l’ho sentito e il terrore ha preso il sopravvento.
- Capisco, è rimasta traumatizzata, ma se oggi è qui, vuol dire che non sta bene e che ha bisogno di cure. - ipotizza giustamente.
- Credo di avere una carie. Sono giorni che mi tormenta con un dolore incessante e pulsante. Da due settimane lotto contro me stessa per venire qui ma, sinceramente, in questo momento vorrei solo fuggire via! - confesso spaventata.
Devo sembrargli la persona più ridicola del mondo! Che figura di merda, accidenti!
- Se le prometto che non sentirà nessun dolore e non vedrà del sangue, mi farà dare un’occhiata a questa carie? - mi chiede con gentilezza, e dolcezza, oserei dire. Ed ammetto che il suo sorriso mi aiuta a distendere i nervi tesi. Lo guardo titubante, pensando a ciò che mi ha proposto. Posso fidarmi? E se mi prendesse in giro? - Se ha paura del dolore potremmo fare in anticipo un’anestesia leggera. - insiste, sempre sorridendo.
Anestesia, uguale ago. Gli aghi fanno male!
- Non può dare un’occhiata senza anestesia e senza farmi male? -
- Ha paura anche dell’ago? - intuisce subito, così mi limito ad annuire. Lo vedo grattarsi la fronte, come in difficoltà.
- Le sto facendo perdere tempo, mi scusi. Forse è meglio che me ne vada. - dico dispiaciuta, oltre che in parte umiliata dal mio comportamento infantile.
- Assolutamente no! Io controllerò quel dente, dovessi stare tutto il giorno qui con lei. È questione di principio! - afferma determinato, alzandosi e cercando qualcosa nei cassetti. Non vorrà puntarmi un bisturi alla gola per costringermi ad aprire la bocca? Oh cielo! Ho trovato un dentista psicopatico!
- È una cosa che uso molto raramente, ma che torna utile in caso di pazienti terrorizzati dal dolore dell’ago, come lei. È uno spray a base di lidocaina, che spruzzato sulla zona da trattare, anestetizza la mucosa, permettendo così di effettuare una vera anestesia senza sentire “il buco” dell’ago. È disposta a provare? - mi chiede, mostrandomi la bottiglietta con lo spray.
- Se quello anestetizza, non è sufficiente in modo da evitare l’iniezione? -
- Serve a non sentire il pizzico dell’ago. Purtroppo non è abbastanza potente da anestetizzare completamente.. È comunque un aiuto per evitare un dolore. Allora, che dice, mi lascia provare? -
Lo osservo, con lo spray in mano, e penso che forse questa è l’unica occasione che ho per curare questo maledetto dente. Se non sento dolore non dovrei avere paura, no? Anche perché temo che ritorni il mal di denti.
- Va bene. Ma la supplico… faccia attenzione… - chiedo comunque spaventata.
- Le garantisco che sarà come se nulla fosse successo! - mi assicura sorridente.
Devo dire che questo medico ispira calma, e anche qualcos’altro. Chissà se è sposato o fidanzato. Di sicuro sì, bello com’è. Beata lei, avere un medico così bravo e gentile, sempre a portata di mano, dev’essere comodo per chi teme il dentista.
- Apra la bocca. - dice, osservando prima i denti con il classico specchietto da dentista. - Ed ecco qua la carie, bella grande direi. Tenga la bocca aperta e non la chiuda. - chiede, mentre spruzza quel coso sopra al dente che mi fa male. Rimango con la bocca aperta un paio di minuti, poi la posso richiudere. Nel frattempo lo vedo prendere una siringa, ed osservo l’ago. È piccolo  ma fa comunque paura. Si avvicina a me con uno strumento appuntito, chiedendomi di aprire nuovamente la bocca.
- A che serve? - chiedo preoccupata.
- Devo solo controllare se sente dolore alla gengiva prima di iniettare l’anestetico. - mi spiega, così, più tranquilla, apro la bocca.
- Sente dolore?- domanda, punzecchiando attorno al dente. Scuoto la testa, perché effettivamente non sento nulla, così mi rassereno un po’, pregando che davvero non senta nessun dolore. Si avvicina con la siringa, così chiudo gli occhi, terrorizzata, aspettando che finisca. Non fare male ti prego! Non fare male!
- Fatto. – m’informa, mentre perplessa apro un occhio per guardare la siringa vuota che ha ancora in mano.
- Da-davvero? - chiedo titubante. Non ho sentito assolutamente nulla!
- Davvero. Ora aspettiamo qualche minuto e poi passiamo alla fresa. - risponde tranquillo.
- Alla che? -
- Al trapano. - mi spiega sorridendo.
- Ah… ok. -
Passano appena cinque minuti e il dottore Taisho sta già richiudendo la carie con una otturazione provvisoria, mentre io sono stesa tranquillamente, aspettando che finisca. Incredibile, non ho davvero sentito nulla.
- Per oggi ho finito. Ci vediamo la settimana prossima per controllare come va, così lo chiudiamo del tutto. -
- Di già? Wow! Non ho sentito nessun dolore! -
- Gliel’avevo promesso, no? -
- La ringrazio dottore! Non so davvero come sdebitarmi per la sua pazienza! Mi spiace averla fatta faticare tanto. - mi scuso mortificata.
- Non si preoccupi. È una cosa che mi trovo ad affrontare spesso, anche se la maggior parte di questi pazienti è in età pre-adolescenziale. Ma la prassi rimane quella. - mi spiega sorridendo, mentre io mi sento ancora più stupida venendo paragonata a dei bambini. Bene…
- Allora ci vediamo la settimana prossima. Grazie dottore. - lo saluto, uscendo umiliata, ma serena. Forse è la volta buona che smetto di temere il dentista. Lui mi ha ispirato fiducia, ed è stato anche bravo. Ho deciso: da oggi il dottor Taisho sarà il mio dentista, e addio paura!
 
 
- Non ci credo! -
- Ti dico di sì! -
- Ed io non ci credo ugualmente! -
- Ed io ti ripeto che è così! -
- Ok, fammi vedere l’otturazione! - insiste Sango, scettica. Non crede che sia davvero andata a farmi medicare il molare dolorante, così le mostro l’otturazione bianca che mi ha messo il dottor Taisho.
- Non riesco a credere ai miei occhi… ci sei andata davvero! -
- Te l’avevo detto! -
- E chi è questo santo che ti ha convinta? O ti hanno sparato un narcotico per elefanti per stenderti sulla poltrona odontoiatrica? -
- Che spiritosa! Sono andata da un bravissimo medico che mi ha consigliato Kikyo. Mi aveva lasciato il suo bigliettino da visita dicendomi che è il migliore che lei abbia trovato in circolazione e che sa usare bene le mani. E sai? Aveva ragione! - ammetto soddisfatta.
- Credo che con “usare bene le mani” lei intendesse altro. Conosci Kikyo. - sostiene la mia amica.
- Ci avevo pensato anche io, ma fidati, sa davvero usare bene quelle due manine d’angelo che si trova. Non ho sentito nulla di nulla. Prima dell’iniezione mi ha spruzzato un prodotto che anestetizza le gengive, per poi passare all’anestesia vera e propria con l’ago. Quando ha usato il trapano, o fresa che dir si voglia, non ho sentito alcun male, e non mi ha nemmeno ferito. Non c’era sangue, capisci? Né sangue né dolore! - spiego felice.
- Sembri entusiasta. -
- Lo sono! Primo, perché passerà il terribile dolore di questi giorni. Secondo, se avrò bisogno del dentista non rischierò più un attacco cardiaco! Potrò fare una pulizia dei denti e anche lo sbiancamento che ho sempre desiderato! Il caffè è micidiale per lo smalto! -
- Contenta tu. L’importante è che mi lasci dormire stasera! -
- Grazie per la solidarietà eh! -
- Solidarietà quando stai male e non puoi fare nulla per curarti, non quando mi tormenti giorni interi solo per una paura stupida, nata da bambina poi. I dentisti di oggi non sono mica quelli di vent’anni fa! -
- Adesso ci sono andata. Così non ti scoccio più! - le rispondo, facendole una linguaccia.
- Ecco, brava! Ora puoi tornare a lavoro, prima che ti licenzino. -
- Ho già chiamato, riprendo domani. - la informo, mentre sistemo l’appartamento. In questi giorni non ho lavato neppure un piatto. Ha fatto tutto Sango, quindi ora che sto meglio ci si rimette al lavoro.
 
I giorni passano, senza nessun fastidio al dente. Il giorno dell’appuntamento col dottor Taisho arriva, così mi siedo tranquilla ad aspettare il mio turno.
- Higurashi. - chiama la segretaria antipatica. Non so perché, però mi sta sui maroni. Raggiungo la porta dello studio del dottore e lo trovo ad aspettarmi sorridente.
Come cavolo fai ad essere così bello? Mannaggia a te!
- Vedo siamo tranquille oggi. -
- Sì dottore. In effetti sono abbastanza tranquilla. So che nelle sue mani sono al “sicuro”. - scherzo rilassata.
- Ne sono onorato allora. Si accomodi, così controlliamo come procede. - dice, avviando il trapano. Lo chiamerò sempre così mi sa. C’è poco da fare! Kagome, sei una scema! Che poi… è un trapano! Chiamalo fresa, turbina, micromotore, trapano odontoiatrico (eh sì, mi sono documentata prima di venire allo studio) per me sarà semplicemente e tristemente “trapano”!
- Ma… senza anestesia? E se fa male?- chiedo agitandomi. Ero convinta eseguisse la prassi della volta scorsa.
- Oggi non farà male. Se è guarito non darà problemi. - mi sorride rassicurante.
- O-ok…- replico titubante, aprendo la bocca con non poca difficoltà.
Quando inizia a togliere quella specie di cemento bianco (si è capito ho un modo tutto mio per descrivere gli strumenti dentistici, vero?) inizio a sentire un leggero dolore, e me ne lamento subito, iniziando ad agitarmi.
- Se fa male vuol dire che non è ancora passata l’infezione. Lo richiudiamo con un altro medicamento e lo ricontrolliamo la settimana prossima. - dice fermandosi e richiudendo.
- Cosa? È messo così male?-
- Già. Ha atteso un po’ troppo. Comunque non è un problema così grave, bisogna solo aspettare un po’ di più. -
- Quindi ritorno lunedì prossimo? -
- Certamente. Per allora dovrebbe essere guarito. -
- La ringrazio. Buona giornata. - lo saluto, andandomene. Uffa, speravo fosse l’ultima volta. Pazienza, dovrò ritornare.
 
È un sabato pomeriggio, mentre sono fuori a fare la spesa e un acquazzone decide di farmi una doccia gelida in pieno inverno, e come accade sempre in questi casi… non ho l’ombrello! (Sfiga!) Ma la cosa  peggiore è quando un disgraziato mi dà il colpo di grazia, passando a gran velocità con la sua auto sopra una pozzanghera enorme vicina a me, prendendomi in pieno.
- Brutto disgraziato! Spero che ti rompa una gamba quando scendi dall’auto! Anzi, tutte e due! - gli urlo contro, sperando si fermi, così lo prendo a sberle. Ma ovviamente non lo fa e fila dritto per i cavoli propri.
Proseguo verso casa inveendo contro tutto e tutti, mentre l’acqua scende impietosa su di me. Non so quante maledizioni ed improperi mi siano sfuggiti di bocca, ma l’ultimo è il meno signorile, quando senza poter far nulla, scivolo distesa a terra, per via del marciapiedi scivoloso.
- Cazzo… che male! –
Grazie Karma! Io auguro a quell’idiota di rompersi le gambe e tu le fai rompere a me. Ottimo! Davvero!
- Signorina! Si è fatta male? - mi soccorre un uomo, che mi aiuta a mettermi seduta e riparandomi col suo ombrello.
- Ahi ahi… - mi lamento, massaggiandomi il sedere. Che botta!
- Ce la fa ad alzarsi? - mi chiede il signore, tenendomi per un braccio.
- Spero di sì, graz… oh, è lei dottor Taisho! - lo riconosco quando mi volto per guardarlo.
- Signorina Higurashi, non l’avevo riconosciuta così conciata. Ma che le è successo?-
- Il temporale mi ha colta sprovvista di ombrello, mentre uno stronzo mi ha colta priva di un fucile, o gli avrei sparato alle ruote dell’auto con cui mi ha fatto il bagno. - spiego innervosita al solo pensiero di quell’idiota che non si è nemmeno fermato per scusarsi.
- Mi spiace. Riesce a camminare? - mi chiede, aiutandomi a reggermi in piedi.
- Dovrei, non sembro avere nulla di rotto. Grazie dell’aiuto. - lo ringrazio riconosce, ma barcollando non poco per il dolore alla schiena. Il mio povero coccige urla vendetta contro quel babbeo!
- Di nulla. L’accompagno alla sua auto. –
- Sono a piedi, ma grazie ugualmente. -
- Allora l’accompagno io a casa. Non mi sembra in grado di camminare. - si offre lui.
- La ringrazio, ma non voglio disturbare oltre. Non devo fare una maratona, camminerò piano. -
- Sotto quest’acquazzone? E se cadesse nuovamente? Non mi sento tranquillo a lasciarla da sola. Preferisco accompagnarla. - insiste, ed in effetti mi rendo conto che ha ragione. Non credo potrei fare molta strada.
- Ok, la ringrazio. - acconsento alla fine.
Mi accomodo titubante nella sua auto, sto bagnando il sedile con tutta l’acqua che ho addosso, ma lui non sembra curarsene. Sorride e basta. Arrivati a casa mia, mi conduce sottobraccio fino al portone.
- L’accompagno fino in ascensore. Ce la fa?- chiede preoccupato, notando la mia sempre maggiore difficoltà nel camminare. Il mal di schiena si è fatto molto più forte.
- Veramente… l’ascensore non funziona... - rispondo sconfortata dal dovermi fare quattro piani a piedi e con questo dolore. Il Karma oggi ce l’ha con me!
- A che piano sta? -
- Quarto. -
- E va bene! - dice, prima di prendermi in braccio ed iniziare a salire i gradini.
- Ma che fa? Non è necessario! Davvero. Mi metta giù! - esclamo imbarazzata, aggrappandomi al suo collo per non cadere.
- Non sarebbe cortese lasciare salire a piedi  qualcuno in difficoltà, per tutti quei piani poi. Se posso aiutarla lo faccio volentieri. - risponde sorridendo. Ma questo dottore sorride sempre? Ogni parola che mi rivolge sorride. Beh con la dentatura perfetta che ha se lo può permettere.
Arrivati al pianerottolo di casa mia, mi adagia a terra, aiutandomi anche ad aprire la porta. Sango oggi non c’è, resta fuori tutto il fine settimana col fidanzato. Accidenti, non potrò chiederle aiuto! È anche in momenti come questi che rimpiango di essere sola, dannazione!
Il dottor Taisho mi accompagna sul divano, dove mi aiuta a sedermi.
- Ahia che dolore! - piagnucolo. Due settimane fa piangevo per il mal di denti, oggi, invece, per il mal di schiena. Che meraviglia!
- Forse sarebbe meglio se la portassi in ospedale. Se il dolore è così forte potrebbe avere una lesione o una frattura. -
- Non si preoccupi, un po’ di riposo e starò meglio. - certo il bello sarà come riuscire a farmi una doccia, cambiarmi, cucinare qualcosa e poi andare a letto. Ma dettagli, eh!
- Vive da sola?- mi chiede, guardandosi in giro.
- No, con un’amica, ma starà fuori fino a lunedì, quindi diciamo che per adesso sono da sola. -
- Non può chiamare nessuno che le dia una mano per cambiarsi e darsi una ripulita dal fango? Sua madre, un’altra amica, o… il suo ragazzo… - chiede, esitando però sulla parola ragazzo. O è stata una mia impressione?
- Purtroppo non posso fare affidamento su nessuno delle persone che ha elencato, in quanto mia madre è morta, non ho altre amiche oltre Sango e non ho un ragazzo. Ma non si preoccupi, me la caverò benissimo. - lo rassicuro, anche se ne sono poco convinta io stessa.
- Va bene, come vuole. Allora la lascio tranquilla. Mi raccomando, faccia attenzione. A lunedì. - mi saluta.
- A lunedì. Grazie infinite per l’aiuto e mi scusi per il disturbo. -
- Si figuri. Buona serata signorina. -
- Buona serata a lei dottore. -
 
Uff… che razza di giornata! Mi trascino, praticamente aggrappata ai muri, verso il bagno. Butto tutto per terra e mi infilo sotto la doccia. L’acqua calda mi distende un po’ i nervi e i muscoli, oltre che riscaldarmi. Speriamo non mi venga pure un malanno.
Esco con estrema cautela dalla doccia, mi ci manca solo di scivolare nuovamente e rompermi la testa stavolta. Mi avvolgo nel mio morbido ed adorato accappatoio rosa, con ricamati dei coniglietti bianchi che mangiano le carote (sono infantile lo so!) mi do una veloce asciugata ai capelli e poi mi butto sul divano, stremata e ancora un po’ dolorante. Sono quasi le otto e dovrei decidermi a preparare qualcosa per la cena, ma non ci riesco. Preferisco prendere un analgesico e andare a dormire, anche se non andrebbero presi a stomaco vuoto. Per una volta non muore nessuno!
Ho ancora la pillola in mano, quando sento suonare il campanello. E chi sarà? Oltre alla vicina che dimentica in continuazione lo zucchero, non c’è nessuno che viene a scocciare a quest’ora… purtroppo. Da quando i miei genitori sono morti, non c’è più nessuno che viene a trovarmi. Sono già passati sei anni, ma a me sembra ieri di aver ricevuto, dalla polizia, la notizia del loro incidente. Scuoto la testa, allontanando i tristi ricordi e vado ad aprire, sicura di trovarmi di fronte la signora Saotome, invece spalanco gli occhi nel trovarmi davanti il sorriso del dottor Taisho.
- Dottore? -
- Perdoni l’improvvisata ma, davvero non me la sentivo di lasciarla sola. Ho portato la cena. Scommetto che non ha mangiato nulla. Anzi, da quello che vedo, credo non abbia neppure la forza di vestirsi se è ancora in accappatoio. - sostiene guardandomi. Solo ora mi ricordo di avere addosso il mio accappatoio coi conigli. Oh cielo, che vergogna! Non potevo indossare una di quelle leggere vestaglie di seta, come nei film? Almeno avrei dato l’impressione di donna attraente, non di una poppante!
- Prego, entri pure…- lo invito dentro, ingoiando la bile che invece avrei voglia di vomitarmi addosso. Vestirmi, prima di aprire no, eh? Imbecille!
- Spero di non disturbare. Piombare qui, così. Di solito non sono il tipo da improvvisate, ma solitamente non mi capita neppure che una mia paziente mi caschi davanti, facendosi male. - spiega, posando la cena sul bancone della cucina, mentre io prendo i piatti e le posate.
- Non disturba affatto, anzi, sono io ad aver disturbato lei. -
- Se fosse un disturbo non sarei venuto. Bene, la cena è pronta. Mangiamo? - chiede dolcemente, sempre con quel sorriso mozzafiato che si ritrova. Accidenti se è bello! Anzi, più che bello. E la mia prolungata astinenza (non voluta, porca miseria!)  certo non aiuta a non provocarmi strane idee per la testa.
- Volentieri, solo, forse è meglio che vada a mettere qualcosa di più decente di questo… coso. - dico osservandomi schifata.
- Io lo trovo carino. - ride sincero.
- Davvero? Anche se è infantile? -
Lo vedo ridere maggiormente. Perché? Che ho detto? Ho solo detto che il mio accappatoio è infantile, come me del resto. O magari ride di me?
- Signorina, credo abbiamo all’incirca la stessa età, possiamo darci del tu? - mi domanda, stupendomi non poco.
- Ce-certamente. Io sono Kagome… - anche se in teoria dovrebbe già saperlo.
- Io InuYasha. Sai Kagome, sarò sincero.  Quando sei venuta nel mio studio, terrorizzata a morte e tremante come una foglia, mi sei sembrata quasi una bambina. Ed ora, con quell’accappatoio addosso, lo sembri ancora di più. -
- Ah… - rispondo solamente. Bella cosa da sapere, non c’è che dire. Ma poteva anche tenerselo per sé!
- Non prenderla come un’offesa, perché non lo è. Mi sei sembrata una bambina indifesa, spaurita, bisognosa d’aiuto. E ti dirò, mi hai ispirato una tenerezza immensa. Eri tenera e buffa allo stesso tempo. Ti giuro che ho lottato contro me stesso per non darti un leccalecca alla fine della visita. - ridacchia ripensandoci.
Splendido! Adesso il mio grado di orgoglio è sceso sotto zero, anzi, sotto chilometri e chilometri di crosta terreste. Una bambina… col leccalecca?
- Vorrà dire che lunedì verrò coi codini. Potrei sortire più ilarità nell’intero studio! - rispondo stizzita.
- E come immaginavo, arrabbiata assomigli proprio ad una bimba offesa con le classiche guanciotte gonfie ed arrossate. - ride ancora più divertito.
- Scusami ma… mi stai pigliando per il culo? - sbotto irritata oltre modo. Come si permette?
- Se è un invito… potrei anche accettare…- mi sorride, ma con una malizia incredibile che mi fa avvampare all’istante, non appena ricollego la mia domanda alla sua risposta.
- Po-porco! Non è quello che intendevo! Anzi, se sei venuto qui con quel genere di intenzioni, puoi anche aprire la porta ed andartene al diavolo! - urlo offesa e scandalizzata.
- Sarei falso se ti dicessi che non mi susciti attrazione, Kagome. Anzi, ne provochi anche tanta, ma non sono venuto qui per questo. Non sono certo un maniaco. Sono venuto perché non stai bene, ma anche perché vorrei conoscerti. Non sono qui per portarti a letto, a meno che, non lo voglia anche tu... - mi spiega, sempre con tono provocante.
Ma è davvero lo stesso medico che mi ha trattata con  tanta dolcezza e pazienza? Sembra tutta un’altra persona! Come nelle telenovele…
- Non è che tu sei il gemello cattivo della situazione? - domando frastornata dalla stramba situazione.
- Gemello cattivo? - chiede più confuso di me, non intuendo i miei pensieri, ovviamente.
- Niente, lascia stare. Mi chiedevo solamente se sei lo stesso medico tranquillo e sorridente che ho conosciuto allo studio, perché sinceramente tu mi sembri tutt’altra persona da quella che ho conosciuto. - confesso disorientata.
- Quando lavoro non posso certo fare la corte ad una paziente, no? Comunque credo che ti stia facendo idee sbagliate su di me. Sono sì un medico, ma sono anche un uomo, Kagome, e quest’uomo ti sta dicendo che gli piaci e vorrebbe conoscerti. Mi hai incuriosito, non so bene il perché, ma sei stata l’unica paziente che mi ha fatto sorridere, e non perché volessi “pigliarti per i fondelli” come dici tu. Sinceramente, l’unica cosa che avrei voluto, era tenerti la mano e dirti di stare tranquilla, e dopo il leccalecca, magari, darti un bacio, pur non conoscendoti. Può sembrarti assurdo, stupido, impossibile, insensato, roba da fantascienza, perché sì, mi rendo conto io stesso di quanto assurda sia la situazione, però è quello che ho sentito. E questa sensazione è aumentata oggi, quando ti ho vista bagnata come un pulcino, infreddolita e dolorante. Avrei voluto abbracciarci e riscaldarti io stesso. Ispiri senso di protezione, oltre che dolcezza, malgrado il tuo linguaggio abbia poco di dolce... - si interrompe ridendo, mentre io lo fulmino per la sua ultima infelice precisazione. - Se non sei interessata pazienza, me ne farò una ragione, ma dovevo almeno provarci. - riprende, ma tornando serio stavolta, guardandomi in attesa.
Lo guardo interdetta. Questa è la confessione più assurda che abbia mai sentito! Gli piaccio perché gli ha fatto tenerezza la mia paura? Ma che ragionamento è? Da quando io ispiro bisogno di protezione? L’ho perfino minacciato mentalmente di piantargli un tacco sulla fronte se mi avesse fatto male.
- Sei un tipo strano. - rispondo sincera.
- Non sai quanto. - replica sorridendo, ma visibilmente deluso. Credo si aspetti già una risposta negativa.
- Credo non mi mancherà il tempo per scoprirlo, no? - e stavolta sono io a sorridere, dopo tanto, tanto tempo che non lo facevo. Non so se ho bisogno di protezione, ma di sorridere sì.
- Quindi… è un sì? Ti va di frequentarci? - domanda sorpreso.
- Perché no, un dentista personale è sempre un ottimo investimento per il futuro di una donna terrorizzata. - rispondo, facendogli l’occhiolino. Mi guarda perplesso qualche istante, per poi scoppiare in una risata che contagia anche me.
- Però lascia che ti dica una cosa “dottore”: il tuo modo di chiedere ad una ragazza di uscire, fa schifo! - rido divertita come mai.
- Sarà, però ha funzionato. - replica, continuando a ridere con me.
- Questo perché non ho trovato di meglio, finora, di un giovane, bellissimo ed affascinante dentista che ti sbuca in casa facendoti proposte indecenti. Altrimenti ti avrei già mandato via a calci. -
- Precisando che tale proposta è nata da una tua domanda abbastanza ambigua e a doppio senso, sembra che la mia proposta indecente ti sia piaciuta. Interessante. - sussurra seducente, avvicinandosi a me e cingendomi la vita con un braccio, spingendomi contro il suo corpo. Gli poggio delicatamente le mani sul petto, sentendo da sotto la stoffa della camicia dei muscoli niente male.
- Mai detto che accetterò tale proposta. - sorrido maliziosa, trovandomi il suo viso ad un palmo dal mio.
- Se mi sorridi così, mi fai venire altre proposte… più indecenti di quella. - sospira sulle mie labbra, ad un soffio dal baciarle.
- Mi sa dovrai tenertele, mio caro! Conosci il detto: chi va piano, va sano e va lontano? - esclamo allegra, allontanandomi da lui prima che mi baci. Scoppia a ridere divertito, e non posso non ammettere, per la miliardesima volta, che mi piace vederlo sorridere. Mi trasmette pace quel sorriso.
- Ok, capita l’antifona. Mi farai sudare anche solo un bacio, non è così?-
- Ovvio! Le cose vanno conquistate, dottor Taisho! -
- Ed io accetto la sfida, signorina Higurashi! -
- Però in effetti, un bacio potrei anche dartelo, ma ad una condizione… - propongo furba.
- Quale sarebbe? - chiede interessato.
- Fammi un sorriso. Mi piace quando mi sorridi. Mi fai sentire tranquilla. Credo sia quello che mi ha convinta più di tutto a lasciarmi visitare. - ammetto arrossendo un po’ per questa confessione.
- Ti farò tutti i sorrisi che vorrai, anche senza bacio, perché sei tu quella mi fai sorridere. Esattamente come mi fa sorridere questo buffo accappatoio coi conigli. Ma dove lo hai comprato? Da Bugs Bunny o da Alice del Paese delle Meraviglie mentre inseguiva il Bianconiglio? - scherza divertito.
- Non dicevi che ti piaceva? -
- Mi piace, ma preferirei vederlo altrove, che addosso a te. Magari a terra. - sostiene, facendomi l’occhiolino.
- Medico pervertito! Ma non è che fai così con tutte le pazienti? -
- Solo con le belle ragazze terrorizzate a morte da me. -
- Ah… quindi con tutte! - replico infastidita.
- Considera che gli unici pazienti terrorizzati che ho conosciuto avevano dai cinque ai dodici anni e posso assicurarti che non sono un pedofilo, signorina Higurashi. Comunque, il sorriso te l’ho fatto, ora voglio il mio bacio! - reclama, avvicinandomi nuovamente a sé.
- Ogni promessa è debito. - rispondo, dandogli un bel bacio a stampo e allontanandolo ancora.
- Ma… tutto qui? Sono giorni che sogno quelle labbra e tu mi dai solo un bacetto? Crudele! - mi accusa, mettendo un finto broncio.
- E poi sarei io quella infantile, eh? - replico scuotendo la testa.
- Visto che ami i proverbi, te ne dirò uno io: chi si assomiglia si piglia. -
- Io non sono una pervertita! -
- Nemmeno io. -
- Non si direbbe proprio. - insisto.
- Ma se neppure mi conosci.- si difende.
- Dai quest’impressione. -
- Provare per credere. -
- Vedremo… -
- Ok, che ne dici di mangiare questa benedetta cena adesso? Certo sarà un blocco di marmo, visto quanto sarà fredda, ma meglio che niente. - propone, per cambiare argomento.
- La riscaldo al microonde. -
Quando è ben calda la porto in tavola, osservando InuYasha che si è messo comodo, togliendosi la giacca e arrotolandosi le maniche della camicia fino ai gomiti. Sexy! Credo che questa conoscenza non mi dispiacerà per niente!
- Ecco la cena bella fumante. -
- Magnifico, sto morendo di fame. Allora Kagome… che ne dici di parlarmi un po’ di te? -

 
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- Sai, credo tu sia in debito con me, amica mia. - sostiene Kikyo, mentre trangugia un’altra fetta della mia torta nuziale. Ma come fa a non ingrassare? Mangia più di un lupo! Io ingrasso solamente respirando!
- Hai ragione. Se siamo qui, oggi, lo devo a quel mal di denti e al tuo bigliettino da visita. Senza, non avrei conosciuto InuYasha. - ammetto felice, guardando il cielo stellato e sperando che i miei genitori mi vedano vestita così, come avevano sempre sognato.
Dopo quel giorno assurdo, in cui mi chiese di frequentarci, abbiamo passato ogni giorno insieme. Uno più bello dell’altro. Ero un po’ restia, per la verità. Mi sembrava un pazzo invasato solo in cerca di sesso, invece mi sono dovuta ricrede. Ha sempre le sue battutine assurde, quelle non le perde, ma sinceramente credo non potrei neanche più farne a meno. Stiamo insieme da sette anni ed oggi finalmente ci siamo sposati.
- Mamma, mamma! - mi chiama la mia piccola stella preziosa.
- Yukiko, che c’è amore?-
- Papà dice… dice di venire dentro. - mi avvisa la mia bambina, tirandomi verso la sala del ricevimento.
Yukiko è nata due anni fa, regalando una gioia immensa a me, ma soprattutto a suo padre, che da quando è nata stravede per lei.  Ha perfino tappezzato lo studio di sue foto (almeno ha tolto quelle porcherie di quadri insensati!)
Sinceramente, scoprire di essere incinta mi aveva terrorizzata. Avevo paura di non essere una buona madre, ma InuYasha ha sempre sostenuto il contrario, incoraggiandomi nei momenti di sconforto. Ed oggi eccoci qui, una famiglia unita, piena di gioia e serenità.
Entrata dentro vengo accolta dall’orchestra con una musica che non fa parte di quelle concordate. ( se volete sentirla cliccate  QUI )
Tutti gli invitati si sono fatti da parte, mentre InuYasha mi aspetta al centro della sala.
- Che succede?- gli chiedo, raggiungendolo confusa.
- Posso chiedere un ballo a mia moglie? - mi chiede porgendomi la mano, che prendo senza esitazione, accettando, così iniziamo a ballare.
- Ma che musica è? - chiedo non riconoscendola.
- È del compositore John Barry. Si intitola “Give me a smile”. Ti ricorda qualcosa? - mi chiede sorridendomi e ricordandomi che mi sono innamorata del suo sorriso.
- Mi ricorda tante cose. - rispondo felice, poggiando la testa al suo petto, mentre anche gli altri si uniscono a noi, in questo ballo dolcissimo.
- Mi chiedesti un sorriso per un bacio. Io ti accontentai, ma non ricevetti mai il bacio che speravo. Fu un semplice bacio a stampo. - mi ricorda fintamente triste.
- Mi sembra che poi ti sia rifatto per bene nei giorni a seguire, no? -
- No, voglio ancora il mio bacio per quel sorriso. È principio mia cara. - sostiene con aria seria, facendomi ridere.
- Ok, hai vinto tu. - mi arrendo volentieri, dandogli il bacio che si aspettava quel giorno. Un bacio pieno del mio amore per lui e che ci ricorda che a volte, un semplice sorriso, fa la differenza nel riempirci la vita.
A pensarci bene, il Karma non è stato così crudele quel giorno che mi fece finire a terra come una pera cotta. Peccato che il coccige me lo sia lesionata per davvero, infatti, su insistenza di InuYasha, il giorno dopo siamo andati al pronto soccorso, dove mi hanno riscontrato una lieve lesione (come non ricordare che la prima parte nuda del mio corpo che ha visto il mio attuale marito, è stato il mio fondoschiena, per le iniezioni antiinfiammatorie che mi faceva per alleviare il dolore? Più imbarazzante di così! Alla fine la mia battuta è diventata in qualche modo reale. Per il sedere mi ci ha preso davvero… ma per farmi le iniezioni! E le sue battutacce me le ricordo ancora oggi. Oh, se era divertito quel giorno!) Alla fine mi sono ritrovata un infermiere tutto particolare, anzi no, un medico tutto mio, ed oggi un marito, un fedele compagno di vita.
 
 
 
Fine.
 
 
 
 
 
 
*Yukiko significa bambina preziosa.
 
*Piccola curiosità
La musica “Give me a smile” l’ho trovata per una semplice botta di fortuna quando già la storia era scritta, mi è piaciuta, così l’ho inserita con la scusa del ballo XD
Il compositore è John Barry, sue sono le colonne sonore di moltissimi film: quasi tutta la serie di 007 , La mia Africa, Balla coi lupi, King Kong e tantissimi tra i più famosi film della storia cinematografica.
 
 
 
Bah, che dire…come già detto nell’introduzione, questa roba stramba nasce dal dolore al mio povero premorale e dalla poca voglia che ho di sedermi per la miliardesima volta in pochi mesi, su quella dannata poltrona odontoiatrica e di sorbirmi ancora anestesia, trapanate a go go, bisturi e punti di sutura T^T non ne posso più. Se non vi piace non prendetevela con me…ma col mal di denti T^T
Va buò…vi saluto e vi auguro una Buona Epifania (non mangiate troppi dolci o finirete anche voi dal dentista come me e Kagome :3  ma senza Inu ^_< )
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3
   
 
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