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Autore: MargaretMadison    06/01/2015    3 recensioni
«Fatto conquiste, Mike?» chiese Calum sedendosi vicino a lui affiancato da una rossa che osservava l'amico con ammirazione «Margaret è davvero splendida, hai la mia benedizione»
Michael si risvegliò dai suoi pensieri -davvero poco casti- sulla ragazza e si voltò verso l'amico.
«E tu come la conosci?» chiese accigliato.
Calum alzò le spalle ordinando due vodka alla pesca «Fa letteratura inglese con me, è quella che mi para sempre il culo nelle interrogazioni. Un asso quando si parla di Shakespeare»
Michael collegò le parole di Calum a quelle di Margaret.
Il lunedì seguente l'avrebbe cercata per tutta la scuola, costo di girare in torno tutta la giornata.
«É bellissima» sussurrò osservando il punto in cui era svanita.
Calum gli diede delle pacche sulla spalla «E anche intelligente, molto. Per questo dico che non è il tuo tipo»
Michael si finse offeso e «Vaffanculo, Cal»
(OS di 3929 parole, vi ho avvisati)
Genere: Erotico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LOST BOY


Si erano incontrati a un loro concerto in un pub di periferia chiamato "Blues", quello che, per intenderci aveva la scritta azzurra al neon e la terrazza che dava sul mare, quello dove ti offrivano da bere anche se eri minorenne e l'erba veniva venduta a prezzi stracciati.
Fu in quel locale gremito di gente che la vide.
Era in prima fila con in mano un bicchiere di Black Russian tant'è che Michael si chiese come potesse una ragazza così piccola bere un drink del genere senza collassare per terra, ancora non sapeva che lei riusciva a reggere l'alcool anche meglio di lui che ne usciva sempre sconfitto dalla gara di shottini.
Appena salì sul piccolo palco allestito solo per loro, la noto subito perché era senza ombra di dubbio splendida, di una bellezza quasi imbarazzante.
La guardò  per tutta la serata, osservando il viso ovale, gli zigomi alti, gli occhi verdi -come i suoi ma molto più belli- leggermente a mandorla, i capelli biondi e le labbra cuoriformi. Indossava un crop top a fiori rosa che metteva in risalto le sue forme e dei pantaloncini a vita alta neri scoprendole le gambe che -accidenti!- erano anche più belle di quelle di Luke.
Fecero qualche cover, Calum era il più carico di tutti quella sera, era il padrone del palco e aveva gli occhi di tutti puntati addosso. Tutti tranne quelli della ragazza bionda che fissavano lui, Michael Clifford.
Subito scosse la testa pensando che in realtà tutta quell'attenzione era rivolta a Ashton che suonava la batteria dietro di lui oppure a Luke, da sempre il più ammirato e desiderato tra i quattro.
«Bene ragazzi, questa è la nostra ultima canzone» annunciò Luke scatenando le urla di alcune ragazze che non aspettavo anche che scendesse dal palco per potersi presentare e lasciare il numero di telefono al bel biondino.
Michael scosse nuovamente la testa pensando che quello era il momento peggiore perché mentre i suoi amici erano circondati da ragazze, lui andava a farsi un paio di birre o a fumare fuori. Da solo.
Non aveva le braccia muscolose come quelle di Calum o le fossette di Ashton per cui le ragazze andavano matte o tanto meno l'aspetto angelico di Luke.
Prese in mano la chitarra e si avvicinò al microfono.
«Don't wanna be an American idiot.
Don't want a nation under the new mania.
And can you hear the sound of hysteria?
The subliminal mind fuck America
»
Cantava con gli occhi chiusi, troppo preso dalla musica e dal ritmo. Una scarica di adrenalina gli attraverso la schiena come ogni volta che sfiorava il microfono o le sue mani accarezzavano le corde della sua chitarra.
Quella era vera ecstasy.
Altro che hashish, vodka o sesso nei bagni del Blues con qualche sconosciuta, la musica era l'unica fonte di benessere e distrazione di Michael.
Luke proseguì la canzone ammiccando a qualche ragazza che squittì felice circondata dalle amiche che la guardavano con invidia.
Michael non poté non sghignazzare e quando spostò lo sguardo sul pubblico la bionda lo stava ancora osservando con curiosità, come se volesse cogliere qualcosa.
Terminarono la canzone con Ashton che diede degli ultimi e decisi colpi di batteria.
«Noi siamo i 5 Seconds of Summer, grazie per averci ascoltato» ringraziò Luke facendo esplodere la folla che iniziò a battere le mani.
Si riunirono al certo del palco, facendo un piccolo inchino mentre alcuni urlavano il nome della loro band, era un momento magico quello perché gli faceva capire che le ore passate nel garage di casa Hood erano state ben spese. Il sorriso sul volto di Michael si spense nel momento in cui, alzando lo sguardo, vide che la ragazza bionda era sparita.


Michael fu il primo a scendere dal palco per dirigersi al bancone e ordinare qualcosa di forte, di molto forte.
Sapeva che i suoi amici lo avrebbero raggiunto dopo perché un branco di ragazze li avrebbero intrattenuti con i loro complimenti e Michael cercò di non sentire quello strano dolore all'altezza del petto.
«Bello spettacolo» parlò una voce alle sue spalle «Però uno dei cantanti mi sembrava abbastanza distratto»
Michael spostò lo sguardo di lato dove la misteriosa ragazza bionda aveva appena preso posto sullo sgabello affianco al suo che ghignava.
«Perché non sei lì con gli altri circondato da ragazze?» chiese prendendo un sorso del suo drink.
Michael alzò le spalle «In ogni band c'è sempre quello che viene acclamato più di tutti e quello meno apprezzato» alzò le spalle «Cose che capitano»
La ragazza lo scrutò attentamente «Non direi così»
«Ma lo è, invece» precisò lui «Non mi pare che ci sia una coda di ragazze dietro di me come gli altri»
Non voleva fare la figura della vittima ma possibile che non capisse quanto ci stesse male?
La bionda scosse la testa «Però io sono qui con te, ed eri tu che fissavo durante il concerto, non gli altri»
Michael si lasciò sfuggire un sorriso «Come ti chiami?»
La ragazza lo squadrò dall'alto in basso «Margaret»
Margaret: un bel nome per una bella ragazza.
Aprì la bocca per parlare ma la ragazza, Margaret fu più svelta.
«É stato un piacere parlare con te, Michael Clifford ma ora devo proprio andare» si alzò barcollando dallo sgabello e dopo avergli lasciato uno sguardo che lui non seppe decifrare, lo salutò con un segno della mano.
«Aspetta» la fermò per un polso «Non mi lasci nemmeno il tuo numero di telefono? Cosa dovrei fare per... Ehm, vederti di nuovo?»
Margaret sorrise «Sono certa che ci rivedremo, magari anche nell'ultimo posto in cui ti immagini di trovarmi» sussurrò per poi tornare sui suoi passi e voltargli le spalle.
Michael la squadrò da capo a piedi soffermandosi sui suoi fianchi snelli che ondeggiavano sui tacchi vertiginosi che indossava.
«Fatto conquiste, Mike?» chiese Calum sedendosi vicino a lui affiancato da una rossa che osservava l'amico con ammirazione «Margaret è davvero splendida, hai la mia benedizione»
Michael si risvegliò dai suoi pensieri -davvero poco casti- sulla ragazza e si voltò verso l'amico.
«E tu come la conosci?» chiese accigliato.
Calum alzò le spalle ordinando due vodka alla pesca «Fa letteratura inglese con me, è quella che mi para sempre il culo nelle interrogazioni. Un asso quando si parla di Shakespeare»
Michael collegò le parole di Calum a quelle di Margaret.
Il lunedì seguente l'avrebbe cercata per tutta la scuola, costo di girare in torno tutta la giornata.
«É bellissima» sussurrò osservando il punto in cui era svanita.
Calum gli diede delle pacche sulla spalla «E anche intelligente, molto. Per questo dico che non è il tuo tipo»
Michael si finse offeso e «Vaffanculo, Cal»





La prima volta che Michael chiese a Margaret di uscire fu qualche mese dopo.
Il lunedì seguente l'aveva aspettata davanti al suo armadietto e non si dimenticherà mai il sorriso che lei gli rivolse appena lo vide.
«Non pensavo che Calum fosse così un ficcanaso» disse accompagnando la frase con un sorriso «Volevo vedere quanto tempo ci mettevi ad arrivarci da solo»
Michael alzò le spalle «A cosa servono gli amici se non ti danno le soffiate?»
La bionda sorrise appena iniziando a cambiare i libri nell'armadietto.
«Sei libera oggi pomeriggio?» chiese Michael una volta preso coraggio, coraggio che perse non appena incontrò i suoi occhi verdi.
«Io sono sempre libera, c'è scritto nella costituzione»
Per tutta risposta il ragazzo arrossì portandosi una mani tra i capelli viola «Si, intendevo un... Chiamiamo la uscita da amici, ti va?»
Margaret sorrise «Chiedimelo domani»
E il giorno dopo Michael si fece trovare al suo armadietto con un sorriso stampato in faccia non appena la vide arrivare.
«Chiedimelo domani» rispose ancora la bionda alla proposta di Michael.
Ricevette quella risposta ben diciannove volte, tutti i giorni Michael si faceva trovare davanti al suo armadietto con un sorriso enorme stampato sulla faccia, un sorriso che purtroppo veniva spento dalle parole della bionda.
«Chiedimelo domani, Michael»
Quel giorno però Michael non se ne andò via con l'autostima a terra e il cuore a pezzi, ma le rispose a tono.
«Senti Margaret, è passato un mese da quando ti ho chiesto di uscire, un mese e mezzo da quando ti ho vista al Blues e da quel momento non faccio altro che pensare a te. Se non mi vuoi dimmelo almeno la smetterei di illudermi con il tuo "Chiedimelo domani"»
Margaret rimase senza parole «Non è che non ti voglio, è che ho paura di deluderti in qualche modo. Ho paura di non poterti desiderare come vorrei davvero» sussurrò a voce bassa, la testa nascosta per la vergogna nell'armadietto.
Quelle parole lo colpirono al cuore perché non si sarebbe mai aspettato che una come lei non si sentisse abbastanza per uno come lui.
«Non mi deluderai mai, Megs. Sei esattamente ciò che voglio» sussurrò lasciandole un bacio sulla guancia per poi avviarsi verso il suo armadietto.
«Michael!» si sentì chiamare «Sì, voglio uscire con te»

Michael non fu mai così tanto sdolcinato come quella volta. Quel weekend la portò al planetario di Sidney* e lasciò una mancia al custode per farli dare da soli una mezz'oretta in modo da non essere disturbati.
Era bellissima quel giorno, indossava una maglietta dei Beatles -che poi scoprì essere la sua band preferita assieme ai Rolling Stones- e dei pantaloncini corti che le calzavano a pennello, era un look molto più semplice rispetto a quello che aveva visto la sera del concerto e decisamente migliore della divisa scolastica che indossava sempre a scuola.
«É bellissimo, Michael» sussurrò lei stringendosi al petto del ragazzo.
«Volevo vedere le stelle con te sulla spiaggia stasera ma il meteo prevedeva nuvole, così ho trovato questa piacevole alternativa» disse sorridendo e stringendola a sé, passò un braccio attorno alle spalle della bionda giocando con una sua ciocca di capelli.
«Tu conosci qualche costellazione?» chiese Margaret che ringraziò l'oscurità che le copriva il rossore sulle guance.
«Uhm... No» disse «Però se guardi attentamente lì riesci a vedere un cuore» indicò alcuni punti che Margaret non riuscì pienamente a cogliere.
«Sai, quando mi hai detto che mi avresti portata al planetario di Sidney ho lasciato venti dollari al custode per farci stare soli» confessò lei imbarazzata.
Michael non poté trattene le risate «Brutto idiota, non c'è niente da ridere» lo riprese Margaret sentendosi ferita.
«Non rido di te» spiegò Michael «Ma vedi, mentre tu eri in bagno ho dato quindici dollari al custode per avere la stanza solo per noi»
A quel punto Margaret tirò un respiro di sollievo e rise assieme a Michael.
«Non ci credo che hai fatto una cosa del genere per me» disse Margaret piano
Michael rise appena «Oh, non sai cosa farei per te»
Nessuno dei due parlò per una manciata di minuti, Michael continuava ad aprire e chiudere la bocca cercando le parole giuste da dirle quando Margaret si alzò e si sedette a cavalcioni su di lui facendogli strabuzzare gli occhi dalla sorpresa.
Fece le ribattere quando sentì le labbra di Margaret premere sulle sue quasi con urgenza. Le loro labbra si muovevano assieme come se non avessero fatto altro in vita loro.
Margaret gli morse il labbro inferiore per poi leccarlo e prenderlo tra le labbra succhiando lentamente.
«Se questo è un sogno per favore, non svegliatemi» sussurrò lui accarezzando le gambe scoperte.
La ragazza sorrise nel bacio approfondendolo e si strinse al corpo di Michael che si lasciò scappare un gemito, quella ragazza sarebbe stata la sua rovina.
«Sei così bello Mikey» disse tra un bacio e l'altro «A volte penso che tu non sia reale»
A quelle parole Michael sussultò perché quelle parole, pronunciate dalla ragazza che non lo fa dormire da più di un mese gli fecero bruciare il petto dall'emozione.
«Tu sei splendida Megs» parlò «E ne è valsa la pena di aspettare un mese per uscire con te se questa è la ricompensa»
Rimasero lì un altro po' accoccolati a scambiarsi dei baci che mandarono Michael in una nuova dimensione finché il custode chiese di uscire per far entrare altri visitatori.
Le stelle non le avevano nemmeno guardate, alla fine.





La prima volta che fecero l'amore, Michael finalmente capì quali furono le preoccupazioni di Margaret.
«Margaret, io non capisco perché ti tiri sempre indietro» sbottò una sera a casa Clifford quando i suoi genitori erano andati fuori città per un weekend «Non... Non ti piace il mio corpo?» chiese con un tremolio nella voce.
Da sempre aveva invidiato i suoi migliori amici per i fisici statuari che non si vergognavano di mostrare ogni volta che andavano al mare. Michael, con la scusa della pelle troppo chiara e sensibile al sole se ne stava sempre in disparte con la T-shirt a coprirgli il corpo.
Non aveva delle braccia muscolose, tanto meno i pettorali o gli addominali.
Quelle parole fecero sobbalzare Margaret perché gli aveva ripetuto in più occasioni che la sua pancetta da birra fosse sexy e che le piaceva anche senza la tartaruga o i bicipiti grossi.
«No, Mikey. Io... Io amo il tuo corpo solo che...»
«Solo cosa? Megs dimmi dove sbaglio o impazzirò» sbuffò Michael mettendosi le mani tra i capelli.
«Cazzo, Michael. Sono frigida» buttò fuori quelle parole con la voce rotta dalle lacrime.
Michael rimase imbambolato qualche secondo «C-cosa?»
Margaret singhiozzò «Hai capito bene. Quando stavo col mio ex abbiamo... Va beh hai capito cosa e io non... Non ho sentito niente e allora-»
Venne interrotta dal ragazzo che si avvicinò a la strinse a sé «Non hai mai pensato che forse è il tuo ragazzo che ha sbagliato e ti ha dato la colpa solo per orgoglio maschile?»
Margaret tirò su col naso asciugandosi le lacrime coi polsi «Ho paura che vada male anche con te e che tu mi lasci»
Le parole le morirono in gola appena Michael poggiò le sue labbra sulle sue cercando in infonderle tutto il suo amore.
«Lascia che ti faccia ciò che sogno da sei mesi e smentiremo questa calunnia infondata» sussurrò per poi iniziare a baciarle il collo scendendo fino alla scollatura della canottiera.
Un sospiro mal trattenuto sfuggì dalle labbra di Margaret che portò la mani tra i capelli di Michael.
Alternava i baci ai morsi, succhiando e leccando quella pelle che non l'avrebbe mai saziato abbastanza.
Lentamente sfilò la canottiera iniziando ad accarezzarle la pelle liscia della schiena, baciò le sue clavicole e le pizzicò i fianchi.
«Ahi, Michael» borbottò.
Il ragazzo non disse nulla e continuò il suo percorso di baci scendendo fino all'incavo dei seni per poi scendere fino al l'ombelico e al bordo dei jeans.
Margaret, nel vedere il suo ragazzo inginocchiato davanti a lei la fece tremare.
Con i denti slacciò il bottone dei suoi skinny jeans a abbassò la cerniera con le dita facendoli scendere ai piedi e poi allontanarli via alla meno peggio. L'aveva vista in intimo così tante volte che aveva perso il conto ma era come se quella volta fosse diverso.
«Mi piacciono le tue mutandine con l'ape» sussurrò rialzandosi in piedi.
Margaret rise e si lasciò prendere in braccio da Michael facendola sedere su di sé sul letto.
«Spogliami Megs» sussurrò baciandole il collo.
Margaret non se lo lasciò ripetere e iniziò a sbottonare la camicia del ragazzo mentre lui le slacciò il reggiseno e iniziò a baciarla in quel punto. Vide la ragazza buttare la testa all'indietro e sospirare il suo nome e -accidenti!- era il suono più bello che avesse ma sentito.
«Dio Margaret» sospirò quando lei si mosse involontariamente sul cavallo dei suoi jeans «Così mi farai morire»
Margaret accarezzò ogni centimetro del petto e della schiena di Michael graffiandogliela quando lui iniziò a succhiare il suo capezzolo con più insistenza.
In pochissimo tempo Michael si sbarazzò dei suoi jeans rimanendo in boxer.
«Pronta a smentire quel cretino?» sussurrò lui baciandole ancora.
«Mikey... Io però ti ho avvisato» balbettò.
Michael fece finta di niente e si stese facendo inginocchiare Margaret davanti a lui, con le ginocchia che gli sfioravano i fianchi e con qualche mossa impacciata riuscì a levarle le mutandine.
«Dio se sei bella Megs» sussurrò facendola arrossire e l'avvicinò facendola sedere sul suo petto.
«Sei pronta?» chiese lanciandole un'ultima occhiata.
Margaret annuì e si abbandonò completamente alle attenzioni di Michael che iniziò ad accarezzarla con la sua lingua nel centro. Strofinò il naso contro il punto più sensibile e succhiò sorridendo soddisfatto quando la sentì sospirare e stringergli i capelli.
Aveva ragione, il suo ragazzo di prima era un coglione.
Quelle parole furono come una scarica elettrica tant'è che si mosse con più intensità finché Margaret non fu scossa dal piacere e urlò il suo nome con la mani tra i capelli di lui.
Esausta si sdraiò al suo fianco a cercare di riprendere il respiro e Michael giurò di non aver mai visto nulla di più bello di lei riprendere fiato dopo aver urlato il suo nome.
«Cosa aspetti a chiamare il tuo ex e dirgli che è un inetto?»
Margaret rise e si sporse per baciarlo «Grazie» sussurrò.
«Ma grazie a te, amore» rispose «Ma sappi che non abbiamo ancora finito»
La lasciò distesa e puntellandosi sui gomiti per non pesarle si posizionò sopra di lei tra le sue gambe lunghe e belle.
«Dimmi te quando posso» le disse baciandole il collo.
«Vai Michael»
Con una spinta entrò in lei.
Michael si mosse sapientemente, baciando ogni centimetro della sua pelle infondendole un piacere che mai si dimenticherà.
Margaret graffiava la schiena di Michael come a marchiarlo perché era suo.
Si appartenevano come mai era successo prima, erano una cosa sola adesso.
Quando il piacere la pervase legò le gambe al bacino di Michael e dopo un altro paio di spinte più decise e profonde vennero l'uno nella braccia dell'altro.
«Oh mio Dio, Michael» sospirò lei appoggiando la testa sul petto del ragazzo.
«È stato bellissimo» sorrise lui «ora riposati che poi facciamo un secondo round, che ne dici?»
Margaret rise e lasciandogli un bacio sul naso «Sei incredibile»





Le cose stavano andando per il meglio, si amavano da un anno e la band diventava di giorno in giorno più conosciuta sul web e a Sidney.
Per questo Michael non riusciva a credere alle parole che aveva trovato sulla lettera appressa alla porta di casa sua rientrando dopo le prove con la band.
"Scusa Michael ma devo partire, ti prego non odiarmi. É il meglio per entrambi"
Michael non dormì per due mesi, stava troppo male per quella situazione.
A turno i ragazzi andavano a fargli visita e a tirargli su il morale.
E si ricorderà per sempre quel giorno in cui Luke corse a casa sua.
«L'ho vista» disse piegato sulle ginocchia «Era in centro con una ragazza mora, le ho seguite senza farmi vedere sono in via San Patrick al numero civico 143»
Michael scattò subito in piedi dal letto e si vestì in fretta «Luke, ti prego, portamici» disse infilandosi la prima maglia che trovò per terra «La devo vedere, devo capire perché mi ha abbandonato»
«Michael, calmati però» cercò di calmarlo «Sono certo che c'è una spiegazione. Insomma, lei ti amava davvero e probabilmente ti ama ancora»
«Non la difendere Luke» lo accusò «E ora andiamo»
Il viaggio in macchina durò una mezz'oretta, a ogni semaforo rosso Michael sentiva la rabbia ribollirgli nelle vene e appena scartava il rosso incitava Luke a premere sull'acceleratore.
«Siamo arrivati» disse il biondo accostando la macchina «Come vuoi procedere?»
Michael ci pensò un po' su, in realtà non aveva un piano ben preciso.
«Io direi di aspettare che esca, se citofoni non ti aprirà mai» suggerì Luke
«Buona idea»



Passò un'ora e la porta della villetta a schiera era ancora chiusa e Michael iniziava a perdere la pazienza.
Per quei mesi l'aveva cercata ovunque arrivando alla conclusione che si fosse trasferita all'estero invece era dall'altra parte della città.
«Hai dato un titolo alla canzone?» chiese Luke indicando i fogli che Michael teneva in grembo.
«Penso che la chiamerò "Lost Boy"» spiegò alzando le spalle «É come mi sento»
«Posse leggerla?»
Michael non obiettò e passò i fogli all'amico che iniziava ad annoiarsi a stare in macchina e giocare a Ruzzle da solo.
«É bellissima, Michael» sorrise riconsegnandogli i fogli «Sarà un succes- Michael!» Luke indicò un punto alle sue spalle.
Appena Michael si girò il suo cuore perse un battito.
Margaret.
Era leggermente ingrassata e aveva tagliato i capelli ma per il resto era sempre la sua solita Megs.
«Devo andare a parlarle» sbottò Michael uscendo di fretta dalla macchina senza dare ascolto alle parole di Luke.
«Margaret» la chiamò
Margaret sentì il sangue gelare nelle sue vene e quando si girò aveva già gli occhi lucidi.
«M-Michael...» balbettò
«Cosa. Cazzo. É. Successo. Margaret» scandì bene ogni parola «Ti avevo detto che non mi avresti mai deluso, invece mi sbagliavo. Sono così incazzato con te che manco ti immagini»
Margaret si guardò attorno «É meglio se parliamo con calma a casa»


Michael scoprì di essere a casa di Melissa, una compagna di università di Margaret che l'aveva ospitata per tre settimane, prima era a Canberra dai nonni.
Quando Margaret rientrò nella stanza teneva in mano dei fogli e Michael pensò si trattasse di alcune lastre ma quando la ragazza glieli porse capì di essersi sbagliato.
«C-cosa significa? Margaret, cosa sono queste ecografie?» chiese alzando la voce.
«Circa tre mesi fa ho scoperto di essere incinta» spiegò iniziando nuovamente a piangere «E sapevo che tu non volevi figli e io... Oh Michael sapessi la paura che ho avuto in quel momento. Sono stata malissimo e ogni giorno volevo chiamarti ma poi... Poi l'ho perso, Michael. Ho perso il nostro bambino e anche se tu non lo volevi io lo avrei tenuto. Me lo immaginavo di già, un piccolo te correre per casa e... Poi sono tornata ma non ce la facevo a passare davanti a casa tua senza piangere ancora. Mi dispiace così tanto» i singhiozzi si fecero più forti e Michael l'abbracciò a sé come solo sui era in grado di fare.
«Lo avrei tenuto» sussurrò, voleva recitare la parte di quello forte quando la voce lo tradì subito «Mi sarei preso cura di entrambi»
Margaret strinse la presa «Non mi odi?»
La odiava? No.
Era incazzato, deludo, shoccato ma non la amava troppo e le avrebbe perdonato tutto.
«No, non riuscirei mai» le baciò la testa «ti ho scritto così tante canzoni, ti ho sognato così tanto notti che era come se fossi sempre con me. A volte mi sembrava di vedere il tuo viso ovunque»
 Adesso anche lui piangeva, i singhiozzi di Margaret e i loro respiri affannati erano le uniche cose che rompevano il silenzio.
«Avremo il nostro bambino, Megs» sussurrò «Te lo prometto»





E Michael ci aveva davvero provato a mantenere la promessa ma con l'università di lei e l'imminente tour della band assieme agli One Direction erano stati degli ostacoli che riuscirono a separarli.
Eppure Michael era certo di amarla ancora: la vedeva tra le fan, sentiva la sua voce chiamarlo nel cuore della notte e i suoi occhi erano sempre impressi nella sua mente.
«Questa canzone» disse al microfono tra i flash delle macchine fotografiche e le urla delle fan in delirio «É per una persona speciale, una persona che amo. La prossima canzone si intitola Lost Boy»
Ogni volta che scendeva dal palco era circondato da fans che lo cercavano, che dicevano di amarlo e che era stupendo, ma Michael si ricorderà sempre di quella volta in cui dopo aver cantato al Blues aveva incontrato Megs perché era vero: senza di lei era un ragazzo perso, un ragazzo perso.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Non so come mi sia venuta in mente questa OS davvero diabetica, forse é la non voglia di finire (meglio dire iniziare) i compiti delle vacanze.
Ci ho messo tutta la mattina e buona parte del pomeriggio per scrivere questa storia dalla bellezza di ben 3939 parole (complimenti se siete arrivati a leggere fino qui senza morire di vecchiaia ahah), quindi ci terrei a sapere se ci é piaciuta magari con una recensioncina :) soprattutto per la parte hot, non ne sono molto pratica e beh, non vorrei essere sembrata troppo esplicita o volgare.
Buona epifania e buon rientro a scuola a tutti!
Bacissimi,
Megghy <3



P.s. Che bello é Michael nella foto? Mi ucciderà quel ragazzo.
 
p.s.2 *è inventato ma sono piuttosto di sicura che a Sidney ci siano dei planetari

 
  
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