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Autore: _Fire    06/01/2015    4 recensioni
Conosco una storia. Parla di due persone che si sono amate.
Magnus e Alec. Alec e Magnus.
Ma a chi interessa una storia che parla d’amore e di morte?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18.
Don't ever want to see the morning light

 


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Efp mi ha alterato il numero dei capitoli, in realtà questo è il 19, ma comunque non ne manca nessuno, seguite la mia numerazione. Potete tranqullamente leggere^^ Enjoy!
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«Tra due settimane potrà tornare a casa.» comunicò il dottor Smith ad Alec e Magnus con un sorriso. Quei due ragazzi gli piacevano, ed era chiaro quanto si amassero: solo uno sciocco non se ne sarebbe accorto. Era sinceramente felice per loro, ce l’aveva messa tutta per curare Magnus e, quando aveva visto lo sguardo di Alec che lo cercava nell’ospedale, aveva visto quella situazione come una sfida personale. Non voleva assolutamente che passasse quello che aveva passato lui.
Alec gli rivolse un sorriso di gratitudine, poi tornò a guardare Magnus, in un modo che sapevano fare solo gli innamorati. In quel momento, il dottor Smith si sentì di troppo, come se si stesse intromettendo in qualcosa di intimo. Si voltò e uscì, per nascondere gli occhi che stavano cominciando a diventare lucidi. Catherine sarebbe stata contenta per loro.
Quei due si guardavano proprio come lui aveva guardato sua moglie.
 
 
«Alexander mi stai ascoltando?» sbottò Magnus, quando finì il suo discorso su qualcosa che Alec non ricordava. Era seduto ai piedi del letto del ragazzo, mentre lui stava al centro del letto con la schiena appoggiata ad una pila di cuscini.
«Uhm?» borbottò quindi Alec, arrossendo furiosamente perché era colpevole. Magnus gli rispose con un’occhiataccia, e lui alzò le mani in segno di resa. «Okay, lo ammetto, ero distratto. Sei bellissimo.»
L’altro ridacchiò, non del tutto convinto. Le guance erano scavate perché non mangiava da un po’, aveva profonde occhiaie, ma gli occhi verdi brillavano sempre. «Anche così?» sussurrò Magnus, un po’ insicuro.
«Anche così.» annuì Alec, baciandogli il palmo della mano.
«Sei un adorabile bugiardo.» ribatté lui, girandosi per afferrare un cuscino da dietro la sua schiena e lanciarlo ad Alec che, impreparato, non riuscì a bloccarlo e gli arrivò dritto in faccia.
Alec lo buttò a terra, cercando di fingersi arrabbiato, con le guance rosse e i capelli corvini spettinati. Magnus alzò un sopracciglio come per dire “che vuoi farci?” e un sorriso sornione si allargò sul suo volto, prima che scoppiasse a ridere.
Dopo un po’ però, le risate si spensero e sul volto di Magnus comparve una smorfia di dolore mentre si toccava le costole. Alec sistemò immediatamente i cuscini e lo fece stendere, mentre lui chiudeva gli occhi. Alec gli accarezzò i capelli e gli baciò la fronte. «Riposati.» gli sussurrò.
Magnus gli afferrò il polso. «Resta
Una sola parola, un sussurro. Non appena Alec la udì, sorrise dolcemente e si sistemò vicino al fidanzato, che avvolse le braccia intorno alla sua vita e poggiò la testa nell’incavo tra la testa e la sua spalla. Poi si addormentò così e Alec strinse forte le sue braccia, come se volesse tenerlo stretto a se’ in modo che non potesse mai scivolare via da lui.
 

Una settimana dopo
Quel giorno era il compleanno di Magnus. Alec era uscito la mattina presto per comprargli la colazione e portargliela a letto appena sveglio.
«Sai come prendo il caffè.» notò Magnus sbadigliando, prima di afferrare il bicchiere.
«Ovviamente.» disse Alec, scuotendo le spalle, poi gli porse un cornetto.
«Non ne ho voglia.» si lamentò Magnus con il broncio, buttandosi all’indietro sui cuscini. Si sentiva così depresso. Adorava il giorno del suo compleanno (e le feste): aspettava quel momento da tempo, perché l’avrebbe trascorso in compagnia di Alec – e lui c’era, ma di sicuro non era così che se l’era immaginato.
A quelle parole lo sguardo di Alec si incupì e cominciò a guardarsi le mani, che si stava torturando. Magnus si sentì male, perché era colpa sua se Alec stava così. Quando parlava a telefono con Isabelle, ogni tanto lo sentiva piangere ed era in quei momenti che si malediceva, perché stava facendo male alla persona che amava di più.
Magnus cercò di sorridere e strinse la mano di Alec. «Magari lo mangio più tardi.»
Alec sorrise piano e annuì. Poi si stese accanto a lui e passarono il tempo guardando qualche programma con il minuscolo televisore che Magnus si era fatto portare da casa. Dopo un paio d’ore però la stanchezza ebbe la meglio, e lui cadde addormentato.
 

Alec scivolò giù dal letto e uscì dalla stanza attento a non fare rumore. Chiuse piano la porta e chiamò Isabelle, che rispose immediatamente. «Alec?»
«E’ tutto pronto?» chiese lui.
«Saremo lì tra mezz’ora. Ci sono tutti
«Fantastico.»
«A più tardi.»
«Aspetta, Isabelle…grazie
«Come faresti senza di me, fratellone?»
Alec rise e attaccò. Rientrò nella stanza e trovò Magnus sveglio, seduto sul letto. Si sbrigò a cancellare il sorriso dalla sua faccia, cosa che non fu tanto difficile vedendo l’espressione del ragazzo, ma non doveva lasciarsi distrarre. Lo show era appena iniziato. Magnus lo guardò e, capendo che non aveva intenzione di parlare, gli chiese: «Era di nuovo Isabelle?»
«Sì…e ho incontrato anche i dottori. Vogliono vederti.» gli comunicò.
Magnus chiuse gli occhi per impedirsi di piangere e strinse i pugni. «Gli avevo chiesto un giorno di tregua. Almeno uno.» sibilò.
«Lo so, e mi dispiace. Ma dobbiamo andare.» Alec gli porse un jeans e una maglietta nera con lo scollo a V.
«Devo anche vestirmi bene?» disse Magnus con sarcasmo.
Alec lo rimproverò con uno sguardo, poi lo aiutò a vestirsi. Magnus provò ad alzarsi, ma non riusciva a fare due passi senza aver bisogno di sedersi. Non capiva cosa Alec gli stesse nascondendo, tutto quel suo interessamento perché si sistemasse…alla fine lasciò perdere si accasciò sulla sedia a rotelle che gli aveva portato. Alec lo condusse davanti a una porta nera. La aprì e si spostò di lato.
Magnus non credeva a quello che aveva davanti.
«Sorpresa!» gridava un gruppo di persone sotto uno striscione con la scritta “Buon Compleanno Magnus
Il festeggiato era quasi commosso e lanciò uno sguardo di gratitudine ad Alec, che aveva organizzato tutto e aveva sopportato i suoi capricci. Lui ricambiò lo sguardo e sorrise, prima di spingere la sedia dentro la stanza. A destra c’era un tavolo lunghissimo pieno di bevande, cibi, regali e biglietti d’auguri. Magnus scrutò tutti i visi nella sala, man mano che i presenti si avvicinavano per abbracciarlo. C’erano i suoi più vecchi amici, Catarina e Ragnor, il suo amico Woosley Scott, Will Herondale e Tessa Gray in compagnia di Jem Carstairs e persino quel ragazzino scorbutico di Raphael Santiago. Ovviamente c’era anche la famiglia di Alec: Jace e Isabelle, accompagnati da Clary e Simon, che aveva portato dei suoi amici, Maia, Jordan e Bat, che si occupava della musica.
Forse non era la festa che aveva immaginato, ma in quel momento era così felice che pensò che non sarebbe potuta essere più bella.
 

Quando tutti se ne furono andati, Alec si lasciò cadere sul divano, dove era seduto anche Magnus: era sfinito dato che aveva dovuto pensare a tutto, anche se con l’aiuto di Isabelle, ovviamente. Ma lei adorava le feste, quindi si era divertita.
«Buon compleanno, Magnus.» gli disse Alec. «Non ho avuto modo di dirtelo prima.»
«Tu hai fatto tutto questo per me
«Solo per te.»
Magnus gli prese il viso tra le mani e lo baciò con passione, accarezzandogli le guance rosse con le dita. «Ti amo così tanto.» sussurrò contro le sue labbra.
«Anche io.» rispose Alec e poi si allontanò. «Non ti ho ancora dato il mio regalo.» si giustificò. Si alzò e prese l’ultimo pacco rimasto sul tavolo, poi lo porse a Magnus con un sorriso timido.
«Ti ho regalato una stella.» spiegò, quando l’altro aprì il regalo e trovò un certificato.
«Si chiama Alexander.» lesse Magnus.
«Sì» confermò lui, arrossendo. «Non le ho dato il tuo nome perché c’è già una stella di nome Magnus, solo che è qui sulla Terra. Ho deciso di chiamarla come me così ogni volta che ti mancherò ti basterà alzare gli occhi e guardare in cielo. Allora la vedrai, la tua stella che brilla solo per te…e saprai che ti sto guardando anche da lassù.»
Magnus gli strinse la mano, commosso. «In questo caso non vorrei più vedere la luce del giorno.»


 


Note di un'autrice depressa per la fine delle vacanze (è ancora il 23 dicembre, vero?)

Dopo aver passato la giornata a ripetere greco (la gioia) ho deciso di aggiornare.
Stranamente, questo capitolo mi piace (quasi). Ci tengo molto, perché
è personale e lo sento molto mio. Quindi spero che sia piaciuto anche a voi
Che dire, avete passato buone vacanze? Io ho finito una trilogia e le cinque
stagioni di The Walking Dead (molto produttiva, mi dicono)
La befana vi ha portato i dolci?
Okay, sto disagiando. (quanto amo questo termine)
Quindi vado, ma mi farebbe molto piacere se passaste nella mia pagina
d'autrice facebook, per aggiornamenti su quando pubblico e spoiler. (sì, spoiler) 
https://www.facebook.com/pages/Fire-Efp/1519201814958472?sk=timeline


Uh, piccola precisazione: l'idea della stella come regalo è ispirata a glee.

***
Ringrazio tutti quelli che leggono 

Ringrazio Life before his eyes, stella13, annabeth lightwood, Alessia_Lightwood, Trislot, dragon24,
mrslightwood_ e _Marty01_ per le recensioni allo scorso capitolo. Vi adoro. *lancia cioccolata* 

Un abbraccio, 
Fire.
 
   
 
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