«Nani
cattiva, Nani cattiva!»
La ragazza sospirò: «Stitch, ti prego, non fare
così...»
Ma il piccolo alieno blu non le diede retta e si rifugiò in
cameretta sbattendo
la porta. Come sempre.
Le faceva male vederlo così, ma proprio non sapeva come porvi
rimedio. Era
nella natura delle cose, anzi, era nella sua
natura. Ma non in quella di Stitch.
In fondo non era colpa sua. Lui era stato creato per essere un
distruttore di
pianeti, nella sua logica non c'era spazio per concetti complicati come
evoluzione, cambiamento o, peggio
ancora, crescita. E così, quando la
piccola bambina che gli aveva cambiato l'esistenza e con cui aveva
giocato per
così tanto tempo era diventata sempre meno bambina
e sempre più donna, Stitch a un certo
punto non l'aveva più riconosciuta, ma si era convinto di avere
davanti la
sorellona rompiscatole ma gentile a cui era sì affezionato, ma
che non era
Lilo. Come se non bastasse, non trovando più l'amica di sempre,
aveva iniziato
ad accusarla di averla nascosta, di avergliela portata via per qualche
misteriosa ragione che non riusciva a comprendere. Avevano provato a
spiegarglielo in ogni modo, ma non c'era stato nulla fare.
Da
bambina era riuscita a compiere un piccolo miracolo, ma forse ormai
aveva
passato l'età delle meraviglie da fare e da scoprire. O forse
più semplicemente
era un concetto al di fuori della sua natura di eterno bambino. Un
Peter Pan
blu e alieno.
Jumba si era proposto persino di fargli una sorta di aggiornamento
mentale, ma
Lilo si era fermamente opposta: un’operazione del genere avrebbe
significato
cambiare forzatamente la sua natura, e lei non voleva. Lei voleva solo
il suo Stitch. Anche se lei non poteva più
essere la sua Lilo.
Non le restava che sperare che il lavoro che aveva fatto anni prima per
renderlo buono fosse permanente e che non saltasse mai in testa a
Stitch di
cercarla radendo al suolo il pianeta...
«Tu
stare tranquilla, Jumba con suo grande e immenso genio ha risolto
problema!»
Lilo lo guardò speranzosa: «Ci sei riuscito?»
Il grosso alieno sorrise: «Certo, tu dubita di me?»
Un'altra voce stridula intervenne da lontano: «Avrebbe tutte le
sue buone
ragioni visti i precedenti!»
«Zitto,
Pleakley, tu dare me sempre contro!»
Lilo
rise. No, in tanti anni quei due non erano cambiati neanche un po'.
Jumba cercò di darsi un contegno: «Dopo lunghe ricerche e
grazie a tuoi campioni
di DNA presi di nascosto...»
Lilo
lo guardò preoccupata: «Miei campioni di DNA?»
Pleakley,
facendo capolino dalla stanza affianco, intervenne: «Certo,
abbiamo preso i
tuoi capelli dalla spazzola, le tue unghie tagliate dal cestino del
bagno e
anche la tua saliva dall'apparecchio per i denti! Tra l'altro, devi poi
spiegarmi come facciate voi umani a sopportare quella roba in bocca,
è una
trappola per topi fatta per denti!»
Lilo fece una smorfia disgustata dal paragone, ma Jumba continuò
imperterrito:
«... io ha trovato soluzione a problema. Entra pure,
Pleakley!»
Non
appena l'alieno verde varcò la porta, Lilo sbarrò gli
occhi dallo stupore.
Stitch
sfogliava il libro del brutto anatroccolo da solo, con aria molto
triste.
Sospirò.
Poi, all'improvviso, un baccano facilmente identificabile come una
canzone del
grande Elvis lo fece trasalire.
«Questa è l'ideale per quando si è tristi.»
Stitch
la guardò sconvolto: «Lilo?»
Di
nascosto, dal portellone sul
pavimento che portava in camera, tre persone assistevano alla scena.
«Non ci credo...»
«Niente è impossibile a scienza!»
«Voi... per mesi... avete complottato alle mie spalle... per crearmi un clone?»
«No semplice clone! Mia creatura non cresce, essere uguale a te
da bambina come
gusti, comportamento, ragionamento, Q.I.; in più essere
addestrata per
trattarti come tu trattare Nani a quell’età, cioè
straordinariamente male!»
«Non le hai aggiunto optional come superforza o qualunque altra
cosa con cui poter
distruggere il pianeta, vero?»
«Tu offende me, Lilo! Per chi mi ha preso?»
«Per uno scienziato pazzo che ha creato 626 esperimenti con
quello scopo, vuoi
forse darle torto?»
«628 per precisione, Pleakley...»
Lilo li
ignorò, concentrandosi sulla
scena che aveva davanti. Sarebbe riuscita a vivere con un suo clone per
casa e
a fingere di essere sua sorella?
Guardò Stitch, il suo amico di sempre, abbracciare finalmente la
sua Lilo.
Sì, per rivedere ancora quel sorriso,
l'avrebbe fatto volentieri.
Ciao a
tutti! Una cosuccia creata e scritta al volo dopo aver ripensato a
questo film è uscito questo! Spero vi sia piaciuto.
Alla prossima
Hinata 92