Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: CassandraBlackZone    06/01/2015    1 recensioni
Paura? No, lei non aveva affatto paura. Ed era proprio questo quel qualcosa in più.
Correre per lei non era mai stato un modo per scappare, anzi: correre per lei era l’unico modo per superare la monotonia e anche se stancante, era lo svago che più la soddisfaceva. Persino più del contare le statue del Duomo.
Emily amava correre. Da sempre.
Genere: Avventura, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Emi si lasciò cadere sul letto incredibilmente morbido. Rilassò ogni singolo muscolo rischiando anche qualche piccolo crampo e iniziò a respirare a pieni polmoni il buon profumo dei fiori di un albero vicino alla sua finestra. Era un profumo indescrivibile, ma estremamente dolce e delicato, proprio come un buon fiore alieno doveva essere per il suo naso umano.
Finalmente si poté concedere un momento di pace: avevano di certo rischiato per l’ennesima volta di morire, ma era finito tutto bene. Dopo tanto tempo la ragazza poté anche rivivere lo splendido momento del pranzo in famiglia, cosa che non faceva da quando sua madre morì.
Grema aveva cucinato tutti i piatti tipici di Terábithia, compresi i piatti del guerriero per Gemo e il Dottore in onore delle loro azioni. Era tutto incredibilmente buono, che Emi e Jeremy non si sognarono minimamente di chiedere cosa fossero.
Tra risate e le pessime freddure del Dottore, Emi pensò alle cene speciali che ogni sabato sera sua madre preparava per lei e suo padre. Padre...
“Oddio papà!” Emi era stata così presa dalla Neve Nera, che quasi si stava dimenticando del messaggio inviatogli al padre. Preso di volata il cellulare notò con sorpresa l’assenza di una notifica vicino all’icona dei messaggi e si rilassò  “Oh, che strano. Ero convinta che avrebbe risposto…”
“Sarà occupato” avvolto in un accappatoio, Jeremy entrò nella stanza senza bussare e si sedette vicino ad Emi. Dopo pranzo aveva approfittato delle terme artificiali all’ultimo piano con Mar e suo padre“ dopotutto hanno ritrovato delle ossa, no?”
“Tu non hai il minimo senso del pudore, vero?”
“Ho un accappatoio, no? Non sono mica nudo” rispose lui onestamente.
Non era quello che intendevo, pensò la ragazza pregando che non si vedesse quanto fosse imbarazzata.
“Quindi… dovremmo restare qui sotto per un paio di giorni?”
“Così pare.”
“Bene. Sono contento, ma soprattutto sollevato.”
“A chi lo dici. Anche il Dottore è andato alle terme?”
“No, lui ha preferito restare in camera subito dopo mangiato.”
“Lo credo bene. Questa volta ha davvero rischiato grosso.”
“Già.”
Emi cercava disperatamente di non fissare Jeremy. Sentiva le guance in fiamme “Allora…” cercò in fretta un qualsiasi argomento per rompere il silenzio, ma venne preceduta dal diretto interessato.
“Sai, mentre ero alle terme mi sono ricordata di una cosa.”
“Una… cosa?”
“L’anno scorso era un anno come tutti gli altri: io che rincorrevo te.”
“Sì, io c’ero.” ridacchiò lei.
“Ti prego, è una cosa un po’ seria. Questa volta.”
Emi fu costretta a girarsi verso l’amico dimenticandosi per un attimo che era vestito solo con un accappatoio “Mi devo… preoccupare?”
“Ti aspettavo all’angolo come ogni mattina” la ignorò lui “e come ogni mattina mi aspettavo che arrivassi alle sette e quarantacinque, quando invece arrivasti alle sette e mezza.”
“E… quindi?”
“Evidentemente non te lo ricordi, ma io sì.”
“Va bene, d’accordo. Continua.”
Jeremy focalizzò al meglio quel particolare momento, quel giorno in cui qualcosa cambiò in quella assurda routine quotidiana “Tu non avevi intenzione di correre via. Appena mi vidi rimasi immobile, con un’espressione mortificata dipinta sul volto e mi dissi: ciao, Jeremy.”
“Scusa se ti interrompo, ma sei sicuro che sia successo l’anno scorso?”
Annuì “Rimasi quasi incantato. Non sapevo cosa dire, lasciai che tu ti avvicinassi a me e…”
“E? Ho… fatto qualcosa?”
Jeremy cercò di nascondere il suo improvviso rossore fingendo di fare aria con il bavero dell’accappatoio  “Mi… hai abbracciato.”
“Co-come? Dici sul serio?”
“Beh… sì.”
“Ah beh. Non mi stupisce il fatto che l’abbia dimenticato” credendolo opportuno, Emily sbottò una risata, ma smise subito non avendo ricevuto una risposta.
“E non è tutto. Piangesti. Avevi degli occhi completamente diversi, e non lo dico solo perché stavi piangendo, ma avevano proprio una luce diversa del solito. Non so se mi spiego e hanno in qualche modo… aperto i miei.”
Emi ascoltò molto attentamente, cercando in tutti modi di compensare la confessione del ragazzo, ma non riusciva proprio a ricordare un fatto così tanto singolare.
“Mi dispiace, Jeremy… non me lo ricordo davvero. Scusami.”
“Lo credo bene. Dopo sei scappata in fretta chiedendomi più volte scusa, ritornando poi alle quarantacinque.”
“Un po’… insolito.”
“Insolito tanto quanto noi in un villaggio sotterraneo su un pianeta invaso da gas alieno.”
“Ottimo riassunto.”
“Vero. Comunque… Da quel giorno cominciai a guardati in modo diverso. Continuavo a fare ciò che facevamo sempre, ma diciamo… con parsimonia.”
“In effetti avevo notato dei cambiamenti. Ad un certo punto avevi smesso i tuoi scherzi idioti.”
“Ecco.”
“E inoltre… alla stazione Centrale...”
“Altro esempio.”
“Wo, questo spiega molte cose.”
“E invece io temo di no.”
Tra uno sbadiglio e l’altro, si intromise nella conversazione anche il Dottore accompagnato da Grema. Aveva i capelli completamente spettinati e il farfallino storto.
“Oddio Dottore! Sei  un vero disastro!”
Il Signore del Tempo accolse un po’ assonnato la risata di Emi rispondendo a tono e si sistemò il farfallino “Beh, non ho mai dormito così bene. Ammesso che io lo abbia mai fatto. Non me lo ricordo.”
"Che volevi dire con questo?" riportò in primo piano il discorso Jeremy.
"Che ancora dobbiamo capire chi era la donna con l’impermeabile e perché sa tanto Mrs. Alba su di me.”
“Aspetta, cosa c’entra Mrs. Alba?” chiese Emi confusa.
“Oh, perdonami! Non dovevo dirlo. Spolier.”
“Spoiler?”
“Avanti Jeremy, pensa! Sotto quel caschetto avrai un cervello, no?” il Dottore sembrava, per certi versi più… scorbutico del solito e questo lo avevano capito sia i ragazzi che Grema, che lo aveva già notato appena lo aveva svegliato.
“Ma parlando di altro, sono già passati due giorni, no?”
“Dottore siamo qui sotto da neanche un giorno. Sicuro di stare bene?”
“Oh davvero? Nemmeno un giorno? Quando si dorme si perde la cognizione del tempo!”
"Credo che... tu abbia bisogno di dormire pazzoide di un alieno" cercò di alleggerire l'atmosfera il ragazzo. "forza, ti accompagno in camera. Tanto ora mi devo cambiare."
Il Dottore fece una specie di saluto militare sorridendo "ok, capo!"
Jeremy salutò con un cenno del capo Emi, che rispose con un sorriso. 'Ci penso io' mimò lui, 'grazie' fu la risposta di lei.
L'umano spinse scherzosamente l'alieno verso la porta.
"Hai davvero degli amici simpatici" disse Grema seguendoli con lo sguardo.
"Giá. Sono... speciali."
"Mai speciali come te. Emily Creek."
Emi incrociò lo sguardo della batheriana, dove occhi color del cielo riflettevano nei suoi color nocciola. Avevano un non so che di mistico ed erano piacevoli da guardare.
"Poteri da batheriani, dico bene?"
"Te ne ha parlato mio figlio?"
"Sì, mentre pranzavamo."
La donna allargò un bel sorriso e si sedette vicino a lei per tenerle la mano. Pian piano gli zigomi si abbassarono per formare un'espressione sconsolata e mortificata "Oh Emi. Ti attende un arduo destino" scosse la testa "e credimi... mi dispiace tanto."
La ragazza ritrasse istintivamente la mano "Scusa, non ti capisco... che cosa vuoi dire?"
Grema cercò prima le parole giuste aprendo di tanto in tanto la bocca" Vedi... io sono in grado di vedere il futuro, ma questo mio potere mi impedisce di riferirlo. Io sapevo del vostro arrivo."
"Perché non puoi dire ciò che vedi?"
"É la legge di chi ha questo potere. Mi é solo concesso rivelarti queste parole, Emily Creek, solo queste e il resto dovrai aspettare che accada."
Emi deglutì più volte per poi annuire.
"Devi fare attenzione ai fiori, Emily."
"I... fiori?"
Annuì "I fiori determineranno il tuo destino, devi stare alla larga da loro."
 
"Dottore io mi sono cambiato. Datti una bella sistemata anche tu."
"...ri."
"Hm? Hai detto qualcosa?"
"Fiori..." mormorò il gallifreyano.
Jeremy non sapeva ben dire se fosse normale, ma notò con sorpresa che l'amico millenario era sul letto con le ginocchia al petto.  Magari i Signori del Tempo riflettono così, pensò Jeremy ignorandolo anche mentre dondolava.
"Fiori? Dottore, credo sia meglio che tu vada a farti guardare di nuovo. Deliri un po' più del solito."
"Io sono un pazzo con una cabina... Io sono un pazzo con una cabina... Io sono... "
"Dottore? Va tutto be-..."
Neanche il tempo di appoggiare una mano sulla spalla, che Jeremy venne lanciato verso la porta con un solo spintone. Da dove era uscita tutta quella forza?
"I FIORI JEREMY!! PENSACI!!" urlò aggressivo l’alieno.
Il ragazzo si rialzò a fatica. Sperò di non essersi spezzato la schiena o di avere una commozione celebrale, mentre il Dottore si avvicinava a lui. Paura. Era tutto quel che provava il povero Jeremy nei confronti di quello che credeva essere un eccentrico alieno sempre sorridente.
“Do... ttore…”
Al gallifreyano bastò una sola mano per tirare Jeremy su di peso, una mano che rischiava di soffocarlo da un momento all’altro “I fiori… I fiori sono ovunque, caro il mio soldatino di ghiaccio. OVUNQUE! Non li vedi?!”
“Io non… Io non capisco…”mormorò l’umano boccheggiando.
“Tu? Tu non capisci?! In mille anni non ho mai capito voi patetici esseri umani! IO! Che ho mille anni!”
La semplice paura si stava lentamente tramutando in puro terrore. Gli occhi policromi del Dottore si erano come trasformati in quelli di un rettile pronto ad uccidere la sua preda.
“Dottore… non… non respiro…” implorò disperatamente il ragazzo “Ti prego… lasciami…”
“Io sono stanco, lo sai Jeremy? Sono molto, molto stanco… SONO STANCO!!”
“Dottore! Dottore perché urli? Cosa succede?!”
“E… Emi… EMI!! AIUTO!” riuscì ad urlare Jeremy con uno sforzo innato. Era arrivato al limite.
“Jeremy, che succede? Oddio!” Riuscita ad aprire di poco la porta, Emi si allarmò vedendo Jeremy sul punto di perdere i sensi “Dottore! Fermati!”
“Gemo!”
“Lo so, tesoro. Spostati Emi!”
Jeremy dovette sopportare l’ennesimo giramento di testa, ma poté finalmente respirare grazie al calcio del bathero alla porta.
Emi si gettò su Jeremy per assicurarsi che stesse bene, mentre ad un comando del capo villaggio due suoi coetanei entrarono per afferrare il Signore del Tempo  per le braccia. Quest’ultimo iniziò ad agitarsi e ad urlare.
“Lasciatemi! LASCIATEMI ANDARE! VOI NON SAPETE CHI SONO IO!”
“E invece lo sappiamo, amico mio” gli disse Gemo con estrema calma “Tu sei il Dottore, ma sei anche un bravo bugiardo.”
“Che cosa intendi, Gemo? Che cosa è successo al Dottore?” chiese spaventata Emi. Quegli occhi… non erano i suoi. Dov’erano finiti quei grandi occhi che l’affascinarono fino a quel momento? Che cosa era accaduto al suo amico alieno? Emi si strinse vicino a Jeremy con le mani che le tremavano e gli occhi umidi. Non lo riconosceva più.
“Dottore… Dottore.. DOTTORE!! IO SONO IL DOTTORE, RICORDATEVELO!”
“Quello che vedi, giovane Emi, è una delle conseguenze dovuta ad una prolungata esposizione alla Neve Nera: ovvero un’eccessiva attività celebrale. In questo momento i suoi neuroni stanno elaborando informazioni più del necessario.”
“Avete mai pensato al mostro di Loch Ness? No? Siete così sicuri che non esista?! MA SIETE COSI’ OTTUSI? Pensate che il pi greco sia un semplice numero trascendete? BAZZECOLE!”
“Era già pazzo di suo…. Cof… ora lo è ancora di più.”
“Jeremy, non sforzarti. Tutto bene?”
Il ragazzo abbassò il colletto della camicia. Sul collo era ben evidente un livido provocato dalla presa del Signore del Tempo.
“Oh santo cielo…”
“Ancora qualche secondo e sarei morto.”
“Morto? MORTO?! Oh mio caro Jeremy…  tu… non saresti morto qui, sai? No… Assolutamente no!”
“Taci maledetto pazzoide!”
“Jeremy calmati!”
“Oh, tranquilla… tranquilla Emily Creek. Se è questo il tuo vero nome. Che mi dici, EH?!”
Senza girarsi verso il Dottore, Emi rabbrividì alla risata del lontano amico. Non è in sé, continuava a ripetersi, non è in sé.
“Oh? Ho detto qualcosa che non va? Povera… povera la piccola yapsichekiana!”
Attorno ad Emi tutto si colorò di nero. C’erano solo lei e il Dottore e quella parola: yapsichekiana.
Così lontana e al tempo stesso così… vicina. Più la ripeteva nella sua testa, più la paura l’assaliva. Che cosa significava? Perché?
“Non possiamo indugiare un altro minuto di più. Dobbiamo portare il Dottore alla sala di esportazione. Andate!”
Dopo un grido di risposta, il Dottore venne portato fuori a forza di strattoni in un bagno di sudore e con gli occhi ancora accecati da una furia disumana. Nel vano tentativo di liberarsi, uno dei due batheri afferrò il farfallino bordeaux del gallifreyano strappandoglielo del tutto dal colletto e cadendo proprio ai piedi di Emi.
Le sue urla strazianti attirarono l’attenzioni degli altri batheri che avendo capito quel che stava succedendo, rientrarono velocemente in casa.
“Prima la Neve Nera… E adesso questo… ahia, ora pulsa” si lamentò Jeremy massaggiandosi il collo.
“Dobbiamo medicarlo subito” l’unica ad essere rimasta coi due ragazzi fu Grema.
“Lo sapevi” disse fredda Emi raccogliendo il farfallino.
“Emi io… mi dispiace… speravo che tu non lo vedessi, e invece…” cercò di giustificarsi l’aliena.
“Speravi che parlandomi non l’avrei visto pur sapendo che sarebbe accaduto?”
“Io…”
“Che senso avrebbe avuto?!” tristezza. Frustrazione. Rabbia. Paura. Un insieme di emozioni cominciarono pian piano a riempire la mente stanca e confusa di Emi “Dimmi perché… perché?!”
Tra le sue mani tremanti, l’allegra forma del farfallino era diventata quella di un semplice pezzo di stoffa strappato e bagnato di lacrime.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: CassandraBlackZone