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Autore: imperfectjosie    07/01/2015    0 recensioni
Le persone vivono, sperando di poterli realizzare, quei sogni così improbabili e appena visibili, poi c'è chi, come me, riesce ad afferrarne uno e a stringerlo forte al petto.
Quel sogno si chiamava Jack.
Nome piuttosto comune, vero?

| Jack/Carrie | - Update 12/12/2014; plus!Alex/Carrie.
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chap. XII - Alexander Jack Barakat

Carrie


 

« Sto bene, Charlotte! Puoi finirla di accarezzarmi la faccia? »
Finalmente, dopo una notte insonne nella stanza asettica, questa mattina mi hanno spostata in camera. Jack non mi ha lasciata neppure per un secondo, accontentandosi di un minuscolo spazio di lettino su cui riposare un po' e avvertendo Alex di tornare a casa.
Stamattina, intorno alle 8, me li sono ritrovati tutti in camera! Charlotte compresa, che entrando come una furia, ha tirato una spallata al primo chitarrista, gettandolo quasi a terra!
Rian e Zack, troppo lontani per godersi il momento, sono stati avvisati da Jack in persona ed euforici, mi hanno mandato mille bacini abbastanza inquietanti via cam. A quanto pare, il futuro degli All Time Low sta tornando a prendere forma.
« Potevi chiamarmi! »
La voce isterica della mia migliore amica mi distoglie dai miei pensieri. Stringendo un fagottino al petto, mi volto per fissarla con aria truce.
« Alex ha provato a chiamarti almeno cinque volte. » rimbecco ironica, coprendo mio figlio con la copertina blu – regalo di Jack - .
Intorno al letto, tutti mi fissano confusi, almeno finché non roteo gli occhi divertita, prima di dedicare un altro sorriso al mio bambino.
« Beh? Come si chiama, Carrie? »
« Tu presti attenzione solo quando non serve, vero? » domando retorica, regalando un ghigno ironico a Charlotte che riprende un vecchio discorso notturno.
Onestamente credevo se ne fosse dimenticata, a quanto pare invece mi sbagliavo! Ricorda benissimo quando le dissi che il nome del bambino era già deciso. Infischiandomene se a Jack sarebbe andato bene, o meno.
« Alex? » comincio, sorridendo alla figura impacciata che tenta di tenersi in disparte, probabilmente convinta di non avere nulla a che fare con questo momento.
Si avvicina, mentre Jack gli lascia spazio, curioso di capire come mai io abbia scelto lui, per tenere in braccio nostro figlio. Glielo sistemo sul petto con cura e attenzione, coprendo il corpicino e perdendomi a guardarlo per un po'.
Occhi ancora chiusi, sicuramente scuri. Pochi capelli, tutti neri come la pece, con qualche vago ciuffetto più chiaro ai lati. Ma spettinati e privi di controllo. Mi fanno sorridere di riflesso. Cerco le iridi di Jack, trovandomele subito piantate addosso e sorrido complice, con una muta frase che a quanto pare gli arriva senza bisogno di darle voce.
“Guarda cosa abbiamo fatto, Barakat. Non è stupendo?”
Annuisce, passandosi un dito sotto al naso senza smettere di ghignare.
« Ho paura di fargli male! »
La voce spezzata di Alex mi raggiunge. Lo rassicuro, lasciando una carezza leggera sul viso di mio figlio.
« Alexander. » commento, ancora persa a contemplare la meraviglia che ho messo al mondo qualche ora fa.
Così piccolo, troppo piccolo. So che tutto andrà per il meglio, il dottore me lo ha promesso! Non corre pericoli, deve solo avere tutto il tempo per crescere un po' di più, prima di poterlo portare a casa con noi.
« Car, sono qui! Non c'è bisogno di usare il mio nome intero! » commenta sarcastico, aprendosi in un mezzo sorriso che mi scioglie il cuore.
Inarco un sopracciglio, prima di scoppiare a ridere! Jack e Charlotte hanno capito e si stanno scambiando un'occhiata di intesa. Jack storce il naso per un po', tossicchiando, ma Alex è sempre più confuso.
« Alexander Jack Barakat. » soffio, notando il cambio d'espressione sul volto del chitarrista.
Da confusa, a scioccata, sempre più consapevole e imbarazzata.
Abbassa gli occhi su mio figlio, poi cerca lo sguardo di Jack e infine, il mio.
« Carrie, io- Sei sicura? » domanda cauto, deglutendo e stringendosi suo “nipote” al petto con fare protettivo.
Gli sorrido apertamente, spostandomi per prendere la mano di Jack.
« Bassam? »
« Secondo me è un nome da checca, ma c'è il secondo a dare virilità, perciò va bene! » risponde con una scrollata di spalle, facendo inarcare un sopracciglio incazzoso al suo migliore amico!
Charlotte scoppia a ridere, affiancando Alex per lasciare un bacio sulla fronte del piccolo Lex.
« Tuo padre è un idiota, ci farai l'abitudine! »
« HEY! »
La voce indignata di Jack mi regala un'altra risata. Poi sollevo il busto e sotto il suo sguardo confuso, lo trascino sul letto insieme a me, per baciarlo come avrei voluto fare da un mese. Da sempre.
Un bacio lento, passionale, uno di quelli che ti fanno venire la pelle d'oca al solo contatto. Poso il palmo della mano sinistra sulla sua guancia, staccandomi per guardarlo negli occhi.
« Wow » è il suo commento rotto dall'emozione, prima di riuscire a deglutire e a voltarsi, seguito da me.
In effetti, avevo la sensazione di essere fissata. A bocca aperta, Charlotte e Alex non si sono persi la scena, il secondo coprendo con fare teatrale gli occhi di mio figlio!
Ridacchio divertita, notando invece il piccolo combattere contro la mano di Alex, senza successo e con grande disappunto.
« Alex, non farlo piangere, ti prego! »
« Tra poco comunque verrà l'infermiera a portarlo via! »
Sembra sinceramente deluso alla prospettiva, ma poi, osservandolo di nuovo dall'alto del suo metro e 84, sorride ancora, addolcendo lo sguardo.
Sì, senza dubbio, non potevo scegliere nome migliore.
Un Alex ti salva la vita. L'altro, che hai messo al mondo tu stessa, diventa la tua vita. Non c'è nulla di più perfetto.


Jack


Sono padre!
La scelta del nome mi ha lasciato abbastanza confuso. Dovevo aspettarmelo, ma non provo gelosia, voglio bene ad Alex, amo Carrie e sono certo di poter crescere il piccolo Alexander al meglio. So di potercela fare! Jack, tu sei meglio di così.
Mia madre me lo ripeteva in continuazione, porterò mio figlio ad ogni cena in famiglia, gli insegnerò quello che è giusto, tentando di evitargli ogni errore che ho fatto io, ogni strada sbagliata, l'autodistruzione che mi porto dentro fin da adolescente. Ma adesso credo di potermene liberare, ora che ho qualcosa di più importante a cui badare.
E quindi sorrido con le lacrime agli occhi, prendendo in braccio mio figlio dal petto di Alex e accarezzandogli i fili neri sulla testa, sotto lo sguardo commosso della donna che ha permesso tutto questo.
Lei mi ha reso un uomo migliore. Lei non si è arresa, mi ha aspettato, ignorando ogni passo falso.
Qui cambia tutto, qui cambia il mondo! E io non mi muovo, resto in questa stanza, con la voglia di cambiare insieme a lui.


Alex


Le ha dato il mio nome.
Non posso ancora crederci. Dopo tutto quello che è successo, non ha pensato neppure un secondo di cambiare idea. Lo aveva già deciso, sapeva con esattezza come chiamare suo figlio. Il figlio di Jack, il bambino che guarderò crescere ogni giorno, diventare un uomo, grazie un po' anche a me.
Perché ci sarò sempre per lui, per suo padre, per la madre che lo ha amato fin dal primo momento che ha sentito il calcio premere sulla propria vescica.
Ad un bambino così speciale, voglio regalare la sua prima chitarra, aspettando che Jack gli insegni a suonarla. Nonostante tutto, questo è un privilegio che spetta a lui.
Ma io tirerò fuori i fogli insieme ad una penna, spiegandogli il valore dei sentimenti su carta.


Charlotte



Sono un po' invidiosa.
Amo Carrie, è una sorella per me. Eppure nonostante le mie bravate, ho sperato con tutto il cuore di riuscire a guadagnare tutto questo un giorno.
Ma ogni volta, inciampavo sull'uomo sbagliato. Mi stringo nelle spalle, sorridendo a lei, poi a Jack e, senza aver smesso neppure per un secondo di credere, soffermandomi sulla figura emozionata di Alex.
Dannatamente bello. In testa si accavalla il testo di “Walls”, che mi fa arrossire e distogliere in fretta lo sguardo, quando mi rendo conto dei suoi occhi confusi, pronti a cercare una risposta per il rossore sulle guance.
Dovrei dare una svolta alla mia vita, dovrei cominciare ad essere sincera. Mandare al diavolo questo orgoglio, trascinare Alex in un angolo appartato dell'ospedale e parlare come non ho mai fatto con nessuno. Il sesso nasconde bene i sentimenti, ma per quello, non c'è più spazio.
Adesso è arrivato il momento di mischiarlo a qualcosa di più forte.
Amore, Carrie?
È per questo che ti sei battuta, che hai sofferto e sei riuscita ad evitare gli sbagli di Jack, pronta ad assorbirli? Amore?
Fa un po' male, ma credo che sarò in grado di gestirlo.

  
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