-“Una coalizione femminile”, riesci a crederci, Gilbert?-

La situazione di Federico II, il Grande Elettore, stava drammaticamente precipitando: contro di lui si stava schierando anche la Russia della zarina Elisabetta sua acerrima nemica personale, come se non bastasse oltre la ovvia inimicizia, guadagnata con merito, di Maria Teresa d'Austria, si aggiungeva anche quella della onnipotente favorita del vizioso e debole Luigi XV, la famosa Madame Pompadour. Tutte e tre offese dai sarcasmi che il suo caustico sovrano non risparmiava loro.
Una situazione sicuramente ostica, ma Gilbert e Fritz, non riuscivano a smettere di ridere ripensando a tre donne convinte di poter mettere a tappeto la Grande Prussia.

-Dobbiamo aspettarci risvolti degni di Lisitrata? O mi colpiranno con i loro temibilissimi ombrellini di seta?-

-O con i tacchi delle loro spaventose scarpine da ballo! Forse proveranno a farci morire soffocati con i loro crudelissimi profumi.-

-Gilbert! Ti prego, non abbiamo speranze contro di loro!-

E ancora ridevano in modo quasi sguaiato. Persino Gilbird sembrava spanciarsi e non riuscire a ternersi dritto sulla testa del suo padrone.

-C'è un limite a tutto, Gilbert, mi amigo!-

-Non può essere, io sono troppo magnifico, non può finire così! E cosa mi dici di lui, di Francia finito a schierarsi con il damerino. Cos'è, era invidioso della mia magnificenza?-

-Gilbert, penso tu stia andando un attimino oltre. Stai trattando gli affari di stato come fossero mere questione personali.-

-Come la chiami una Guerra di Sette anni causata dall'invidia per la mia magnificenza?-

-Mi hanno detto che Federico è sul punto del suicidio.-

-Meravigliosamente, s'intende.-

-Certo, quello.-

-Oh, noi, meravigliosamente miseri!-

-Hai mai pensato di darti al teatro? Di abbandonare il campo di battaglia e darti all'opera?-

-Antonio! Ecco! Lo sapevo: sei invidioso anche tu. La magnificenza non può avere amici sinceri, lo sapevo.-

-Gilbert, stai rovinosamente perdendo.-

-Stai tentando di dirmi che non gira tutto intorno alla mia magnificenza? Mentecatto, spagnolo, menzognero che non sei altro, millantatore invidioso, tu, fedifrago!-

-Ci rinuncio, sarebbe più facile convinvere Romano a fare pulizie.-

Ma l'altro non rispose, si lasciò cadere in modo melodrammatico sulla poltrona finemente decorata di velluto nero, il dorso di una mano sulla fronte. Antonio era perplesso ed indeciso se battere le mani per la superba interpretazione o se abbandonarlo nelle sue assurde (e magnifiche) convinzioni che l'avrebbe sicuramente portato, a breve, allo scatafascio. Sopratutto considerando Augusto III, elettore di Sassonia, re di Polonia, nonché Re di Svezia che gli stava con il fiato sul collo sperando di avvantaggiarsi a spese del fallimento prussiano. Ma come poteva salvare qualcuno che non vuole essere salvato?

-Vuoi dirmi che questa volta la mia magnificenza non può niente?-

-Gilbert, è bello che tu sia magnifico ma non è una condizione necessaria e determinante per vincere un conflitto.-

-Oh, Antonio, mi stai dicendo che sto imparando un'importante lezione? Dovrei iniziare ad essere più umile?-

-No, poi mi spaventi.-

-Forse che ho sottovalutato le tre galline?-

-Gilbert non sono cose proprio gentili da dire...-

-Spagna, sono terrorizzato perchè sta nascendo in me un'insana credenza...-

-E?-

-Mein Gott, Antonio, la mia magnificenza non mi farà vincere la guerra?-

Lo spagnolo pensò di potersi commuovere. Gli sembrava incredibile che dopo anni, finalmente, Gilbert stesse iniziando a capire qualcosa, quella Guerra dei Sette anni non era stata completamente inutile, a ben vedere. Gli pizzicavano gli occhi per la contentezza. Poi accadde. Qualcuno fece irruzione nella stanza. “Vostra magnificenza: la Russia ha unito le sue armi alle nostre!”. Il prussiano sembrò riprendere vita e si raddrizzò sulla poltrona guardando trionfante Antonio, che non riuscì a fare altro che spalmarsi una mano sul viso, visibilmente frustrato.

-Pietro III non transige: sostiene non si possa non schierarsi con la magnificenza prussiana.-

-AH!-

-Prussia, ascoltami...-

-No, Antonio, era un complotto, lo sapevo! SONO TROPPO MAGNIFICAMENTE MERAVIGLIOSO. Tu, vile spagnolo, hai provato a farmi cedere a stupide bagianate!-

Si era alzato in piedi, urlava le sue doti, così impegnato che neanche si accorse dell'istantanea scomparsa dello spagnolo ormai completamente sfiduciato, non avrebbe mai cambiato idea. Anche se lo zar fu subito rovesciato da una congiura di palazzo, essendo quest'ultimo un mezzomatto maniaco. Non servì a nulla, perchè, Gilbert, credette che Caterina II, avesse in seguito abbandonato la guerra solo per un eccesso di magnificenza.

Gilbert non aveva capito di non essere eccessivamente magnifico, ma solo sfacciatamente fortunato.

Sto lavorando alla tesi: le vicende della guerra dei Sette anni, mi hanno costretta a scrivere questa Fanfiction. Prendetevela con la storia, non con me, se avete dovuto leggere tante idiozie messe insieme!
Baci, Awesomissima123