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Autore: jjk    07/01/2015    0 recensioni
Natale è sempre stato un periodo speciale per Kurt e Blaine, ma come sarà ora che hanno due bambini a buttarli giù dal letto all'alba per scartare i regali di Babbo Natale?
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Papà, papà, sveglia è Natale!-urlarono due bambini correndo dentro la camera.
Il primo, più grande e di certo più atletico, saltò subito sul letto matrimoniale mentre il fratello minore cercava di arrampicarsi sopra con scarso successo.
-Lasciate dormire i vostri genitori ancora un po’-disse una voce da dietro i due.
-Ma nonno! È la mattina di Natale e Babbo Natale è arrivato! L’ho visto!-piagnucolò il più piccolo mentre l’uomo lo prendeva in braccio.
-Lo so, ma è stata una serata molto lunga e stancante per loro ieri sera. Tra un’oretta vi prometto che li vado a svegliare io stesso-
-Posso almeno rimanere nel lettone finché non si alzano?-chiese il maggiore, già pronto ad infilarsi sotto le coperte.
-No, Finn. Non sai stare fermo e con tutto il macello che fai li sveglieresti. Perché non vieni di là con me? La nonna ha preparato una colazione speciale-
Finalmente i bambini si decisero a lasciare la stanza.
-Papà-mormorò una voce ancora assonnata.
-Allora sei sveglio!-
-Ho il sonno leggero da quando abbiamo Finn e Christopher-
-come tutti i genitori-
-Ma non sono abbastanza sveglio da affrontarli la mattina di Natale-
-come tutti i genitori. Non ti preoccupare, per il momento ci penso io-
-mi chiedo come facessi tu-
-ho imparato con il tempo. Tu eri incontenibile la mattina del 25 e tua madre mi buttava giù dal letto appena ti sentiva entrare in camera nostra. In più io la sera prima non facevo concerti ritornando a casa alle 5 del mattino-rise il più vecchio.
-Grazie papà-sussurrò ancora assonnato il figlio.
-ti vengo a chiamare fra un po’, spero prima delle due pesti-
Quando suo padre fu uscito Kurt si accoccolò sul petto di Blaine che dormiva beato accanto a lui.
La sera prima avevano partecipato ad uno spettacolo natalizio per beneficienza.
Non erano gli unici ex-glee kids lì, ma erano gli unici con due tornado come figli, forse perché i bambini degli altri erano ancora troppo piccoli per svegliarli all’alba per scartare i regali di Babbo Natale.
Il figlio di Sam e Mercedes, ad esempio, non aveva ancora compiuto due anni mentre Rachel era ancora incinta.
Santana e Brittany avevano invece deciso di non averne, non erano portate per la maternità avevano detto.
Quinn e Puck erano invece diventati genitori da pochissimo e quel giorno sarebbero venuti a pranzo da loro, come tutti gli altri, e finalmente avrebbero visto il piccolo fuori dall’ospedale mentre Mr.Schue lo avrebbe visto per la prima volta.
Kurt ci aveva messo un po’ a convincerlo a passare il natale a New York, ma , con la scusa che molti di loro avrebbero partecipato allo spettacolo tenutosi la sera prima, e con l’aiuto di Emma, ce l’aveva fatta.
-Buongiorno dolcezza-sussurrò Blaine baciandolo dolcemente.
-Pensavo dormissi-
-Ed era così prima che qualcuno zompasse con poca delicatezza sul letto-
Kurt rise.
-Finn non è in grado di fare le cose con grazia-
-Proprio come suo zio-aggiunse l’altro, pentendosi subito di quelle parole quando vide lo sguardo triste di suo marito.
-Scusa, io non…..-
Ma quello lo zittì.
-Mi manca e mi mancherà per sempre, ma sono passati anni e, soprattutto, sono stato io a decidere di chiamare nostro figlio così-sussurrò sulle sue labbra.
-Forse ho sbagliato perché Rachel spesso lo guarda come se in lui cercasse il suo Finn e Carole……Lei ci ha messo molto per riuscire a chiamarlo per nome. Ma io avevo bisogno di un modo per sentire mio fratello ancora accanto a me e Finn……Loro sono così simili-rispose sorridendo e Blaine non potè fare a meno di avventarsi su quelle labbra morbide che il giovane si stava mordicchiando.
Kurt ricambiò con passione, ed in breve tempo il moro era sopra di lui cercando di sfilargli la maglietta del pigiama.
-Ehi! Ehi! Piano!-esclamò l’altro cercando di fermarlo.
-non vorrei ricordartelo ma i bambini sono svegli-
-ci sono i tuoi con loro-rispose quello riempiendolo di baci nell’incavo del collo.
-non vorrei che ci sentissero-continuò Kurt con una certa difficoltà poiché non riusciva a resistere quando lo baciava in quel modo.
-Vuoi proprio negarmi il mio regalo di Natale?-borbottò Blaine senza cedere e l’altro non riuscì più ad opporsi
-Non qui-mormorò infine alzandosi dal letto e, con uno sguardo malizioso, afferrò il moro per la maglia e lo trascinò nel bagno attiguo chiudendosi subito a chiave prima di entrare con lui nella doccia.
 
-Papà!-gridò Christopher entrando nella stanza.
-Sveglia! È arrivato Babbo Natale!-continuò e, vedendo il letto vuoto, si buttò sulla porta del bagno rimanendo deluso quando questa non si aprì.
-Perché è chiusa a chiave papà?-
-Perché  tu e tuo fratello avete la brutta abitudine di entrare sempre senza bussare-intervenne Burt spingendo il bambino fuori dalla camera.
-E voi due, non voglio sapere cosa state facendo lì dentro, ma farete meglio a sbrigarvi-sussurrò infine attraverso la porta mentre i giovani tiravano un sospiro di sollievo.
-L’abbiamo scampata bella! Grazie a Dio c’era tuo padre-rise Blaine.
-dovremmo smetterla-
-Lo dici ogni volta-continuò il moro riprendendo a baciarlo.
-E ogni volta finiamo ad un passo dall’essere beccati-replicò Kurt fremendo.
-Ma non stiamo facendo nulla di male.-rispose Blaine zittendolo subito con un bacio appassionato a cui Kurt non riuscì a non abbandonarsi.
Fece scorrere una mano sul petto muscoloso del marito, che ancora non voleva lasciar andare le sue labbra.
Solo dopo si rese conto di ciò che stavano facendo e lo spinse via, uscendo dalla doccia prima che l’altro potesse replicare.
Prima che il moro avesse finito di lavarsi Kurt era già vestito.
Si avvicinò al marito gocciolante, e lo baciò lievemente prima di lasciare la stanza con fare provocatorio.
Ogni tanto si divertiva a stuzzicare Blaine in quel modo, sapendo che, per quanto avrebbe cercato tutto il giorno di comportarsi bene, lo avrebbe guardato costantemente con desiderio, pensando che lui non se ne accorgesse, aspettando la notte per la sua rivincita.
Quando il moro li raggiunse in cucina, trovò Kurt intento a decorare con la Nutella e lo sciroppo d’acero i pancakes dei loro bambini che ridevano felici chiedendogli di fare questo o quell’altro disegno.
Era stato lui inizialmente ad insistere sull’adottare Finn, 5 anni e mezzo prima, ma era stato Kurt il primo ad abituarsi all’essere genitore ed a prenderci la mano.
Era lui che si era sempre svegliato la notte, che si era specializzato nel cambiare pannolini, nel curare ferite e calmare capricci.
Ed era stato sempre il ragazzo a chiedergli di avere un altro figlio e lui non aveva saputo dirgli di no.
Non che Blaine non amasse quei bambini alla follia o non li sentisse come suoi figli solo perché non condividevano lo stesso sangue, ma, mentre  Kurt era stato subito in grado di dargli quell’amore quasi materno che gli era mancato, a lui ci era voluto molto di più.
All’inizio questo l’aveva fatto sentire un pessimo genitore, ma quando si era infine sfogato con Burt, non potendo più tenere la cosa per sé, l’uomo era scoppiato a ridere “Figliolo, non ti devi preoccupare. Ogni padre si sente così, soprattutto all’arrivo del primo figlio. Le madri sanno subito cosa fare, mentre noi uomini……Beh noi non sappiamo mai dove mettere le mani. Quando le donne partoriscono rinascono come madri, mentre diventare padri è un cammino, lungo, e secondo me, infinito” “Ma Kurt non ha partorito” l’uomo aveva riso ancora di più.
“Vero, ma Kurt è sempre stato un po’ più donna di te, non negarlo. Sin da quando era piccolo, soprattutto dopo la morte della madre, si è sempre comportato come se avesse fatto suoi alcuni comportamenti di mia moglie che, fattelo dire, era nata per fare la madre”
Parlare con Burt lo aveva fatto sentire meglio e da allora, ogni volta che aveva bisogno di consigli, non esitava a chiamarlo.
-Papà è arrivato! Ora possiamo andare ad aprire i regali!-chiese Finn supplicante, ma Kurt scosse la testa.
-Dagli il tempo di fare colazione, avrà fame-
Lo stomaco di Blaine borbottò in segno d’assenso facendo ridere i due bambini.
-Allora glie la facciamo noi!-esclamò il più grande.
-Io faccio i pancakes e Chris li può decorare-
-Si! io faccio i disegni!-rise il piccolo avvicinando a sé tutti i barattoli che riteneva necessari.
-Piano campione! Non penserai davvero che io ti lasci avvicinare ai fornelli da solo?-
Il bambino mise il broncio, sembrava tenerci veramente molto.
-Facciamo così: Io una mano a te e papà da una mano a Chris, che ne dici?-intervenne quindi il nonno guardando negli occhi il nipote che subito ritornò a sorridere.
In un battibaleno Blaine si trovò davanti ad un piatto di pancakes con sopra disegni che, come al solito quando si trattava di Chris, non riusciva a capire bene cosa rappresentassero.
-Questo sono io e questo sei tu-disse orgoglioso il bambino indicando due figure.
-E questi sono papà e Finn. E questo è Babbo Natale che ci porta i regali. Ci sono anche per te e papà. Perché Babbo Natale non vi porta mai regali? Voi siete buoni-
-Ma siamo anche grandi-rispose il moro prendendolo in braccio.
-Quindi quando  diventiamo grandi Babbo Natale non porta i regali nemmeno a noi?-domandò Finn preoccupato avvicinandosi al padre che gli scompigliò i capelli con un sorriso.
-Questo dipenderà da voi. Se rimarrete con un cuore da bambini potrebbe anche fare un’eccezione-
I bambini sembrarono rincuorati e cominciarono a giocare tra di loro mentre Blaine e Kurt finivano di fare colazione.
-Grazie per prima papà-disse quest’ultimo a voce così bassa da farsi sentire solo dal diretto interessato.
-Di nulla, solo vediamo di fare in modo che non riaccada. Questa volta c’eravamo io e Carole a fermarli, ma quando noi torneremo a Lima…..-
-……Non accadrà. Questa volta è successo solo perché c’eravate tu e Carole, altrimenti non li avremmo mai lasciati da soli-
-Lo so-rispose l’uomo dando una pacca sulla spalla al figlio.
-E vi capisco. Non dev’essere facile riuscire a ritagliare del tempo solo per voi ora che avete due figli piccoli ed invadenti, soprattutto considerando il lavoro che fate. Siete dei buoni genitori e avete diritto ad un po’ di intimità. Quindi avevamo pensato ad una cosa…….-
Il giovane lo guardò incuriosito, ma fu Carol a continuare per lui.
-I bambini potrebbero venire a stare da noi per capodanno così avreste un paio di giorni solo per voi-
Blaine era tentato di accettare senza nemmeno rifletterci.
Avrebbero avuto un week-end in cui sarebbero potuti rimanere a letto tutto il giorno senza temere l’arrivo di intrusi.
Sarebbero tornati ai primi tempi in cui Rachel aveva lasciato a loro l’appartamento ed ogni scusa era buona per del sano sesso, poco importava dove.
Tutto questo era estremamente allettante, soprattutto dato che era da tempo che non riuscivano più a stare da soli per un po’.
Poi però si ricordò di come, l’anno precedente, i bambini si erano sforzati di rimanere svegli fino alla mezzanotte e di come Finn aveva intrattenuto il fratellino, che all’epoca aveva poco meno di 2 anni, per impedirgli di addormentarsi perdendosi, quindi, la festa.
Erano crollati subito dopo, ma aveva ancora in mente i loro faccini sorridenti.
Risaliva a quella sera la foto dei due, uno in braccio e uno sulle spalle di Kurt, che aveva sempre nel portafoglio.
Per lui quello era stato il miglior capodanno di sempre.
-Grazie mille, ma…….Sono piccoli e Chris ha ancora problemi ad addormentarsi quando è lontano di casa-
-Ho capito Blaine, non vorresti separarti da loro per così tanto-rispose Carol comprensiva facendolo arrossire.
-è che……è capodanno e loro adorano capodanno-intervenne Kurt.
La donna sorrise.
-Non ti preoccupare, non devi giustificarti, è una cosa più che normale quando sono così piccoli. Sapevamo che avreste risposto così e quindi abbiamo una proposta di riserva: Che ne dite di venire tutti e quattro a Lima? Possiamo stare insieme fino a che i bambini non si addormentano e poi voi potrete fare quello che vi pare. Non sareste nemmeno i soli a tornare. Ho sentito che Sam e Mercedes saranno dai genitori di lei mentre Rachel ha detto che, essendo l’ultimo capodanno senza figli, lo vuole passare in maniera eccezionale ma a casa. Anche Quinn e Puck poi dovrebbero venire per far conoscere il bambino ai nonni e agli zii-
-Sarebbe come i vecchi tempi-mormorò Kurt sorridente.
-Era un si? Venite?-
-Credo proprio di si-rispose Blaine guardando dolcemente suo marito.
-Se i bambini sono d’accordo-aggiunse l’altro, prima che questi ultimi tornassero correndo dai genitori.
-D’accordo su cosa?-domandò Finn.
-D’accordo sull’andare dai nonni  a capodanno-
-Dai nonni?! A Lima?!-chiese Chris eccitato.
Gli altri annuirono.
-Che bello!!-esclamarono i due all’unisono.
-direi proprio che è un si-rise Blaine contento all’idea di tornare a casa dopo tanto tempo.
-Ho interrotto una festa?-chiese  Rachel entrando nel Loft.
Malgrado si fosse trasferita in un altro appartamento Kurt l’aveva pregata di tenersi le chiavi.
“Non si sa mai” aveva detto.
I piccoli le corsero incontro.
-Fate attenzione!-gridarono tutti all’unisono facendo spaventare Chris che si fermò di botto mentre Finn, per girarsi verso i genitori, andò a sbattere contro la nuova arrivata, cadendo e provocando l’ilarità generale.
-Ti sei fatto male?-gli domandò lei aiutandolo a rialzarsi.
Il bambino scosse la testa.
-Scusa, io…..ho fatto male al bambino?-chiese invece preoccupato.
-tranquillo, il bambino sta benissimo-rispose Rachel sorridente.
-Vuoi sentire?-
Finn fece un lieve cenno d’assenso e lei gli posò la manina sul suo pancione, giusto in tempo per sentire scalciare il piccolo.
-Mi ha dato un calcio! Lo sapevo! Gli sto antipatico perché gli ho fatto male!-piagnucolò il bambino togliendo velocemente la mano spaventato.
Kurt e Blaine si guardarono trattenendo a stento una risata.
A loro era mancata tutta questa parte quando, dopo aver avuto Finn, stavano aspettando Chris.
Il loro primogenito non aveva la più pallida idea di come funzionassero le gravidanze, esattamente come suo fratello minore.
-Non gli stai antipatico, anzi! È il suo modo per dirti che ti vuole bene-
Il bambino sembrava indeciso se crederle o meno, ma alla fine decise fi darle retta e sorrise.
-Perché non mi fate vedere cosa vi ha portato Babbo Natale?- domandò la giovane rivolta ad entrambi i fratelli.
-Ancora non li abbiamo scartati. Nonno ha detto che dovevamo far dormire un po’ i nostri papà dopo il concerto di ieri e non possiamo aprire i regali senza di loro-rispose prontamente Finn mentre il fratellino annuì sorridendo.
-E voi siete stati così bravi da aspettarli tutto questo tempo?! Dovete volergli davvero molto bene-
Entrambi annuirono.
-Perché noi abbiamo i papà migliori del mondo-aggiunse Chris appendendosi al collo di Blaine.
Finn si accoccolò invece tra le braccia di Kurt e appoggiò la testa sulla sua spalla mentre gli occhi gli si chiudevano lentamente.
Per quanto fosse il più grande era anche quello che aveva più difficoltà ad addormentarsi quando i suoi genitori non c’erano.
Se ne vergognava moltissimo e quindi, quando li sentiva rientrare a casa, faceva finta di dormire, ma Kurt riusciva a capire quando fingeva da piccoli dettagli, come il modo in cui stringeva un vecchio orsacchiotto di peluche che aveva regalato al fratello un giorno in cui sembrava inconsolabile e che riportava a letto con lui, dopo che Chris si era addormentato, ogni volta che non riusciva a chiudere gli occhi.
Quando erano tornati la sera prima, verso le 5, lo avevano trovato rintanato nel letto del fratello nel disperato tentativo di seguirlo nel mondo ei sogni.
Quando si era reso conto di essere stato “scoperto” aveva cercato di giustificare il suo essere sveglio dicendo che era dovuto andare in bagno.
Loro avevano fatto finta di credergli, gli avevano rimboccato le coperte ed erano rimasti lì fino a che non erano stati certi che dormisse.
Malgrado si fosse addormentato poche ore prima, si era comunque alzato all’alba, come ogni Natale, per buttarli giù dal letto; era quindi normale che adesso fosse stanchissimo.
-Vogliamo aprire i regali ora?-sussurrò Kurt all’orecchio del bambino che annuì debolmente.
Il più piccolo invece, che era rimasto a giocare con Rachel e Blaine, quando udì quelle parole cominciò a saltellare allegramente prima di afferrare la mano del fratello e trascinarlo sotto l’albero.
C’erano un paio di pacchi piuttosto grandi, ognuno con un nome diverso scritto sopra così che Finn, l’unico tra i due a saper leggere, riconobbe immediatamente il suo.
Il più piccolo corse allora a scartare il suo regalo, lanciando un gridolino estatico quando riconobbe cosa si celava sotto la carta.
Il bambino fu velocissimo a togliere anche gli ultimi brandelli per poi salire sul suo nuovo e bellissimo cavallo a dondolo.
Provò ad attirare l’attenzione del maggiore, ma quest’ultimo era troppo impegnato ad abbracciare, e farsi abbracciare, dall’enorme orso di peluche che Babbo Natale gli aveva portato.
I due genitori guardavano teneramente i loro figli giocare felici con i loro nuovi giochi e Rachel, seduta sotto l’albero, si godeva questa bella scena familiare, contenta all’idea che presto tutto questo sarebbe successo anche a casa sua.
-C’è un altro pacchetto!-esclamò Chris, portandolo subito al fratello per farsi dire a chi dei due fosse destinato.
-Non è per noi. È per i nostri papà-gli rispose subito quello portandolo ai veri destinatari.
Kurt lo prese in mano lanciando all’amica un’occhiata eloquente.
Di sicuro era stata lei a farlo scivolare accanto agli altri mentre oro non guardavano, la scrittura dopotutto somigliava molto alla sua anche se aveva cercato di dissimularla.
La giovane fece finta di non aver notato quello sguardo e li incitò invece a scartare il regalo.
Sotto la carta c’era un DVD di Moulin Rouge, film che non vedevano da secoli e, soprattutto, che erano stati impossibilitati a vedere da quando i bambini, giocandoci mentre i genitori erano distratti, avevano distrutto la copia che loro avevano.
-Babbo Natale ha portato un regalo anche a voi!-esclamò felice Chris saltando in braccio a Blaine.
-Allora siete rimasti abbastanza bambini anche voi!-
I due risero ripensando a tutte le volte che si erano comportati come ragazzini senza preoccuparsi delle conseguenze.
Il piccolo in fondo non aveva torto: loro erano ancora dei bambini.
-Perché non lo aprite?-intervenne Rachel con sorpresa degli altri che fecero come aveva detto.
-cosa c’è dentro papà?-domandò Finn arrampicandosi sulle ginocchia di Kurt.
-due biglietti per il teatro tesoro-
Blaine si avvicinò per vedere anche lui di cosa si trattasse.
-Sono di Wicked!-esclamò.
-Cos’è Wicked?-chiese ancora il bambino.
-Il musical preferito da tuo padre-rispose sorridente il moro.
-E non lo ha mai visto?-
-non hai idea del numero di volte che l’ha visto-rise il giovane.
-e allora perché Babbo Natale vi ha portato quei biglietti? E perché sono solo 2?-
-Non si può vedere Wicked troppe volte Finn, e credo che la presenza di 2 biglietti sia un modo per dirci che io e papà dobbiamo passare più tempo insieme-spiegò Kurt.
-Ma noi passiamo moltissimo tempo insieme!-ribatté Chris facendo ridere tutti.
-Intendevo io e papà da soli, senza di voi-
-Ma….-
-Niente ma piccoli-intervenne Rachel.
-Il voler passare del tempo da soli non significa che non vogliano stare con voi. Capirete meglio quando sarete più grandi-
-Odio quando gli adulti dicono questa farse!-borbottò il maggiore, convinto, come tutti i primogeniti, di essere grande abbastanza per poter comprendere tutto perfettamente.
Prima però che il ragazzino potesse cominciare a lamentarsi  a fare i caprici qualcuno suonò alla porta.
-è già ora?-disse Burt che, dalla cucina, si era goduto la scena.
-Oh mio Dio! È tardissimo e io no ho ancora cominciato a cucinare!-esclamò Kurt saltando in piedi.
-Ci ho pensato io, no ti preoccupare-intervenne Carole per tranquillizzarlo.
-Dovresti imparare a rilassarti, nessuno se la prenderebbe nemmeno se si mangiasse un po’ più tardi-continuò per lei Blaine poggiando amorevolmente le mani sulle spalle del marito che le prese tra le sue mentre i bambini correvano ad aprire, avendo riconosciuto le voci al di là della porta.
-Christopher! Finn! Quante volte dobbiamo ripetervelo che non dovete aprire la porta senza un grande!-li sgridò il moro salutando poi con un cenno i nuovi arrivati.
I figli ovviamente non lo ascoltarono nemmeno, già intenti a giocare con i bambini che erano appena entrati.
Non provò nemmeno ad attirare la loro attenzione, preferendo invece raggiungere Kurt che aveva preso in braccio il neonato di Puck e Quinn.
C’erano quasi tutti, mancava solo……
-Zio Blaine!-esclamò un ragazzino dai capelli color del fuoco saltando in braccio al padrone di casa.
-Come stanno i miei ragazzi?-domandò Mr. Schue all’intero gruppo spuntando subito dopo suo figlio, mentre Emma, accanto a lui, teneva in braccio un bambino non molto più grande di Chris.
-Tuto ok professore. Lei che ci dice? Tutto bene in Ohio?-rispose Mercedes a nome di tutti.
-Smetterete mai di chiamarmi professore?-
Tuti scossero la testa.
-Almeno darmi del tu?-
-Questo forse lo potremmo fare-concesse Quinn sorridente.
-Allora come vanno le cose a casa?-
-Tutto normale. La mia vita è piuttosto monotona, non come quella di voi piccole star. Ieri siete stati favolosi, non vi vedevo tutti sullo stesso palco da…..-
-Le ultime nazionali credo-intervenne Sam.
-Ne è passato di tempo-
-Già, ma ora non è il momento di ricordare il passato perché il pranzo è servito-esclamò Burt spuntando da dietro di loro con una teglia che posò sul tavolo.
Tutti si sedettero e l’uomo servì il tacchino mentre gli altri continuavano a chiacchierare.
-ragazzi quanto mi siete mancati-disse Mr. Schue guardandoli felici tutti lì riuniti.
-Senza di voi il McKinley non è più lo stesso-
-è per questo che è passato alla concorrenza?-domandò Puck provocatoriamente.
L’uomo rise.
-si, è per questo. Però se potessi tornerei ai vecchi tempi-
Gli altri si scambiarono uno sguardo d’intesa.
Per quanto tra di loro ci fosse chi all’epoca era più popolare e chi invece ea sempre stato uno sfigato, per nessuno di loro il liceo era stato proprio una bella esperienza.
-se non le dispiace prof., per quanto fosse fico stare nel glee club eccetera, ringrazio il Signore di aver chiuso per sempre con quel posto-disse infine Santana esprimendo il pensiero collettivo.
Il professore rise.
-diretta come sempre? Non vi preoccupate, vi capisco però se il percorso di ognuno di voi al McKinley non fosse stato quello che è stato non saremmo qui oggi-
Ascoltando le parole del suo vecchio insegnante, osservando i suoi amici tutti riuniti attorno alla tavola di Natale, guardando i suoi figli che cercavano di parlare con il neonato di Quinn e sentendo la mano di Blaine che, sotto il tavolo, stringeva amorevolmente la sua, Kurt realizzò che, in effetti, non avrebbe mai voluto cambiare una virgola della sua vita al liceo perché era solo grazie a tutto quello che ora poteva godersi questa fantastica ed inaspettata famiglia


Nota:Avevo intenzione di pubblicare questa storia per Natale, ma non riuscivo a trovae una conclusione decente. Non avendola trovata nemmeno con l'avvento del nuovo anno ho deciso di pubblcarla lo stesso.
Spero mi facciate sapere cosa ne pensate

 
  
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