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Autore: saramermaid    08/01/2015    2 recensioni
Thadastian AU | Thad!Fotografo | Bas!Spogliarellista
Dal testo:
"Quei capelli castani con un ciuffo laterale perfettamente sistemato, il naso spigoloso e la bocca socchiusa, probabilmente per riprendere fiato, sembravano richiamare l’obbiettivo della macchina fotografica. Le mani di Thad corsero subito a cercare quest’ultima con l’intento di scattargli una foto, tuttavia il respiro gli si bloccò in gola quando questi si voltò nella sua direzione mostrando un penetrante paio di occhi smeraldo."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Photographs & Night Clubs








Le strade di San Diego con le loro stranezze, le loro particolarità, il calore della gente e l’odore particolare proveniente dall’oceano erano una meta perfetta per ogni fotografo che si rispetti. Thad Harwood questo lo sapeva alla perfezione, così come sapeva che la città avesse sempre qualcosa di nascosto da scoprire, qualcosa che la volta precedente non aveva notato o un dettaglio che forse per pigrizia e negligenza si era lasciato sfuggire. Non poteva vantarsi di essere un fotografo professionista, gli ci sarebbero voluti molti anni di pratica e studio per quello, tuttavia aveva appena cominciato la sua gavetta e finché poteva continuare a stringere tra le dita la sua fedele macchina fotografica per lui andava bene così. Certamente la paga presso lo studio dove lavorava non era altissima ed il suo capo era fin troppo esigente, come non mancava di fargli notare il suo migliore amico Jeff, ma per il momento se lo faceva bastare.

Sostanzialmente Thad adorava il proprio lavoro ed il modo in cui l’obbiettivo riusciva a catturare perfettamente ogni istante, quasi come a volerlo imprimere per sempre, ed in un certo senso a lui piaceva pensare che anche dei semplici fotogrammi potessero riprodurre le emozioni, le sensazioni o i pensieri che i soggetti immortalati provavano. Era come percepire l’arte attraverso la vita o più semplicemente il contrario, respirare la vita attraverso pochi click. Era esattamente quello lo scopo che si prefiggeva ed era quello a cui aspirava anche quel giorno, mentre l’obbiettivo riprendeva dei bambini che si rincorrevano ridendo, o quell’anziano signore seduto su una panchina a leggere il giornale o ancora quella coppia di innamorati che passeggiavano mano nella mano lungo il molo.

Thad sorrise mentre continuava a premere il pulsante dello scatto e socchiudeva gli occhi nocciola per mettere a fuoco l’immagine dando le spalle al sole. In quel momento provava un innaturale senso di libertà misto a qualcos’altro che avrebbe potuto definire pace dei sensi e con un ultimo click decise di concedersi una pausa ristoratrice, spostandosi lungo il molo ed imboccando la via del parco. Il verde luminoso degli alberi e del prato fu la prima cosa che i suoi occhi percepirono, un connubio intenso di colori accesi in grado di essere riprodotti solo dalle mani dei più abili pittori. E a giudicare dalle centinaia di persone distese tra l’erba, godendo del calore dei raggi solari, non era l’unico a bearsi di quello spettacolo della natura.

Le sue iridi corsero a memorizzare ogni più piccolo dettaglio dell’ambiente circostante, oltrepassando un gruppo di amiche intente a ridacchiare sedute su una panchina, per poi soffermarsi sulla fontana, posta al centro del parco, da cui zampillavano piccoli rivoletti d’acqua. La figura di un ragazzo slanciato, con una tuta scura particolarmente aderente che ne evidenziava i muscoli, catturò la sua attenzione. Quei capelli castani con un ciuffo laterale perfettamente sistemato, il naso spigoloso e la bocca socchiusa, probabilmente per riprendere fiato, sembravano richiamare l’obbiettivo della macchina fotografica. Le mani di Thad corsero subito a cercare quest’ultima con l’intento di scattargli una foto, tuttavia il respiro gli si bloccò in gola quando questi si voltò nella sua direzione mostrando un penetrante paio di occhi smeraldo.

Thad lo vide sollevare un sopracciglio in maniera eloquente, dopo essersi accorto che lo stava osservando, e ghignare compiaciuto ammiccando nella sua direzione. Le gote del moro si colorarono leggermente di una sfumatura rosea a causa di quel, seppur breve, contatto tra di loro e iniziò a chiedersi che accidenti gli stava succedendo. Era un fotografo, immortalava giovani modelli mezzi nudi tutti i giorni e finora non aveva avuto nessun tipo di problema. Si era sempre comportato in maniera professionale, con educazione e distacco, focalizzandosi soltanto sulle diverse inquadrature. Tuttavia in quel momento era sicuro di sembrare un totale imbranato o forse semplicemente un maniaco che si divertiva ad importunare bei ragazzi a caso.

A quel pensiero scosse la testa con decisione, intimandosi di riprendere totalmente il controllo delle proprie facoltà mentali e motorie, per poi decidersi a muovere qualche passo in direzione di quella benedetta fontana. Il ragazzo dagli occhi smeraldo sembrò, però, pensarla allo stesso modo e Thad lo osservò finire di fare riscaldamento per poi incamminarsi verso di lui. All’improvviso l’idea della foto non gli appariva più così consona come invece credeva all’inizio; non se il ragazzo in questione gli sfiorava accidentalmente il braccio mentre gli passava di fianco, regalandogli una supponente espressione maliziosa ed avvolgendolo con un delicato profumo di quella che gli sembrava acqua di colonia.

Thad girò il collo e sollevò la testa nell’esatto momento in cui occhi verdi, nella sua mente lo aveva catalogato in quel modo, svoltava l’angolo con passo sostenuto evitando di sforzare i muscoli per non dover fare i conti con l’odiato acido lattico. Fu del tutto inevitabile a quel punto, per Harwood, lasciar cadere lo sguardo sul sedere sodo del diretto interessato salvo poi arrossire e riprendere la sua camminata di svago. Per quel giorno, stranamente, le emozioni avevano sopraffatto lui invece di convogliarsi attraverso l’obbiettivo della macchina fotografica. E più si incamminava verso il cancello di uscita, più non riusciva a spiegarsi la presenza di una fastidiosa stretta allo stomaco, seguita dalle mani leggermente sudate ed i pensieri ingarbugliati. Forse Jeff avrebbe potuto chiarirgli la situazione, si disse, sparendo tra la folla dell’orario di punta.







Da circa una mezz’oretta abbondante, Thad non faceva che chiedersi cosa accidenti gli fosse passato nella testa quando, quel pomeriggio, aveva deciso di interpellare Jeff. Sul serio, doveva aver battuto la testa da qualche parte o essersi drogato per aver anche solo lontanamente acconsentito a quella pagliacciata. Se eri amico di Jeff Sterling dovevi fondamentalmente tenere a mente due cose: la prima era che il biondino non sapeva tenere la bocca cucita nemmeno mezzo secondo, mentre la seconda era che quando si trattava della vita sentimentale di Thad, Jeff diventava peggio di cupido.

Perciò ora il suddetto Harwood si trovava invischiato in un vero e proprio appuntamento a luci rosse, visto che con la complicità di Nick era stato letteralmente trascinato in uno dei più famosi Night Club di San Diego. Thad non amava quel tipo di serate, né vedeva di buon occhio l’idea di dover assistere a degli spogliarelli integrali solo per divertimento. Certamente era un ragazzo con gli ormoni funzionanti e sarebbe stato ipocrita fare la parte del puritano, tuttavia preferiva di gran lunga le serate open mic o quelle karaoke se proprio doveva flirtare con qualche bel ragazzo. E’ colpa di occhi verdi, constatò nella sua mente lanciando poi un’occhiataccia significativa ai suoi amici mentre lo sospingevano a forza nel locale. Si era distratto soltanto per mezzo secondo, pensando a quelle pozze smeraldo e quel viso niveo, e Jeff aveva subdolamente approfittato di quel momento di debolezza per estorcergli quell’invito, convinto che uno spettacolo eccitante fosse quello che gli serviva.

Come previsto, la musica assordante e le luci fluorescenti disposte ai lati di una passerella gli colpirono i sensi, costringendolo ad assottigliare gli occhi castani e farsi strada tra la calca per non perdere di vista gli altri due. E se prima aveva pensato di restare al bancone del bar bevendo il suo cocktail e pregando che tutto finisse in fretta, dovette ricredersi quando Jeff gli indicò una piccola pedana rialzata con un comodo divanetto in pelle nera. Con sgomento si accorse che quei deficienti avevano prenotato la zona vip, spendendo sicuramente un occhio della testa soltanto perché erano convinti che la sua vita sociale necessitasse di una scossa.

«Ero completamente convinto di avere due migliori amici imbecilli, ma ora me ne avete dato conferma.» Esordì incrociando le braccia e prendendo posto sul divanetto.

«Oh, andiamo Thaddy! Lo abbiamo fatto perché lavori troppo e non ti diverti mai, credimi che a fine serata ci ringrazierai. E almeno lascerai perdere per mezzo secondo il bel fusto del parco.» Spiegò pragmaticamente Jeff, facendo un vago gesto scocciato con la mano, prima di trascinare il suo fidanzato Nick al bancone del bar.

Thad si lasciò scappare un sonoro sospiro irritato, ben conscio che avrebbe comunque perso in partenza quando si trattava del duo malefico. Piuttosto passò al setaccio quel posto, notando che tutto sommato era un night club di lusso e perciò di conseguenza pulito e ben organizzato. Quando si aveva la necessità di attrarre molti clienti, bisognava essere il migliore nel proprio campo ed il moretto non ebbe alcun dubbio che quel night club rientrasse nella categoria sopracitata. Con un gesto del capo richiamò, quindi, l’attenzione della cameriera più vicina ordinando un Mojito e rispondendo con un sorriso cordiale al saluto di benvenuto che la ragazza gli aveva rivolto. Ormai il danno era fatto, perciò non avrebbe avuto senso tenere il broncio fino al rientro nel suo appartamento.

Fu con estrema naturalezza che trovò una posizione più comoda tra i cuscini, afferrando saldamente il bicchiere con il suo cocktail ed iniziando a sorseggiarlo con studiata attenzione. Non ci teneva ad ubriacarsi, finendo col vomitare anche l’anima nel bagno più vicino, mentre la testa vorticava senza sosta com’era accaduto all’ultima festa a cui aveva partecipato. Tuttavia la sua attenzione, alla fine, venne dirottata interamente sul palco a poche spanne dalla postazione vip, dove le luci si stavano abbassando per lasciar posto all’esibizione di punta della serata. Le note di Gimme More si espansero in pochi secondi ed uno spogliarellista fece la sua comparsa al centro del palco.

Gli occhi di Thad si posarono sulla figura del giovane, percorrendo le gambe slanciate fasciate da un pantalone aderente scuro, risalendo sul torace leggermente muscoloso e lasciato scoperto fino a raggiungere il viso. La saliva gli si seccò immediatamente in gola, costringendolo a tossire rumorosamente a causa dell’alcool che gli era andato di traverso. Quei capelli castani e quelle pozze verdi le avrebbe riconosciute tra un miliardo di persone. Il ragazzo del parco si stava esibendo proprio di fronte di lui, ancheggiando in maniera oscena e facendo passare il palo di metallo tra le gambe.

«Allora, Brontolo, ti stai divertendo?» Esclamò Jeff sedendoglisi accanto, seppur non perdendo di vista Nick che era rimasto al bancone attendendo la sua consumazione.

«Jeffie, lui è qui.» Balbettò con sgomento il moretto, afferrando saldamente il braccio dell’altro e sgualcendogli la camicia all’altezza del gomito.

Il biondino aggrottò la fronte in maniera confusa, alternando lo sguardo tra il suo migliore amico visibilmente shockato e la moltitudine di persone che invece si godevano lo spettacolo dello spogliarellista sexy. Non aveva mai visto Thad così ansioso e sebbene si sforzasse di decifrare la frase criptica di quest’ultimo, dovette mollare la spugna dopo i primi dieci secondi. Con ferma risoluzione obbligò quindi Harwood a guardarlo negli occhi, convincendolo a mollare la presa salda sul braccio visto che gli stava facendo leggermente male.

«Thad, si può sapere di chi diavolo parli?» Proruppe Sterling in modo esasperato ed allo stesso tempo curioso, incitando l’amico a sputare il rospo.

«Di occhi verdi, Jeff! Lo spogliarellista che si sta esibendo sul palco è lui e..» Iniziò a blaterare in maniera concitata, salvo poi venir bloccato da Jeff stesso.

«Accidenti! Niente male, amico, il tuo occhi verdi è davvero un bel ragazzo. In questo caso goditi lo spettacolo!» Constatò schiettamente il biondo, lasciando a Thad una pacca incoraggiante sulla spalla per poi risparire in un battito di ciglia così com’era arrivato.

«Cosa? Jeff, aspetta!»

La sua voce si alzò di qualche spanna nel vano tentativo di richiamarlo, mentre i fischi di giubilo degli avventori del locale lo costringevano ad incastonare le iridi cioccolato sul quel corpo mezzo nudo. Le gote gli si imporporarono di nuovo, quando occhi verdi sembrò riconoscerlo e quel ghigno poco rassicurante non contribuiva a far scemare l’eccitazione che sentiva accumularsi al cavallo dei pantaloni. Con un movimento di bacino il ragazzo gli si avvicinò continuando a ballare a poche spanne da lui e facendogli cenno di alzarsi in piedi. Thad boccheggiò per alcuni istanti, prima di ubbidire in automatico senza rendersi minimamente conto di ciò che stava accadendo. Le mani di occhi verdi si protesero verso le sue, stringendole saldamente e portandole sul bordo dei pantaloni che ancora indossava in un chiaro invito.

Quel tizio gli stava esplicitamente chiedendo di spogliarlo e gli ci vollero alcuni secondi per realizzare la portata di tutta quell’assurda situazione. Tuttavia un leggero massaggio contro il dorso della sua mano lo riportò alla realtà e lui si affrettò a tirare quella stoffa rivelando un corpo completamente nudo. Occhi verdi non indossava nessun tipo di intimo sotto i pantaloni del completo di scena e Thad deglutì visibilmente, cercando di distogliere lo sguardo per non puntarlo sul pube scoperto dell’altro. I jeans che indossava iniziavano a stargli incredibilmente stretti ed il tocco di quelle dita sottili lungo la sua mascella ispida di barba non aiutavano affatto.

«Ti ringrazio.» Sussurrò languidamente lo spogliarellista nudo, ritornando al centro del palco e mostrando al pubblico presente la sua evidente erezione.

Ancora una volta l’occhio gli cadde sulle natiche di occhi verdi, come era già successo al parco quella stessa mattina, e fu lì che l’ultimo barlume di lucidità si spense del tutto portandolo ad osservare interamente ogni porzione di pelle scoperta di quel dio greco. Thad sgranò gli occhi cioccolato osservando quelle labbra mimare le parole della canzone, e quando arrivò la parte del ritornello il moretto fu del tutto certo che quel dammi di più, seguito da un movimento ben calibrato sul sesso dell’altro, fosse rivolto esplicitamente a lui. Fortunatamente le luci si spensero di nuovo, permettendo allo spogliarellista di ritirarsi nei camerini dietro le quinte e a lui di tornare a respirare regolarmente.

Con gambe tremanti, ed un ormai evidente problema all’altezza dei pantaloni, Thad si diresse verso i bagni del locale avvicinandosi al lavandino più vicino ed aprendo l’acqua gelata in cerca di refrigerio. Si bagnò le mani dalla pelle olivastra e si premurò di far scorrere le dita tra i capelli e sulla fronte, sospirando di sollievo a quel contatto fresco. Non gli era mai successo di eccitarsi così repentinamente di fronte ad un semplice spogliarello, sebbene integrale, e non riusciva a capacitarsi delle reazioni del suo corpo. Era come se una parte di sé gli stesse poco velatamente suggerendo di lasciarsi andare e soddisfare quello strano desiderio.

«Piaciuto lo spettacolo, bel culo?»

Quella voce, che aveva sentito soltanto pochi minuti prima, lo fece sussultare e Thad vide riflessa l’immagine dell’altro attraverso lo specchio. Occhi verdi se ne stava appoggiato comodamente accanto ad una colonna bianca, vestito di tutto punto con una camicia verde acqua ed un paio di jeans slavati; gli occhi, invece, erano puntati maliziosamente lungo il suo corpo e sul suo fondoschiena. Harwood si sentiva leggermente in soggezione di fronte a quel ragazzo dalle fattezze di un demonio tentatore e continuò ad osservarlo attraverso il vetro.

«Credo di si.» Mormorò in automatico, intimandosi di non balbettare come un quindicenne alla sua prima esperienza e sentendo l’altro ridacchiare appena.

«A giudicare dal tuo sguardo sul mio corpo, direi che sia molto più di un si. Sbaglio o anche al parco mi fissavi insistentemente?» Chiese il castano, avvicinandosi a lui di qualche passo fino a fermarglisi alle spalle.

Thad si voltò a fronteggiarlo, respirando a pieni polmoni il profumo della stessa colonia che aveva sentito al parco quando l’altro gli era passato accanto. Con nervosismo prese poi a mordersi il labbro inferiore, abbassando leggermente lo sguardo e pensando ad una risposta concreta da fornire.

«Sono solo un fotografo e stavo facendo degli scatti casuali, non avevo intenzione di perseguitarti o flirtare con te.» Si costrinse a rispondere, infine, perché sostanzialmente quella era la pura verità.

L’altro parve soppesare a fondo quelle poche parole stringate, inclinando leggermente la testa di lato e sollevando un sopracciglio in maniera eloquente nella sua direzione. Thad non si perse nemmeno un secondo di quelle azioni, potendo memorizzare da vicino tutti i dettagli di quel viso elegante e perfetto. Il castano alla fine gli sorrise accondiscendente, allungando beffardamente una mano e lasciandola sospesa a metà strada.

«Sebastian Smythe.» Si presentò, quindi, il più alto indossando come d’abitudine il ghigno impertinente che il moretto aveva già avuto modo di vedere più volte.

«Thad Harwood.» Rispose stringendogli la mano tesa ed avvertendo il calore di quella pelle nivea attraversargli ogni fibra del corpo.

«Un fotografo eh? Bhè, Harwood, qualora avrai voglia di qualcosa di davvero eccitante da immortalare, fammelo sapere.» Esclamò con voce strascicata il castano, stringendo tra le dita un biglietto da visita ed infilandolo poi elegantemente nel taschino della camicia di Thad, prima di sparire oltre l’uscio della porta.







«Pronto?» La voce di Sebastian gli arrivò nitida e marcata dall’altro lato della cornetta.

«Smythe, sono io. Hai esattamente cinque minuti per portare il tuo culo sodo qui in studio o il capo mi licenzia seduta stante.» Rispose l’altro con tono autoritario e una leggera cadenza spagnola.

«Perché avevamo un servizio fotografico? Ops credo di essermelo dimenticato sai..» Rispose con voce divertita ed ironica il castano.

«Smythe!»

«Okay, okay. Stavo scherzando tigre, rinfodera gli artigli sono quasi arrivato. E.. Thad?»

«Si, Bas?» Mormorò il moretto, già in procinto di chiudere la chiamata.

«Sei il fidanzato più rompipalle del mondo, te l’ha mai detto nessuno?»

«Ti amo anche io. E muoviti!» Rispose ridacchiando, prima di chiudere la comunicazione.












A/N

Era da secoli che questa OS era a fare la muffa tra i miei documenti di word perché volevo prendermi tutto il tempo necessario per dedicarmici al 100%. Spero soltanto di aver fatto un buon lavoro, quanto meno decente, e di avervi strappato qualche sorriso. Perciò per le lamentele andate nel corridoio a destra mentre per gli scleri in diretta andate a sinistra :P Non credo ci sia bisogno di specificare altro tranne che ovviamente la storia è un AU. Ringrazio tutti coloro che stanno seguendo la raccolta proposals scritta da me e Giulia, con voi ci vediamo lunedì sul profilo Warblers Mamas! Per qualsiasi cosa sono sempre a vostra disposizione, fatemi sapere cosa ne pensate (: Buona lettura!

xoxo

Sara
  
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