Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: cin75    09/01/2015    11 recensioni
Dopo l'ennesima caccia, Sam e Dean, forse capiscono che non sono, poi, così misteriosi come pensano di essere!!!!
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Ehi!! figlio di puttana!!" fece Dean, attirando su di sè, l'attenzione del Wendigo.
Il mostro si girò di scatto verso la voce che lo richiamava, lasciando la presa che aveva su Sam, che si era ritrovato intrappolato tra una parete rocciosa e l'antico mostro.
E nel mentre, il mostro stava per attaccare Dean, che sicuramente non avrebbe avuto scampo, Sam caricò la pistola lanciarazzi che aveva ancora tra le mani e sparò, mandandolo letteralmente a fuoco.

******

Ore dopo…..
“Smettila, Dean!!” diceva Sam mentre rientravano nel bunker , dopo quell’ennesima caccia. “Dannazione!! Smettila!!”
“Smetterla!!??...beh, scusa se ti ho salvato il culo, fratellino!?” esclamava stizzito il maggiore mentre lo superava sulle scale e andava a gettare disordinatamente il suo borsone da viaggio sulla prima poltrona che gli era capitata a tiro.
“Potevo cavarmela da solo!...perchè ogni volta…ogni stramaledetta volta, devi rischiare più del dovuto quando siamo a caccia!!?” lo rimproverò Sam.
“Davvero te la saresti cavata?!” chiese ironico Dean, sedendosi pesantemente su una delle sedie che attorniavano il grande tavolo del rifugio.
“Avevo tutto sotto controllo, Dean. Ma tu come al solito, devi fare l’eroe. Davvero non ce la fai a fidarti di me ?!” chiese amaramente.
“Sammy…”
“Sam!” lo corresse severamente il minore e quella correzione valse per Dean come un vero e proprio ammonimento. Il fratellino era davvero incavolato questa volta.
“Cosa volevi che facessi?..che me ne stessi in disparte a vedere quel Wendigo che si preparava a caricarti come un toro nell’arena?!” disse quasi esasperato.
“ Io ero armato e pronto a sparargli con la pistola lanciarazzi…tu invece hai pensato che un idea migliore fosse attirarlo verso di te, pur di farlo allontanare da me. Cazzo!!!..Dean…eri anche disarmato e quel mostro ti avrebbe fatto a pezzi. Hai pensato a cosa sarebbe accaduto se la mia pistola si fosse inceppata ?? NO!!! L’unica cosa a cui hai pensato era distoglierlo dall’attaccare me.” fece l’altro duramente.
“Megl…”
“Se osi solo dire “meglio a me che a te!”, giuro...giuro con tutto me stesso che ti prendo a pugni, Dean!” ringhiò Sam, interrompendolo e puntandogli minaccioso il dito indice, giusto davanti alla faccia.
“Ok! Non lo dirò!” lo sfidò Dean, rimanendo seduto dov’era.
“Vaffanculo, Dean!” gridò furibondo Sam. Il giovane avrebbe voluto davvero prendere a pugni il fratello e farlo fin quando non fosse riuscito a fargli dire perché cavolo a volte cercava la morte invece di sfuggirle. Voleva capire perché Dean, non riusciva a uscire da quel maledetto tunnel “salva Sam” in cui viveva da quando…per la miseria!! Da sempre!

Stava quasi per mettere in pratica la sua promessa di “fraterno pestaggio”, quando il suono di un messaggio sul suo I-phone, naturalmente preso con una delle loro truffe, lo distolse dai suoi intenti.
Contemporaneamente trillò anche quello di Dean.

Senza dare spiegazioni, il minore, raccolse le sue cose e andò verso camera sua e sbattè forte la porta. Giusto per far capire al fratello che la rabbia non gli era svanita, ma solo messa da parte.
 
Dean per un attimo, restò ancora seduto sulla sedia su cui aveva subito l’ira del fratello e dopo avergli sentito sbattere la porta, prese dalla tasca del suo giaccone e lesse il mittente del messaggio.
“Ma guarda un po’!!” sussurrò sorpreso. Si alzò e anche lui raccolse tutto e andò verso la sua stanza.

******

Nella sua stanza Sam, tirò un sospiro e cercò di calmarsi. Stava ripensando ancora a tutto quello che era successo e quando si sentì solo un po’ più calmo capì che aggredire Dean, di certo, non lo avrebbe fatto rinsavire,  ma solo indispettire. E sì! Perché Dean su certe cose era davvero come un bambino dispettoso.
Si ripropose così di riprendere il discorso “kamikaze”, usando altri toni e altri termini.
Intanto, un ronzio sulla scrivania gli ricordò la presenza del messaggio, così, prese il cellulare e lesse chi gli aveva scritto.
“Jocelyn!?” fece sorpreso.
Jocelyn era la ragazza che avevano soccorso e avevano salvato dal Wendigo. L’avevano sottratta appena in tempo dalle fauci del mostro e con lei, avevano passato due giorni e due notti nei boschi prima di riuscire a far fuori il Wendigo e restituirla alla sua famiglia. In quel breve periodo passato insieme, la ragazza, causa lo choc o la situazione assurda o solo intimorita da loro due, perfetti estranei armati fino ai denti, sbucati dal nulla , con il solo intento di salvarla, non aveva detto molto, ma Sam, si accorse che li osservava. Li seguiva passo passo anche con il solo sguardo. A volte sembrava quasi leggere sulle labbra i loro discorsi più segreti, pur di scoprire qualcosa in più di loro.
Quando, dopo aver ucciso il mostro, l’avevano riportata alla civiltà, ebbero da lei, solo un timido “grazie”.
Bastò, come sempre e come sempre andarono via prima che le domande della polizia locale diventassero troppe e troppo precise.
Ma quello che adesso si stava chiedendo Sam, era come diavolo faceva quella ragazza ad aver avuto il suo numero. Si decise a leggere il messaggio.

Ciao, Sam. So che ti stia chiedendo come diavolo faccio  ad avere questo numero..

“Wow!! Inquietante!” esclamò sorridendo Sam e poi riprese la lettura.

…mi avete salvata, ma non mi avete mai chiesto quello che facevo. Diciamo che sono una sorta di …Bill Gates fantasma….stesso cervello, un millesimo dei suoi soldi!! Comunque! Ho hakerato il sistema che la polizia usa per rintracciare i cellulari, ho ristretto la ricerca ai giorni in cui sono stata con voi, ho individuato le celle in cui apparivano gli unici due numeri telefonici non appartenenti ai miei compaesani e ho fatto un controllo incrociato con quei numeri che si sono chiamati spesso in quegli stessi giorni. In conclusione, gli unici numeri, potevano…dovevano essere i vostri.
Ma se sbaglio, chiedo a chiunque stia leggendo questo messaggio di ignorare le farneticazione di questa mente malata!!!
Ma non sto sbagliando, vero Sam?

“Che Dio ci scampi!! Una versione aggiornata di Charlie!” disse tra sé e sé, quasi impaurito da una tale ipotesi. Andò a sedersi sul suo letto e ricominciò a leggere.

Vi ho osservato in quei due giorni assurdi. Ho ascoltato i vostri discorsi. Le , oserei dire, prepotenze di Dean. E ho capito le tue proteste a quelle sue decisioni. Ma in tutta onestà, credimi Sam, puoi affannarti, incavolarti, sbattere i pugni..nulla cambierà. Sono una sorella minore….ero una sorella minore e fin quando il mio adorato fratello Jack, era con me, per me non c’era altro che la campana di cristallo, in cui lui pensava potermi difendere da tutto. Ora, lui non c’è più, e quella campana è andata i frantumi su una mina antiuomo, in Afganistan,  che me lo ha portato via per sempre.
Tu hai ancora tuo fratello con te.
Per favore, non dico di accettare, ma solo di capire….”

Sam sospirò ancora e appoggiò il bordo del cellulare alla fronte. Chiuse gli occhi imprimendosi nella mente quel consiglio così amichevole. “Capire!!” mormorò solo a sè stesso. “Come se fosse facile!”
Poi, illuminò di nuovo lo schermo su cui il messaggio ancora attendeva di essere letto fino alla fine.

“….Mio fratello amava la musica , anche quella straniera, e adorava queste due canzoni italiane. Sembrano fatte apposta per descrivere quello che siete tu e Dean per descrivere ciò che sentite uno per l’altro. Ti linko, tradotta, quella che credo sia fatta apposta per te, perché ti aiuti a comprendere il tuo fratellone.
Ciao, Sam e grazie ancora di avermi salvato la vita!
https://www.youtube.com/watch?v=fK8LrzzC4-8
 
Elevo questa spada
Alta verso il cielo
Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo.....
....Oltre queste mura troverò la gioia
O forse la mia fine,comunque, sarà gloria

E non lotterò mai per un compenso
Lotto per amore, lotterò per questo

Io sono un guerriero
veglio quando è notte
Ti Difenderò da incubi E tristezze
Ti riparerò da inganni e maldicenze
E ti abbraccerò per darti forza sempre…

 
Sam davvero non poteva crederci, ma più ascoltava quelle parole, più ne comprendeva il vero senso e più davanti ai suoi occhi, altro non vi era, che l’immagine di suo fratello Dean, che giorno dopo giorno, anno dopo anno, caccia dopo caccia, chilometro dopo chilometro , gli restava accanto, proteggendolo, salvandogli la vita, sostenendolo e rialzandolo ogni volta che lo vedeva a terra.
Nella sua mente si facevano avanti, con una forza inaudita, i vari ricordi che lo legavano così saldamente a quel profondo amore fraterno. Dean era davvero colui che quelle parole descrivevano: un guerriero che dalla guerra riscuoteva la sua gloria, mentre attendeva, impavido, la sua fine. Dean che non voleva ricompense, se non la certezza che lui fosse al sicuro. Che il suo fratellino fosse al riparo da chiunque volesse fargli del male.
Il giovane cacciatore, sbuffò fuori l’aria dai polmoni, sperando che quel gesto riuscisse a calmargli il fremito d’emozione che cominciava a fargli tremare l’anima e il cuore.
Riavviò ancora la canzone. L’ascoltò ancora.
Come poteva , una ragazzina, che li aveva visti per così poco tempo e con cui, sì e no, aveva scambiato al massimo dieci parole, averli letti così in profondità l’animo?
 
“….Ti darò certezze contro le paure
Per vedere il mondo oltre quelle alture
Non temere nulla io sarò al tuo fianco
Con il mantello asciugherò il tuo pianto

....Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai

....Niente può colpirti dietro questo scudo
Lotterò con forza contro tutto il male
E quando cadrò tu non disperare
Per te io mi rialzerò.....

...Attraverseremo insieme questo regno
E attenderò con te la fine dell'inverno
Dalla notte al giorno, Da Occidente a Oriente
Io sarò con te e sarò il tuo guerriero….


Il giovane sorrise a quelle nuove strofe, su cui prima non si era soffermato. Vide Dean proteggerlo dai demoni e dai mostri che reclamavano la sua vita. Rivide suo fratello consolarlo quelle poche volte in cui aveva pianto dinnanzi a lui. Jessica..Madison..suo padre…Bobby. In quelle occasioni, non era riuscito a nascondersi e le lacrime, quelle dannate lacrime che lo facevano sembrare così debole agli occhi di quel suo fratello così forte, erano state portate via proprio da Dean. Da quella sua solita promessa che si sarebbe rimessi in piedi. Rincuorato dalla forza con cui Dean gli prometteva ogni volta che lui non lo avrebbe mai lasciato, che avrebbero ancora viaggiato insieme, visto posti e luoghi che nessuno poteva immaginare, che avrebbe fatto di tutto per garantirgli quella pace e quella vita che tanto voleva per lui.
Era questo che stava facendo Dean?, era davvero solo questo che voleva fare quel suo fratello tanto amato, nascondendo quella sua missione, con la vita di cacciatore?
Voleva garantirgli semplicemente una vita?
Come il più valoroso dei guerrieri che protegge il suo regno, Dean, stava proteggendo lui e in quella consapevolezza gli vennero in mente quelle parole che una volta, dopo l’ennesimo litigio, gli disse con ben altre intenzioni: “Pensi di essere il mio salvatore, mio fratello: l’eroe!!”.
Ma se quella volta, quelle parole erano state dette quasi con astio, ora, Sam , si rese conto , che , dentro di lui , già sapeva chi e cosa era Dean, per lui.
“….Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Veglio su di te, io sono il tuo guerriero.


********

In attesa di sentir bussare alla porta della sua stanza il giovane fratello per il secondo round, Dean riprese il suo cellulare dalla tasca del giaccone e si convinse a leggere il messaggio che gli era arrivato qualche minuto prima.

 "Ciao Dean!! Inizio questo messaggio da dove ho concluso quello che ho spedito a Sam: Grazie! Grazie per avermi trovata e avermi salvato la vita.
Prima  di tutto: se ti stai chiedendo, anche tu, come ho il tuo numero, chiedilo a Sam. Bene!, ora veniamo a noi...."

" Che caratterino!!" sibilò Dean, mentre con il dito faceva scorrere verso il basso , il testo del messaggio per poter continuare a leggere.

"....So quello che stai facendo con Sam. Credimi, lo so. Per anni, il mio adorato fratello Jack, lo faceva con me. Per lui non esisteva altro che difendermi da tutto e tutti. Avesse potuto, avrebbe impedito alla pioggia e al vento di toccarmi. Ti giuro che a volte l'ho odiato con tutte le mie forze, perchè lui si ostinava a non vedere quello che stavo diventando. Si ostinava a non rendersi conto che stavo crescendo, che potevo affrontare il mondo anche sbagliando, che sapevo difendermi anche dal più stronzo della scuola colpendo nelle parti basse o giusto sotto il naso, come mi aveva insegnato lui..."

"A quanto pare era il Wendigo quello in pericolo!!" scherzò da solo, anche se la prima parte del messaggio lo aveva colpito più del dovuto. Sembravano le parole di Sam ogni volta che gli rimprovera di non lasciarlo crescere o camminare da solo o solo commette il proprio sbagli. Sorrise amaramente e continuò a leggere.

"...ma ora lui non c'è più e io non posso fare altro che andare avanti seguendo la strada che devo seguire, aiutata solo dai suoi insegnamenti e dal suo ricordo. Per te non è così, Dean. Per Sam, non è così. Lui sa quale è la sua strada, sa come affrontarla, sa che ti avrà al suo fianco, ma vuole comunque camminare da solo.
Basta con il tenergli la mano quando attraversa, Dean. Sa farlo da solo e sa che tu comunque attraverserai con lui.
Mio fratello, amava la musica e tra le sue canzoni ne ho ritrovato due che sembrano fatte apposta per voi. Una l'ho postata a Sam; l'altra è per te. Ascoltala e forse ti aiuterà a capire ciò che Sam prova.
https://www.youtube.com/watch?v=fMLVIRFo6Ow
 
Addio, Dean. Grazie ancora e abbiate cura di voi!
J."
 
Dean deglutì a tanta franchezza. Quella ragazzina era rimasta con loro per quanto?...due giorni?..forse anche meno. Eppure in quel suo timido silenzio con cui li aveva seguiti nel bosco, sembrava essere riuscita a conoscerli meglio di quanto si conoscessero loro in quel momento.
Cliccò sul link della canzone, pronto a sentire magari, una qualche melodia melensa tutta “scusami e perdono”.
Invece no! La musica sempre più crescente e le parole del testo tradotto che Jocelyn gli aveva mandato nel messaggio, gli arrivarono dritte al cuore come un colpo di proiettile.
 
“...E vorrei, imparare ad imitarti
Far del male come sai
Ma non posso non riesco non ho equilibri miei...

.....Correrei a salvarti a dirti che così non può durare
Correrei a parlarti a consolarti niente più dolore
Correrei a fermare il tempo e insieme a lui le sue torture
Correrei da te e ti stringerei senza scappare mai più..

....Fai che la mia rabbia invece si raffreddi casomai..”
 
Quelle parole sembravano esattamente quelle che Sam gli confidava in quei, ormai, rari momenti, in cui, ancora riuscivano a confidarsi a cuore aperto. Aveva perso il conto di quante volte il suo fratellino gli diceva che lo osservava, che lo aveva sempre fatto fin da quando aveva 4 anni, che pensava un giorno sarebbe diventato uguale a lui. Glielo aveva detto quando Gordon gli dava la caccia e glielo aveva ripetuto ancora e ancora durante quell’anno assurdo in cui si affannava a trovare un modo per annullare o anche infrangere il patto che Dean aveva fatto per salvargli la vita.
Ricordò le milioni di volte in cui, un amareggiato Sam, gli chiedeva di confidarsi, di fargli capire ciò che aveva dentro, di smetterla di scappare. Che scappare dal dolore o dalla sofferenza che si portava dentro, non lo avrebbe aiutato a stare bene o meglio.
Così, mentre la musica scorreva e lui quasi ipnotizzato, continuava a leggerne il testo, le immagini di un Sam costantemente affannato nella dura impresa di mostrargli una via di uscita da quel mondo assurdo, di un Sam che, lottando con tutte le sue forze contro un assurdo destino, cercava di fargli capire che la pace data dalla morte non poteva essere l’unica pace per loro, gli si illuminarono davanti agli occhi come i flash di mille macchine fotografiche.
Infondo, era questo quello che chiedeva Sam. Quello che gli chiedeva sempre e solo Sammy: “Non mi interessa come affronterai la cosa. Ma non farti uccidere!!”
 
“..Penserei ad un male che non ci ferisca mai
Penserei a una scusa che non ti deluda ma
preferisco i fatti alle parole ….

..Dal punto in cui correvo
E stavi fermo tu
Ti persi ma non scapperò mai più...


Quelle ultime due strofe riportarono in mente a Dean, due episodi molto vividi ancora nella sua memoria. Episodi in cui aveva visto la confusione e la disperazione più disarmante sul volto del giovane fratello e tutte due le volte, Sam, nonostante cercasse una via d’uscita , era quello che poi, aveva sofferto di più per l’inevitabile conseguenza.
Con la prima a Dean venne in mente la sera in cui Sam stava per portare a termine quelle maledette prove per chiudere i cancelli infernali, e ormai allo stremo delle forze gli confessava i suoi cosiddetti peccati. Il più terribile di tutti, secondo il giovane, l’averlo ferito, averlo deluso, aver cercato sempre di portarlo verso la fine di quel famigerato tunnel e poi, ogni volta, averlo lasciato indietro. Ricordò di aver  rimproverato Sam di quelle sue assurde consapevolezze, ricordò di averlo abbracciato forte per aiutarlo a sopportare il dolore di quello che le prove gli stavano facendo. E ricordò il panico puro che lo invase quando Sam gli svenne tra le braccia per, poi, finire in un coma che lo avrebbe ucciso sicuramente se lui non avesse fatto una scelta estremamente azzardata.
Poi, ricordò il laboratorio di Dick Roman. Ricordò lo sguardo teso ma soddisfatto del fratellino quando lui e Castiel riuscirono ad uccidere il capo dei Leviatani e poi su quello stesso sguardo vi lesse, un secondo dopo, il terrore che Sam provò vedendolo sparire davanti ai suoi occhi.
Sapeva, ormai, quello che aveva passato Sam in quell’anno che lui passò in Purgatorio. Avevano chiarito e si erano lasciati la questione alle spalle, anche perché molte e molte volte Sam gli aveva dimostrato che quella sarebbe rimasta l’ultima volta, nonostante le continue incomprensioni, che lo avrebbe perso in quel modo.

Il cellulare gli restò acceso tra le mani per pochi minuti dopo che la canzone finì e poi si spense. Dean rimase immobile. Immobili sembravano essere anche i suoi pensieri. Tutti, tranne uno.
L’unico che gli lampeggiava furiosamente nella mente: “Sei davvero uno stronzo, Winchester!!”
 
*******

Sam aveva rimesso a posto le sue cose e stava per uscire dalla sua stanza, quando nel momento in cui aprì la porta, si ritrovò davanti Dean, con un braccio alzato,come se stesse per bussare.
“Tempismo perfetto!” fece il maggiore, sorridendogli.
“O magari stai invecchiando e ti ho sentito arrivare!”  replicò l’altro.
“Già! ti piacerebbe!?” ironizzò Dean mentre entrava nella stanza del fratello. Sapeva di poterlo fare senza problemi, anche perché, sul viso del fratello non sembrava più esserci la rabbia con cui si erano lasciati poco meno di un’ora prima. “Letto qualcosa di interessante?!” chiese guardandosi intorno.
“Più che altro, ho ascoltato un po’ di musica!” rispose Sam, mentre si andava a sedere sul letto, su cui c’era ancora il telefonino. “E tu?”
“Qualcosa di simile!” convenne, il maggiore, mentre tamburellava con le dita sul bracciolo della sedia.
Per un po’ i due rimasero i silenzio, sperando che l’altro fosse il primo a parlare.
“Ascolta..” fecero all’improvviso, entrambi e fermandosi , per lasciare la parola all’altro. Si guardarono e sorrisero di quell’assurdo imbarazzo.
Dean sospirò profondamente e Sam sapeva che il fratello aveva deciso di iniziare lui quel confronto.
“Ascolta, Sammy…” si fermò, contrasse un attimo la mascella e si corresse. “..Sam…Ho fatto una stronzata con quel Wendigo e ti…ti chiedo scusa, ma vorrei che tu capissi…”
“..che lo fai per me?!” finì per lui, Sam, che si sentì , infondo, già soddisfatto di quella presa di coscienza da parte del fratello.
Dean annuì e poi provò ad andare avanti. “ Non riesco a fare a meno di ..proteggerti o per lo meno di evitare che tu finisca in guai seri..come…come farti rincorrere da dei clown pronti a farti la festa!!” provò anche a sdrammatizzare a modo suo e sorrise , quando vide Sam sorridergli.
“Lo so, Dean! E mi dispiace di aver reagito in quella maniera, ma tu…”
“..io devo capire che sei cresciuto. Che puoi camminare da solo. Che sai badare a te stesso e a quanto pare anche a me , quando serve.” e questa volta fu Dean a finire la frase di Sam.
“Mi stai dicendo che non farai più il kamikaze, Dean!?” domandò il giovane porgendogli la mano in segno di accordo, certo che l’ennesima incomprensione era stata archiviata.
“Se tu mi prometti che guarderai sempre due volte prima di attraversare la strada!!” si assicurò il maggiore, prendendo spunto da ciò che aveva letto nel messaggio di Jocelyn e stringendo forte la mano del fratello.

Stretta che divenne un abbraccio. Un abbraccio che divenne il consolidamento di un legame già esistente. Un legame sempre più indissolubile a dispetto del destino.

“Senti…ti va di vedere la seconda stagione di Games of Throne davanti ad una pizza e qualche birra?!” suggerì Sam, mentre liberava il fratello dal suo abbraccio.
“Sì!!…mi va di sapere che fine fa quel bastardo di Joffrey!” acconsentì Dean, mentre si apprestava ad uscire dalla camera del fratello, seguito dal giovane, ormai sereno.
“Ehi! Sammy….Sam…” si costrinse un ennesima volta a correggersi. “Come diavolo ha fatto Jocelyn ad avere i nostri numeri?”
“E’ complicato. Lascia perdere!” lo assecondò Sam.
“Guarda che non sono stupido!” sembrò offendersi Dean.
“Ok! Ricordi quando appena tornasti dal Purgatorio, ci mettemmo alla ricerca di Kevin e in quel bar ti spiegai come lo avevo tracciato?” gli ricordò Sam.
“Si, ricordo tutto!”
“Davvero?!” domandò dubbioso il giovane, certo che anche quella volta il fratello non ne aveva capito niente. Dean Winchester: otto secondi per smontare un fucile semi automatico. Un secolo per capire come funziona  la tracciatura di un IP remoto!!
“No.” Ammise, infatti mortificato subito dopo.
“Bene. Perché è più o meno lo stesso casino.” Lo rassicurò, certo che Dean avrebbe mollato. E così fu.
“Ok! Vada per la pizza, allora!” e si incamminarono insieme.
“Ehi, Dean?!” lo richiamò Sam.
“Mmhh!?”
“Va bene anche… Sammy!” disse senza guardarlo per evitare uno di quei momenti troppo sentimentali.
“Ok!!....Sammy!” fu infinitamente lieto il maggiore, che per lo stesso motivo, evitò, anche lui, di guardarlo.


N.d.A.: Vi prego non odiatemi per aver messo insieme Tiziano Ferro, Marco Mengoni e …oh mio Dio!!.... i Winchester!!!
Ma ho ascoltato queste canzoni e non so perché ogni volta che mi capitava, mi venivano in mente Sam e Dean. Per un po’ di tempo è stato un tira e molla del tipo: la scrivo o non la scrivo??!!
Ho sfogliato la margherita ed è venuto fuori: la scrivo.
Per favore, come al solito, mettetevi una mano sulla coscienza e fatemi sapere cosa ne pensate. Nel bene o nel male!!!
Baci, Cin.
   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75