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Autore: MadDreamerr    09/01/2015    8 recensioni
School!AU | Pernico
La vita di Nico è sempre stata una merda...finché non incontra Percy durante la sua terza settimana all'università.
Di questa storia mi appartiene solo la traduzione italiana.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Ripeto che questa è la traduzione di una ff inglese di percico-feels(potete trovarla su Tumblr e AO3) basata su questo disegno (http://nicolasdean.tumblr.com/post/84500637869/i-missed-my-college-au-of-percico-other-works) di nicolasdean(Tumblr).
One-shot, perchè a quanto pare non riesco a trovare storie in inglese a più capitoli da leggere/tradurre.
Spero vi piaccia.

You Make Me Want To Live Again
 
La prima volta che accadde, Nico era in seconda elementare; è passato tanto tempo, ma se lo ricorda chiaramente.
Un se stesso di 7 anni percorre furtivamente i grandi corridoi della scuola, attraverso il mare di studenti più grandi che cercano di raggiungere la mensa. Il suo porta-pranzo di Star Wars è al sicuro nelle sue piccole mani, contenente il suo pranzo e le sue tanto amate carte di Mitomagia.
Nico non vede il bullo, forse due o tre anni più grande di lui, avvicinarsi. Non vede che il suddetto bullo è in possesso di un bicchiere pieno di Coca Cola, non vede che lo stesso ragazzo ha un ghigno malvagio sul suo volto, così insolito per un bambino della sua età. Nico capisce quello che sta succedendo solo fino quando la Coca-Cola sta già inzuppando i suoi vestiti e i suoi capelli, rovinando la t-shirt dell’Incredibile Hulk che ama così tanto e mandandogli dei brividi lungo le braccia, per colpa del liquido freddo.
Le persone intorno a lui si fermano e guardano nella sua direzione, ma nessuno cerca di aiutarlo. Il bullo è estremamente orgoglioso di se stesso e di ciò che ha appena fatto.
-Perdente!- lo accusa.
Poi, semplicemente se ne va, gettando il bicchiere ormai vuoto di Coca-Cola su Nico e passandogli accanto. Il bullo fa in modo di sbattere con forza contro il ragazzo più piccolo e quasi lo manda a terra. Gli amici del più grande ridono all'atteggiamento del loro amico e anche altri studenti si uniscono.
E Nico piange.
Piange perché ha solo sette anni e qualcuno gli ha appena fatto qualcosa di estremamente meschino, nella sua prospettiva infantile. Piange perché è bagnato di Coca-Cola e la sua maglietta è rovinata. E piange perché tutti stanno ridendo di lui, anche se Nico non pensa che tutta la situazione sia divertente.
E ' il terzo giorno di scuola; Nico di Angelo ha solo sette anni e ha appena subito il suo primo attacco. Volendo o no, non dimenticherà mai quel giorno.

Quando inizia il liceo, le "battute" diventano più violente. Le spinte contro gli armadietti sono frequenti e Nico ottiene un sacco di lividi sulle spalle per questo. Le minacce sono abbastanza comuni e la minaccia di percosse diventa concreta di tanto in tanto. Nico non permette che ciò lo infastidisca minimamente; non ha più sette anni.
Non è più quel ragazzino, che era solito indossare magliette con i supereroi e portarsi dietro le sue carte di Mitomagia ovunque andava. Non ha più l'innocenza e l'ingenuità che aveva quando era un bambino facilmente impressionabile, in cerca di attenzioni. La scuola e il bullismo che ha sofferto per anni lo hanno reso immune a questo tipo di umiliazione insensata.
Nico non ha amici e non ne cerca. La gente è troppo crudele, troppo stupida e troppo indegna per prendere in considerazione anche l'idea di lasciare qualcuno avvicinarsi. Aveva una sorella, che amava teneramente, ma lei se ne era andata ora ed è esattamente la perdita di questa sorella che lo protegge contro tutti i tipi di dolore emotivo.
Si chiude fuori dal mondo.
Si chiude nel suo mondo e costruisce barriere psicologiche per tenere la gente lontana; è l'unico modo che trova per proteggere se stesso da qualsiasi danno emotivo, è il suo modo di sopravvivere.
Gli attacchi che subisce a scuola non sono nulla. Li ignora la maggior parte del tempo e questo infastidisce profondamente i suoi aggressori. Viene picchiato a volte per questo, o ogni volta che Nico dà una risposta sarcastica agli insulti non-così-intelligenti dei bulli.
Il liceo è l’inferno, è il caos, ma Nico ci rimane. Non ha molta altra scelta, giusto? 

Quando inizia l’università, Nico non si aspetta alcun grande cambiamento nella sua vita.
Le persone e le loro azioni sono troppo prevedibili per sorprenderlo e l’università non è altro che la continuazione del liceo. L'unica differenza è che al’università nessuno si preoccupa veramente di cosa succede a lui, e nessuno cerca di nasconderlo.
Così continua ad andare avanti, proprio come ha fatto in precedenza.
È già sopravvissuto a dieci anni di abusi, percosse e umiliazioni; sopravvivere i prossimi cinque anni sarà niente in confronto.

Nico incontra Percy durante la sua terza settimana di università ed è un incontro decisamente non pianificato.
Cammina in fretta attraverso i corridoi, cercando di portare tutti i suoi libri con una mano, mentre usa l'altra per finire una ciambella. È in ritardo per la lezione ed è certo che il professore si lamenterà all'infinito per questo. Ed è quando pensa a quanto ha bisogno di andare in classe e a che terribile giornata sta avendo che Nico si imbatte in qualcuno e suoi libri, insieme alla sua ciambella mezza mangiata e la borsa della persona, cadono a terra.
Questo è tutto ciò di cui Nico non ha bisogno; è già in ritardo, ha fame e non è in vena di ascoltare le lamentele di qualche imbecille goffo, che sicuramente gli darà la colpa per l'incidente.
Nico si accovaccia rapidamente, raccogliendo le sue cose più veloce che può per andarsene da quell'inferno.
-Mi spiace, non ti ho visto arrivare.-
Nico è preso alla sprovvista dalla scuse e si blocca sul suo posto per alcuni secondi. Si dimentica dei suoi libri e si trova di fronte al proprietario di quella voce per la prima volta.
Accovacciato davanti a lui, mentre lo aiuta a raccogliere i libri sparsi sul pavimento, c’è un tipico atleta. Alto, con un corpo ben costruito, pelle abbronzata, capelli neri e occhi verdi brillanti; mascella forte, zigomi perfetti e un sorriso che adorna le sue labbra. Il ragazzo di fronte a lui è semplicemente incredibile e Nico non sa cosa dire in un primo momento.
-Va bene.- borbotta, quando riacquista la voce.
Il ragazzo dagli occhi verdi termina di raccogliere i libri di Nico e si alza in piedi, gesto che Nico copia.
-Ecco.- dice il ragazzo, consegnandogli i libri -Mi dispiace di nuovo, mi sono distratto e davvero non ti ho visto.-
Nico si stringe nelle spalle, mostrando indifferenza a quell'incidente. Condividono un breve sguardo; poi il ragazzo si raddrizza con il suo zaino e guarda l'orologio che ha al polso.
-Cavolo, l'allenatore mi scuoierà vivo.- dice, accigliato e prende la sua borsa dal pavimento -Mi dispiace davvero di esserti venuto addosso, ma devo andare.-
Si allontana subito dopo, non dando a Nico il tempo di rispondere.
-Ci vediamo in giro!- grida il ragazzo, voltandosi brevemente e salutando Nico, prima di correre attraverso il campus.
Nico non lo sa ancora, ma quel primo incontro con Percy (il ragazzo dagli occhi verdi di cui non sa nemmeno il nome) è l'inizio della sua prima vera amicizia.

Nico sta studiando nel luogo più lontano della libreria quando vede Percy per la seconda volta.
I suoi esami sono a meno di una settimana di distanza e Nico non sa più cosa sia una notte di buon sonno. I cerchi sotto gli occhi sono scuri come non mai e Nico ha appena il tempo di mangiare; con la quantità di testi e opere che la sua insegnante ha assegnato, il tempo libero è un lusso che Nico non possiede al momento.
Seduto su un tavolo nascosto, Nico ha una parete di libri di testo intorno a lui ed è inconsapevole del ragazzo dagli occhi verdi che gli si avvicina. A dire il vero, Nico si accorge di non essere più solo quando un sacchetto di carta appare improvvisamente a meno di sei centimetri di distanza dal suo viso.
Tale atto non-così-discreto richiama la sua attenzione, ovviamente, e Nico non può essere più sorpreso quando vede il ragazzo che ha incontrato quasi un mese fa. Boccheggia una, due, tre volte, ma non gli escono le parole dalla bocca. La mancanza di reazione di Nico non sembra disturbare il ragazzo, però.
-Ti dispiace prendere questa busta che ti sto offrendo? Il mio braccio sta diventando insensibile.- dice semplicemente.
Nico fa come il ragazzo chiede, quando si rende conto che lo sta fissando. Prende il sacchetto di carta e sbircia al suo interno. C'è una ciambella nel sacchetto.
-Perché mi stai dando una ciambella?-
La domanda cade dalle sue labbra naturalmente perché, andiamo, nessuno inizia a distribuire ciambelle agli sconosciuti, senza un buon motivo.
Il ragazzo alza le spalle e si siede sulla sedia accanto a Nico.
-Perché ti devo ciambella.- dice, appoggiato sulla sedia e quando il più giovane aggrotta le sopracciglia, indicando che non sa di cosa diavolo stia parlando, aggiunge -Stavi mangiando una ciambella quando mi sono imbattuto in te e ti è caduta, te la dovevo.-
-È stato più di un mese fa.-risponde Nico, con la busta ancora nelle mani.
Una risata lascia le labbra del ragazzo.
-Beh, non sei esattamente una persona facile da trovare nel campus.- spiega -Mi ci è voluta più di una settimana per trovare il tuo nome e ho l’ho scoperto solo perché ho chiesto a una segretaria presso l'ufficio del rettore. Nessuno nel campus è stato in grado di rispondermi chi eri quando ho chiesto loro.-
Tutta quella situazione è così strana per lui; Nico semplicemente non riesce a capire perché qualcuno dovrebbe avere alcun interesse per di lui.
-Perché mi si dovevi una ciambella?-
La sua domanda è un po' stupida, lo sa, ma non gli importa. L'unica cosa che conta in questo momento è che un atleta sta parlando con lui ed è gentile; due cose che, Nico ha appreso durante la scuola, non accadono senza un secondo fine.
-Non mi piace essere in debito con nessuno.- risponde il ragazzo -E poi, dopo la prima settimana, trovarti è diventata una sfida personale e io adoro le sfide.-
Nico alza gli occhi, cercando di decidere se deve essere arrabbiato con ciò che il ragazzo ha appena detto, o se dovrebbe essere contento che qualcuno stia parlando con lui di suo libero arbitrio.
-Sono Percy, comunque.-
Gli offre la sua mano, ma il più giovane esita; non è ancora sicuro se fidarsi delle buone intenzioni di Percy o meno.
-Nico.- dice infine, stringendo la mano Percy gli sta offrendo.
Percy sorride vivace.
-So esattamente chi sei, Nico di Angelo. Come ho detto, ti ho cercato per molto tempo.-
-Perché mi dovevi una ciambella.-
Nico sa di essere arrossito; può sentire il calore sul viso e si arrabbia veramente per questo.
-Perché ti dovevo una ciambella.- concorda Percy, ridendo.
E per qualche strana ragione, anche Nico ride.

Alla fine, Percy non è così insopportabile come il resto del mondo - e come Nico pensava sarebbe stato.
E una volta che gli esami sono finiti e a Nico è permesso di fare qualcosa di diverso dallo studio, i due iniziano trascorrere un po' di tempo insieme (perché Percy è un ragazzo davvero persistente).
In tre settimane, Nico impara tre fatti di Percy che non dimenticherà mai:
1. Percy ha una fissazione strana per il cibo blu;
2. Ha un complesso da eroe grave che lo mette sempre nei guai;
3. E' il nuotatore più veloce Nico abbia mai visto.

Sono usciti un paio di volte, condividono i pasti, parlano, condividono un po' della loro vita a casa e cosa si aspettano per il loro futuro.
Nico è sicuro che a un certo punto Percy sarà stanco di lui e sparirà dalla sua vita per sempre. Mentre questo non accade, però, Nico si permette di godere di quella inaspettata amicizia che hanno costruito. Perché, onestamente, è bello avere qualcuno con cui parlare, dopo essere sopravvissuto da solo per così tanto tempo. Nico si sente quasi come se in realtà vivesse di nuovo.

Il tempo passa. I giorni diventano settimane e, ben presto, il semestre è finito.
L’inizio di un nuovo semestre; lo stesso caos, la stessa follia di opere e progetti. Il numero di attacchi che Nico soffre diminuisce drasticamente, anche se non si ferma mai del tutto.
E Percy continua ad essere parte della vita di Nico.
Percy non scompare dalla sua vita e la loro amicizia si rafforza ogni giorno. Ad essere onesti, Percy riempie gran parte della vita di Nico e, di conseguenza, ora Nico ha una vita sociale e (sorprendentemente) un paio di amici.
Attraverso Percy, Nico fa amicizie che non stava cercando, anche se ora si sente veramente fortunato ad avere.
In Annabeth, Nico trova qualcuno con cui poter discutere di arte e la letteratura e condividere tutti gli interessi che tutti gli altri trovano troppo noiosi, ma che loro due trovano affascinanti.
In Jason, trova qualcuno degno di fiducia e che è sempre pronto ad aiutare, sempre disposto a sostenerlo nelle sue scelte.
E in Hazel...quando è con Hazel, Nico si sente in pace, si sente a casa. È quasi come avere di nuovo una sorella.

Nico si accorge che i suoi sentimenti per Percy stanno cambiando durante il suo terzo semestre a College.
È un giorno come un altro. Nico sta studiando in biblioteca come fa sempre il mercoledì pomeriggio, quando Percy si presenta, portando con sé un sacchetto di carta con una ciambella. Percy sa che Nico dimentica di mangiare quando sta studiando, quindi il ragazzo più grande porta sempre qualcosa per il suo amico quando la sua ultima lezione della giornata finisce.
Non vi è niente di speciale quel giorno; nessun evento strano, nessuna modifica sulla loro routine e nessun contrattempo, ma in qualche modo tutto è diverso. Non sa se la differenza è su di lui, o se si tratta di Percy; Nico sente che, quell’apparentemente ordinario Mercoledì pomeriggio non è più così ordinario.
E quando Percy si mostra presso la biblioteca, allo stesso modo in cui ha già fatto innumerevoli volte, il cuore di Nico inizia a correre come non ha mai fatto. Il solo fatto che Percy è lì, improvvisamente, è sufficiente a rendere la stressante giornata di Nico migliore.
-Un giorno il tuo cervello si scioglierà se continui a studiare così.- dice Percy, sorridendo, che sorriso facile di suo.
Il sorriso rende Nico nervoso e i suoi battiti ancora più elevati. Si tratta di una reazione stupida e senza senso, ma ci vuole qualche secondo perchè Nico controlli di nuovo se stesso.
-E tu non moriresti se studiassi un po' di più.- risponde; un tono che si aspetta di essere amichevole.
-Un punto per te.-
Percy gli porge il sacchetto di carta con la ciambella. Nico accetta senza esitazione e tutto torna alla normalità. Il cuore di Nico batte normalmente e lui non si sente più nervoso.
Tutto è ancora facile e Nico si convince che quell'episodio è solo un caso eccezionale.

Il problema è che l'episodio è solo il primo di una serie infinita di altri episodi, e Nico lo scopre presto.
Il suo stomaco sviluppa l'abitudine di contorcersi quando Percy è intorno, allo stesso modo in cui le ginocchia si indeboliscono ogni volta che il maggiore sorride. In alcuni momenti, Nico deve fare un grande sforzo per non arrossire ed è qualcosa di veramente fastidioso.
Ma Nico ignora - o almeno cerca di ignorare - tutti quei segni.
Si rifiuta di credere che ciò che sente per Percy sia più di un'amicizia, perché Nico in realtà non ha bisogno di un altro dramma nella sua vita. Ha già abbastanza problemi a casa (con il padre assente e la matrigna) e al college.
Così decide che quei sentimenti strani che sta sviluppando per Percy non si metteranno sulla strada dell’amicizia che hanno, perché il solo pensiero di litigare con Percy per tutta questa storia è troppo insopportabile.

-Quando hai intenzione di dire a Percy che ti piace?-
Quando quelle parole lasciano le labbra di Annabeth, Nico quasi soffoca con il pollo che sta mangiando. I suoi occhi si riempiono di lacrime, mentre cerca di respirare normalmente.
-Da dove hai preso questa assurdità?- chiede Nico; il suo volto è rosso come un pomodoro.
Annabeth non è sorpresa dalla sua reazione, ma non sembra neanche che stia godendo. Lei parla in questo modo così caratteristico; come qualcuno che sta affermando un fatto indiscutibile e per il quale lei ha un mero interesse scientifico.
-Da tutti quegli sguardi languidi e dal fatto che diventi davvero goffo quando Percy è vicino.- afferma, mangiando la sua insalata senza molto interesse -Mi dispiace Nico, ma se stai cercando di nasconderlo, stai facendo un lavoro orribile.-
Nico inghiotte nervosamente. Cosa dovrebbe dire su questa situazione? Non può nemmeno spiegare a se stesso ciò che sente per Percy, come poteva spiegarlo a Annabeth?
-Tutto è ancora confuso.- dice infine, facendo sorridere l’amica.
-Non lo stai negardo.-
Il rossore sulle sue guance si approfondisce.
-No, non lo sto facendo.-
Annabeth non cerca di convincerlo ad aprire il suo cuore a Percy. Lei non insiste di sapere i dettagli di ciò che il suo amico ha appena detto e non lo preme a prendere una decisione a cui non è ancora pronto; Annabeth è troppo intelligente e troppo discreta per questo.
Annuisce appena e continua a mangiare il suo pranzo in silenzio, mentre Nico pensa alla breve conversazione che hanno avuto.
Ha appena ammesso, anche se in un modo particolare, che gli piace (ama?) Percy e si sente meglio dopo aver condiviso il segreto con qualcuno.
Questo è il primo passo per la sua accettazione, e il primo passo per la sua felicità.

Prende la sua decisione durante il suo quarto semestre all’università.
E ' ultimo semestre di Percy e, anche se il maggiore ha sempre assicurato a Nico che non mancherà di tenere il contatto dopo la laurea, Nico ha la terribile sensazione di essere a corto di tempo. Così, quando si trova solo con Percy in una caffetteria vicino ai loro dormitori del campus, Nico decide di provare.
La paura di tirare tutto fuori è lì, insieme al nervosismo e all'ansia di chi sta per fare il più grande errore della sua vita. Ma lui continua ad andare.
Continua e si costringe a parlare in quel momento, perché sa che perderà tutto il suo coraggio, se non lo fa.
-Nico?-
La voce di Percy lo porta lontano dai suoi sogni e Nico si concentra sul suo amico, ancora una volta. Non può dire per quanto tempo ha ignorato Percy.
-Stavi con la testa fra le nuvole.- dice accigliato.
-Mi dispiace.-
-Lo sai che gli esami iniziano solo il mese prossimo, giusto?-chiede Percy, prendendo un sorso di cioccolata calda.
-Non sono preoccupato per gli esami, Percy.- risponde Nico, analizzando la sua tazza di caffè con più interesse del necessario -Almeno non in questo momento.-
Leggermente inclinato sul tavolo, Percy guarda l'amico con più attenzione. Lui non è un bravo osservatore, Nico lo sa, ma Percy conosce Nico da un tempo sufficiente e può distinguere, almeno un po', gli umori del suo amico.
-Qual è il problema, allora?- chiede -C'è qualcuno che ti maltratta? Perché se questo è il problema, basta dire chi e Jason e io diamo loro una lezione.-
Nico sorride un po', toccato dalla visione dell’ardore di Percy. Dal momento che i due sono diventati amici, gli attacchi contro Nico si sono praticamente fermati. A volte un coglione ancora tenta di prendersi gioco di lui o cerca di fare qualcosa contro Nico (perché è un bersaglio facile, se si considera che, è magro, apparentemente fragile e più basso della maggior parte ragazzi della sua età), ma Percy e Jason sono sempre pronti a dare ai bulli una lezione importante; Nico di Angelo è sotto la loro protezione, e questo è abbastanza per fare in modo che anche il più stupido di tutti stupidi ci pensi almeno due volte prima di fare qualsiasi cosa.
-No, nessuno mi sta dando fastidio. Non cercano di fare qualcosa contro di me dallo scorso semestre.-
-Fantastico! E spero che rimanga così.-
Dovrebbe sentirsi umiliato per dipendere dalla protezione di altre persone, ma Nico non lo sente così. Sapere che Percy si prende cura di lui, anche se è in un modo amichevole, gli scalda il cuore. Nico non ha mai avuto nessuno a proteggerlo; sua madre morì troppo presto, sua sorella è morta troppo presto, il padre non si preoccupa di quello che accade a lui e la sua matrigna lo disprezza. Ora, però, ha amici che si prendono cura di lui, che in realtà lo amano, e questo è piuttosto confortante.
Prende un sorso di caffè e fa una faccia disgustata, quando si accorge che è già freddo.
-Ho bisogno di dirti una cosa, Percy.- inizia Nico, un po' titubante e tutto nervoso.
Fa una pausa, ma Percy non dice nulla ed è visibile che gli sta dando tempo per parlare. È un buono o cattivo segno? Nico davvero non lo sa, ma Percy gli sta dando una possibilità, lui la prende, anche se non ha la minima idea di ciò che esattamente sta per dire.
-Prima che io dica qualsiasi cosa, promettimi che non mi odierai, o cercherai di fuggire da me.-
-Perché dovrei fuggire da te?-
La confusione è più che evidente sul volto di Percy.
-Promettimelo.-
La voce di Nico è bassa, quasi come una supplica. Si odia per questo.
-Prometto che non avrò intenzione di fuggire da te, o di odiarti.- dice Percy solennemente -Ora sputa il rospo, mi stai spaventando.-
L'unico problema è che Nico non sa come dirlo. Ad essere onesti, ciò che sente in questo momento è l’istinto di alzarsi e correre. Nico può sentire le mani sudare, anche se è già novembre e il tempo è fastidiosamente freddo.
La calma è qualcosa che non ha in questo momento e che è tutto ciò di cui ha bisogno per andare avanti; non può più scappare, perché ora che ha iniziato, Percy non lo lascerà scappare da quella situazione senza una spiegazione.
I suoi piedi si muovono ritmicamente sul pavimento.
-Mi piaci, Percy.- sbotta Nico in una sola volta, prima di pensarci troppo.
I luminosi occhi verdi di Percy guardano Nico con curiosità. Il cipiglio sul suo viso si ammorbidisce gradualmente e, ben presto, quel sorriso ancora una volta adorna le labbra del maggiore.
-Mi piaci anche tu, Nico.- risponde Percy con quel tono spensierato che è così caratteristico di lui.
In quel momento, però, Nico è sicuro che Percy ha frainteso la sua confessione. Il pensiero gli fa venire le lacrime agli occhi e intensifica la sua voglia di correre via da lì, ma Nico rimane proprio dove si trova.
-Non hai capito.- dice Nico, dimenticandosi la sua tazza di caffè freddo e fissando adeguatamente Percy per la prima volta. Il nodo alla gola è un problema, ma Nico usa il resto del suo coraggio per finire ciò che ha iniziato -Mi piaci, Percy, ma non solo in un modo amichevole. Mi sono innamorato di te.-
Sposta lo sguardo dopo un paio di momenti, non volendo vedere il cambiamento sulla faccia dell’amico; non volendo vedere lo sguardo di disgusto che certamente apparirà, quando Percy capirà finalmente cosa Nico ha appena detto.
-Nico.-
Nico chiude gli occhi, cerca di calmare il suo respiro instabile e il suo cuore; può sentire il sangue pulsare sulle sue orecchie e lo sguardo intenso di Percy su di lui, ma lui non vuole guardarlo. Le sue mani sono strette a forza sulle ginocchia, mentre cerca di riprendere il controllo delle sue emozioni; qualcosa che Nico ha sempre fatto così facilmente, ma che ora sembra essere il compito più difficile al mondo.
-Nico.-
I loro occhi finalmente si incontrano.
Non c'è traccia di disgusto sul volto di Percy, e nemmeno shock o pietà. Tutto quel che Nico trova quando guarda il ragazzo è questa grande, strana calma che ricorda a Nico il mare dopo una tempesta. Gli dà la sensazione che tutto stia andando tutto bene.
-Ho capito quello che volevi dire.- lo rassicura Percy -E anche tu mi piaci.-
E quando Percy raggiunge la mano di Nico da sotto il tavolo e intreccia le loro dita, Nico è certo che il suo cuore si fermerà in qualsiasi momento.

Nemmeno nei suoi sogni più ottimistici, Nico immaginava che stava per essere felice come effettivamente è ora. Ha amici che non avrebbe lasciato per nessuna ragione, è uno dei migliori studenti del suo corso e quasi certamente si laureerà con ottimi voti e ha un fidanzato premuroso che lo sostiene nelle sue decisioni.
L'amore, l'affetto e l'attenzione sono cose che Nico non ha ottenuto da bambino, ma che ora sono una parte importante della sua vita e sono arrivate così facilmente a lui.
Ora, ha buoni motivi per vivere e per cercare di superare tutte le cazzate che ha vissuto. Per la prima volta, vuole vivere; non vuole solo sopravvivere.

Quando i suoi esami iniziano, Nico è già stressato dal troppo studio. Percy è in una situazione ancora peggiore; ha la laurea entro la fine del semestre e, grazie a tutti i progetti a cui sta attualmente lavorando, Nico lo ha appena visto durante le ultime due settimane.
E' lunedì mattina e Nico riesce a malapena a tenere gli occhi aperti. La tazza quasi vuota di caffè è al sicuro nella sua mano, mentre fa la strada per arrivare alla sua prima lezione del giorno.
Nico non vede i due coglioni che si stanno avvicinando tranquillamente dalla fine del corridoio. È troppo distratto dal cercare di ricordare tutto ciò che ha studiato durante la notte per notare due idioti che camminano nel corridoio. Ma non nota quello che sta succedendo, fino a quando uno dei due coglioni schiaffeggia la mano che Nico sta usando per tenere la tazza di caffè e il liquido caldo si rovescia sulla camicia bianca. L'incidente gli ricorda il primo attacco che ha sofferto a scuola, quando aveva solo sette anni, e il pensiero gli fa ribollire il sangue.
-Merda!- esclama, guardando la camicia rovinata.
Il tessuto bianco della camicia è ora marrone, ma grazie a Dio, il caffè non era caldo, altrimenti avrebbe avuto una grande bruciatura sul petto.
-Nerd!- dice uno dei ragazzi, come se questo fosse un ottimo insulto da utilizzare.-
-Perdente!- aiuta l'altro, ridendo come l'imbecille che è.
Nico stringe i denti e getta la tazza di caffè con rabbia sul pavimento, ma non ha il tempo di fare niente. Qualcuno passa proprio accanto a lui e attacca il primo dei bulli, dando un pugno al coglione sul viso e gettandolo a terra. Non ci vuole molto per Nico nel riconoscere la figura atletica di Percy. Si trova proprio di fronte a Nico, come un muro umano tra il più giovane e i suoi aggressori.
-Non fatelo mai più!- dice Percy bruscamente.
Il ragazzo che ha abbattuto si pulisce il sangue che gli sta uscendo dal naso, mentre il suo amico lo aiuta ad alzarsi. Percy si gira a guardare il suo fidanzato, che è del tutto sorpreso da quella svolta improvvisa di eventi.
-Stai bene?-
Nico annuisce e apre la bocca per dire qualcosa, ma da sopra la spalla di Percy vede i due bulli che vengono dritti verso di loro.
-Percy, attento!- lo avverte, ma è già troppo tardi.
Entrambi i ragazzi attaccano Percy, allo stesso tempo, prima di poter fare qualsiasi cosa, e poi tutto è caos! Il suono di pugni, calci e grugniti riempire il posto e attira l'attenzione di tutti coloro che camminano lì.
E lasciando cadere lo zaino a terra, Nico corre ad aiutare il suo fidanzato, prima che quegli idioti sopravalgano su Percy per superiorità numerica.

Percy geme di dolore quando Nico mette un po' disinfettante sul taglio sul sopracciglio. Sì, Percy ha vinto la battaglia, ma questo non significa che sia uscito da questa senza un graffio.
-Sei un idiota.- dice Nico, premendo la garza sulla ferita di Percy ancora una volta, ma con più attenzione questa volta.
-Lo so.- concorda Percy e sorride. Ha un occhio nero, il labbro spaccato e un taglio considerevolmente grande sul sopracciglio, ma Percy sorride ancora e Nico non può fare a meno di sorridere con lui -Ma sono il tuo idiota.-
Nico scuote la testa, ma il piccolo sorriso non lascia mai le sue labbra.
Finisce di pulire il taglio, poi cestina il pezzo di garza.
-Non voglio che tu finisca nei guai per motivi stupidi.- afferma Nico, ora più seriamente -Sto studiando per diventare uno psicologo, Percy, non un infermiere. Non mi piace che ti conci in questo modo.-
Percy afferra i polsi di Nico delicatamente, e porta il suo fidanzato vicino, facendolo sedere sulle sue ginocchia. Nico non si lamenta.
-Non mi sono messo nei guai per un motivo stupido, stavo proteggendo te e questo non è affatto stupido.- sostiene.
Gli occhi di Percy sono ipnotizzanti, specialmente quando sono così vicini, e Nico deve fare qualche sforzo per rimanere concentrato su qualcosa di diverso di quelle sfere verdi. Le sue dita pallide tracciano gli zigomi di Percy con affetto. È sorprendente come Percy sia in grado di essere così incredibilmente bello, anche con alcuni lividi che gli coprono il volto.
-So che volevi proteggermi, ma non mi piace vederti così. Non puoi essere così crudele con il tuo aspetto, Percy.-
Percy sospira.
-Okay, Nico.- promette -Cercherò di pensare di più prima di fare qualcosa d'impulsivo, ma quei due idioti se lo meritavano e non mi pento di quel che ho fatto.-
-Il mio eroe!- dice Nico; e lui sa di essere per metà sarcastico e per metà sincero.
Avvolge le braccia intorno al collo di Percy e porta i loro volti davvero vicini. Percy chiude lo spazio tra di loro e bacia Nico con entusiasmo, nonostante il labbro spaccato, e Nico si lascia baciare, godendo un bel po'. Ma non molto tempo dopo, Nico rompe il bacio, non volendo ferire Percy più di quello che già è già. Percy non lo lascia alzarsi, però.
-Nico, baciarmi è parte del trattamento.- spiega, in un tono serio che Nico sa molto bene essere falso -Aiuta la guarigione delle mie ferite.-
Nico rotea gli occhi, ma ride.
-Certo che aiuta, come potrei dimenticare un tale importante dettaglio?-
-Ti perdono.-
E senza perdere altro tempo, Percy bacia ancora Nico.

Nico di Angelo ha 23 anni quando si laurea e non torna a casa di suo padre, quando succede. Invece, lui e Percy vanno a vivere insieme in un piccolo appartamento a New York.
La vita è dura, è difficile e Nico deve lavorare come all'inferno per ottenere i suoi primi pazienti, ma non scambierebbe la vita che ha per nulla al mondo. Lui e Percy hanno un rapporto stabile e solido, amici con cui condividere i momenti buoni e cattivi e, tra tutti, sono disposti a costruire una vita insieme.
E analizzando tutte le modifiche che si sono verificate nella sua vita fino a quel momento, Nico si rende conto che la parte peggiore è passata e tutto quello che vede avanti a se è la promessa di felicità e di una vita con la persona che ama.
No, non la scambierebbe affatto.
  
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