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Autore: Suomi    09/01/2015    1 recensioni
[Pre-Thor]
Laufey è morto su Jotunheim. Questo avrà grosse ripercussioni su Asgard, in particolare sulla famiglia reale.
Dal testo: “(...) Ma tutti si felicitavano che fosse morto.
Loki non ne capiva il motivo. Un re era morto, un altro lo avrebbe sostituito. Quella giornata non era poi tanto diversa da quella precedente e da quella che la precedeva ancora prima in cui il sovrano era in vita. Jotunheim era una terra ostile e questo non sarebbe cambiato neanche con la dipartita di Laufey.”
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ringrazio molto Madama Pigna e frostgiant per aver commentato la mia storia! E anche LokiD che le ha messe fra le seguite. :)
La FF è senza troppe pretese, ma ammetto anche di avere (spesso) l'autostima sotto i tacchi. XD Comunque lascio ovviamente a chi legge giudicare.

1.

“Madre, perché sono così freddo? Thor non lo è. Perché sono diverso?”
“Oh piccolo mio, ma tu non sei diverso. Tu sei speciale”

*

Loki si rese conto di essere nella Sala delle Armi solo quando, una volta dentro, il suo sguardo si posò sullo Scrigno degli Antichi Inverni che troneggiava al termine del lungo corridoio.
Odino gli aveva poggiato una mano sulla spalla e lo aveva condotto in quel luogo senza proferire parola. Loki sentiva uno strano calore avvolgergli lo stomaco. Suo padre aveva richiesto un colloquio con lui, solo con lui. Qualcosa di importante, aveva detto. Si chiese se volesse il suo parere, se si fosse finalmente accorto che il suo intelletto poteva essere sfruttato per il bene di Asgard e che poteva essere un re degno come Thor – se non più degno, pur non essendo un guerriero altrettanto potente.
“Ho già narrato a te e tuo fratello come presi lo Scrigno al termine della Grande Guerra” iniziò Odino, guardando con la coda dell'occhio Loki, che annuì, ricordando i racconti del Padre degli Dei.
“Quando sconfissi i Giganti di Ghiaccio, lo Scrigno non fu l'unica cosa che portai via da Jotunheim” continuò Odino, osservando la reliquia a poco meno di un metro di distanza “al temine della battaglia sono andato nel tempio e ho trovato un bambino. Troppo minuto per essere il figlio di un Gigante, lasciato lì, sofferente, solo a morire, il figlio di Laufey”
Loki deglutì pesantemente, ma non proferì parola.
“Eri tu quel bambino” affermò Odino deciso, guardando il figlio, che invece fissava un punto indefinito di fronte a sé.
Loki si sentì gelare a quelle parole. Avanzò lentamente di qualche passo, osservando lo Scrigno con gli occhi lucidi e il respiro pesante.
Perché sono così freddo?
Allungò una mano fino a sfiorare la reliquia e la sua pelle reagì istantaneamente, iniziando a tingersi di una sinistra tonalità di blu.
Perché sono diverso?
“Il figlio di Laufey?” ripeté, fissandosi la mano, ancora troppo sconvolto per metabolizzare la notizia.
“Sì” sospirò Odino.
“Perché?” domandò Loki, voltandosi “Perché mi hai preso?”
“Eri un bambino innocente” rispose Odino.
“Perché dirmelo adesso?” chiese ancora Loki “Adesso che Laufey è morto”
“Pensavo che avremmo potuto unire i nostri popoli, un giorno, costruire un'alleanza, creare una pace durevole, attraverso te” spiegò Odino speranzoso “E quel giorno è giunto. Oggi, con la morte di Laufey”
Loki sentiva l'aria mancargli. Avrebbe voluto gridare, avrebbe voluto distruggere qualcosa. Ma rimase lì immobile, con le mani tremanti lungo i fianchi.
“Al momento il trono di Jotunheim è occupato da un vecchio saggio, Utgarda-Loki” spiegò brevemente Odino “Si occuperà del regno, finché non sarà eletto il nuovo sovrano. Deve essere scelto solo in mancanza di discendenti...”
E Loki si sentì morire, perché era già chiaro nella sua mente dove quel discorso sarebbe andato a concludersi, ma più la cosa diventava concreta più gli sembrava una follia. Uno scherzo di pessimo gusto.
Lui era il figlio di Laufey. Lui avrebbe dovuto sostituire Laufey sul trono di Jotunheim. Lui era un Gigante di Ghiaccio. Lui era un mostro.
Sorpassò Odino, lasciando la Sala delle Armi a passo spedito. Avrebbe voluto rifiutare, avrebbe voluto strapparsi la sua stessa pelle di dosso e distruggere Jotunheim con le sue mani. Avrebbe voluto cancellare ogni cosa.

Entrò nella sua stanza, i suoi polmoni cercavano ancora affannosamente aria, come se fosse rimasto in apnea per minuti interi. Si posizionò davanti al grande specchio, poggiando con forza le mani sul mobile al di sotto di questo, aveva bisogno di un sostegno per stare in piedi, sentiva le gambe molli e cedevoli. Alzò lo sguardo, fissando il suo viso, la sua pelle troppo pallida, i suoi capelli troppo neri, i suoi occhi troppo verdi. Troppo diverso dagli altri asgardiani. Ma adesso riusciva a vedere solo il mostro nascosto al di sotto della sua stessa pelle.
Una reliquia, era solo una reliquia rubata custodita finché non sarebbe potuto tornare utile, per poi essere rispedito indietro.
A quel pensiero fu come se sentì qualcosa dentro di sé rompersi irrimediabilmente, senza che lui potesse fare nulla per impedirlo.
Chinò il capo, non riuscendo neppure più a guardare la sua stessa immagine riflessa nello specchio. Una lacrima gli scese lungo la guancia, ma la asciugò  immediatamente con stizza, vergognandosi di quella debolezza anche se era chiuso nell'intimità delle sue stanze. Non era debole, non era più il fragile ragazzino che si nascondeva alle spalle di un fratello troppo perfetto e ingombrante o che si rifugiava nelle stanze di sua madre per avere un po' di compagnia e non era neppure il bambino delicato che versava lacrime nella solitudine della biblioteca perché essere costantemente lasciato in disparte era troppo opprimente.
Rialzò lo sguardo, osservandosi ancora una volta e un piccolo ghigno si dipinse sul suo volto. No, non era debole e non lo sarebbe stato mai più.

Attraversò il lungo corridoio con passo sicuro e a testa alta. Il viso una perfetta maschera di indifferenza. Quando raggiunse la Sala del Trono spalancò la porta, davanti allo sguardo sbigottito delle due guardie messe a presidio di questa. Non era tollerato che si facesse irruzione nella Sala del Trono senza essere invitati o annunciati, neppure i principi di Asgard si erano mai permessi tale comportamento.
Le guardie seguirono Loki non sapendo se dovessero fermarlo o meno, ma quando lo sguardo, per un attimo sorpreso di Odino, si posò su di loro gli fece capire con un veloce gesto di lasciarli soli.
Loki continuò a camminare, incurante del siparietto appena avvenuto, e solo quando giunse a poco meno di un metro dal Re si fermò e fece un piccolo inchino rispettoso.
“Se è questo il vostro desiderio, padre, diverrò Re di Jotunheim” disse. La voce ferma, gli occhi fissi su quelli del suo interlocutore e la postura sicura.
Odino lo guardò intensamente per qualche momento, poi un piccolo sorriso si formò sulle sue labbra.
Finalmente sarebbe giunta la pace da lui tanto agognata.

  
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