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Autore: Romanova    10/01/2015    0 recensioni
A cavallo fra la fine della terza edizione della Memoria e l'avvio di Katniss al Distretto 13, Haymitch fa una scoperta sconcertante: sulla loro navicella c'è un intruso, moribondo, ma pur sempre intruso.
E' pericoloso.
Katniss è divisa fra i suoi doveri di Ghiandaia e la decisione di spezzare o meno una vita umana.
Sarà la sua scelta a mutare per sempre il corso degli eventi, di tutte le vite connesse alla sua.
E nei sotterranei del Distretto 13, si aggirano due fantasmi.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A questo capitolo, in teoria ultimo, ho deciso di aggiungere un piccolo bonus che spero vi piacerà come è piaciuto a me scriverlo.
Quelli che hanno aggiunto la mia storia fra i preferiti: 

1 - Danilaisapenguin 
2 - JackiLoveCatoniss4ever 
3 - patry88 
Quelli che l'hanno aggiunta alle storie seguite:
1 - BlackandLupin 
2 - katandheremptiness 
3 - Lele_Maino 
4 - Phoenix_aureus 
Il primo posto di blocco è un angoscia, Mellark comincia a dare segni di nervosismo e bisogna mantenere la calma se si vuole passare dal 13 al 12.
Due giorni di viaggio in mezzo al nulla con l’acqua che scarseggia e arrivano all’undici dove si presentano come amici di Katniss, qualcuno riconosce Cato e vorrebbe aggredirlo, fanno in tempo ad aprirgli un taglio sulla fronte prima che la madre di Rue si faccia avanti e li conduca a casa sua.
Pochi cereali e poca acqua sporca.
Ripartono sotto nubi di cenere.
E’ un pomeriggio di pioggia quello in cui tagliando per il cinque riescono finalmente ad arrivare al primo posto dove potrebbe esserci Katniss: un circo del due.
Un manifesto pubblicizza un esibizione di acrobati, un luna park e una serie di spettacoli con animali provenienti dalla Capitale.
S’infilano sotto il tendone a strisce colorate e attendono che calino le luci e la pista si illumini.
Un trapezista vola nell’aria facendo restare Mellark col fiato sospeso per un secondo, tanto che Cato deve riportarlo alla realtà indicandogli una ragazza dalla lunga treccia fra il pubblico.
Si spostano di un paio di file.
No, è uno sbaglio.
La ragazza è biondissima, lo notano quando si accendono le luci e riprendono ad analizzare gli spettatori in modo febbrile.
Peeta sfila un portafoglio dalla tasca di una signora sin troppo vestita per lo scarno e spigoloso corpo che la natura e il vomito le hanno dato in dono.
Ne estrae un fascio di banconote:”Ne abbiamo bisogno per sopravvivere, sai?”
Riescono a comprarsi dei vestiti puliti e qualcosa da mangiare.
Di dormire non se ne parla proprio sino a quando non propone di seguire la ferrovia fino al quattro.
Ovviamente devono limitarsi a seguire quel percorso e non possono salire sui treni perché sarebbero immediatamente identificati come disertori, ribelli e non supererebbero nessun tipo di controllo effettuato da quel poco che è rimasto delle autorità di frontiera.
Il cinque dicembre Cato e Peeta hanno una barba discretamente lunga e incolta, ma sono nel quattro.
Si sbarbano e ripuliscono come meglio possono e si pagano del pesce di pessima qualità ma innocuo con gli ultimi spiccioli rimasti.
“Questo è l’ultimo posto che possiamo permetterci di visitare”.
“Io torno nel Dodici, grazie per avermi concesso la tua fiducia” mormora Mellark studiando una lunghissima spiaggia riparata in parte da una scogliera.
Sulla sabbia una figura dai lunghi capelli scuri e crespi sta cucinando del pesce su un bel fuocherello senza fumo.
“Torna alla Capitale, quando si sarà ricostruito tutto ti aiuteranno”.
Il biondo annuisce senza però riuscire a nascondere il tremito che lo scuote.
“E’ stato un bel viaggio, ma non mi sento ancora pronto a rivedere Katniss, mi serve tempo”.
“Non ce l’avrei fatta senza di te” gli riconosce il biondo con sincerità.
“E io senza Katniss e lei senza di te: un bel circolo vizioso, eh?” commenta infilandosi le mani nelle tasche e avviandosi nella stessa direzione da cui sono venuti: ha sentito la collera scuoterlo al solo sapere così vicina la Ghiandaia e preferisce starle ancora lontano.
Il suo modo di proteggerla.
Si allontana sotto lo sguardo chiaro di Cato, che nel frattempo si incammina silenziosamente verso la ragazza, che si gira e gli punta contro una freccia.
“Mai prendermi alle spalle. Perché ci hai messo tanto? Alla fine al mare ci sono dovuta andare da sola” brontola lei con tono offeso, risentito e stanco.
“Ho dovuto imparare a rifare i letti, fare fisioterapia, far evadere Peeta, chiedere a un chirurgo di impiantare una mano meccanica a un bambino, raccontare storie di una ragazza che non ha mai visto il mare, consolare tua sorella, salutare tua madre, leggere Platone e Socrate, evadere dal tredici, giocare all’Arena e fare da balia a un’orda di mocciosi.”
La mora alimenta il fuoco senza dire nulla per qualche istante, poi posa gli occhi color del mare sul ragazzo:”Sembra interessante, perché non me lo racconti?” propone Katniss indicando la sabbia al biondo per invitarlo a sedersi.
“Cosa?”
“Chi è Platone”.
“Platone era un filosofo greco che…” attacca il ventunenne accarezzando piano la spalla della ragazza che si assopisce fra il suono dolce delle onde e il respiro del compagno che le accarezza l’orecchio mormorandole sciocchezze su un tizio con la barba e una tunica.
Si svegliano poche ore dopo pieni di sabbia e col fuoco spento.
“Ora dove andremo? Perché sei qui per riportarmi da qualche parte” dice immediatamente la Everdeen aiutando il compagno a rialzarsi.
“Immagino che il Villaggio dei Vincitori del tuo distretto sia il posto più indicato, se desideri ritornare a casa”.
“Solo se ci verrai anche tu!” ribatte immediatamente la mora.
Il biondo annuisce:” E secondo te per quale assurdo motivo sono venuto a cercarti evadendo dal distretto, rubando e barattando insieme a Peeta Mellark?”
A quelle parole Catnip trasalisce:”Peeta è qui?”
“Stava per avere un attacco e ha preferito non salutarti, ma mi ha accompagnato fino a questa spiaggia e ora ha deciso di andare a Capitol per curarsi”.
Lo sguardo di Katniss si spegne improvvisamente, non c’è più nulla di gioioso nei suoi occhi.
“Non lo rivedrò mai più” mormora distrattamente, ora apatica e distante dal mondo“Non rivedrò mai più il mio migliore amico, Gale si sarà rifatto una vita, ho letto di Primrose e… Haymitch?”
Il ragazzo si prende un attimo per riflettere.
“Allora, ricapitoliamo: di Hawthorne non ho notizie, per Primorse non ha potuto fare niente nessuno, le bombe l’hanno presa in pieno e Abernathy è vivo, sbronzo e depresso al tuo Villaggio dopo essere stato assunto dalla Capitale per selezionare i Tributi di un’ultima edizione dei Giochi, l’ho letto su un giornale che ho trovato per strada”.
tenuto compagnia a tutti sino all’ultimo giorno disponibile, sino all’ultimo respiro con cui si era impegnata a dare tutta sé stessa per gli altri ed è stata ripagata nel modo peggiore da un sistema crudele.
Alla ventenne serve qualche minuto per assimilare le informazioni e produrre una reazione emotiva che si sviluppasse oltre lo scoppiare in singhiozzi isterici contro la spalla dell’altro.
Del suo compagno.
Di Cato.
Trema visibilmente e i singulti le squassano il petto, non si era concessa di piangere sino a quel momento, per nulla e per nessuno durante la ribellione, e così il suo coetaneo, che sfoga senza troppi timori le sue angosce nelle lacrime che finiscono per inumidire i capelli della Ghiandaia, che ha la testa appoggiata contro il suo petto e seduta fra le sue gambe aperte, stretta nel suo abbraccio sincero.
Per qualche minuto nessuno sente il bisogno di dire o fare nulla di diverso mentre i raggi del sole iniziano a elargire tepore alla loro pelle.
Katniss lo bacia e gli lega al polso la fascia rosso fiamma che gli ha regalato.
E’ bello sentire che le labbra di Cato, seppur screpolate, piene di tagli e con la cicatrice del pugno di Gale sono lì per lei.
E’ bello, per il ragazzo fantasma, sapere che la Ragazza in Fiamme è solo Katniss, che lo ama, che non è morta (ma lui lo sapeva, lo SAPEVA!) e che le sue mani rovinate dal tiro con l’arco siano fra i suoi capelli e i suoi occhi brillino per lui, seppur di quello che ora è solo un fuocherello.
E’ fondamentale per entrambi scoprire che alla fine non sono mai stati tanto lontani e che forse, da quel momento, possono ricominciare a vivere.
Insieme.
In pace.
Per sempre, da quel momento.
   
 
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