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Autore: Mach 01    10/01/2015    1 recensioni
Mentre la pace ha rilassato l'eroico duo da tempo, un vecchio nemico si fà avanti per riportare agli albori una razza quasi estinta con il solo scopo di vendicarsi e dichiarare guerra. Intanto Clank, turbato da una vecchia tecnologia Lombax, cerca di far ragionare Ratchet.
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NOTA: per leggere questa fanfiction occorre sapere cos'è successo alla fine del fumetto, nei videogiochi "Armi di Distruzione" e "Into the Nexus".
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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«Grazie, mi farò sentire allora, ehehehemmmhmh.» Un cubo di metallo ambulante uscì dal negozio di ferramenta locale. La sferetta di Raritanio verde gli permette di circumnavigare l'ambiente circostante alla ricerca di qualsiasi cosa sia di interesse e poi scannerizzarlo nella sua memoria centrale situata nella testolina dagli occhi anch'essi verdi. Questo grazie ad un sofisticato sistema di Search & Scan che il suo fidato Lombax gli ha installato. «Dunque, dove dovevo andare..?» Da quando spedirono Artemis Zogg in un satellite chissà dove, Ratchet e Clank si erano dati alla pazza gioia. Letteralmente. Certo, inizialmente han dovuto firmare miliardi di autografi, ma il tutto fù gratificante. Se prima erano conosciuti nella Galassia Solana, Bogon e Polaris, adesso si sono fatti una fama intergalattica. Nelle scuole nessun bambino non conosceva il loro nome. I vecchi e rimbambiti Terachnoidi se ne erano fatti una ragione, i Blarg ormai spariti dalla circolazione tremavano al solo pensiero di farsi vedere da loro, i Markaziani li adoravano, gli Agoriani li rispettavano, e i Lombax.. Già. I Lombax dove sono? Questo si chiedeva Ratchet, mentre con la chiave inglese stava sistemando il motore di una nave andata, nel suo ripostiglio quando Clank entrò tramite lo sportelletto circolare posto in basso alla destra della parete nell'entrata del ripostiglio. «Tutto ok?» Domanda ovvia e Ratchet non potè che rispondere soddisfatto. «Si amico, e con questa siamo a ottocentomila e seicentoquarantotto. Non male, eh?» Clank sorrise a sua volta, mettendosi a sedere sulla panchina accanto a Ratchet. «Senti.. Puoi venire un momento?» Clank fù come turbato dall'aver chiesto quella domanda. «Huh? Dove?»  
«Seguimi.» Fece cenno a Ratchet di seguirlo. Uscirono dal ripostiglio, e Ratchet seguendo Clank ammirò il paesaggio di Fastoon pieno di euforia e di abitanti. C'erano Markaziani, Terachnoidi e robot di vario genere. L'eroico duo si era costruito un vero e proprio centro di sosta. Infatti, dopo aver mandato in un'altra dimensione un mostro da un gigantesco occhio e il corpo violaceo combattendo e arrestando due furfanti, durante lo scontro si persero molte stazioni di rifornimento a causa dell'influenza dimensionale in tutta Polaris, e volendo prendersi una pausa dalla carriera da eroe, il duo si mise all'opera trasformando tutta Fastoon in una stazione di rifornimento e sosta per chi andava e veniva, con tanto di Portali Galattici che permettevano il viaggio istantaneo da un Settore all'altro. Portali Galattici direttamente progettati da Clank stesso, ovviamente. Navi che andavano e venivano, nel cielo di Fastoon. Robot che riparavano, robot che pulivano, Terachnoidi che vendevano in minimarket, Markaziani che forgiavano armi. Si, perché, oltre ad una stazione di rifornimento e sosta, Fastoon poteva anche apparire come un gigantesco villaggio dove i viandanti si mettevano a vendere la loro merce. E così ecco che Fastoon diventò anche meta di turisti, clienti, curiosi, malviventi, mercenari. Eh, sì, ogni tanto capitava che qualche furbastro faceva la sua e le guardie assoldate dovevano acchiapparlo e portarlo in prigione. Ma ciò raramente capitava, già il fatto che Fastoon era gestito da due eroi che hanno salvato l'universo per ben nove volte diceva la sua e la maggior parte dei criminali si teneva alla larga.   
 
Raggiunsero il porto delle astronavi e Clank tirando fuori il telecomando fece alzare il portellone di una navicella tra le tante, con la vernice dal tipico arancione Lombax e col logo Qforce posto davanti al cruscotto e di lato dove c'erano le vecchie portiere delle macchine che non esistevano più. Saltarono allo stesso momento entrambi dentro la navicella nei rispettivi sedili. Clank pigiò un bottone per far chiudere il portellone, e mentre stava inserendo le coordinate Ratchet lo bombardava di domande. «Dove andiamo? Non mi sono nemmeno pulito il pelo dall'olio di motori..» Tutto tranquillo e con aria solare si guardava il petto e i fianchi mentre parlava all'amico. «Voglio farti vedere una cosa, in una banca dati.»   
«Banca dati?» Ratchet era tutt'orecchi. «Sì, beh diciamo che è una banca che oltre ad ospitare Bolts segrega oggetti dei clienti che vi depositano.» era un botta e risposta. «Sì?»
«E noi ci abbiamo messo un oggetto..»   
«Sì?»  
«Di un valore a te inestimabile.» La faccia allegra di Ratchet si trasformà in una espressione mista tra curiosità e inquietudine. «Ah, sì? Adesso mi hai incuriosito. Dove si trova questa banca?» passarono qualche secondo prima che Clank rispondesse. «Sistema Feltzin. Galassia Bogon.» Ratchet spalancò talmente la bocca dalla sorpresa, da toccare la mandibola fino a terra. «Feltzin?!»  
«Già, e nelle stesse coordinate del vecchio punto di incontro dei Thug. Quel posto è stato distrutto per piazzare quella banca.» Dire che rimase stupito è poco. «W-wow..» Non rimase così sorpreso sapere che fine avevano fatto i Thug, ma che una banca avesse preso il posto di un ritrovo di criminali. Non che li odiasse, ma non erano nemmeno le prime persone che voleva vedere, dopo ciò che successe con la questione dei Protopet. Ci fù qualche minuto di silenzio quando Ratchet attaccò discorso nuovamente. «Che hai fatto oggi di bello?» Clank avviò i motori aspettando che i post-bruciatori si riscaldassero mentre gli rispose mosse con decisione il volante in basso, uscirono dall'atmosfera di Fastoon. «Sono stato in ferramenta a spassarmela con Frank.» Ratchet era entusiasta di come Clank descriveva le sue giornate. «Il robot dietro il bancone?»   
«Già! Ancora mi viene da ridere, quante ne abbiamo dette.. Sai qual è un colmo per un organico? Aver bisogno di un paio di ventole al posto dei polmoni! Ah-ha-ah-ha!» L'umorismo di Clank, o meglio dei robot, quello Ratchet non lo aveva mai capito. Infatti rimane sempre perplesso con un sorriso scemo stampato in faccia. «Il colmo per un robot addetto alle pulizie? Avere la carrozzeria sporca!» «Cosa ci fa un robot da manutenzione nei condotti dell'aria? Respira ossigeno! Ha-ah-ha!» Ratchet non ne poté più. «Quuuando arriviamo?» Clank stava ancora ridendo. «-hahahah.. Tra poco, non preoccuparti. Mancano circa tre anni luce ormai.» La tecnologia aveva raggiunto livelli tanto che 1 anno luce equivaleva ad 1 chilometro, con le nuove astronavi costruite con motori VX-K54, 54 come gli anni dell'Idraulico. E i tentativi per far partire le navi prototipo da parte di Clank, inizialmente non compatibili con i vecchi software Grummelnet, così dovette modificarlo al punto da creare un software dedicato. Clank attivò l'ipersalto per risparmiare quegli ultimi minuti dall'anno luce rimanente, e finirono nel vecchio Sistema Feltzin, col verde delle nebule di cui si era da sempre distinto e meno corpi celesti del solito. Chi ha fatto costruire la banca proprio qui, voleva lo spazio sicuro e pulito. «Qui Astronave L0mb-4x, richiediamo l'atterraggio alla vostra posizione.» Clank parlò al microfono posto sulla strumentazione del volante. Una spia lampeggiò accanto al microfono, segno che potevano atterrare.  
 
Uscirono dalla nave lasciandola nell'hangar, e tramite ascensore entrarono. Ratchet con lo sguardo curioso analizzò la struttura: tappeto rosso, con pavimento di oro massiccio, pareti fatte in Carbonox puro, rivestite di carta da parati beige. Senza dimenticare che nei vari corridoi c'erano quadri —costosi— di ogni tipo. “Ha classe questo posto.” pensò. Un Terachnoide era seduto dietro il bancone, finito il corridoio e con aria solare  si rivolse alla coppia. «Buongiorno Clank! Cosa posso fare per voi ragazzi?» Clank rispose al saluto molto cordialmente. «'Giorno Edgar, vorrei cortesemente la chiave della stanza 400» Il Terachnoide annuì e se ne andò per qualche minuto nel ripostiglio posto dietro di lui. Ritornò mentre faceva ondeggiare tra le dita un mazzo di chiavi che diede a Clank. «Ecco a te!» Si allontanarono dal bancone quando Ratchet chiese all'amico. «A quale piano dobbiamo andare?» Nella sala c'erano solo quattro sedie, una delle quali c'era seduto un Blargiano che lo stava guardando male. «Ogni piano ha 100 stanze poste su un lunghissimo corridoio, quindi noi dobbiamo andare al quarto e ultimo.» Presero l'ascensore e salirono velocemente al quarto piano. Anche questo piano era composto dei medesimi materiali, —pavimento d'oro massiccio, pareti fatte in Carbonox puro, rivestite di carta da parati beige— con l'unica differenza che rispetto agli altri piani invece di avere 100 stanze precise, ne aveva due in più. Passeggiarono a lungo per il corridoio che sembrava non finire mai, ben decorato e pulito. «Mi sono sempre chiesto cosa ci fosse in quelle due stanze là in fondo.» Clank indicò col ditino metallico le due porte in fondo poste l'una accanto all'altra. Ratchet ridacchiò. «E chi lo sa. Saranno magazzini. Ultimamente và di moda metterli all'ultimo piano, sai, in modo che non diano noia a nessuno.» Arrivati davanti la stanza 400 con sopra la porta una vistosa insegna in oro raffigurante il numero della stanza, Clank tirò fuori le chiavi dalla botolina situata sul suo busto, mise le chiavi dentro la serratura, e con un cigolio metallico aprì la porta. Entrarono nella stanza, che sembrò quella di un classico hotel, di cui l'unica differenza stava nei materiali della stanza. Totalmente fatta in oro e argento, tranne i mobili come poltrone, tavoli e sedie, quelli fatti in Raritanio. Ratchet si chiese il perché di una scelta così costosa nei materiali. Clank fece cenno al compagno di seguirlo e arrivarono in una pseudo camera da letto, e si diresse verso l'armadio a muro. L'armadio a muro pareva contenere qualcosa di molto prezioso dato che per essere aperto si doveva bloccare 3 dispositivi diversi e a catena: La sua firma digitale, che avrebbe sbloccato il dispositivo di password virtuale che conteneva un mondo composto da poligoni virtuali verdi, a cui solo Clank poteva accedere inanzitutto perché per entrare in questo era consentito solo a software come il suo —costruiti e sviluppati in una fabbrica di robot su Quartu— dopodichè, al suo interno era necessario cercare tasti minuscoli nascosti in acuti nascondigli che solo lui poteva conoscere e nella giusta corrispondenza. Il dispositivo di password virtuale avrebbe sbloccato alla fine, l'armadio a muro dentro al quale c'era un enorme cassaforte da aprire mediante un codice a 8 cifre: il giorno del loro primo incontro su Veldin. Clank sbloccò tutti i “cancelli” di sicurezza, in dieci secondi contati, dopodichè si aprì tutto quanto. Ratchet non potè credere ai suoi occhi: il Dimensionatore. «Dopo la battaglia contro il bestione dell'Antiverso, l'ho raccolto mentre te ne stavi andando via insieme a Talwyn. Pensavo volessi usarlo.. In qualche modo.» Sulle prime restò impalato ad osservarlo, poi Ratchet si alterò. «E in che modo dovrei usarlo?! Lo lasciai lì apposta!» Si calmò, e restò a sedere in terra, con una lacrima che gli cadeva dall'occhio sinistro. «Clank, lo sai più di me che non posso usarlo. Credimi, non hai idea di quanto mi piacerebbe vedere un altro Lombax o la mia famiglia.. Oltre ad Alister.» Clank gli diede una pacca sulla spalla, ma la mano rimase lì, e non si mosse. «Mi dispiace. Non so cosa mi sia preso a mostrartelo.»  
«No, tranquillo, lo so bene. Ultimamente non hai fatto altro che parlarmi di come sarebbe bello se potessi usarlo per trovare la mia specie, ha-ah-ha.» Ridacchiò con amarezza. Passarono alcuni minuti ad osservare il Dimensionatore quando partì una chiamata da Clank tramite la sferetta in Raritanio, che oltre a fare da dispositvio Search & Scan, funge pure d'antenna. Rispose. «Pronto?» Dalla sfera di Raritanio in alto comparirono gli Ologrammi di due guardie terrorizzate. «Ehm.. Ratchet?!» Se prima stava guardando gli Ologrammi, al richiamo si alzò proprio di scatto. «Ditemi tutto.»  
«I fratelli.. I fratelli sono.. Sono evasi!» Ratchet fece una smorfia di rabbia. «No, non loro. Vi avevo detto di tenerli sotto strettissima sorveglianza!» Un esplosione si sentì nel salotto, una granata fumogena venne scagliata nella loro camera, esplodendo subit dopo. Ratchet urlò. «Dentro l'armadio!!» Non fecero in tempo che vennero presi per braccia e gambe da degli uomini in nero travestiti da ninja in fasce. «Era troppo silenziosa questa banca! Quanto avete pagato il Terachnoide per tenerlo in silenzio?!» Non dissero nulla, uno di loro con una borsa, tirò fuori un panno da tenere sul muso di Ratchet, il Lombax oppose molta resistenza disperatamente, ma nemmeno lui poté facerla contro un panno imbevuto di sonnifero. Sembravano preparati a tutto dal momento che il ninja con la borsa tirò fuori anche una granata I.E.M. settandola a cinque secondi. Il tempo che questi se ne scappavano fuori dalla stanza; esplose. Ritornarono nella camera, e anche il robottino lo videro a terra. Se li portarono entrambi dietro, Dimensionatore incluso.  
 
La sfera in Raritanio di Clank lampeggiò. I ninja si erano preparati per disattivare un sistema computante, ma non un sistema computante protetto da una carrozzeria fatta in Quarzo che Ratchet gli costruì appositamente in casi del genere, sostituendo la carrozzeria originale. «Non finisci mai di stupirmi!» Disse Al una volta.  
   
 
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