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Autore: AriannaPotterhead    10/01/2015    5 recensioni
E se esistesse un'altra razza di creature? E se Aragorn avesse una sorella? Cosa accadrebbe alla Compagnia dell'anello?
Tratto dal Capitolo 1:
“Trovo profondamente ingiusto che s’indica un’assemblea alla quale vengono invitati tutti fuorchè noi…”. Una ragazza stava seduta su di un ramo esattamente sopra alla testa di Aragorn. Aveva dei lunghi capelli mossi di un color nero pece e gli occhi guardavano Re Elrond con fierezza e delusione allo stesso tempo, due occhi grigi come le pietre chiare dei fiumi con qualche sfumatura verde che a Frodo ricordarono le colline della Contea. Teneva la schiena appoggiata al tronco ed una gamba a penzoloni; in una mano reggeva una pipa mentre l’altra era appoggiata sul ginocchio della gamba in aria. Era bella: Frodo non aveva mai visto una ragazza così bella. Non vestiva abiti sfarzosi: indossava un paio di pantaloni molto stretti del colore dei capelli; aveva una specie di corpetto color verde foglia con le maniche lunghe e molto larghe; il mantello era nero con un cappuccio ricamato con fili color rame.
“D’altra parte…” continuò la ragzza guardando la pipa:”…non mi pare di essere mai stata alleata di Mordor. O Isengard.”
AriannaPotterhead
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aragorn, Frodo, Gimli, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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La riunione stava per cominciare. A Gran Burrone erano arrivate creature di tutti i tipi per discutere del futuro dell’anello e del suo portatore. Persino i nani avevano deciso di inviare degli emissari per capire la situazione. Gimli figlio di Gloin assieme a due collaboratori più anziani si erano recati sul luogo dell’incontro, non per avarizia: non erano intenzionati ad avere l’anello per loro, ma per distruggerlo definitivamente. Gli elfi di Bosco Atro non poterono fare a meno di dare un’cchiata: Legolas Verdefoglia figlio del re Thranduil venne invitato ad assistere. Il regno di Gondor, invece, mandò il suo più fedele figlio: Boromir figlio del sovraintendente e legittimo signore della città.

Non appena lo vide, Legolas riconobbe subito il ragazzino che cento anni orsono aveva visto in un piccolo ritratto nella borsa di un nano che attraversava Bosco Atro: Gloin. Non correva buon sangue fra gli elfi e i nani, ma l’anello era più importante dei vecchi disguidi. Aragorn riconobbe l’amico Legolas e lo abbracciò con un grande affetto invitandolo a sedere fianco a fianco a lui.

“Sedetevi, prego” esordì Re Elrond dalla sua sedia con lo schienale alto e tutto finemente decorato. La riunione si svolgeva in un luogo aperto: un chiostro, per l’esattezza, al centro del quale si ergeva un tavolo circolare di pietra ed attorno ad esso tutte delle sedie anch’esse disposte circolarmente. Gli aceri giganti delle Cascate Cadenti circondavano gli ospiti e l’atmosfera era rilassata…o forse troppo tesa.

“Siamo qui per discutere di questo.” Continuò il re indicando l’anello di Sauron posto al centro del tavolo. Tutti gli sguardi dei presenti si spostarono sull’anello. Frodo, seduto vicino a Gandalf, non smetteva di guardare il gioiello: ne era affascinato, era come se lo chiamasse e gli parlava.
“L’anello deve essere distrutto…” disse il re, ma Boromir di Gondor si alzò e cominciò un monologo creando un clima di tensione e dubbio sui presenti. “Perché?” disse:”Perché dobbiamo eliminare un oggetto così prezioso? Ora noi siamo ad un passo avanti dal nemico: abbiamo la sua arma più potente. Sfruttiamola a nostro vantaggio. Mio padre, sovraintendente al trono di Gondor, potrebbe condurre la battaglia contro Mordor. Io combatterei come tutti voi. Troppo a lungo abbiamo sofferto nell’ombra, troppo a lungo Gondor è stata abbandonata e lasciata a marcire con gli orchi che avanzano. Con questo oggettino potremmo riottenere la pace.”

“L’anello non appartiene agli uomini: è stato forgiato per un unico scopo cioè obbedire solo al suo creatore.” Disse Aragorn cercando di placare i fiumi di guerra e fuoco ribelle che sorrevano in Boromir. Questo, tuttavia, lo guardò irritato :”Cosa ne sa…” disse:”…un ramingo del Nord di queste vicende?”
“Lui non è un semplice ramingo!” esordì Legolas Verdefoglia alzandosi di scatto dalla sua sedia bruciando Boromir con gli occhi:”Lui è Aragorn figlio di Arathorn figlio di Elendil di Gondor, erede di Isildur e leggitimo erede al trono di Gondor.”
Prima che Aragorn potesse parlare, tuttavia, Gimli si era già alzato dalla sedia “Beh allora cosa aspettiamo a distruggerlo?!” e con la sua ascia si diresse verso il tavolo. Sferrò un colpo talmente forte che il rumore fu quasi insopportabile. Pezzi di ferro volarono in giro, il tavolo era crepato e l’ascia completamente distrutta, ma l’anello era ancora intatto e continuava a bisbigliare qualcosa in una strana lingua, una lingua che solo Frodo poteva sentire. Sotto lo sguardo stupito dei presenti, re Elrond si alzò e disse :”L’anello non può essere distrutto qui Gimli figlio di Gloin. L’anello deve essere distrutto e l’unico modo per farlo è gettarlo nelle fiamme del monte fato, dove è stato forgiato. Serve un uomo che si prenda in carico questo fardello.”

La folla, dopo un eneorme silenzio, cominciò a farneticare ed a protestare e litigare. Gimli litigava con Legolas, Aragorn litigava con Boromir e Gandalf discuteva con Elrond, l’unico che non faceva nulla era Frodo che si limitava a guardare l’anello e a cercare di capire quella lingua in cui l’oggetto gli parlava, ma non ci riusciva: non l’aveva mai sentita. La sua attenzione venne però catturata da una nuvoletta di fumo che gli passò proprio davanti alla faccia. Si guardò intorno, ma nessuno stava fumando, allora cominciò a pensare di essere pazzo.

Improvvisamente una voce proveniente dall’albero sopra alla sedia di Aragorn riportò il silenzio e la tensione alla riunione.
“Trovo profondamente ingiusto che s’indica un’assemblea alla quale vengono invitati tutti fuorchè noi…”. Una ragazza stava seduta su di un ramo esattamente sopra alla testa di Aragorn. Aveva dei lunghi capelli mossi di un color nero pece e gli occhi guardavano Re Elrond con fierezza e delusione allo stesso tempo, due occhi grigi come le pietre chiare dei fiumi con qualche sfumatura verde che a Frodo ricordarono le colline della Contea. Teneva la schiena appoggiata al tronco ed una gamba a penzoloni; in una mano reggeva una pipa mentre l’altra era appoggiata sul ginocchio della gamba in aria. Era bella: Frodo non aveva mai visto una ragazza così bella. Non vestiva abiti sfarzosi: indossava un paio di pantaloni molto stretti del colore dei capelli; aveva una specie di corpetto color verde foglia con le maniche lunghe e molto larghe; il mantello era nero con un cappuccio ricamato con fili color rame.
“D’altra parte…” continuò la ragzza guardando la pipa:”…non mi pare di essere mai stata alleata di Mordor. O Isengard.”  Il Re era preoccupato, glielo si leggeva negli occhi, ma Elrond non era monarca da mancare di rispetto a qualcuno, chiunque esso fosse. Chiamò una guardia ordinandole di portare subito altre due sedie per gli ospiti, ma mentre pronunciava queste parole, la ragazza cominciò a ridere fragorosamente :”Stiamo bene qui, grazie!” disse sfidando col tono e con gli occhi il re di Gran Burrone.
“Preferibile è guardarvi dall’alto in basso: i superiori in alto…” disse un uomo sulla trentina situato nel ramo affianco alla ragazza. Altri uscirono dai rami di altri alberi ridendo come pazzi: sei erano in totale e circondavano la riunione. La ragazza guardò Frodo dritto negli occhi e lui si perse quasi ipnotizzato. Ella fece un piccolo sorriso per poi affermare, irritata :”Non mi sembra questo il momento opportuno per stabilire chi è superiore a chi!” tutti si suoi compagni si ammutolirono:” Il ragazzo vuole dire qualcosa.” Concluse tornando a guardare Frodo.

Egli si alzò dalla sedia e si diresse verso il centro :”Porterò io l’anello a Mordor…” la sua voce tremava come le foglie d’autunno al vento dell’inverno e tutti lo fissavano, tranne Gandalf che gli dava le spalle e temeva che il giovane hobbit potesse dire una cosa del genere:”…solo…”continuò ancora più tremante:”…non conosco la strada.”
Gandalf, che in tutto questo tempo aveva sperato di non sentire uscire nulla dalla bocca di Frodo, ora si trovava di fronte ad un bivio: farlo sedere e dire lui di smetterla di dire sciocchezze, o assencondarlo ed decidere perciò che era pronto ad una avventura, come suo zio prima di lui.
Egli si girò, guardò Frodo negli occhi e con un sorroso dolce sulla faccia gli disse “Ti aiuterò a portare questo fardello, Frodo Baggins.” E si mise affianco al piccolo amico.
“Se con la mia vita o la mia morte riuscirò a proteggerti…” anche Aragorn si era alzato ed era andato davanti a Frodo mettendosi in ginocchio di fronte a lui:”…hai la mia spada!”
“E hai il mio arco” esordì Legolas Verdefoglia. “E la mia ascia!” concluse Gimli alzandosi e portandosi vicino allo hobbit.
Boromir di Gondor si mise in piedi e, con passo fermo e deciso, ma lentamente, si avviò verso Frodo:”Porti il destino di tutti noi, ragazzo.”
Elrond stava per dichiarare conclusa la riunione, quando la ragazza saltò giù dall’albero. Frodo si stupì molto di questo , considerato che doveva essere alto almeno tre metri, ma forse per lui anche un metro e mezzo era un’altezza ardua da saltare.
Ella gli sorrise dicendogli in tono dolce :”Tutti i ragazzi come te dovrebbero meritarsi un posto d’onore nella storia. Hai fegato, piccolo hobbit. Ti aiuterò in questo lungo viaggio.”
La ragazza si posizionò affianco all’uomo che sorrise tra sé e sé sotto lo sguardo di odio e timore dell’elfo e del nano e una mano sulla spada da parte di Boromir. Non appena si stava per dichiarare la nascita della compagnia,Samvise Gamgee sbucò fuori da dietro un vaso piazzandosi di fianco a Frodo ed esclamando:” Padron Frodo non si muoverà di qui senza di me!”

Anche Meriadoc Brandibuck e Peregrino Tuc sbucarono fuori dal nulla e, correndo, esclamarono:”Veniamo anche noi!” e si misero al fianco di Gandalf.
“Nessuno di voi era autorizzato a partecipare a questa riunione, ma vedo che è impossibile separavi come è ipossibile rompere una pietra di Eriulen.” Disse Re Elrond quasi ridendo della goffaggine degli hobbit:” Essia…” esclamò poi”…dieci, dieci compagni: voi sarete la compagnia dell’Anello!”

 

  
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