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Autore: Pantufl    10/01/2015    0 recensioni
Sam ha 18 anni, si è appena trasferita in una nuova città e deve affrontare tutta una serie di cambiamenti: nuova scuola, nuovi amici, e Lui, Teo, un ragazzo bellissimo che cattura la sua attenzione fin da subito. A prima vista le sembra il ragazzo più bello e simpatico del mondo, ma a quanto pare è l'unica a pensarla così, e presto dovrà fare i conti con la realtà. Anche le storie più semplici possono complicarsi a dismisura se si intromettono i pregiudizi e le incomprensioni...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Teo arrivò al posto stabilito perfettamente in orario.
Sam era lì, immersa nei propri pensieri. Il vento le scompigliva i capelli e le sue guance erano rosse per il freddo. Era seduta su un muretto basso e si rigirava tra le mani una penna. Non appena lo vide sorrise automaticamente, per poi tornare seria, non senza un certo sforzo. Poggiò la penna sul muretto e gli si avvicinò.
 
-Ciao
-Ciao Sam. Sono venuto qui come mi avevi chiesto, ho passato tutta la notte sveglio cercando di capire cosa diavolo ti stava passando per la testa. Hai intenzione di spiegarmi che succede?- le rispose il ragazzo
 
Sam aprì la tasca esterna del proprio zaino e ne estrasse il test di gravidanza negativo. Matteo spalancò gli occhi e la fissò stupito
-È un test di gravidanza. È negativo non preoccuparti, non stai per diventare padre
-Certo che no! A meno che tu non abbia ricevuto la visita dello Spirito Santo!- rispose Teo volgendo gli occhi al cielo
-Come scusa?
-Dovresti essere tu a spiegarmi molte cose, non io a doverle spiegare a te! Ad esempio che diamine ti è successo ieri? Come mai sei fuggita a quel modo?- la interruppe lui
-Le ragazze mi avevano fatto venire il dubbio che potessi essere incinta, così mi hanno portato un test di gravidanza e io ero sconvolta e avevo paura- Sam parlava così velocemente che Teo faceva quasi fativa a seguirla – e poi sono andata a casa tua perché volevo parlarti e ho incontrato tuo padre che mi ha raccontato la sua storia. Lui era innocente mentre io avevo sempre pensato che fosse un delinquente anche se non sapevo nemmeno perché era in prigione- Sam si fermò per riprendere fiato
-Lo credevano tutti! Tutti pieni di pregiudizi e nessuno che volesse ascoltare la mia versione dei fatti- disse Teo risentito
-Poi ho fatto il test e ho visto che era negativo e ti ho chiamato per vederci perché ci sono ancora delle cose non chiare, di quella sera intendo… e non ne posso più di vivere con questo dubbio- disse Sam quasi in una supplica
-Ecco come mai avevi quello sguardo terrorizzato! Tutta colpa di quelle oche. Se mi avessi detto subito i tuoi dubbi avrei potuto spiegarti che non era possibile che tu fossi rimasta incinta!- disse lui
-Perché eri stato attento e avevi preso… precauzioni?- chiese Sam imbarazzata
-No, perché… Ascolta Sam, tutto quello che credi vero è una menzogna. Avrei dovuto parlartene subito, lo so ma…
-Teo, non capisco, non ti sto proprio seguendo- disse Sam confusa
-Quella sera... ho cercato di spiegarti, ma tu non mi hai dato ascolto, non mi hai nemmeno lasciato parlare- disse lui sulla difensiva
-Ti sto ascoltando adesso- Sam quasi tremava. Cos'altro non ricordava di quella sera?
-Va bene, ma questa volta lasciami finire, lascia che ti racconti tutta la verità
 
Teo ricordava perfettamente la festa, ogni dettaglio era scolpito nella sua mente. Iniziò a raccontare tutto a Sam, partendo dal bacio che non le aveva dato
-Io ero lì, stavo quasi per baciarti, quando è arrivata quella rompiballe di Gelsomina che ti ha portato via. Ho pensato che seguirti subito non era una bella idea, probabilmente eri ancora con lei. Ho aspettato una ventina di minuti e sono rientrato a cercarti- cominciò il ragazzo
 
La memoria di Sam si interrompeva subito dopo aver bevuto il drink
 
-Tu eri seduta al bancone con un paio di ragazzi palesemente ubriachi. Cioè, anche io avevo bevuto ma ero lucidissimo rispetto a loro. Credo ti avessero sfidata o qualcosa del genere, perchè stavi buttando giù un cicchetto dopo l'altro, come se fossero acqua
 
Lei che si ubriacava con dei cicchetti? Doveva essere drogata pesantemente per fare una cosa simile
 
-Ti ho portata via da lì, ma mi hai detto che ti sentivi male e che dovevi vomitare, così ti ho accompagnata nel bagno delle donne e ti ho tenuto la fronte mentre rovesciavi tutto quello schifo che avevi bevuto
 
Il bagno delle donne! Le ragazze li avevano visti uscire insieme da quel bagno. Ma se lei era andata in bagno per vomitare, allora voleva dire che loro non…
 
-Non volevo lasciarti alla festa in quelle condizioni, così ho pensato di portarti a casa mia, siccome non sapevo dove abitassi tu. Era presto e in giro c'erano ancora alcuni autobus perciò saremmo arrivati in poco tempo, solo che a metà strada tu ti sei sentita male di nuovo, dicevi che ti sembrava di svenire, farneticando su non so quali elefanti rosa che ballavano la macarena- continuò Teo, non riuscendo a soffocare una risatina
 
Sam arrossì, appuntandosi mentalmente di non ubriacarsi mai più. Quindi lui non le aveva fatto nulla, anzi stava cercando di aiutarla!
 
-Sembravi davvero andata con la testa e non sapevi nemmeno dirmi la via dove abitavi. Portarti da me ormai era escluso, a malapena camminavi. Mi sono spaventato e ho chiamato il pronto soccorso. Quando è arrivata l'ambulanza mi hanno chiesto se ero un tuo parente, e io da bravo idiota ho detto di no. Non mi hanno fatto salire con te, così sono dovuto tornare a casa. Dopo non so cosa sia successo- concluse Teo guardandola dritto negli occhi
 
Ecco come mai Teo non era rimasto al pronto soccorso, la verità era che non ci era nemmeno arrivato. Poi Sam divenne viola dalla rabbia
 
-Quindi tu mi stai dicendo che quella notte tra noi non è successo nulla, che non mi hai violentata e che io sono ancora vergine? E che per tutto questo mese mi sono disperata per un avvenimento mai accaduto? Perchè l'hai fatto? Perchè il giorno dopo hai detto di avermi stuprata in quel bagno? Cosa ti ho fatto di male per meritarmi tutto questo?!?- gridò Sam tutto d'un fiato, cominciando a piangere
Il viso di Teo si trasformò in un istante in una maschera di rabbia, ogni muscolo contratto
-Cosa mi hai fatto di male?!?- urlò Teo di rimando -Io credevo che tu fossi diversa, che non ti saresti lasciata accecare dal pregiudizio. Invece ho capito che eri esattamente come tutti gli altri! Da quando hai scoperto che mio padre era in prigione hai iniziato a considerarmi un poco di buono e hai creduto subito a chi ti ha detto che ero stato io a drogarti e a violentarti. Non hai voluto nemmeno ascoltarmi, e io che mi ero illuso che tu potessi essere diversa, speciale. Alla fine ti ho detto solo quello che volevi sentirti dire, nulla di più. E anche adesso, invece di essere felice che in realtà non sia accaduto nulla, mi aggredisci di nuovo. La colpa deve sempre essere mia, vero? Ma come cazzo ho fatto a innamorarmi di te?!?
 
Matteo si girò e si allontanò velocemente, le mani in tasca e il viso rivolto a terra.
Sam era rimasta immobile e senza parole. Nella sua testa iniziò la lite più furiosa e più rapida del mondo
 
Fermalo, digli che è tutta colpa tua e che lo ami! No, hai il tuo orgoglio e lui non ti vuole, vattene. Aspetta, fai almeno un tentativo, in fondo lui in tutta questa storia è l'unico innocente. Innocente un corno, sapeva la verità fin dall'inizio e non ti ha detto nulla. Ma se eri tu a non volerlo ascoltare! Ma lui ti ha fatta soffrire. E tu hai fatto soffrire lui, fermalo, corrigli deietro!
 
A Sam girava la testa. Il mondo intorno a lei sembrava vorticare e diventare sempre più sfocato ad ogni passo del ragazzo. Le lacrime le rigavano le guance, le gambe non riuscivano più a sostenerla
 
-Teo!
 
Era stata l’unica cosa che era riuscita a fare: sussurrare il suo nome, come una preghiera. Aveva parlato troppo piano perché lui la potesse sentire. Aveva sbagliato troppe volte perché lui la potesse perdonare.
 
Eppure Teo si fermò. Era immobile in mezzo al prato, come se fosse trattenuto da catene invisibili. Il suo corpo sembrava tremare, forse per il freddo, forse per la neve che stava cadendo. No, non era freddo, era una lotta, una lotta all’interno del ragazzo. Sam non aveva il coraggio di muoversi. Poi Matteo si voltò
 
-Oh, al diavolo!- urlò il ragazzo
 
In un secondo era di fronte a Sam, le labbra premute su quelle di lei, le mani a incorniciarle il viso e scompigliarle i capelli. La ragazza non riusciva a crederci
 
-Non piangere, ti prego. Da quando ti conosco sono stato capace solo di farti piangere, mentre tutto quello che vorrei è vederti sorridere- le sussurrò lui a fior di labbra, dopo essersi scostato di qualche centimetro da lei.
 
Sam ricoprì di nuovo quella distanza, dandogli un bacio a fior di labbra e appoggiandosi poi col viso nell’incavo tra il collo e la spalla di Teo
 
-Scusami Teo, scusami tanto. È tutta colpa mia, non avrei dovuto giudicarti, né aggredirti- piagnucolò Sam
-No, è anche colpa mia, avrei dovuto insistere e raccontarti come erano andate veramente le cose, invece sono stato un codardo!- le disse stringendola a sé
I due ragazzi rimasero così abbracciati per diversi minuti, con la neve che si posava dolcemente sui loro abiti. Dopo un po’ Matteo la staccò dall’abbraccio e la guardò negli occhi
-Non pensiamoci più, ti prego, è passato ormai. Me lo fai un sorriso?- chiese il ragazzo, asciugandole con la mano le lacrime
 
Sam non potè trattenere un sorriso enorme, che le illuminò il volto.
-Sei stupenda quando sorridi, sai? E hai davvero degli occhi meravigliosi
-Ancora non ho capito una cosa. Perché il primo giorno che sono venuta a casa tua, quando stavo andando via ti sei irrigidito a quel modo? E come mai dopo che mi hai baciata sei fuggito via?
Questa volta fu il turno di Teo di arrossire
-Per lo stesso motivo. Il primo giorno mi sono dovuto trattenere dal saltarti addosso, eri così bella! Ma credevi ancora che io ti avessi violentata quella sera e quindi… non era giusto. Non so se riesci a capire- provò a dire il ragazzo
-Ho capito- rispose lei
 
Teo la attirò nuovamente a sè e la baciò
 
-Credo di essermi innamorata di te Matteo- disse Sam arrossendo
-Io invece sono certo di amarti Samantha. Perciò vinco io!- le rispose ridendo
-Hey, non è una gara, non vale!- disse Sam spintonandolo
-Oh sì che vale- le rispose il ragazzo, chinandosi a raccogliere una manciata di neve che le tirò addosso
-Vuoi la guerra, eh? Adesso ti faccio vedere io!
 
Sam provò a contrattaccare ma Teo fu più veloce e la intrappolò in un nuovo abbraccio.
-Ti va di venire a casa mia? Vorrei farti conoscere per davvero mio padre. Sai, gli avevo parlato molto di te- le disse dolcemente il ragazzo
-Oh, lo so bene. E gli hai detto anche che sono molto bella- rispose lei ridacchiandolo e facendogli la linguaccia
-Vedi di ridere un po’ meno signorinella, ho anche io argomenti con cui ricattarti- disse lui guardandola maliziosamente
-E sarebbero?
-Prima hai detto che avevi paura di aver perso la tua verginità con me quella sera, quindi vuol dire che tu non l’hai ancora mai fatto
Sam arrossì
-Mi è sfuggito! Ero nel panico, ok? Non ti azzarderai a raccontarlo in giro vero?!?- chiese preoccupata
-Non lo farò. Ma l’idea di essere il primo mi piace un sacco- le sussurrò lui all’orecchio
Sam sentì un brivido lungo la schiena e ormai sapeva bene cosa significava quella sensazione
-Non correre troppo- gli disse sorridendo e guardandolo negli occhi
Poi si staccò da lui e gli prese le mani
-E fammi una promessa: niente più bugie, ok?
-Te lo prometto- le rispose lui, chinandosi a baciarla un'altra volta
 
Poi mano nella mano si incamminarono verso casa…


Note dell'autrice: Taa-daa! ecco a voi il decimo capitolo, in cui viene spiegato per bene tutto quanto! Il prossimo sarà l'epilogo e poi dirò addio a questi due imbranati qua... Non mi sono mai dilungata con le note e non lo farò nemmeno stavolta (manteniamo le tradizioni) perciò spero che il capitolo vi sia piaciuto e che aspetterete il finale di questa storia :) non abbandonatemi all'ultimo! 
  
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