Fanfic su attori > Tom Hiddleston
Segui la storia  |      
Autore: katieee    10/01/2015    1 recensioni
{Because maybe you’re gonna be the one who saves me}
"Senta a me non interessa che lei sia Tom Hiddleston, bello e famoso attore, che è in ritardo e quindi si prende il diritto di parcheggiare dove gli pare e piace. Sono in mega ritardo per un appuntamento importante, ma per colpa sua sono rimasta bloccata qua. Quindi si, cavolo, ho tutto il diritto di essere nervosa!"
"Ah e così mi ha riconosciuto eh? E a quanto pare sono anche bello" inclina un po' la testa e mi guarda ammiccando un sorriso e cambiando tono di voce, passando dallo stizzito al divertito.
Di tutto quello che gli avevo detto, lui aveva captato solo quello? "E a quanto pare anche parecchio montato" aggiungo.
(...)
"Piacere di conoscerti Beatrice" mi risponde, e mi segue.
"Anche per me. Cioè, oddio, più o meno diciamo" e a questo scoppia a ridere.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Ho ricontrollato l'articolo Bea, e penso sia perfetto, diretto e coinciso, hai perfettamente centrato punto. Domani andrà direttamente in stampa"
esordisce Caitlin, con me seduta di fronte alla sua scrivania con una faccia tra lo stupito e l'incredulo, deduco, dalla sua risata.
"Mi piace davvero" continua lei, "lo so che è il tuo primo articolo pubblicato qua con noi, è bello e merita di essere pubblicato. Devi esserne fiera."
Il mio articolo pubblicato su un giornale vero, per la prima volta. Certo avevo sempre scritto per il giornale della scuola e poi dell'università, e su qualche sito internet, ma qui si parlava di una vera pubblicazione. Era il mio terzo mese di stage, e volevo saltare dalla sedia per la felicità. Niente avrebbe rovinato questa giornata.
"Grazie Catlin" riesco finalmente a dire, "non sai quanto sono emozionata, eccitata, felice e un altro miglialo di aggettivi come questi."
"Non devi ringraziarmi, hai svolto un bel lavoro, quindi te lo sei guadagnato. Ora ho una riunione," dice dolcemente "ma noi ci vediamo domani mattina alle 8, puntuale mi raccomando."
"Certo, a domani allora Catlin, buona giornata" dico, alzandomi dalla sedia e raccogliendo la borsa accanto alla scrivania. "Buona giornata a te"
mi risponde lei, mentre apro la porta del suo ufficio, per richiudermela lentamente alle spalle.
Il mio articolo pubblicato. Wow, riesco ancora a stento a crederci. Stanotte me lo sognerò sicuro, anzi probabilmente non riuscirò neanche a chiudere occhio.
Domani forse dovrei anche informare il professor Milton, visto che qualche mese fa è stato proprio lui a propormi lo stage presso questo giornale.
Finito il lavoro qua, nel pomeriggio passerò nel suo studio. Un momento.. professore, università, corso, prove, teatro.. iniziano a suonarmi in testa queste parole. Le prove per il teatro!Porca miseria me ne stavo proprio dimenticando.
Inizio allora a controllare compulsivamente l'interno della borsa, copione, copia dell'articolo, cellulare, chiavi della macchina..si credo di non aver dimenticato nulla.
No certo tranne l'orario. Cavolo è tardissimo. Bene, mi dovrò buttare nel traffico londinese e guidare come una disperata, per tentate di arrivare in tempo alle primissime prove dello spettacolo.
Mi incammino velocemente all'entrata, "Bryan, Kate" inizio a urlare, cercando con gli occhi i miei colleghi, "io vado, sono super in ritardo e ci vediamo domani mattina." "A domani Bea" mi sento rispondere dall'altro capo dell'ufficio, da Kate, indaffarata ad armeggiare con la fotocopiatrice.
"Spacca tutto oggi alle prove" Bryan sbuca da dietro l'angolo, con una pila di fogli in mano, ma non tanto da coprirgli il viso.
Bryan era oggettivamente un bellissimo ragazzo, alto, capelli neri e con due occhi grigi e profondi. Se fossimo stati in un film, sarebbe stato il classico ragazzo bello, misterioso e impossibile.
"Sicuramente" gli rispondo di getto, "diventerò la nuova Meryl Streep".
"Ora non esegariamo Modigliani" mi risponde lui, mentre posa i fogli sul tavolo accanto, per potermi aprire la porta.
"Inizia a non farti prendere dall'ansia da palcoscenico e a non dimenticarti le battute" scherza Bryan, spingendomi fuori dall'ufficio con dei colpetti sulle spalle.
"Grazie Bryan, sempre molto incoraggiante" gli rispondo un po' stizzita.
"Andiamo, se non ci fossi io a prenderti un po' in giro, come faresti?" aggiunge lui, mentre a me scappa una risatina.
"A domani Modigliani!"e con un sorriso si chiude la porta alle spalle, mentre io mi dirgo all'ascensore, che ovviamente è occupato.
Quando sei in ritardo trovare l'ascensore li ad aspettarti, non succede mai. Così mi giro e mi butto sulle scale.
Credo di essere uscita dal palazzo a un tempo record, e con il fiatone arrivo sul marciapiede e mi avvio verso la macchina.
Inizio a cercare le chiavi nella borsa, quando finalmente le trovo, alzo lo sguardo e mi blocco. "No no, ma stiamo scherzando" inizio quasi ad urlare e a parlare da sola, "ma no, non è possibile cavolo, ma proprio oggi!"
Una macchina parcheggiata in seconda fila, bloccava l'uscita della mia. Mi avvicino e iniziando ad urlare, per davvero questa volta, comincio a cercare il proprietario. Chiedo anche a qualche passante, ma niente.
Faccio il giro per andare ad aprire la portiera. Avrei sfondato il volante a colpi di clacson finchè il disgraziato o la disgraziata non sarebbe arrivato. "No non ci posso credere" dico guardando la portiera della mia macchina con una gigantesca riga, "ma allora questo tizio o tizia, è un vero e proprio idiota. Ma io la uccido a questa testa di cavolo!" E meno male che fino a poco prima pensavo che niente avrebbe potuto rovinarmi la giornata.
Apro e più incavolata di prima, inizio a suonare il clacson.
Passano dieci minuti buoni,prima che mi decida ed esca dalla macchina. Devo chiamare Alexis, ormai non arriverò in tempo per le prove. Il primo giorno e neanche mi presento, fantastico.
Ci manca solo che decidano di buttarmi fuori, e non avrebbero neanche tutti i torti se decidessero di farlo.
Faccio qualche passo sul marciapiede e mi decido a tirare fuori il cellulare. Scorro sulla rubrica, vedo il nome di Alexis e ci clicco sopra - chiama -.
In quel momento sento una voce alle mie spalle, "Signorina, questa è la sua macchina? Sono mortificato. Sono arrivato appena ho potuto."
Interrompo la chiamata prima che Alexis risponda. Finalmente l'idiota, si era rivelato un maschio, era arrivato. Mi volto verso il mio interlocutore, e rimango un attimo incantata dalla vista che mi ritrovo davanti.
Non ci posso credere. Tom Hiddleston, grande attore, incredibilmente alto, occhiali da sole, cappotto nero, maglietta blu, è l'idiota.
Mentre sono lì a contemplare, per qualche secondo, la bellissima figura che mi ritrovo davanti agli occhi, lui si avvicina, e continua ad aggiungere parole, a cui presto poca attenzione, alle scuse di poco fa.
"Ero molto in ritardo, e so che non è una scusa, ma avevo un appuntamento importante. Non ho trovato nessun parcheggio nelle vicinanze, e l'ho lasciata qua. Mi scuso ancora, vado a spostarla immediatamente."
In quel momento mi risveglio, pensando che erano dieci minuti buoni che aspettavo come una cretina suonando il clacson, e fregandome altamente che quello era Tom Hiddleston.
"Era in ritardo un corno!" gli urlo addosso, "sono dieci minuti che suono il clacson come una povera cretina, e in più lei mi ha rigato la macchina!"
"Che cosa?" chiede lui stupito alla mia affermazione.
"Sì, sul lato del guidatore, una grande e ben evidente riga!".
Vedo lui che tutto perplesso, come se stessi raccontando una balla e questo mi innervosisce ancora di più, si muove per andare a controllare la portiera.
"Accidenti" mormora, portando una mano alla testa, quando si avvicina alla macchina. "Io..io non me ne sono proprio accorto, sono ancora più mortificato ora."
E dalla sua espressione lo sembrava davvero, ma ero troppo nervosa per far si che me ne importasse qualcosa.
"Pagherò io i danni" aggiunge.
"Ma vorrei ben vedere! Lei ha parcheggiato da perfetto idiota, in seconda fila, impedendomi di uscire, e mi ha pure rigato la macchina. Certo che pagherà lei i danni!"
"Non c'è bisogno di essere così maleducate e nervose. Mi sono scusato e ripagherò i danni che ho causato" risponde stizzito, tornando sul marciapiede a pochi passi da me.
Pure maleducata mi chiama? Penso di iniziare a odiarlo come mai avrei pensato. Anche perchè mai avrei pensato di incontrare Tom Hiddleston in questa maniera.
"Maleducata?" gli rispondo più nervosa di prima, ma cercando di non urlargli più contro, per non dare spettacolo per strada, "senta a me non interessa che lei sia Tom Hiddleston, bello e famoso attore, che è in ritardo e quindi si prende il diritto di parcheggiare dove gli pare e piace.
Sono in super mega ritardo per un appuntamento importante pure io, ma per colpa sua sono rimasta bloccata qua. Quindi si, cavolo, ho tutto il diritto di essere nervosa, e maleducata" enfatizzo l'ultima parola, "come dice lei."
"Ah e così mi ha riconosciuto eh? E a quanto pare sono anche bello" inclina un po' la testa, e mi guarda ammiccando un sorriso e cambiando tono di voce, passando dallo stizzito al divertito.
Di tutto quello che gli avevo detto, lui aveva captato solo quello? E accidenti, mi era scappata la parte del bello.
"E a quanto pare anche parecchio montato" aggiungo.
Incomincia a ridere "no no stavo scherzando, era per sdrammatizzare un po' la situazione" continua, guardandomi, "hai ragione, ma pensavo che il mio appuntamento sarebbe stata una cosa di pochi minuti, e non ho pensato che la persona a cui bloccavo l'uscita poteva aver fretta. Scusami ancora davvero. Possiamo darci del tu, vero?"
"Ehm si, okay, credo vada bene" farfuglio, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi. Era passato dal nervoso all'amichevole nel giro di pochi minuti.
"Perfetto. Allora, aspetta qua un attimo. Sposto la macchina" e con questo si dirige alla sua macchina, la apre, e dopo una manciata di secondi mette in moto. La sposta di qualche metro in avanti per poter far uscire la mia, ed esce per tornare da me.
E il pensiero di queste ultime quattro parole, mi provoca un brivido fin troppo piacevole, che cerco di scacciare immediatamente.
"Ecco fatto" mi dice, "e ora se mi vuoi passare i tuoi dati e i documenti, così posso risarcirti dei danni."
"Sì certo, subito."
"Però aspetta tu sai il mio nome, ma io non so ancora il tuo" aggiunge, continuando a sorridere. Credo di non aver mai incontrato persona più solare di quest' uomo, era un continuo sorridere.
E non sapevo ancora se la cosa mi infastidisse ancora di più, o in qualche modo mi tranquillizzasse.
"Bea. Cioè Beatrice" rispondo, indicandogli intanto un muretto dove poterci appoggiare per dargli tutti i dati.
"Piacere di conoscerti Beatrice" mi risponde, e mi segue.
"Anche per me. Cioè, oddio, più o meno diciamo" e a questo scoppia a ridere.
Appoggio la borsa sul muretto, e inizio a tirare tutto fuori non trovando la penna. In quel momento suona il cellulare e lo tiro fuori dalla tasca. Alexis. Non rispondo ma guardo l'ora, sono le 15.35.
"Oddio no no, porca miseria, mi uccideranno tutti. Senti," mi volto verso di lui e noto il suo sguardo un po' confuso, probabilmente dovuto alla mia reazione, "devo scappare, ti lascio il mio indirizzo e-mail, non il cellulare altrimenti, non so, potresti pensare che ho altre intenzioni con te, quando ti assicuro che non è così. Quindi ti lascio il mio indirizzo e-mail, così mi mandi i tuoi dati dell'asscicurazione, o quello che serve, lì e poi faccio direttamente io, così facciamo prima, no? Ovviamente devi mandarmela la mail. E ti avviso, se non la trovo nei prossimi giorni, giuro che ti troverò e in modo o nell'altro avrò i miei soldi."
Dico tutto ciò di fiato, strappando un pezzo di carta e scrivendoci la mia mail, mentre ributto dentro la borsa le mie cose, e lui assume sempre di più un'espressione tra il confuso e il divertito.
Sento che mormora qualcosa, e tra tutto capto solo un "ehm si, credo che possa andar bene".
Non so neanche se tutto ciò che avevo appena detto aveva un senso, ma non importava ero troppo in ritardo.
Mi giro completamente verso di lui e lo guardo, per l'ultima volta, negli occhi.
"Bene, allora addio signor Hiddleston. Non capita tutti i giorni di far conoscenza con un attore in questa maniera, quindi grazie per la fantastica esperienza" dico divertita, e in modo sarcastico e porgendogli il biglietto, mentre lui ride alla battuta.
Non gli lascio neanche il tempo di rispondermi che mi volto e corro alla macchina.
"Di solito non capitano neanche a me incontri così. Ciao Beatrice" lo sento comunque rispondere,  in modo quasi dolce. Non c'era sarcasmo nel tono della voce.
Vorrei soffermarmi un attimo sulla sua risposta ma non lo faccio. Così apro e salgo.






---------------------------------------------
Salve a tutti :)
Sono nuova di qua ahah e questa è la mia prima fanfiction in assoluto, quindi spero che non sia venuta fuori una cosa orribile.
Ho deciso di scriverla su Tom perchè è uno dei miei attori preferiti e ammiro davvero molto tutto il lavoro che svolge.
Mi farebbe molto piacere sentire i vostri pareri, e le vostre opinioni così da poter migliorare :)
Comunque spero che questo primo capitolo vi piaccia. Il prossimo inizierà dal POV di Tom, così da sapere cosa ne pensa il signorino di tutta la faccenda.
Grazie per essere arrivati fino a qua e alla prossima :*
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Tom Hiddleston / Vai alla pagina dell'autore: katieee