Anime & Manga > Dogs
Ricorda la storia  |      
Autore: Kokky    19/11/2008    3 recensioni
[Nill e Haine]
«Sei pronta per il tuo primo cliente, eh?» sogghignò lui. «Magari un giorno ti richiederò io, proprio io... se non avessi quelle ali inumane, ma fa nulla... sei proprio un angelo senza voce, né senza cielo in cui volare.»
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fearless God

 

 

Aveva paura, tremava flebilmente senza più forza. In fondo, ciò che vedeva era solo un incubo della sua immaginazione troppo fervida. Ma Nill sapeva che, un po’ prima, tutto quello era stato reale.

 

Era seduta. Con le scarpe nere ed eleganti picchiettava stancamente il pavimento biancastro, per nascondere la paura e il nervosismo. Non trapelavano emozioni dal suo viso, quella volta voleva averla vinta sui suoi padroni... la tenevano lì da due settimane, l’avevano istruita, lavata e vestita.

Nill fremeva all’idea di cosa sarebbe successo ora.

La porta si spalancò senza calma, spinta dal possente uomo che le diceva sempre cosa fare; senza gentilezza lui entrò, quasi vorace con il suo sguardo scuro e il ghigno acceso sul viso.

Nill rimase impassibile – tentò, ma già ebbe uno spasmo a vederlo arrivare.

«Ciao, mia bella Sirenetta.» disse quello, con voce rauca; sporco.

Nill arretrò sulla sedia, involontariamente, e non capì il riferimento alle sirene... che ne poteva sapere lei, cavia di laboratorio, della storia di Ariel e del dono della sua voce?

Mosse il capo, l’angelo, quasi per dirgli ‘va via’. L’uomo la guardò di nuovo famelico, le passò una mano fra i capelli – inutile provare a ritrarsi, era incredibilmente forte; le prese una ciocca bionda annusandone il profumo.

«Sei pronta per il tuo primo cliente, eh?» sogghignò lui. «Magari un giorno ti richiederò io, proprio io... se non avessi quelle ali inumane, ma fa nulla... sei proprio un angelo senza voce, né senza cielo in cui volare.»

Nill tremò spaventata, inutile fingere. Si alzò dalla sedia e cercò di scappare, invano.

L’uomo forse ebbe pietà, o chissà che cosa – se la voleva tenere tutta per sé, conservarla?; ma per quel giorno rimandò tutto. Disse: «Solo per oggi, sei salva. Ma domani...» con fare allusivo, ghignò, e se ne andò da quella stanza, lasciandola ancora più distrutta.

Nill si accasciò sulla sedia, sentendosi morire in quel ghigno avido.

 

Si asciugò le lacrime, nel buio di quella chiesa silenziosa e quasi sempre vuota. Tremava un po’, avvolta in una coperta chiara sulla prima panca davanti all’altare, e pregava mentalmente che Dio le portasse anche solo un pezzettino di felicità. O forse, essendo un abominio della natura, non ne avrebbe avuto diritto?

Dio era così ingiusto?

Si rimproverò per i suoi pensieri. Sapeva che avevano il libero arbitrio e che Dio li avrebbe amati tutti da là sopra, eppure a volte non capiva la fede cieca e convinta degli uomini. In fondo, a cosa serviva pregare?

Ma sapeva anche lei che era un conforto troppo dolce, troppo caro, quello di un Dio che, in qualche modo, ti voleva bene e ti conosceva nella tua unicità.

Un conforto stucchevolmente veritiero, avrebbe detto qualcuno, ma lei ci si riscaldava; impaurita.

Forse era debole, o chissà.

Alzò gli occhi sul crocifisso, posto dietro l’altare, che guardava fisso dinnanzi a sé; castano.

«Ehi...» salutò Haine, avanzando nel corridoio centrale della chiesa. Nill si voltò, si asciugò in fretta le lacrime dagli occhi che erano continuate a scendere e annuì in risposta.

«Stai bene? ...Incubi?» domandò lui, sedendole accanto silenziosamente: si muoveva in modo felino, aggraziato.

Nill scosse il capo, per farlo desistere dalla sua pacata curiosità. Era pietà, quella che vedeva nei suoi occhi scarlatti? Commiserazione per quel suo destino ingiusto.

«Non pensarci.» mormorò Haine flebilmente, quasi un sussurro in quell’enorme chiesa vuota e bianca.

Lei lo guardò con gli occhi lucidi, perplessa, ma poi annuì un po’ rincuorata.

«Sono loro i mostri, mh – sono loro, cani di laboratorio.»

Nill si chiese se Haine potesse, in qualche modo, capirla più di quanto immaginasse; anche lui era come lei? – forse riusciva...

Sembrava un Dio, quasi, che con compassione la rincuorava, confortandola per tutti i suoi sbagli, carezzandola lentamente con le parole; un Dio seduto lì accanto a lei, mandato apposta per farla sentire un po’ meglio. Senza paura, piano.

Riusciva a chiudere ogni ferita del suo cuore, a farla cicatrizzare con semplici monologhi.

Ma quello, quello non era solo un conforto stucchevolmente veritiero. Quello si sentiva sulla pelle; c’era.

 

 

 

 

 

 

 

 






~ Dogs ~

 

 

Nill e Haine, che coppia. Mi piace abbastanza, se devo dire la verità.

In pratica, la parte centrale è un flashback del suo periodo dove era una puttana, o stava per diventarlo.

Per la parte su Dio: credo che si noti che sono atea, e spero che comunque vada bene. Cioè, io vedo i personaggi di Dogs come delle persone che possono contare solo su se stessi, ma mi è piaciuta l'immagine di Nill -angelo- che si appoggia a Dio, e ad Haine che è un Dio più tangibile, immortale eppure lì vicino. Ecco.

Non mi bruciate per eresia, e recensite!

Per la felicità dell'autrice +_+

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dogs / Vai alla pagina dell'autore: Kokky