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Autore: Slvre99    11/01/2015    8 recensioni
E se Katniss fosse stata presa da Capitol e Peeta dai ribelli? Chi sarebbe stata la ghiandaia imitatrice?
Dal testo:
Mi chiamo Peeta Mellark. Ho diciott’anni. Sono nato nel distretto 12. Ho partecipato agli Hunger Games. Sono fuggito. Capitol mi odia. Katniss è stata fatta prigioniera. Si pensa che sia morta. È molto probabile che sia morta. Forse è meglio che sia morta…
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caesar Flickerman, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Peeta Mellark. Ho diciott’anni. Sono nato nel distretto 12. Ho partecipato agli Hunger Games. Sono fuggito. Capitol mi odia. Katniss è stata fatta prigioniera. Si pensa che sia morta. È molto probabile che sia morta. Forse è meglio che sia morta…
- Peeta? Ti senti bene? – chiede mormorando Prim, che ha sentito le mie urla dall’altra stanza. Dicono che è per via degli incubi e tutte queste nuove regole a cui non sono abituato. Sono sicuro che le regole non c’entrano nulla, nemmeno gli incubi riguardanti l’arena, ma solo l’immagine di Katiniss che viene torturata riesce a svegliarmi nella notte.
- Si – affermo mettendomi in piedi davanti al letto della stanza. Prim continua ad osservarmi, io non le rivolgo lo sguardo. Mi ricorda tremendamente lei.
- Vuoi che rimanga a farti compagnia? – domanda con voce delicata. Io, sta volta, le fisso il viso preoccupato. Cerco di sorriderle e scuoto la testa. Lei esce dalla stanza, io rimango a fissare la parete vuota. Mi sento soffocare, ma ignoro questa sensazione e resto immobile davanti a lei. Esatto, lei, Katniss Everdeen. È davanti a me invisibile, però sento che mi sta pensando. Sono impazzito letteralmente. Katiniss è morta.
Ripenso spesso alle elementari, quando lei cantò la canzone della valle, era così bella. I ribelli l’avrebbero voluta come simbolo della ribellione, come Ghiandaia Imitatrice. Mi sento un peso restando al distretto 13, sono un peso. Non voglio la ribellione, voglio salvare Katniss.
Presto si fa giorno e mi ritrovo con il programma del giorno tatuato sul braccio.
Ore 7:00 colazione.
Non leggo il resto del programma non potrebbe interessarmi, a meno che non riguarda dipingere. Non mi farebbero mai dipingere, penso e stancamente m’incammino verso la sala colazione.
- Peeta! Ti stavo giusto cercado… - dice Gale, il migliore amico di Katniss, con voce preoccupata.
- Cosa succede? – chiedo guardandomi attorno. Lui si ferma un secondo per riprendere fiato, deve aver corso molto prima di trovarmi. Questo non fa che aumentare la mia preoccupazione di cosa può essere accaduto. Gale con una parola riesce a farmi rimanere sospeso tra sogno e realtà.
- Katniss. – dice sospirando. Io lo guardo un secondo perplesso, lei è morta. Non capisco più niente, iniziano a tremare le gambe e il fiato si fa pesante. Comincio a correre, dietro Gale che mi fa strada. Non mi fermo fin quando non ci troviamo nella sala colazione e in quel momento la vedo, bella come sempre, sullo schermo.
Tappo la bocca con le mani per lo stupore, quasi cado.
- Signori e Signore, ecco Katniss Everdeen! La ragazza in fiamme! – prensenta Caesar baciandole la mano. Lei ride.
- Raccontaci dell’altra notte – inizia – quando i ribelli hanno preso Peeta. –
Katniss assume uno sguardo confuso poi inizia a parlare tranquillamente. Nella sua solita maniera impacciata, che riservava per le telecamere.
- Facevamo parte del piano, io e Peeta, dovevamo essere usati per qualcosa di più grande. Io non ho mai saputo di farne parte. Avevo soltanto in mente di salvarlo. – dice seria cercando di non scomporsi.
Dice la verità? Vuole salvarmi? Non penso che mente sta mentendo, non ora che sembra sul punto di piangere, ma lei è Katniss, non scoppierà mai a lacrimare davanti a tutta Panem.
- Quando ho scoccato l’ultima freccia sentivo che era quello che dovevo fare, ma non conoscevo quello che avrebbe comportato. Peeta non era con me ed è stato terribile. – lei non smette di tremare e non lo faccio nemmeno io. Sfioro con la punta delle mie dita lo schermo, dove si muove Katniss. Lei sembra parlare solo con me, sorridendo a forza e agitandosi sempre di più.
- Cosa ne pensi della guerra? Sempre che non sei troppo sconvolta per parlare. – esclama Caesar stringendole la mano.
- Io non credo che farebbe del bene – dice balbettando e con aria artefatta. Non sono parole sue, lo posso riconoscere da chilometri. Lei non è capace di mentire e lo vedo perfettamente.
- Traditrice! Bugiarda! – enunciano dietro di me i ribelli. Io ci rimango male, non possono nemmeno immaginare cosa potrebbe farle Capitol City. Al pensiero che venga minacciata rabbrividisco. Avrei dovuto essere io a Capitol, avrei dovuto proteggerla. Mi sento profondamente colpevole di averla lasciata andare con Johanna quella notte. Stringo il mio polso inconsapevolmente, fino a far diventare la mano bianca.
Non resisto, una lacrima scivola sulla mia guancia.
- Stai chiedendo un cessate il fuoco? – ripete Caesar con un tono più convito. Katniss guarda la telecamera un istante, poi annuisce.
- Come osa stare dalla loro parte! – grida Gale arrabbiato.  
- Non credi che possa essere torturata? – dico io girandomi di scatto. Per la prima volta mi sento carico, il volto di Katniss mi ha fatto tornare le forze necessarie.
Lui assume un’aria preoccupata e sgrana gli occhi. Cerco solo di difenderla, ma sono sicuro che anche lei avrebbe fatto lo stesso con me.
- Ora voglio andare in camera mia. – mormora Katniss senza smettere di guardare la telecamera, senza smettere di guardarmi.
- Salutiamo Katniss Everdeen! – esclama Caesar facendo segno di chiudere il programma.
Io le guardo il viso un’ultima volta prima che sparisse del tutto. Mi manca di già, mi manca la sua voce e il suo sorriso. Mi manca.
Sento i ribelli bisbigliare tra di loro, dicono di non avere più una guida. La loro Ghiandaia Imitatrici li ha abbandonati.
- Non abbiamo bisogno di una Ghiandaia Imitatrice – dico con tono fermo. Tutti i presenti si girano per osservarmi. Io non mi tiro indietro e ripeto.
- Siamo noi il volto della ribellione. –
Sento Gale fischiare il motivetto che aveva cantato Katniss nei primi giochi, e poi tutti alzano tre dita della mano sinistra. Ricordo che lo fecero anche con lei, la mia lei.

Mi chiamo Peeta Mellark. Ho diciott’anni. Sono nato nel distretto 12. Ho partecipato agli Hunger Games. Sono fuggito. Capitol mi odia. Katniss è stata fatta prigioniera. È viva. Ha chesto un cessate il fuoco. Non ci sarà nessun cessate il fuoco. Noi combatteremo. Io combatterò, per lei. 

 
N. A. Salve a tutti! 
Sono strafelice che siate arrivati fino a questo punto a leggere! Premetto che suono nuova a questo Fandom e questa è la prima one shot che pubblico qui. ^^ Sto per svenire adesso. Abbandonando il mio essere troppo insicura e timida, torno alla storia.
Scrivere su Hunger Games mi è da sempre piaciuto, solo che le mie idee erano pari ai nasi di Voldemort. Dunque, sono settimane e settimane che rileggo questa one shot, che è venuta ugualemente un orrore. Vorrei sentire anche il vostro parere su questa cosuccia, sperando che a voi possa piacere. Ora smetto di assillarvi. XD
Ultima cosa, le recensioni sono molto apprezzate sia critiche che positive. Spero di non avervi annoiati. ^^")
Alla prossima <3

Slvre99
  
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