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Autore: Kanako91    05/02/2005    1 recensioni
L'infanzia di Hiten, cosa l'ha reso ciò che è stato fino all'incontro con Inuyasha e Kagome.
- riveduta e corretta 06/03/09 -
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I ricordi di Hiten


Ora mi trovo qui, a stringerle la mano, che si raffredda sempre di più.
É stesa sul suo letto, ansimando, sudando, morendo.
Non so che dire.
Non so che fare.
Ho paura di poterla perdere.
Ma non ci posso fare niente.
Mi aveva già avvertito.
Esattamente quindici giorni fa, quando eravamo stesi sul mio letto, me l’ha detto. All’inizio non ci credevo, ma vedendo le lacrime bagnarle il bel volto, ho dovuto accettare la realtà. Per fortuna ci siam goduti questi giorni fino all’ultimo. Non mi sarei mai perdonato, se fosse successo il contrario.
-Hiten...-
La guardo. Le palpebre coprono gli occhi di cioccolato, che mi hanno fatto sciogliere miliardi di volte. Le stringo di più la mano, lei continua.
-...addio....-
Il suo arto diventa di colpo gelido. Il suo respiro si ferma. Le lascio la mano e mi chino su di lei. Le bacio le labbra, quelle che mi hanno fatto impazzire un sacco di volte, col loro calore provocante, che ora sono gelide come il marmo.
Prendo la coperta e gliela poso sul corpo rigido.
Dubito che mi innamorerò di un’altra donna. Per lo più umana. Gli umani muoiono. Gli umani sono deboli. Si ammalano. Hanno paura della morte.
Ma senza di loro, il mondo non sarebbe lo stesso.

Era una calda giornata d’estate. L’umida brezza marina soffiava sulle colline. Un piccolo palazzo era in cima ad una di queste, sfavillando con tutto il suo splendore.
Una microscopica macchia scura correva in direzione di un’altra, più grande.
-Papa! Sei tornato!- disse allegramente un piccolo youkai, dai capelli e gli occhi neri come la pece.
-Ehi! Piccolo mio!-
Il demone adulto si piegò all’altezza del figlio, facendosi abbracciare calorosamente. Quando si staccarono, l’uomo fischiò.
-Ti ho portato un regalo, Hiten-
-Cosa? Cosa? Cosa?-
Un cavallo baio si avvicinò, col passo lento e fiero. Si affiancò allo youkai, che gli slegò il carico dalla sella. L’uomo poggiò a terra un bambina, di poco più piccola del figlio, vestita di stracci, con i capelli nerissimi, che le cadevano sulle esili spalle, e gli occhi marroni, profondi, che pareva brillassero di una luce dorata. Le slegò dai sottili polsi le corde, liberando anche le piccole caviglie. Le diede una leggera spinta in avanti. La piccola avanzò timidamente, continuando a fissare il piccolo demone davanti a sé.
-Una femmina umana, padre? Ho fatto qualcosa di sbagliato?-
-No, figlio mio. Proprio per questo te l’ho portata. Grazie a lei potrai un giorno prendere il trono di Inu-Tasho.-
-Ma a che mi serve?-
-Ora ci puoi giocare, tra un po potrai studiare i comportamenti ed il modo di vivere dei ningen. Ti sarà molto utile per comandarli, figliolo.-
-Come ti chiami?- chiese il piccolo rivolto alla bambina.
-....Ha-Hanako...-
-Io sono Hiten! Vieni che ti mostro i miei giocattoli!-
Le andò alle spalle e la spinse fino all’interno del castello, mostrandole ogni stanza del palazzo e soffermandosi, alla fine, nella sua stanza dei giochi.

I due crebbero insieme, instaurando un’ottima amicizia. Erano ormai ragazzi, quando la madre di Hiten, era incinta di Manten. Il ragazzo aveva trovato tante differenze tra umani e demoni, anche in Hanako, che era ormai difficile considerare ningen. Era cresciuta tra youkai, aveva ricevuto la stessa educazione del suo amico, imparando la lotta corpo a corpo e con le armi. Le era stato insegnato a cavalcare non solo cavalli, ma anche demoni drago, uccello e altre creature del genere.
Ormai la ragazza era diventata una donna e Hiten cominciava a sentirsi attratto per lei, nonostante si rifiutasse ad ammetterlo a se stesso. L’attrazione si trasformò in amore, tanto che lo youkai non ce la fece più a dominarsi.
Un giorno, mentre erano tranquillamente in giardino, allenandosi tra di loro nella lotta, Hiten ebbe la meglio. Poiché, di solito, il vincitore tra loro riceveva qualcosa dall’avversario sconfitto, il ragazzo ne approfittò, per chiedere qualcosa molto difficile da possedere.
-Uff! Va bene, hai vinto! Che vuoi?- chiese Hanako, mettendosi in piedi e spolverandosi i vestiti.
Il demone le fu davanti. Le passò un braccio intorno alla vita e la strinse a sé. Il suo viso era così vicino a quello della ragazza, che potevano sentire il respiro dell’altro contro il proprio viso.
-Sai che voglio?- chiese lo youkai, con tono lascivo. –Voglio te.-
Hanako rimase molto sorpresa dalla richiesta. Non ebbe molto tempo per pensare, perché le labbra di Hiten si posarono sulle sue, baciandole prima dolcemente, poi con crescente ardore. Il ragazzo perlustrò con la propria lingua la bocca della ningen. Ben presto cominciarono una lotta con le lingue, che terminò appena lo youkai si levò in volo, portando la ragazza con sé. Entrò nella sua camera dalla finestra aperta. Posò Hanako sul letto e cominciò a togliersi l’armatura che indossava sempre. La ragazza si era poggiata sugli avambracci, con le gambe leggermente piegate di lato, e guardava il demone consapevole di ciò che voleva. Il ragazzo si stese su di lei, tornando a baciarla con la stessa passione di prima. Le sue mani cominciarono a vagare lungo il corpo della ningen. Slaccio il nodo dell’obi, gettandolo a terra. Si staccò da lei, per fissarla negli occhi.
-Perché mi guardi in quel modo, Hanako?-
-Niente.-
-Ti amo...-
La ragazza sorrise e lo baciò. Si staccò di nuovo.
-...poi ci sposeremo...- cominciò a dire Hiten.
-No... non possiamo.-
-Perché? Fregatene delle leggi! Qua l’unica cosa che conta è il nostro volere! E poi ti posso far diventare immortale!-
-Non serve...-
Gli occhi di Hanako diventarono lucidi.
-...ho solo quindici giorni di vita...- aggiunse, distogliendo lo sguardo.
Il ragazzo la guardò incredulo. Come aveva solo quindici giorni di vita? Conosceva pure il giorno in cui sarebbe morta? Non era troppo giovane?
-Il medico mi ha detto che non vivrò a lungo. Che mi rimangono solo quindici giorni...-
-Non è vero... non può essere vero! Da quando in qua uno sa il giorno della propria morte?-
-La mia malattia è molto grave. E non c’è altra via, oltre alla morte.-
Hiten tornò a baciarla, mentre le lacrime rigavano le guance rosee della ragazza. Volevano vivere quegli ultimi giorni fino alla fine. Godere di tutto ciò che non avrebbero mai potuto condividere per il resto della vita. Quel giorno Hanako divenne proprietà di Hiten.

-Hiten! Hanako! Venite subito!-
Il padre di Hiten entrò nella stanza della ragazza, quando non ricevette risposte dai due. Ciò che vide lo scosse tantissimo.
Hiten era chino sul letto di Hanako, sul quale giaceva il corpo rigido e privo di vita della giovane ningen. Un silenzioso singhiozzo rompeva il gelido silenzio della stanza.
-Figlio...-
Lo youkai si avvicinò a quello, posandogli una mano sulla spalla. Il ragazzo sollevò il capo, guardando il padre con gli occhi colmi di lacrime.
-...è morta...- disse con la voce tremante.
Il genitore chinò il capo.
-Ho fatto male a portarti una femmina umana. i ningen muoiono, sono deboli, fragili come il cristallo. Basta un niente perché muoiano. È stata la cosa più sbagliata che ho fatto per te...-
Il giovane youkai si asciugò le lacrime con la manica e guardò il padre.
-No. Molto probabilmente è stata la cosa migliore. Senza di lei non so come sarebbe stata la mia vita.-


Fine.

.-.-.-.

Youkai: demone.
Ningen: umano.
Obi: cintura del kimono.

06/03/09
Ho deciso di riguardare questa fanfic lasciandola com'era, correggendo unicamente la forma. I contenuti son rimasti quelli che erano quando la scrissi, pochissima introspezione, descrizioni inesistenti, ritmo velocissimo. Tutte cose che ora non ho più (non so se sia questo un pregio od un difetto XD).
In ricordo di quando ero ancora capace a scrivere fanfic.(cielo, che tragica...)

Kanako

   
 
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