Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: PersephoneAm    12/01/2015    1 recensioni
La luce dell'astro notturno illuminava il cortile del palazzo, mentre Nitocris vi passeggiava. Un rumore sinistro catturò la sua attenzione, ma non riuscì a chiamare le guardie ché una mano le si posò sulla bocca, impedendole di urlare. Il ladro la fece voltare e ciò che Nitocris vide le riempì il cuore di gioia: quegli occhi neri, così scuri e misteriosi appartenevano a una sola persona nel regno.
La mano abbandonò le sue labbra e con l'oscurità che la nascondeva sorrise. Era finalmente tornato. Ora poteva finalmente deliziarsi nel vederlo cavalcare con sicurezza il suo stallone nero dalla terrazza del palazzo, poteva vederlo allenarsi nel cortile insieme ai soldati, mentre le goccioline di sudore scivolavano sulla sua schiena scoperta e abbronzata dall'astro di Ra.
-Ramses?-chiese lei, per cercare conferma dei suoi sospetti.
-Si, sono io Nitocris!-rispose lui.
Il cuore prese a batterle furiosamente nel petto: il principe era finalmente tornato!
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'astro di Ra era alto in cielo e Nitocris sollevò il volto verso di esso, ammirandone i raggi, anche se per poco. In basso, gli egizi raccoglievano i vari prodotti agricoli e i funzionari controllavano che ogni cosa fosse fatta al meglio. Suo padre, Tutmosi la chiamò all'interno del palazzo. Lei era la figlia del primo ministro del re e in quanto tale doveva essere sempre bella e rosea e l'astro di Ra arrossava la pelle, quasi come se il dio volesse fare sapere che con i suoi raggi carezzava tutti quanti.

-Padre!-sorrise lei,-Vi sentite bene oggi?-.

-Meglio di ieri, figlia mia!-rispose lui, frettoloso,-Il figlio del faraone ha bisogno del tuo aiuto: vuole sapere quale cavallo trovi ideale per le sue cavalcate!-.

Nitocris rimase spiazzata dalla richiesta:il principe ereditario era forse tornato? Non fece attendere oltre il suo sovrano, recandosi quasi di corsa nell'ampio cortile che era situato al centro del palazzo reale. Ma non trovò Ramses ad attenderla, quanto il secondogenito e fratellastro del principe ereditario, Akhenator. 

-Mio principe!-lo salutò lei, genuflettendosi al ragazzo.

-Nitocris!-la riprese lui,-Quante volte ti ho detto che non c'è assolutamente bisogno che tu utilizzi queste formalità con me? Siamo cresciuti insieme, ricordi? Siamo come fratelli, io e te!-.

Nitocris arrossì, guardando verso terra, mentre i capelli della parrucca nera le sfioravano le guance arrossate dalla fatica e dal sole. Il principe le mise una mano sotto al mento, sollevandole la testa e guardandola negli occhi con un sorriso.

-Aptis ti ha forse mangiato la lingua?-le chiese, sghignazzando e facendo riferimento al gatto della ragazza,-Vieni, togliamoci da sotto questo sole cocente! Stai quasi per bruciare come paglia secca!-.

Akhenator la portò sotto il portico, sorretto dalle colonne di pietra dipinte con semplici steli di grano. Il principe le fece portare dell'acqua, che lei bevve tutto d'un sorso, come un assetato disperso nel deserto.

-Gli dèi non ti hanno favorita nel concederti una pelle più dura e resistente, per il nostro clima!-constatò il principe,-Ma hanno compensato in bellezza, amica mia!-.

Nitocris era forse l'unica fanciulla del Regno ad avere la pelle troppo chiara e morbida, così morbida che anche il lato di una pergamena l'aveva tagliata, una volta. Invidiava le altre sue coetanee e sua sorella, che con la loro carnagione olivastra potevano tranquillamente sedere sotto il sole e passeggiare senza che uno schiavo dovesse tenere loro un parasole sul capo. Ma se da un lato questa era la sua sfortuna, ecco che a compensare questa sua disgrazia giungeva la bellezza fuori dall'immaginario del più bravo poeta di corte. Aveva solo 17 anni, eppure molte donne già la vedevano come una minaccia, per i loro mariti. Come se a lei fosse importato qualcosa di quei vecchi bacucchi.

Nitocris! Finalmente un pensiero leggermente malvagio viene partorito dalla tua mente!, si disse da sola.

L'unico uomo che avrebbe mai voluto sposare non sembrava neanche degnarla di uno sguardo, quando si incontravano ai banchetti reali e lei rimaneva delusa di quella freddezza.

-Allora!-disse il principe, risvegliandola dai suoi pensieri,-Quale tra questi cavalli dovrei prendere?-.

Nitocris li studiò bene uno ad uno, poi indicò un enorme stallone nero, dalla dolta criniera e dalla lunga coda, che sembrava fissarla con quegli occhi scuri come il limo che ricopriva i campi attorno al Nilo.-Quello stallone è semplicemente stupendo, Akhenator!-.

Il principe diede un sacchetto di argenti al commerciante e anche un piccolo sacco di grano, l'anziano signore li ringraziò e benedì l'Egitto e i suoi faraoni, andandosene tutto gongolante.

-Portalo alle mie stalle, achiavo!-ordinò a un servo lì vicino,-E bada bene a non farlo ferire o scappare!-.

Lo schiavo si mosse velocemente e quasi senza farsi vedere, mentre portava via lo stallone.

-Vieni!-le disse il principe, porgendole la mano e portandola nell'ampio salone, dove il faraone stava celebrando i soliti riti propiziatori agli dèi.

Una volta terminate le celebrazioni, Amenothep si voltò verso i due ragazzi e sorrise loro, con fare paterno.-Nitocris! Ogni giorno che passa sei sempre più bella!-.

Il faraone non aveva figlie femmine, se non una bambina di appena due anni e trattana Nitocris come fosse sua figlia. Per suo padre Tutmosi non c'era nulla di male: aveva quattro figli maschi a cui badare, Nefertiti (la matrigna di Nitocris) e l'altra sorella, la figlia di suo padre e di Nefertiti, Arsinoe. 

-Se il faraone ti tratta come fossi sua figlia non v'è nulla di male, figliola!-le disse una volta suo padre,-Anzi!-.

Non che le desse fastidio, ma invidiava la piccola Arsinoe, circondata dall'affetto di suo padre e della madre mentre lei piangeva ancora Ahhotep, sua madre. I suoi fratelli non volevano pensare alla donna, morta qualche anno prima durante il sonno e preferiromo che il loro padre si allietasse con Nefertiti, sposata quattro anni prima della morte di Ahhotep.

-L'ho detto anch'io a Nitocris: è davvero splendida, oggi!-.

La ragazza si destò dai suoi pensieri al sentire nominare il suo nome e sorrise ai due reali, inchinandosi al re.-Mi lusingare, vostra maestà, ma non v'è donna più bella della dolce Hatshepsut!-disse la ragazza, riferendosi alla piccola figlia del faraone.

-Hatshepsut diverrà una bellissima donna, ma ora la più bella sei tu, Nitocris!-le fece notare il faraone, facendo entrare Tutmosi,-Ed ecco il padre di questa divina creatura!-.

Tutmosi guardò sua figlia, sorridendole appena di sfuggita e poi tempestando il faraone di alcuni problemi , forse quelli che affliggevano i contadini e gli artigiani a sud dell'Egitto.

A sud vi era presente ormai da anni la minaccia dei nubiani, una popolazione originaria appunto della Nubia, che era intenzionata a stabilirsi nelle zone del fertile e divino Nilo. Per questo il principe Ramses era partito per la Nubia, per combattere i nubiani e rendere il regno ancor più potente di quanto già non lo fosse.

-Divino faraone!-iniziò Tutmosi,-Si tratta di vostro figlio Ramses! Dice che arriverà domani con un nugolo di prigionieri nubiani. La vittoria va solo al dio faraone e all'Egitto!-.

Aveva vinto! Ramses aveva vinto! I nubiani non erano riusciti a sconfiggere il forte esercito egizio e l'indomani sarebbe tornato a Menfi!

-È stato educato bene alla guerra, caro il mio Tutmosi!-esclamò il faraone, lieto nell'aver appreso la notizia della vittoria,-Dì agli schiavi di preparare un sontuoso banchetto per domani e ordina ad ogni angolo del regno di festeggiare!-.

-Certamente, divino!-rispose Tutmosi.

-Ah Tutmosi!-lo chiamò il faraone, dopo aver letto il comunicato di suo figlio,-Credo che dovrò parlati, più tardi! Non sparire!-.

-Sarò qui tutto il tempo che vuole, mio signore!-.

-Perfetto!-disse il faraone,-Nitocris, deliziaci con un po' di musica, te ne prego!-.

-Ciò che desidera il mio faraone è a me lieto!-rispose la ragazza, suonando l'arpa di una delle ancelle, pizzicando con delicatezze le corde dello strumento e mettendoci tutto il sentimento e il cuore.

Alla fine dell'esibizione il faraone sollevò il calice colmo di vino e brindò alla salute della ragazza, che ringraziò e guardò Akhenator. Leo e il principe erano amici da quando si erano conosciuti all'età di quattro anni lei e cinque lui e la loro amicizia durava da dodici anni senza che mai avessero litigato una sola volta e questo non faceva che allietare la dolce Nitocris, che ormai confidava tutto all'amico/fratello, soprattutto la mancanza della madre scomparsa e dell'invidia fraterna e ogni volta lui era lì, pronta a consolarla nel migliore dei modi: facendola sorridere. Anche in quel momento Akhenator le sorrise e lei non poté che rispondere al gesto, sperando che Ramses arrivasse presto.

---- eccomi! Stavolta prendo di mira gli egizi (ringraziate "La Mummia" che mi ha accedo la lampadina! Ahajaha) volevo solo ricordarvi che, essendo appunto una idea di fantasia, è una cosa normale trovare delle inesattezze storiche o contestuali.. Ok, non rompo più! Buonanotte :* Stefania
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: PersephoneAm