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Autore: Hermione_Everdeen    12/01/2015    2 recensioni
Tratto dal racconto:
"E proprio in quel momento mi baciò. Mi baciò sprezzante verso tutto ciò che ci stava accadendo. Mi baciò, e in quel bacio rivissi tutti i momenti passati insieme, i bei ricordi ed i brutti ricordi. Quel bacio sapeva di Amore. Mi baciò mentre l'uomo ci puntava la sua pistola addosso."
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Una storia che mischia Amore, Amicizia, Drammaticità e Mistero, per far vivere emozioni con la E maiuscola.
Spero vi piaccia.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ci sono diversi modi di vivere un funerale. Puoi startene lì, appoggiato alla spalla di tua madre a piangere, oppure fissare il vuoto davanti a te cercando di trattenere le lacrime. Non mi è mai piaciuto assistere a uno di questi tragici eventi, ma quel giorno dovevo essere forte. E non lo facevo per me stessa perché, credetemi, di voglia di disperarmi ne avevo molta. Lo facevo per  Samuel.
Ma cominciamo dall’inizio. Io sono Lottie.
All’anagrafe Charlotte, vivo in una microscopica cittadina del Wyoming, il posto più sperduto di tutta la terra. Ho 16 anni e sono esattamente come te. Una ragazza come tante, che puoi scorgere nel volto di ogni persona. Sono la cosiddetta “invisibile” ossia la ragazza che si fa i cavoli suoi. No, questa volta non ci sarà nessun vampiro a salvarmi dalla monotonia della mia vita.
Quella che sto per scrivere sulle tue pagine, amico fedele, non è la mia storia, ma quella della mia migliore amica. Questo è il solo modo che ho per sfogarmi con “qualcuno”.
Tutto è cominciato circa otto mesi fa, quando  l’inverno cominciava ad imbiancare la mia città.  Come ogni mattina presi l’autobus e mi sedetti accanto al mio amico Luke.  Sam era come un fratello per me. Entrambi ci recavamo alla Northwell High School, il gioiello del Nord, la migliore scuola di lingue dello Stato. Quel giorno il mezzo era deserto e sui finestrini si era formato un sottile strato di ghiaccio, che mi divertii  a togliere. Scesi dal pullman ed entrai a scuola. Come al solito c’erano vari gruppetti riuniti in angoli separati del grande atrio che faceva da ingresso. Vidi le cheerleader, i geni della matematica, le ragazze del club di cucina e molti altri. Tutti diversi ma uguali. Mi sorpresi di come in quella riduzione in scala della società che altro non è che la scuola, tante persone che convivevano nelle stesse aule del medesimo edificio, come una grande famiglia, potessero essere così fredde e glaciali le une verso le altre.
Ma d’altronde, la divisione in classi sociali non era mai cessata di esistere, per quanto possa essere stata combattuta.
Mi avviai verso la mia classe , salutando Luke che si diresse verso la sua. Appena entrata nella minuscola aula mi sedetti al mio posto, vicino al mio altro migliore amico Sam. Lo salutai e solo allora mi accorsi dell’enorme scritta che campeggiava sulla lavagna: TEMA DEL COMPITO: L’ETA’ VITORIANA”. Perfetto, pensai. La giornata cominciava proprio bene. Dopo che la signorina Baskerville ebbe distribuito i compiti, che dopo ben due ore riconsegnai  quasi totalmente in bianco, uscii dalla scuola, respirando a pieni polmoni l’ aria fredda di fine Novembre. Mi sentivo come un carcerato nella sua ora d’aria.
Attesi qualche minuto e poi vidi Sam e Luke corrermi incontro.
-Solita ora al Devil’s, Lottie?- mi chiese spavaldo.  Il Devil’s era il buio e stretto pub in cui noi tre ci davamo appuntamento ogni  giorno alle 16.00.
Si trovava in un quartiere poco raccomandabile della città, dove la mia religiosissima famiglia non avrebbe mai voluto vedermi andare. Cera per questo che non avevo mai detto la verità ai miei genitori. Per loro, ogni giorno alle 4 ero in chiesa. Si, Diario, i miei genitori sono entrambi pastori nella Chiesa di St. Louise, qui in città.
Ma dov’ero rimasta? Ah si, al Devil’s.
Dopo aver dato appuntamento ai miei due amici mi recai insieme a Luke alla fermata del nostro autobus.
Come al solito era deserto  e io e lui ci sedemmo agli ultimi posti. Il viaggio fu breve e insolitamente silenzioso. Appoggiai la testa al finestrino e guardai la neve che cadeva lenta sulle strade. Dopo 10 minuti scesi e mi diressi verso casa.
-Senti, Lottie- attaccò Luke –E’ ovvio che, dopo che tua madre avrà visto il voto del compito di oggi, si infurierà. Quindi ti propongo quest’offerta : che ne dici di venire a studiare da me Sabato? Così ti insegnerò qualcosa. Non posso lasciare che la mia migliore amica sia così stupida. Ne andrebbe della mia reputazione-
Al che gli diedi una sonora gomitata. Lui si mise a ridere, mi baciò sulla guancia e se ne andò rapidamente. Io restai impietrita sotto il portone di casa mia, con le guance rosse. E stavolta non era per il freddo.
 
                                                  *************************
 
Dopo un silenzioso pasto con i miei genitori,  mi infagottai per bene e mi recai al piccolo pub che ormai conoscevo come le mie tasche.
Ormai non nevicava più, ma la neve fresca scricchiolava sotto i miei piedi.
Tutta la città sembrava coperta da una coltre di silenzio bianco, che rendeva tutti i suoni ovattati, come in un sogno.
Dopo circa 10 minuti arrivai al Devil’s, dove trovai Sam ad aspettarmi.
-Ciao Lottie- mi salutò allegramente –Dimmi cosa ne pensi- disse, porgendomi dei fogli che teneva in mano . Lessi le poche righe scritte sulla carta scricchiolante e riconobbi un abbozzo di racconto. –Stai scrivendo un libro?- esclamai, con tono sorpreso. In realtà la cosa non mi sorprendeva affatto. Conoscevo bene Sam, e sapevo che aveva una grande passione per la scrittura.
-Si-  ammise lui –un giallo, per l’esattezza- precisò. –E’ la storia di un ragazzo che…- non fece in tempo a finire la frase che fummo interrotti da Luke, che urlò –Presto! Venite a vedere!-. Mi prese per la manica  e mi trascinò fuori dal pub, a grande velocità.
Correvamo da qualche minuto quando finalmente Luke si fermò.
Mi guardai intorno. Ci trovavamo in un vicolo alquanto stretto, da dove non arrivava la luce del sole. Quello rea un quartiere della città che non avevo mai visitato e mi ripromisi di non farlo.
A quel punto Luke ci indicò un punto nell’ombra. Sentii Sam irrigidirsi vicino a me.
Io cercai con lo sguardo il punto indicatomi, ma non vidi nulla. Poi, quando i miei occhi si abituarono alla fitta oscurità, scorsi una mano nell’ angolo. E non c’era solo quella. Due braccia. Due gambe. Una testa. Un intero cadavere biancheggiante.
-Oh mio Dio!- esclamai. Sam mi fece segno di tacere ma ormai era troppo tardi
Sentimmo una voce provenire da dietro di noi. –Cosa ci fate voi qui?-
 
 
 
 
                                                 
Bene, Diario,” ti lascio con il fiato sospeso”. Domani continuerò la mia storia.
Scommetto che sei curioso di sapere cosa successe dopo. In effetti, accadde qualcosa che io non mi sarei mai aspettata.
Ciao, Diario.
 
  
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