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Autore: Moonshine Quinn    12/01/2015    1 recensioni
Tratto dal testo:
Credevo davvero di aver trovato la persona giusta.
Quella stessa sera abbiamo mangiato assieme al ristorante giapponese. Abbiamo parlato come ogni giorno, da amici, ma non appena siamo arrivati a casa… li… entrambi ci accorgemmo che le cose erano cambiate… per sempre...
Forse non sono mai stata un Guru in campo sentimentale, ma capii immediatamente che non avrei potuto amare nessuno… nessuna persona meritava il mio amore… nessuno fuorché lui: Kwon JiYong.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE!!!
Avviso che questa storia è molto aperta, nel senso che è la storia gira attorno ad una scena particolare, ma ciò che è successo prima o ciò che succederà dopo sarà solo la vostra immaginazione a dettarlo. Detto questo, ecco a voi la ff:




La proposta

 
 
 
Giornata finita, solito bar, ma sta volta ero sola. Lui non c’era. Beh, sapevo che aveva da fare, più del solito, per cui non lo aspettai. Però da sola mi annoiavo, e molto, e i discorsi degli altri erano estremamente noiosi. Avrei voluto ascoltare musica, ma l’iPod era scarico, morto, completamente kaput. L’unica cosa che mi rimaneva era guardare fuori dalla finestra, sperando di vedere qualcosa di interessante, oltre che la neve cadere pesante dal cielo e la gente correre. Magari ci fosse stato qualche bimbo che giocava, o un cane che si rotolava per terra… ma no, nulla. No, aspetta, ma che… Ad un tratto vidi una persona correre verso il bar e, nel mentre, si sbracciava. Sicuramente lo faceva per attirare l’attenzione di qualcuno. Mi guardai attorno, eppure non riuscii a capire a chi si stesse rivolgendo. Mi strinsi nelle spalle. Sinceramente non mi interessava, malgrado fosse la cosa più interessante da vedere. Voltai il capo e finii di sorseggiare il te alla menta, mentre tentavo di riscaldarmi da quella fredda giornata di dicembre.
Oggi al lavoro è stato un incubo, ci sono stati tantissimi problemi, ma quello principale consisteva nel guasto ai termosifoni. La maledizione! Per cui mi toccava riscaldarmi così, dopo una giornata passata all’insegna del gelo.
Tenni le mani bene incollate alla tazza di vetro, calda e piacevole, e sorseggiai un altro po’ di linfa riscaldante, per poi tornare a guardare fuori, e a momenti presi un infarto. JiYong era spiaccicato contro il vetro, e mi stava sorridendo, intimandomi con lo sguardo di andare fuori da lui. Inarcai un sopracciglio e guardai verso la bufera, per poi sbuffare appena e guardarlo, supplicandolo con lo sguardo di farmi rimanere dentro, ma lui non volle sentire ragioni, per cui, di malavoglia, mi alzai per andare a pagare il te, e uscii. Non appena aprii la porta del bar, una folata di vento gelido e neve fastidiosa mi colpì in pieno il viso. Trattenni appena un brivido e lo raggiunsi. Purtroppo nacque un piccolo problema: JiYong era sparito! Ma… mica dovevo arrivare qui per lui? Aspetta, quello era davvero un te alla menta? Intendo… era davvero menta? Adesso neanche più dei baristi ci si può fidare.
Mi guardai a destra e a sinistra ma, non trovando nessuno, non mi restò altro che andare a casa. Speravo, in cuor mio, di incontrarlo, e il fatto che non ci fosse mi spezzò un po’. Sospirai e mi avviai verso la metro, ma non feci in tempo a fare due passi che qualcuno mi coprì gli occhi con le mani guantate, e mi trascinò indietro. Un’ondata di panico mi travolse e mi dibattei, cercando di levarmi quella fastidiosa stoffa dagli occhi. La persona, lentamente levò le mani, per poi poggiarle sulle mie spalle, facendomi girare.
«Ji!» dissi, sorpresa e sorridente, per poi saltargli al collo «M-Ma… perché sei qui? Non dovevi lavorare fino a tardi, oggi?»
Lui mi guardò, sorridendo gentilmente e scosse il capo, per poi portarsi una mano dietro la testa e grattarsi il capo «Veramente no, ero andato a prendere una cosa… per te» ammise, sorridendo timidamente e abbassando appena lo sguardo. Io, dal canto mio, rimasi stupita, e confusa. Qualcosa… per me? 
«Ti prego dimmi che non hai speso soldi» gli dissi, supplichevole e anche con un tono di leggero rimprovero. Sapeva perfettamente che non volevo che spendesse soldi inutili, e che se lo faceva per me mi incazzavo, per cui sperai fosse una cosa fai-da-te.
«Fidati, per questa cosa ne è valsa la pena!» mi disse convinto, prendendomi le mani e guardandomi dritta negli occhi.
«Ah si? Tanto da spenderli inutilmente e buttarli al vento?» inarcai un sopracciglio e lo guardai con aria di sfida.
«Sì, assolutamente si!» assentì lui, più felice che mai.
Sospirai e mi strinsi nelle spalle, per poi abbassare lo sguardo ed annuire appena «In fondo i soldi sono tuoi, però…» cominciai, ma non finii la frase, che la sua mano corse a tapparmi la bocca. Lo guardai di sbieco, e poggiai le mani sui fianchi, in segno di rimprovero.
Lui abbassò la mano e mi guardò, annuendo fiero di avermi zittita, e cominciò a frugare nelle numerose tasche della sua giacca. Ci mise un bel po’ a trovare l’oggetto misterioso, siccome quelle tasche erano dei buchi neri, ma l’espressione vittoriosa stampata sul suo volto non ebbe eguali. Era proprio il dipinto della felicità!
Sorrisi alla sua tenerezza e inclinai appena il capo, proprio nel momento in cui lui si inginocchiò di fronte a me e mi chiese, poggiandosi una mano sul cuore, e parlando con un tono timido e fare goffo «Harley, lo so che non è da tanto che ti conosco, ma… sento di provare qualcosa di profondo per te, e non è semplice affetto amichevole… io… sono piuttosto impacciato in queste cose ma… piccola, vorresti essere la mia fidanzata?» e mi mostrò la scatolina aperta, con dentro un fantastico anello in oro bianco, con inciso sulla superficie una parola, corta… aguzzo un po’ lo sguardo e noto che c’è scritto “Yun”.
Yun (melodia)… quel nome… mi chiamava così solo in poche occasioni, solitamente lo faceva quando diceva cose affettuose, da oppa, ma questo andava ben oltre l’amicizia.
Lo guardai negli occhi, esitando un attimo e mordendomi il labbro inferiore. Ero talmente scioccata da non saper che fare, che dire… ma la risposta era una sola… lo sapevo perfettamente, era inutile negarlo a me stessa.
Feci per parlare, ma la mia esitazione gli fece chiudere la scatolina e abbassare lo sguardo «N-Non… Io… capirò se mi dirai di no… anzi, non dirlo, mi farebbe solo stare peggio» sospirò, trattenendo le lacrime, e fece per rimettersi l’anello in tasca, ma un attimo prima che la scatola tornasse nel buco nero, allungai la mano e la presi, aprendola ed estraendo l’anello. Lo rimirai, meravigliata e lo misi sull’anulare destro.
«È bellissimo…» sussurrai, mordendomi appena il labbro inferiore, per poi alzare lo sguardo e guardarlo negli occhi. Aveva un’espressione perplessa, ma una luce gli illuminò lo sguardo.
Feci un lungo respiro e dissi «Da un paio di mesi a questa parte mi sono accorta che per te provo qualcosa di più forte della sola amicizia, e non si ferma alla cotta… io… io ti capisco… e non posso che rispondere che…» deglutii. Dire queste cose per me è sempre stato difficile, e mi sentivo particolarmente in ansia, tanto che le mie mani cominciarono a tremare.
«Si, voglio essere la tua fidanzata»
A quelle parole, un sorriso grande e luminoso gli accese il viso di felicità e, d’impulso, mi abbracciò, stringendomi forte a se. Sorpresa e contenta, ricambiai l’abbraccio e poggiai il capo sul suo torace, ascoltando il suo cuore.
 
Credevo davvero di aver trovato la persona giusta.
Quella stessa sera abbiamo mangiato assieme al ristorante giapponese. Abbiamo parlato come ogni giorno, da amici, ma non appena siamo arrivati a casa… li… entrambi ci accorgemmo che le cose erano cambiate… per sempre...
Forse non sono mai stata un Guru in campo sentimentale, ma capii immediatamente che non avrei potuto amare nessuno… nessuna persona meritava il mio amore… nessuno fuorché lui: Kwon JiYong.

 

 
 
   
 
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