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Autore: Ulvinne    13/01/2015    1 recensioni
Un tempo i draghi dominavano il mondo.
Terribili signori e padroni di ciò che li circondava, riuscirono a ridurre tutti gli altri esseri viventi in schiavitù, governando con la loro ferocia e la loro voce.
Ma un giorno,finalmente, qualcuno si fece avanti per fermare questa tirannia: il Sangue di Drago, colui che da loro servitore divenne il loro carnefice e riportò la libertà nel mondo. Senza pietà affrontò i draghi e, uno per uno, li distrusse. La sua eredità camminò nei secoli attraverso il sangue dei Prescelti degli dei, finché le leggendarie creature si estinsero.
E con i draghi sparì anche lui, l'eroe, il Sangue di Drago.
Le sue imprese divennero racconti, i racconti divennero canti, i canti divennero leggende.
E la gente finì per considerare i Draghi ed il Sangue di Drago solo una storia.
Ma cosa succede quando la storia torna, più vendicativa che mai?
Cosa succede quando la più antica eredità di Skyrim ti viene offerta?
Semplice: puoi solo accettarla.
Note: attenzione, il titolo è lo stesso, ma la storia è cambiata. Mi sono resa conto che proprio non andava e l'ho modificata. Spero che così vi piaccia :)
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter XXXI
Lost cities
 
L'ingresso di Aftland era scivoloso. Le scalette ed i ponti di legno erano resi scivolosi dalla neve e lo strato di ghiaccio che si era formato su essi, e dovemmo impiegare tutta la nostra cautela per attraversarli e giungere all'entrata nascosta della rovina.
-Non mi piace.- dichiarò Baeron, accompagnando le sue parole con nuvole di condensa che si sollevarono verso l'alto.
-Lo so, trovare i cadaveri di quella carovana non è stato...
-Non è questo.- replicò il mio compagno di viaggio, scuotendo il capo e lasciando scivolare il leggero strato di nevischio posato sui capelli lunghi -E' questo posto...è come se ci stesse attendendo, Iris. Come attendeva quei cadaveri.
-Andiamo, noi non faremo la loro fine. Siamo avventurieri esperti.
-E chi ti dice che loro non lo fossero?- mi domandò, alché girai il capo per guardarlo e gli scoccai un'occhiata spazientita.
-Loro non erano un Dovahkiin licantropo. Ti basta come rassicurazione?- una ruga accigliata si formò sulla fronte del mago, che sospirò.
-Me la farò bastare.- replicò.
Detto questo, mi girai e continuai a camminare.
Sebbene mi rifiutassi di ammetterlo a voce alta, anche io condividevo i timori di Baeron: Aftland con il suo silenzio spezzato solo dal vento gelido sembrava attenderci, minacciosa e beffarda, lontana dal flusso del tempo quasi quanto Paarthurnax mi era parso divorato da esso a prima impressione. Non riuscivo a capire cosa mi facesse fremere tanto dall'agitazione, forse i miei sensi di Bestia, forse la mia natura di Sangue di Drago, fatto sta che avrei dato qualsiasi cosa per poter tornare indietro e lasciarmi alle spalle quel posto.
Ancora una volta mi ricordai che non potevo e che c'era troppo in gioco per tornare a fare la codarda, perciò proseguii con fin troppa baldanza, finché il ponte di legno lasciò spazio al ghiaccio scricchiolante che sanciva l'inizio della nostra discesa verso il Blackreach.
-Quanto a fondo hanno scavato, i Dwemer?- mi chiesi con fare pensieroso, guardandomi intorno, arco alla mano e freccia posata su di esso pronta ad essere tesa e poi scoccata, mentre i miei sensi cercavano di captare eventuali nemici in agguato, ma non parevano essercene.
Non ero più fiduciosa: dopotutto eravamo solo alla superficie.
 
-Aftland non è che l'entrata.- spiega Septimus, mentre lei fruga nel sacco che le ha dato -Non a tutti è concesso di entrare e proseguire, ma Septimus...Septimus conosce le chiavi per aprire la serratura e scendere in profondità.- spiega, tradendo l'ennesimo ghignetto di soddisfazione mista a demenza che le fa storcere le labbra.
-Allora illuminami, Mastro delle Chiavi, come faccio ad entrare?- gli chiede, mentre la sua mano tocca qualcosa, dentro il sacco.
-Con i due oggetti per te, uno Tondo.- ed ecco una sfera comparire nella sua mano -Ed uno affilato.- osserva la sfera fatta dello stesso metallo della porta sigillata intorno a cui lavora l'uomo, ed assottiglia gli occhi.
-La forma tonda accorda, ragazza. La musica Dwemer, sommessa e delicata, è necessaria per attivare i meccanismi più complessi.- si chiede come possa un oggetto del genere creare musica ed armonia, ma non fa domande, e passa al secondo oggetto, un cubo fatto dello stesso materiale della sfera e decorato con diverse incisioni di cui ancora una volta non comprende la natura -La Forma affilata, il Dizionario, incide. Una biblioteca di conoscenza...ma vuota.- e sospira, un sospiro così tremulo da farlo sembrare in procinto di piangere.
Ma non lo fa.
Pare scuotersi da quell'attimo di ridicola pena, e riprende a parlare.
-Una volta che la Sfera ti avrà aperto la via, arriverai al Black Reach, e lì troverai la Torre di Mzark, dove sta custodita la pergamena.
-Come la riconoscerò?
-Oh, ci riuscirai...- replica il vecchio, come fosse una cosa ovvia, e prima che lei possa protestare, aggiunge -Trovala: I congegni leggeranno il sapere dell'Antica Pergamena e lo trasferiranno nel Cubo. Una volta illuminato, rimuovilo: vuol dire che il sapere è stato racchiuso.
E lei capisce:
-Quindi è questa la tua parte del bottino. Vuoi sapere cosa c'è scritto.- replica con una smorfia -A cosa ti serve l'Antica Pergamena?- chiede, e getta un'occhiata a Baeron, rapidissima, prima di tornare su quel volto consumato dal tempo e la pazzia. Alla sua domanda, l'anziano Nord pare illuminarsi, tanto da annuire e congiungere le mani dalle dita scheletriche e arcuate come zampe di ragno.
-Ooooh, che arguzia! Ingegnoso chiedere a Septimus.- e si sposta verso la porta Dwemer, toccandola con la delicatezza che si impiega con un'amante adorata -Questo scrigno Dwemer. Incanto è meraviglia.- sospira -Al suo interno si cela un cuore...- e la guarda -il cuore di un Dio. Il tuo ed il mio...qualcuno lo occultò usando il metallo dei nani, ma io...io lo aprirò ed attingerò alla sua conoscenza. Nemmeno i più complessi meccanismi Dwemer potranno resistere alla Pergamena, e lo farò.- fa una pausa, e per un attimo la diffidenza di fa largo negli occhi scuri del vecchio, facendolo assomigliare ad uno smunto avvoltoio che vede un altro animale avvicinarsi alla carcassa scelta -Questo è il mio prezzo, ragazza. Non avrai ciò che ti serve in nessun altro modo.
 
Mi ero chiesta più volte se avessi fatto bene ad accettare il suo scambio. Nemmeno quel vecchio pazzo aveva idea di cosa ci fosse oltre quella porta. E se avesse rivelato qualcosa più pericoloso persino di Alduin? Avevo forse fatto l'ennesimo patto sbagliato?
Mi morsi il labbro ed iniziai a considerare l'eventualità di uccidere Septimus una volta compreso cosa ci fosse oltre quella dannata porta, anche se l'idea mi disgustava profondamente.
Non appena svoltammo l'angolo, il ghiaccio lascio rapidamente spazio alla pietra. Io e Baeron ci ritrovammo in una grande sala dove metallo e pietra si alternavano in una spoglia quanto impeccabile armonia.
-E' incredibile.- disse Baeron, poi si avvicinò ad un tavolo sempre di pietra: quella ed il metallo, ecco quali erano gli unici materiali presenti. Di legno non c'era traccia, nemmeno ammuffito o marcio. Semplicemente non era stato necessario impiegarlo -Questa è una vera e propria miniera di storia.
-Mh?
-Guarda qui.- mi fece notare, avvicinandosi al tavolo ed afferrando una coppa antica, rigirandola -utensili, posate...tutta questa roba può valere migliaia di Septim.
-Tieni a bada il tuo lato di tombarolo, Baeron, non sei qui per questo.- l'uomo ridacchiò e poggiò di nuovo l'oggetto sul tavolo di pietra, gettandomi un'occhiata divertita che, a dispetto della situazione, ebbe il potere di sigillarmi lo stomaco per un breve attimo.
-Ancora a parlare di senso dell'onore e di non rubare ai morti?- notando la mia faccia indispettita, sbuffò -La tua missione viene prima di tutto, Iris.- mi disse, rendendo il tono più serio, poi estrasse la spada dal fodero e tese la mano in avanti, pronto a rilasciare qualche incantesimo non appena fosse stato necessario -Fai strada, sei tu ad avere la mappa.
Annuii ed estrassi la vecchia pergamena che Septimus Signus mi aveva dato, insieme ai due manufatti Dwemer, la Sfera ed il Cubo. La esaminai brevemente e gli indicai il corridoio che già si inclinava verso il basso, scendendo.
-Qui non è difficile. La strada non presenta diramazioni fino a questa grande sala.- spiegai, indicando il disegno con l'indice, poi la piegai e la sistemai nella bisaccia -Forza, proseguiamo fino a lì, poi decideremo cosa fare.
Iniziammo a camminare con cautela, i miei sensi tesi e pronti a captare ogni forma di vita. Apparentemente la rovina del popolo dei Nani era vuota e fredda come la pietra con cui era stata costruita, eppure i miei sensi di Bestia erano tesi e sentivo una strana sensazione di freddo dietro il collo, come tutte le volte che il pericolo era imminente.
Eppure nessun rumore scuoteva l'atmosfera, a parte quello del gocciolare della neve lungo le pareti di pietra, un rumore continuo e lieve che, con l'agitazione che avevo in corpo, minacciava di farmi impazzire ad ogni passo. Non riuscivo a spiegarmi il motivo di tanta agitazione, del perché i miei occhi continuassero a spostarsi freneticamente e le narici continuassero a dilatarsi per cercare odori che andassero oltre quello della muffa, almeno finché non sentii un lieve zampettare provenire dalle mie spalle.
-Attento!- dissi a denti stretti a Baeron, voltandomi di scatto con l'arco teso e la freccia già incoccata, ma quando mi girai non c'era niente.
-Iris...che ti è preso?- mi chiese il mago, con la mano sinistra già avvolta dai bagliori rossastri degli incantesimi, i nervi a fior di pelle.
-Ho sentito qualcosa...uno zampettare.
-Sei sicura? Queste rovine sono vecchie, forse è solo qualche topo o magari è solo la tua impressione.- soffiai rabbiosamente per farlo tacere, mantenendo la mia postura di combattimento, sperando che il rumore si ripetesse per permettermi di individuare la posizione di...qualunque cosa avessi udito.
Ma non avvenne.
-Baeron, io ho sentito. Il mio udito non mi ha mai tradita.- insistei, ed il mago si avvicinò a me per posare la mano sul mio braccio, invitandomi con una lieve pressione ad abbassare l'arma.
-Non dico questo.- disse con tranquillità -Dico solo che quello che hai sentito probabilmente non era pericoloso...ma terremo gli occhi aperti, più di prima, se questo ti fa stare tranquilla.- sbuffai dalle narici come un animale infastidito,ma annuii ed infine mi feci convincere ad abbassare l'arco e riprendere il cammino.
Ma quella sensazione non sparì e poco dopo quel lieve zampettare mi fece di nuovo scattare.
-Baeron, c'è qualcosa, credimi.- insistetti, guardandomi intorno, ma di nuovo il mago fu preso in contropiede.
-Iris, mi stai spaventando.- ammise -Non c'è niente,qui, cosa...?- ma stavolta, il lieve zampettare si ripeté e all'improvviso lui tacque.
Stavolta l'aveva sentito anche lui, ne ero sicura.
-Allora?- mormorai, cercando di captare da dove provenisse il rumore dato che a causa del grande eco il suono era arrivato dispersivo pur nella sua scarsità di volume.
-L'ho...- deglutì- L'ho sentito.- mormorò lui, occhi che si muovevano ovunque, esattamente come i miei -Ma dove?
-Non lo so.- ammisi -Sto cercando di capire, ma non...
-ATTENTA!- l'avvertimento di Baeron sopraggiunge un attimo prima che un'ombra informe piombasse dall'alto.
-AH!- caddi a terra sotto il peso inaspettato di...qualsiasi cosa fosse, ma riuscii a tenere tra me e la cosa l'arco in orizzontale, in modo da tenerlo abbastanza lontano.
Nel caos di quegli attimi, riuscii ad intravedere delle zampe lunghe che ricordavano quelle dei ragni e per un attimo credevo fosse uno di quegli sgorbi giganti che avevo incontrato anche alla Tomba di Ysgramor, e schifata cercai di scacciarlo con una spinta dell'arco.
Ma fu con orrore che, al cozzare dell'arma contro il corpo della creatura, sentii il suono del metallo.
-Co...?- lo osservai bene e mi accorsi che non c'erano nemmeno gli occhietti acquosi e scuri dei ragni a ricambiarmi, ma una semplice pietra rotante che iniziò a girarsi schiarirsi sempre di più, fino a rilasciare delle leggere scintille.
-BAERON!- gridai, del tutto spiazzata, e l'attimo dopo vidi una scia di magia violacea colpire in pieno il costrutto e spingerlo lontano da me con un sibilo sinistro, quasi stridulo, così potei sollevarmi su un gomito.
-Che accidenti è?- mi chiese l'uomo.
-Non ne ho idea, ma ne arriva un altro!- esclamai, indicando a Baeron un punto alle sue spalle, dove un altro di quegli aggeggi metallici ci stava raggiungendo.
-Occupati dell'altro, al nuovo arrivato ci penso io.- disse il mago, tornando a caricare un altro incantesimo, mentre io mi alzai per fronteggiare l'essere di metallo che dalle tenebre avanzò, mostrandosi alla luce.
Sì, l'aspetto continuava a ricordarmi, inquietamente, quello di un ragno, ma il suo corpo non aveva niente a che vedere con la disgustosa pelle dei ragni: era dello stesso materiale che insieme alla pietra sorreggeva le rovine, e luccicava come fosse fatto di oro, a parte un cristallo al posto di quella che avrebbe dovuto essere la testa. Cristallo che, a quanto avevo rischiosamente compreso, racchiudeva una fonte di potere che poteva essermi fatale.
-Bastardi...- mormorai con un ringhio leggero, estraendo la spada dal fodero e mettendomi in guardia -Fatti avanti...- lo invitai, rimanendo in guardia, e quella cosa non si fece attendere.
Zampettando con un'inaspettata agilità si avvicinò a me e una volta vicino compì un piccolo balzo, aprendo le zampe per cercare di chiudersi intorno al mio volto, ma io riuscii a scartare di lato e quando atterrò sollevai la spada per colpire quella pietra che poco prima si era caricata di luce.
Peccato che con le sue zampette apparentemente esili, quella cosa riuscì a bloccare la lama.
-Oh, Shor...- mormorai, ed istintivamente calciai il ragno, allontanandolo.
Mi accorsi che quei piccoli mostri avevano una grande forza nelle zampe metalliche, ma al tempo stesso erano incredibilmente leggeri, facili da spingere via quanto difficili da colpire.
-Iris!- la voce di Baeron mi giunse allarmata, e quando girai il capo verso di lui notai che era circondato da altri cinque di quei dannati ragni, che lo bersagliavano con le loro scariche elettriche minacciando di far crollare la barriera di luce biancastra che circondava la figura del mago.
Dovevo fare qualcosa e mi guardai intorno: notai un piccolo rialzo rispetto alla parete, tre metri e non più, raggiungibile attraverso delle pietre ed ancora quelle costruzioni e tubi di metallo.
Mossi un passo verso di esso, ma l'attimo dopo sentii la fredda morsa del metallo contro la mia pelle, come delle corde.
-NGH!- capii che il ragno mi aveva assaltata, e che avrei dovuto fare qualcosa.
Cercai di liberarmi, ma avevo il braccio della spada del tutto bloccato lungo il fianco, così presi il pugnale con il braccio libero, il sinistro, e fui costretta a colpire alla cieca. Fallii il primo colpo e di rimando sentii uno stridio irritato che quasi ferì il mio udito sviluppato e mi fece ringhiare di rabbia.
-Mollami!- gridai con voce roca, già sporcata dalla ferocia della Bestia, e sollevai il braccio per colpire di nuovo. Stavolta sentii la lama affondare tra le giunture del ragno e subito la presa si allentò, permettendomi di liberarmi con uno strattone e girarmi: la creatura era inanimata a terra, anche se muoveva ancora le zampe, e la pietra che doveva sostituire la testa era a pezzi a causa del mio colpo.
Era morto, eppure...
-umh?- mi accorsi di alcune scintille che si andavano formando sempre di più attorno al corpo dell'animale metallico e la sensazione di pericolo andò crescendo rapidamente -No!- iniziai ad allontanarmi e di fatto poco dopo una piccola esplosione distrusse del tutto il corpo del ragno e liberò una pioggia di scariche elettriche. Una di esse mi raggiunse e sentii un fastidioso formicolio alla gamba che mi fece ringhiare di nuovo, più forte.
Il formicolio che sentii sulle zanne mi fece capire di essere sempre più vicina a perdere il controllo, vittima dell'adrenalina, ma il grido di dolore di Baeron fece trionfare la mia parte umana e capire che non potevo più esitare. Rapidamente, priva della spada e con l'arco in spalla, riuscii a raggiungere quella posizione sopraelevata, in modo da poterlo aiutare.
-Baeron, tieni sollevata la barriera!- lo avvertii -Esplodono quando muoiono!
-Oh, ottima notizia, davvero!- esclamò il mago, che con un colpo di spada allontanò brutalmente uno dei ragni, ma permise ad un altro di colpirlo e di incrinare la barriera lattiginosa che lo proteggeva -Fai qualcosa!
-Sto già facendo!- gridai per farmi udire oltre quel frastuono -Liberati della spada.
-COSA!?- l'uomo si voltò verso di me come se fossi impazzita, ma l'ennesimo assalto da parte dei ragni incrinò ulteriormente le sue difese e gemette per lo sforzo di mantenerle elevate -Sei impazzita!?
-FIDATI DI ME!- replicai, e presi una freccia dalla faretra, poi la incoccai.
Nel mentre, il mago fece come avevo detto, si liberò della spada ed approfittò della seconda mano libera per caricare il secondo incantesimo, che liberò con un grido di frustrazione quando l'altra difesa gli andò in frantumi.
-Resisti, proteggiti con entrambe le mani!- gli gridai, e quello ubbidì.
Una forte luce bianca riempì la stanza, ingigantendo, quasi, la figura del mago ed accentuando le ombre, rendendomi quasi parte di esse mentre i ragni continuavano a bersagliare il mio compagno.
Presi la mira e poi tesi la corda dell'arco. La tesi con tutta la forza possibile, trattenendomi dal perdere il controllo e probabilmente rompere l'arco a causa della licantropia, e le mie dita sfiorarono la guancia come tante volte da quando avevo imparato ad usare quell'arma, poi assottigliai lo sguardo, infastidita dal gioco di luci ed ombre che minavano la mira e la concentrazione.
-Ancora un po'...- mormorai -Ancora un po'...- uno dei ragni saltò, puntando alla barriera di Baeron, ma ancor prima che potesse toccarla la mia freccia lo trapassò da parte a parte, facendolo cadere a terra.
Poco dopo, la piccola esplosione coinvolse altri due di quei piccoli costrutti, e Baeron fu spinto all'indietro dall'onda d'urto che derivò dalle altre due, cadendo a terra e mantenendo la concentrazione a fatica.
-Resisti!- riuscii a colpire anche un altro ragno con la seconda freccia e l'esplosione scalfì una delle due difese di Baeron, rendendolo vulnerabile.
Preoccupata per l'ultimo ragno mi affrettai ad incoccare la terza freccia, ma con mia sorpresa, non lo trovai vicino al mago, né intento ad attaccarlo.
-Dov'è?- mi chiesi, ed allentai la tensione dell'arco per potermi guardare intorno -Tutto bene? Lo vedi?- domandai a Baeron, che dovette riprendere fiato prima di alzarsi, continuando a tenere l'unica difesa rimasta alta.
-Sono vivo e questo è quello che conta. E comunque non lo vedo. Non l'hai preso?
-E' sparito prima che prendessi la mira.- ribattei, continuando a guardarmi intorno, poi inspirai l'aria due volte, rapidamente -Dannazione alla loro mancanza di odore...- poi però lo sentii.
Sentii di nuovo quell'inquietante zampettare...
e veniva dai miei piedi.
-Co...AH!- urlai di sorpresa quando il ragno di assaltò con un fischio inquitante e persi l'arco per portare le mani al viso e proteggermi, ma non bastò.
Lo spazio disponibile era poco e caddi a terra. Tre metri di altezza non sono pochi, colti alla sprovvista e senza la resistenza fisica, e quando caddi il dolore mi lasciò stordita, strappandomi un urlo di dolore acuto alla fitta che mi colse a tutto il lato destro del corpo. La testa fu l'unica cosa che si salvò dal momento che avevo sollevato le braccia per proteggermi, ma smisi di lottare mentre il ragno mi stringeva ancora nella sua presa, soffocandomi ed iniziando a caricare l'energia per l'elettricità.
Iniziai a sudare ed agitarmi, incapace di studiare una strategia migliore o di coordinare i movimenti a causa della caduta. Sapevo solo che quella cosa, qualunque cosa fosse, era dotata di un'intelligenza ed un senso del dovere tale da farsi esplodere pur di abbattermi, ed io non avevo idea di come cavarmela e continuavo ad agitarmi come una bestia nella rete del cacciatore.
Ancora una volta, fu Baeron a salvarmi, come aveva fatto altre volte. Lo sentii correre verso di me e gridare di rabbia quando colpì, con tutta la forza che aveva, il ragno con un pezzo dello stesso metallo da cui era composto, stordendolo quanto bastava per fargli allentare la presa sul mio corpo, poi lo afferrò e lo scaraventò a terra.
Prima che potesse anche solo muoversi, il mago lo trafisse con la spada e subito si immobilizzò, continuando a liberare quelle scariche sempre più forti e facendo girare in maniera frenetica la gemma sopra la sua testa.
-Sta giù!- il mago si affrettò a stendersi sopra di me, coprendomi con il corpo, e tese la mano con la barriera verso il cadavere del costrutto, che con l'ennesima piccola esplosione inondò le rovine di una luce bianca e quasi dolorosa per gli occhi, prima di farle ripiombare nel silenzio e nel buio dato che anche la difesa magica del mago era finita in pezzi a causa dell'impatto ravvicinato.
Era finita.
-B-baeron...- mormorai, sollevando una mano per sfiorargli il braccio, e gemetti di dolore.
-Ssssh.- mi zittì lui, sollevandosi per osservarmi -aspetta.- la sua luce magica quasi mi ferì gli occhi -Fammi dare un'occhiata.
-Stai bene?- gli chiesi, poi cercai di alzarmi e gemetti.
-Sta' ferma.- mi intimò, poi ringhiò -Sei caduta da un'altezza considerevole e quel bastardo ti stringeva forte con quelle zampe.- sollevai appena il capo per guardarmi le braccia: i segni delle otto zampe, dove aveva stretto, erano profondi e rossi, alcuni addirittura erano graffi doloranti, e sentivo un dolore forte su braccio, gamba e fianco dove avevo trovato impatto con il pavimento.
-Il ginocchio...- mormorai -Fa male.
-Forse è rotto.- ammise Baeron, cupo.
-No, merda!- esclamai, e reggendomi a lui mi tirai a sedere, gemendo ancora.
Ogni minimo movimento mi causava dolore e fatica.
-Posso curarti, ma farà male.- mi avvertì il mago, passandomi una mano sulla schiena per reggermi, ma io annuii a labbra sigillate.
-Fallo. Devo continuare.- sbuffò -Cosa c'è?
-sapevo che lo avresti detto.- disse, sorridendo divertito ma anche preoccupato, poi allungò una mano contro il mio volto e scostò i capelli sudati dal viso che erano sfuggiti alla treccia nel combattimento -Stringi i denti...non possiamo rischiare di attirare qualche creatura, anche se con il disastro che abbiamo causato mi stupisco che non ci siano già addosso.
-Non...rischiamo...- mormorai, poi strinsi la presa sul suo braccio -Ma stammi vicino...- sussurrai, e vidi un lampo di sorpresa passare nei suoi occhi, sorpresa che non considerai nemmeno sul momento, il dolore mi stordiva troppo e mi rendeva più incline a mostrare quel momento di conforto di cui mi ritrovai ad aver bisogno.
-D'accordo.- disse, poi la sua mano mi avvicinò, in modo che potessi appoggiare il viso contro la sua spalla -Dimmi quando sei pronta.
-Vai...- sussurrai, e l'uomo caricò l'incantesimo.
Inizialmente sentii solo un formicolio, poi la cura iniziò ad attecchire di più e sentii chiaramente le ossa del ginocchio spostarsi.
Colta alla sprovvista, gridai con forza, ma mi affrettai ad affondare il viso contro la spalla del mio compagno, chiudendo gli occhi e respirando con affanno per cercare sollievo, sollievo che non venne. Anzi, il dolore mentre le ossa si spostavano brutalmente e la pelle si riformava continuava a crescere e presto iniziai ad ansimare con rabbia, come un animale.
-Basta!- esclamai, e cercai di sottrarmi alla cura, ma lui strinse la presa su di me perché non mi scostassi, costringendomi a continuare la cura.
-Stringi i denti, stringi i denti!- ripeté, ma io scossi il capo contro il suo braccio, singhiozzando come una bambina perché estranea a quel tipo di dolore che non potevo evitare, ma tollerare per stare bene e continuare la mia missione.
Mi accorsi che stavo sudando a dispetto del freddo che regnava nelle rovine, e per quanto l'incantesimo non fosse durato più di un paio di minuti, mi parvero ore e fu immenso il sollievo con cui accolsi la sua fine.
-Ehi...- sentii la voce di Baeron, ma non alzai lo sguardo, godendomi la fine della dolorosa cura -E' finita.- mi disse, ed annuii con la testa.
-Lo so...
-Hai altri lividi e ferite minori. Lascia che curi anche quelle, faranno meno male.- sbuffai con una risatina.
-Dopo questa credo di poter superare qualsiasi cosa, sai?- ribattei, e lo sentii ridacchiare a sua volta.
-Lo so.- rispose, facendomi sobbalzare appena dalla sorpresa quando mi baciò la testa.
Sollevai la testa e lo guardai, trovando un sorriso ad attendermi. E per quanto quegli occhi mi mettessero a disagio a causa della trasparenza con cui mi guardavano, fui profondamente contenta di averlo con me.
 
Ancora non riuscivo a credere a quanto le cure di Baeron fossero incredibili. Il ginocchio che dovevo aver rotto nell'impatto era del tutto guarito, ed i dolori sul resto del corpo erano spariti.
Per quanto la magia fosse per me qualcosa di impraticabile, al dire fuori delle Parole del Potere, non potevo più negare la sua utilità. Avrei dovuto rimandare di mesi la ricerca dell'Antica Pergamena quando non avevo nemmeno un giorno da perdere, e invece ero lì, in marcia verso l'interno delle rovine.
Scendemmo ancora più in profondità e fummo costretti ad accendere le torce che avevamo portato con noi, e rimanemmo d'accordo di montare la guardia a turno e consumare qualche provvista durante la sosta che decidemmo di fare in una delle stanze.
Sì, stanze. Scendendo nelle profondità della struttura, quel che si aprì davanti a noi fu una vera e propria città fantasma che non conosceva altri materiali se non pietra e quel famoso metallo bronzeo che non avevo mai visto in superficie. Corridoi, grandi sale macchine che non osammo toccare e anche case si susseguivano sempre più in basso, silenziose, eccezion fatta per quei dannati ragni che trovammo sparsi per tutta la città del popolo Dwemer, come Signus l'aveva chiamato.
-Dovevano essere una grande civiltà.- dissi, addentando un pezzo di carne secca mentre mi guardavo intorno, e Baeron annuì.
-Dovevano essere parecchio avanti, a giudicare da quelle macchine che ci hanno attaccato.
-Credi davvero che le abbiano costruite loro?- domandai, pulendomi senza troppi complimenti la bocca con il dorso della mano.
-E chi altri?- Baeron prese un sorso dalla sua borraccia di pelle di capra -Guardati intorno. Questo posto è in rovina, ma una volta doveva essere uno splendore. Basti pensare al fatto che alcune macchine emettono ancora vapore e sorreggono la struttura. E non ricordi cosa ha detto quel vecchio pazzo? Erano un popolo evoluto e colto. Non è così inverosimile.- annuii quasi distrattamente e per un po' rimasi nei miei pensieri, rimuginando su quel popolo perduto, e lo feci finché Baeron non estrasse una boccetta dalla bisaccia, un composto di un blu acceso che mi fece storcere il naso.
-Che roba è?
-Una semplice pozione che mi aiuta a recuperare le energie. Consumare magia è faticoso quanto combattere.
-Mh, ne dubito.- replicai, e lui mi gettò un'occhiataccia -Avanti, scherzavo. Ho smesso di prendere in giro i tuoi trucchetti.- gli dissi con un sorrisetto.
-Anche perché i miei trucchetti ti sono sempre piaciuti...- pausa -Tutti.- e con un sorrisetto che mi fece arrossire, mio malgrado, bevette la pozione.
-Se non avessi dannatamente bisogno di te tutto intero ti prenderei a calci.- replicai.
-Sono sfacciatamente fortunato, allora.- dichiarò, riponendo la boccetta vuota nella bisaccia, poi estrasse la spada e la posò sulle proprie gambe -Ce la fai a fare il primo turno di guardia? Sono a pezzi.- ammise, ed io annuii.
-Anche se volessi, non potrei dormire comunque e dopo il tuo intervento sto meglio. Dormi pure, se qualcosa cercherà di entrare in questa stanza, me ne accorgerò. Ho imparato a distinguere lo zampettare di quei ragni dagli altri...rumori delle rovine.- e così feci.
Il primo turno di guardia lo passai in silenzio e con le orecchie tese, ma nemmeno una di quelle Bestie cercò di prenderci di sorpresa e potei immergermi nelle mie riflessioni. La mappa che Septimus Signus ci aveva dato era imprecisa e soprattutto incompleta, avevamo trovato molti più bivi e deviazioni di quelle segnate, e spesso le strade da prendere erano chiuse da crolli e frane che ci avevano spinto a deviare.
Il terrore di perdersi aumentava passo dopo passo, soprattutto perché l'odore della superficie si era fatto sempre più lontano fino a scomparire. Avremmo potuto rischiare di rimanere bloccati lì sotto per sempre pur di trovare quella Pergamena, e tutto per le informazioni sbocconcellate qui e lì da un vecchio solo e pazzo.
Cosa dovevo fare? Dovevo tornare indietro e cercare un modo alternativo di sconfiggere Alduin? Oppure rischiare il tutto per tutto e continuare la mia esplorazione. Più mi immergevo nelle profondità della terra alla ricerca di Blackreach, più il mondo che mi ero lasciata dietro appariva lontano e sbiadito, come se stessi svegliando da un bel sogno per affrontare la realtà scura, una realtà fatta di segreti pericolose e città perdute, scolpite nella pietra.
Non smisi di rimuginare finché Baeron non si svegliò e toccò a me riposare. E, sebbene non mi aspettassi un sonno ristoratore, chiusi gli occhi.
Inaspettatamente, sprofondai pesantemente nelle tenebre.
 
Le rovine e le mura di pietra sembrano ancora più grandi e buie, ora.
Non aveva notato quanto fossero alte e quanto lei potesse essere piccola, a confronto.
Cammina, ed è sola. E non si chiede perché, non si domanda dove possa essere il suo compagno. Come se fosse stata sempre sola.
E non è forse così?
Non ha paura del buio, ma non sa dove andare.
Cosa fare?
Un fruscio, e sobbalza.
Vede un'ombra passarle accanto, velocissimo, e subito i suoi sensi di Bestia si attivano.
Parte all'inseguimento. Non la vede mai, non sa nemmeno cosa sia, eppure sente che è lì.
È vicina, sempre più vicina, e la vuole.
Vuole raggiungerla e la cosa vuole essere raggiunta.
Lo sente...può sentirlo...
 
Meyza Daan Zey...
 
Mi tirai su di scatto e mi girai verso Baeron.
-Cosa hai detto?- mormorai, stropicciandomi un occhio con fare assonnato.
Mi stupii nel constatare che non ero nel lungo corridoio buio, ma nella stanza in cui ci eravamo accampati.
-Come?- il mago mi guardò con aria accigliata -Non ho detto niente.
-Eppure ti ho sentito parlare.
-Non ho detto una parola, Iris, posso giurartelo.- dichiarò con semplicità -Forse stavi sognando.
-Gli unici sogni che mi sono concessi sono quelli di Hircine.- ribattei, tirandomi su a sedere e massaggiandomi il collo con la mano -E lì non ho tempo di parlare.
-Cosa sogni?
-La caccia, Baeron.- spiegai, frugando nella bisaccia ed estraendone la borraccia -Sogno di rincorrere delle bestie: cervi, alci, altri predatori...qualsiasi cosa possa darmi l'ebbrezza. Corro, corro senza mai raggiungere la mia preda, ed ho un sonno così agitato da non avere mai riposo.- sospirai profondamente, dando per la prima volta voce al tormento che la maledizione di Hircine mi aveva imposto -E a volte...
 
Zu'u saraan...saraan fah lingrah tiid...
 
Sobbalzai di nuovo e mi guardai intorno.
-Hai sentito?
-Di nuovo?- tornai a guardare il mio compagno, e mi accorsi che ancora una volta non aveva sentito niente.
-Qualcuno ci sta chiamando.
-Chiamando?
 
Hi los borii...
 
Mi alzai in piedi di scatto e mi umettai le labbra.
-Andiamo.- Baeron si alzò in piedi frettolosamente.
-Cosa? Ma sei impazzita? Dove?
-Vuol dire che non senti questa voce?
-Quale voce?- lo guardai storto.
-Sento qualcosa nella mia testa, Baeron...una voce che mi parla.- chiusi un attimo gli occhi.
Quella voce parlava in draconico. Il rituale dei Barbagrigia ora mi permetteva di conoscere qualche parola di quella lingua, e concentrandomi riuscii a capire il senso di quei sussurri, anche se non capivo Chi o Cosa mi stesse chiamando.
 
Hi los het fah zey
 
E, lentamente, un'immagine iniziò a formarsi nella mia testa.
 
Sale le scale rapidamente, con il fiatone.
Una lunga scala che va salendo sempre di più, fino ad una piattaforma.
Sale ancora e ancora, bruciando gli scalini.
È vittima di una frenesia insana ma al tempo stesso appagante, come di chi raggiunge un obiettivo a lungo seguito.
 
Meyz daan zey...
 
Meyz daan zey...
 
E finalmente, la vede.
È un grande rotolo bianco, sigillato e affatto consumato dal tempo. Anzi, pare quasi brillare, tanto da spingerla a schermarsi gli occhi con una mano ed assottigliare lo sguardo. Si avvicina, ma quando allunga una mano per toccarla, non le riesce.
Una barriera si forma e la spinge all'indietro in un'esplosione di luce.
 
Siiv zey!
 
Riaprii gli occhi di scatto.
-Iris?- guardai Baeron e mi morsi il labbro inferiore con i denti.
-La Pergamena...- mormorai.
-Sì, lo so, dobbiamo trovare la Pergamena, ma...
-No, non hai capito!- lo zittii con impazienza, poi si umettai le labbra e guardai il corridoio inghiottito nelle tenebre -Lei mi sta parlando. Vuole che la trovi.
 
Immersi nel buio e solo con le nostre torce e la magia di Baeron a rischiarare l'atmosfera, continuammo a scendere in profondità. Non sapevo da quanto tempo stessimo scendendo nelle rovine. L'impossibilità di vedere l'alternanza tra giorno e notte mi aveva fatto perdere la cognizione del tempo, ma ci riposammo ancora una volta prima di trovare altre forme di vita, se così si potevamo chiamare. E di nuovo, il mio sogno mi mandò a caccia dell'Antica Pergamena, guidata dalla sua voce.
Non capivo perché stesse accadendo e sopratutto come fosse possibile una cosa del genere. Come poteva la voce di un antico manufatto riempirmi la testa e guidarmi? Ancora una volta il mio essere Dovahkiin mi rendeva spettatrice ed al tempo stesso protagonista dell'ennesima stranezza, e capii che farmi domande sarebbe stata solo una perdita di tempo. Avrei potuto chiedere a Signus una volta finita questa storia.
-Sai, con te credo di averle viste tutte.- ammise Baeron, mentre avanzavamo nelle tenebre guidati dalla sua luce magica.
-Lo dico spesso anche io.- ribattei, poi inspirai un paio di volte l'aria dalle narici -Sciogli l'incantesimo.- dissi, portando una mano alla faretra per prendere una freccia, e lui mi guardò.
-Cosa c'è stavolta?
-Sento qualcosa.
-Di nuovo quei ragni?
-No...stavolta sento un odore.- storsi le labbra e deglutii -Ed è un odore decisamente schifoso.
-Del tipo?
-Di sporco e...di vecchio.
-Ci sta seguendo uno dei Barbagrigia?
-Baeron!- lo rimproverai, e se non fossi stata così tesa sicuramente mi sarei stupita della mia stessa reazione, poi scossi la testa -E' come se...non so. È un odore che non ho mai sentito prima, non riesco ad identificarlo.- espirai -E finché non capisco con cosa diamine avremo a che fare, massima cautela.
Continuando a camminare, ci avvicinammo ad uno spazio privo delle mattonelle. Terra scura e brulla prese il posto della pietra e l'odore si fece sempre più vicino, mescolandosi insieme a quello di ingredienti alchemici, che riconobbi solo perché identico o quasi a quello dei prodotti usati da Hannet. Tenevo la mano sull'arco ed avanzavo più silenziosamente che mai, e quando sentii alcuni grugniti mi fermai.
-Dei...fermo qui.- dissi a Baeron, che come me si era appoggiato alla parete -mi sporgo per controllare.
-E se...qualsiasi cosa dovesse esserci ti vedesse?
-Lo uccideremo, come abbiamo fatto con tutte le cose che ci hanno visto qui sotto.- replicai, con tono più sicuro di quanto fossi in realtà, poi deglutii e presi un bel respiro -Fammi gli auguri.- e mi sporsi.
Mi trovai davanti ad un vero e proprio accampamento. Le tende erano montate alla meno peggio, ma soprattutto sembrano sostenute da pali di un materiale chiaro che non seppi distinguere e...un altro materiale nero. Assottigliai lo sguardo.
-Che roba è?- mi chiesi, ma soprattutto mi chiesi cosa abitasse in quel posto visto che non c'erano tracce umane.
Mi chinai a terra ed osservai delle impronte lasciate sulla terra: ricordavano molto la forma umanoide, ma erano più grandi e poggiavano soprattutto sulla pianta, sollevando appena il tallone, ed avevano dei lunghi artigli. Camminavano scalzi, senza dubbio, e con un'andatura traballante. Presi in considerazione l'idea che fosse una comunità di mannari, ma non sentivo alcun odore di animale, né avvertivo la presenza dei miei simili e quindi la scartai poco dopo.
All'improvviso, un rumore. Una specie di grugnito ed una pesante cadenza di passi che mi fece indietreggiare fino a trovare ombra dietro una delle tende, o capanne, o qualsiasi cosa fossero.
E lo vidi.
La prima cosa che saltò agli occhi fu la pelle della creatura, chiara come la neve, ma sporca a causa della poca igiene e dello stato brado, praticamente, in cui doveva vivere, poi furono le orecchie a punta ed infine gli occhi rossi. L'essere era magro, scheletrico, quasi, e vestiva di stracci. Insieme al pallore della carnagione, il tutto gli donava un'aria malaticcia e sgradevole. La bocca si chiuse ed inspirò l'aria, scoprendo una dentatura composta da denti storti e gialli.
Rimasi immobile, trattenendo persino il respiro: non avevo mai visto una cosa del genere, e sul momento mi venne istintivo scambiarlo per un elfo viste le sue orecchie a punta, ma ancora una volta mi vidi costretta a scartare la mia ipotesi: nessun elfo era così brutto e degradato, nemmeno le tribù più selvagge avrebbero permesso al loro lato selvaggio di ridurli in quel modo.
Mi guardai intorno e mi concentrai, cercando di affinare l'udito: minimo dovevano esserci una decina di quei così, e non avevo idea di come affrontarli, non sapevo nemmeno cosa fossero. Così optai per sorpassarli, semplicemente, e sperare che non ci seguissero.
Ma per prima cosa dovevo tornare da Baeron, e mi girai...trovando la creatura a pochi metri da me, intenta a guardarmi.
-Merda!- sobbalzai e mi appiccicai alla capanna, e solo allora lo notai sobbalzare ed avvicinarsi, emettendo di nuovo quei grugniti bassi e diffidenti -Co...?- lo osservai bene, notando come continuasse ad annusare l'aria e muoversi con circospezione muovendo la sua spada composta da un materiale che non riuscii ad identificare ma senza attaccarmi.
Lui mi stava cercando perché non mi vedeva, era cieco.
-Merda...- ma sembrava avere un olfatto ed un udito finissimi, in quanto, quando mi mossi, si fece più guardingo ed aggressivo. Sarebbe sicuramente avanzato verso di me se i versi gutturali di un altro di quegli esseri non lo avessero richiamato, spingendolo ad allontanarsi.
Sospirai di sollievo e, più furtivamente che potei, tornai da Baeron, notando nell'avanzare una scalinata di pietra che permetteva di allontanarsi dal villaggio, verso le gallerie.
-Allora?- mi chiese.
-Ci sono esseri viventi.- sussurrai -Ma non sono sicura possano intendere e volere.
-Che vuoi dire? Sembrano elfi, ma si comportano alla stregua di animali affamati e rabbiosi. Ergo, meglio evitare ogni contatto.
-E come pensi di fare?- mi chiese il mago, perplesso.
-C'è una scalinata che possiamo prendere e passare oltre. Anche perché è l'unica via per avanzare e non intendo andare a chiedere a loro.
-Sono armati?
-Sì, e non intendo saggiare la potenza delle loro armi.- mi umettai le labbra, poi lo guardai -Fai qualcosa per camminare più piano?
-Che?
-Avrai parecchi pregi, ma sei goffo e rumoroso, soprattutto quando cerchi di non fare rumore.- lo rimproverai, incapace di trattenere un sorriso, e lui fece schioccare la lingua contro il palato in segno di disapprovazione.
-Dopo di te, bimba. Non mi sentirai nemmeno respirare.- e caricò una luce nella mano sinistra, una luce violetta che percorse i contorni del corpo del mago fino a fermarsi ai piedi del mago e poi sparire.
E lì, iniziammo la nostra fuga.
Mi sporsi e mi guardai intorno, poi feci cenno a Baeron e iniziammo ad avanzare verso la scalinata di pietra. Arrivammo alla base e poi ci guardammo intorno. In lontananza, vidi quegli esseri continuare a fare la guardia all'accampamento, incuranti di noi.
-Andiamo.- cominciammo a salire, mantenendo la guardia altra e gettando occhiate sospettose ed ansiose alle creature che non cercarono mai di seguirci, così procedemmo più spediti. Dopo qualche minuto, potemmo tirare un sospiro di sollievo.
-Dei...è andata.
-Sei sicura che non ci stiano seguendo?
-Qui il mio olfatto ed il mio udito servono poco e niente. Rimbomba tutto e questo posto è impregnato dell'odore di quei cosi. Sembra di essere circondati.- storsi le labbra -Ora non c'è tempo da perdere, dobbiamo proseguire.
-Mh...- Baeron avanzò appena, quanto bastava per permettere alla sua luce magica di illuminare il corridoio di pietra fino ad un bivio -Dove, ora?- mi morsi il labbro inferiore con forza.
-Io...non lo so.- presi un bel respiro -La pergamena non mi ha più parlato. Non so niente. L'ultima cosa che ho visto era questo corridoio, ma ora...- ringhiai sommessamente -Proviamo ad avanzare un altro po'. Forse...- sentii l'aria fischiare -Baeron, giù!- senza pensarci mi gettai contro Baeron. La mia forza fisica, benché da licantropo, non era certo sufficiente a buttarlo giù, ma il grosso mago si lasciò atterrare, complice anche l'effetto sorpresa, e la freccia si conficcò nella parete proprio sopra di noi, dove un attimo prima c'era la testa di Baeron.
-Per Talos, che succede!?- un sommesso ringhiare anticipò la comparsa di due di quei dannati esseri dalle nostre spalle -Ci hanno seguiti!- ci alzammo in piedi mentre il nemico si avvicinava.
-Pessima cosa.- replicai, poi mi esibii in un sorrisetto -Per loro, intendo.
-Quando fai la cattivona di infima categoria mi fai quasi paura.- replicò Baeron, caricando un dardo di ghiaccio nella mano sinistra, mentre io presi l'arco ed una freccia puntando ad uno dei due elfi, se così potevo chiamarli, armato anche lui di arco.
-E non sto ancora dando il meglio.- gli assicurai con lieve ironia, e proprio in quel momento Baeron rilasciò l'incantesimo che tuttavia venne intercettato da uno dei due elfi con una barriera -A quanto pare hai un rivale.
-Non basta una difesa da due septim per considerarsi miei rivali, dolcezza.
-Montato!- scoccai la freccia, ma la creatura fu rapida a scansarsi, e rapidamente incoccò, costringendomi a fare altrettanto, mentre Baeron veniva a sua volta costretto ad alzare le difese magiche per evitare di cadere sotto le tecniche dell'avversario.
-Questi così ci sanno fare.- lo sentii ammettere a denti stretti -Lanciano incantesimi molto rapid...- digrignò i denti mentre la sfera di fuoco dell'elfo selvatico si infrangeva contro la propria barriera, mentre io mi preparai ad incoccare la seconda freccia, ma...
GRRRAWLR!
Il secondo avversario, quello che fino a poco prima era armato di arco, era avanzato rapidamente fino a me, approfittando del fatto che il compagno stesse tenendo impegnato Baeron. Mi accorsi che tutto ciò che non aveva in grazia o tecnica lo recuperava con un'incredibile agilità e scioltezza. Era in grado di spostarsi e saltare, sfruttando le piccole sporgenze della pietra o delle semplici casse ammuffite, con incredibile rapidità che in pochi attimi l'avevano condotto a me, armato di spada.
-AH!- mettere avanti a me l'arco venne spontaneo e la lama grezza della bestia spezzò in due l'arma con un rumore sordo -Merda!- istintivamente lo colpii alla faccia con l'arco, ma a parte un livido e tanta rabbia non ottenni molto e fui costretta a liberarmi dell'oggetto per cercare di prendere la spada.
-Attenta!- un attimo dopo, un dolore improvviso alla guancia mi stordì e mi fece cadere all'indietro.
Sentii il viso pulsare dove gli artigli dell'elfo bianco mi avevano graffiata e presto il sangue mi bagnò le labbra e mi inebriò i sensi, dandomi la forza di sollevarmi e ruggire contro la creatura, che non aspettandosi una reazione del genere indietreggiò scoprendo i denti, in una paura del tutto animalesca ed istintiva, non sufficiente a farla scappare, ma solo indietreggiare.
-Ti uccido...- sussurrai, ed estrassi la spada dal fodero per fronteggiarlo.
Notai che l'elfo si era fatto più guardingo, non aspettandosi una reazione così ferina da parte mia, ma non mi interessava.
Presi la spada e mi gettai contro di lui, che intercettò la lama con la propria, poi sgusciò via di lato, sulla destra, e cercò di colpirmi a fianco. Fu il mio turno indietreggiare e sollevai la lama per intercettare quella seghettata dell'altro, poi feci valere la mia superiore forza fisica. Spinsi la sua lama di lato, in modo che toccasse la terra e dopo avergli scoperto il fianco lo colpii con un calcio.
La creatura gracchiò di dolore e cercai di trapassargli il cuore, ma ancora una volta la sua agilità lo salvò e lo colpii al fianco, facendolo gridare di rabbia e dolore.
-Dannat...- con un urlo selvaggio di rabbia, l'elfo bianco lasciò cadere l'arma e si gettò contro di me con la rapidità e la ferocia di una tigre dai denti a sciabola, facendomi cadere a terra.
La creatura cercò di artigliarmi la faccia, ma io lo tenni lontano da me afferrandolo per le braccia, evitando il più possibile che le sue unghie lunghe e ricurve potessero raggiungermi la pelle.
-Iris!
-Occupati dell'altro!- urlai a Baeron, e poco dopo sentii una nuova scia di fuoco passare poco lontano da noi -Per Shor! Almeno evita che ci dia fuoco!
-Ci sto provando, ma il bastardo è svelto!- replicò il mio compagno, mentre io cercavo ancora di evitare le artigliate del mio avversario, che continuava a ringhiare ed urlare per rabbia mista al dolore della ferita.
-E allora sii più svelto di...AH!- di nuovo, un dolore lancinante mi fece chiudere gli occhi e quando li riaprii gli occhi bruciavano di rabbia, gialli come quelli della Bestia.
L'elfo bianco aveva abbandonato i tentativi di sfregiarmi la faccia ed aveva preferito graffiarmi le braccia con le sue unghie lunghe e sporche per spingermi ad allentare la presa, ma non sapeva che così facendo aveva solo peggiorato la sua situazione. Di nuovo, gli ringhiai contro e con tutta la forza che la Bestia poteva donarmi feci forza sulle braccia ferite per allontanarlo e spingerlo via con le gambe contro il suo sterno. La creatura cadde poco lontana da me e, nonostante il dolore acuto provato alle braccia, mi alzai a mia volta per recuperare la spada e correre verso di lui.
Quando l'elfo cercò di alzarsi non si accorse del mio assalto finché non fu troppo tardi. Con tutta la mia forza affondai la lama nel suo stomaco, sfogando parte della mia rabbia in un grido che aveva un ché di bestiale. Sentivo ancora gli occhi bruciare e le zanne pungere appena le labbra mentre la Bestia si beava del sangue sgorgato dalla ferita, tentata e vogliosa di nutrirsi...
GRAAAAAARWL!
Girai il capo di scatto quando vidi il secondo elfo a circa un metro di me: furioso ed urlante, egli scattò verso di me con l'intenzione di vendicare il compagno morto per mano mia, ma quando le sue mani artigliate stavano per ghermirmi, una seconda palla di fuoco lo prese in pieno e cadde brutalmente di lato, avvolto dalle fiamme.
-Finiscilo!- mi ordinò Baeron, un braccio del tutto ustionato sostenuto dall'altro, e senza farmelo ripetere strinsi la spada e raggiunsi la creatura urlante ed ustionata. La lama calò sul collo di netto e le sue grida si spensero, lasciando dietro di loro solo l'odore del sangue e della carne bruciata.
Forse fu proprio quell'odore a farmi tornare del tutto in me, paradossalmente. Sebbene la mia parte animalesca fosse attirata dalle prede, l'odore della carne cotta mi ricordava ancora quella coppia che avevo trovato con Vilkas, la madre che aveva inutilmente tentato di proteggere la sua prole...ed a quel semplice accenno a lui, all'uomo che avevo giurato di lasciarmi alle spalle, la Bestia si placò del tutto, sconfitta dalla mia parte umana.
-Iris...- sentii la voce di Baeron che mi chiamava, ma ci misi più del solito a reagire, come in uno stato di semi incoscienza.
-Stai bene?- gli chiesi, e mi avvicinai a lui.
Le nostre ferite erano più gravi: tutto il braccio sinistro del mago era coperto da una grave ustione che lo rendeva incapace persino di muoverlo senza stringere i denti, e lo stesso valeva per le mie braccia indolenzite ed appiccicose della sostanza rossa che mi aveva fatto girare la testa e permesso di reagire con violenza. Inoltre, eravamo stanchi, non avevamo riposato affatto a causa della mia impazienza nel seguire le voci della Pergamena, quanto avremmo potuto resistere?
-Sopravvivrò.- mi disse con un sorrisetto, poi controllò le mie braccia -Ma tu...?
-Sto bene.- guardai i cadaveri dei due elfi dalla pelle bianca e poi la strada da dove eravamo venuti -Dobbiamo allontanarci...non possiamo rischiare che ne arrivino altri.
-L-lo so.- l'uomo grugnì di dolore e si alzò in piedi, aiutato il più possibile da me -Dobbiamo solo avanzare, ma...da che parte?- e mi guardò.
Deglutii:
-Non ne ho idea...- ammisi -Non...scelgo io di contattarla. È lei che chiama me.- sospirai stancamente -E...ho paura di fare un solo passo.- guardai il corridoio di pietra diviso in due, incapace di decidere.
Il mio istinto sembrava lontano e spento, come se la mancanza della superficie l'avesse soffocato come quei corridoi stavano minacciando di fare con me e la mia sicurezza. Avevo paura di fare tutto, più ci inoltravamo in quel mondo sotterraneo, più i pericoli si facevano difficili e terrificanti. Cos'altro ci aspettava, sotto quelle rovine?
-Inventati qualcosa...dobbiamo trovare un riparo altrimenti non potrò curarci.- disse il mio compagno, e mi accorsi che era pallido.
Osservandolo meglio, sentii provenire da lui un odore di sangue fresco e pungente.
-Sei ferito!- esclamai, e mi sentii terribilmente in colpa per quella mia mancanza di preoccupazione nei suoi confronti, ma quello scosse la testa.
-Concentrati...- replicò a denti stretti -Io starò bene.- deglutii ancora, cercando di calmarmi, e poi chiusi gli occhi.
Appoggiai la mano sulla pietra, ignorando il tremore a causa delle ferite, e cercai di svuotare la mente, concentrandomi solo sull'Antica Pergamena, cercando di chiamarla, di attirare semplicemente la sua attenzione, qualcosa!
Tutto, purché mi mandasse un segno.
 
Faal Hilro ven
 
Strinsi gli occhi chiusi, cercando di capire le parole che mi erano appena state rivolte.
-Che significa?- mi chiesi, e rimasi in attesa con la speranza che quella voce di ripresentasse, che mi desse più informazioni, ma ovviamente niente di niente. A parte quelle tre parole la Pergamena rimase silente e non mi si rivolse più.
-Faal Hilro Ven...- mormorai a mia volta, poi aprii gli occhi ed osservai stancamente le mie braccia ferite -La Via del Cuore...
Ora il sangue non era niente di più che un liquido fastidioso ed appiccicoso che scivolava dai graffi fino alla punta delle dita...
-Mh?- osservai con attenzione il percorso di una di quelle gocce rosse, che lentamente arrivò alla punta delle dita e cadde a terra.
-Via del Cuore...- strinsi le dita a pugno e lasciai che il sangue vi si accumulasse, concentrandomi ancora su quelle linee rosse come se potessero parlarmi -Via del Cuore...- continuavo a ripeterlo, come se ogni volta che pronunciavo quelle parole una parte del mistero potesse sparire come la nebbia al sorgere di un'alba.
Finché l'intuizione venne davvero come un fulmine a ciel sereno, cogliendomi di sorpresa.
-A sinistra.- dichiarai infatti, avvicinando la mano al mio volto ed osservando il rosso che la decorava come una macabra e frettolosa pittura da guerra.
-Sei sicura?- no, affatto, non lo ero per niente, ma guardando la Mano del Cuore, la Sinistra, capii che non avevo altra pista oltre a quella disperata traccia che non venne confermata o confutata in alcun modo.
Dovevamo muoverci.
Non risposi a Baeron e mi avvicinai alla...cosa, che mi aveva assaltato. Sulla sua schiena c'era ancora, miracolosamente intatto, un arco fatto di uno strano materiale. Inclinai appena il capo e senza troppe remore lo depredai, afferrandolo e testando la robustezza della corda con un gemito.
-È l'unica pista che abbiamo.- dissi, mettendomelo a tracolla, poi mi avvinai a Baeron e gli poggiai una mano sulla schiena -Andiamo, dobbiamo trovare un riparo e riposo. Non possiamo andare avanti in queste condizioni.- mi guardò ancora con quello sguardo che mi metteva a disagio, con la sua capacità di leggermi dentro, e scappai rapidamente a quell'occhiata.
-Fai strada.- mi disse, ed io annuii senza guardarlo più negli occhi.
Non volevo che Baeron trovasse, mio malgrado, il fantasma di Vilkas a ricambiarlo.
 
Trovammo un'altra di quelle stanze scolpite nella pietra, e lì dovemmo fare sosta. Baeron aveva consumato gran parte della sua magika nello scontro inaspettato con quelle creature, ed io ero stanca e frustrata di non aver potuto divorare i corpi di quei cosi.
Inoltre, mi sentivo in colpa.
Sì, esattamente. Perché nel momento in cui avevo visto il mio compagno ferito ero stata capace, ancora una volta, di donare la mia mente allo stesso uomo che aveva deciso di lasciarmi andare. Ero frustrata all'idea che ancora avesse un potere su di me talmente grande da placare la Bestia con il suo solo ricordo.
Scossi la testa: no, non lo accettavo.
-Davvero non vuoi che dia un'occhiata alle tue ferite?- la voce di Baeron mi riportò alla realtà, ma non sollevai gli occhi su di lui, insistendo a guardare il fuoco che eravamo riusciti a creare.
-Si stanno già rimarginando.- dissi, ed era vero.
I profondi graffi avevano già smesso di sanguinare, e la Bestia stava già provvedendo a richiudere, piano, quelle ferite.
Ovviamente ci sarebbe voluto un bel po' per farli chiudere del tutto, ma non volevo che Baeron si stancasse ulteriormente per me.
-E comunque devi riprendere le energie. I tuoi incantesimi consumano parecchio.
-Non mi sembri un'esperta di magia.
-Ma sono perfettamente in grado di riconoscere la fatica.- replicai, poi mi umettai le labbra e mi stiracchiai pigramente, soffocando una smorfia di dolore quando la pelle non rimarginata dei graffi si tese -Faccio il primo turno, riposati.
-Iris...
-Mh?
-Guardami.- non mi aspettavo una richiesta così semplice ed al tempo stesso così complessa da accontentare, ma deglutii e lo feci incapace di celare la fatica -Cosa ti passa in mente?
-Niente.- lo rassicurai, scuotendo il capo -Davvero, non ho niente.
-Mh...fai come vuoi. Ma rimango sempre stupito con quale cocciutaggine ti ostini a mentirmi dopo tutti questi mesi. Credi che non ti conosca?
-C'è gente che non è stata in grado di conoscermi anche dopo anni, a quanto pare.- ribattei con una pungente amarezza, poi strinsi le labbra quando mi accorsi di aver parlato troppo.
-Tipo?- spalancai gli occhi e sbuffai quasi divertita dalla sua sfacciataggine.
-L'hai davvero chiesto?
-E mi sono anche trattenuto, era una vita che volevo chiedertelo.- rimasi zitta e gli scoccai un'occhiataccia, poi mi appoggiai alla parete e non dissi una parola, intenzionata a chiudere quel discorso ancor prima che iniziasse, ma a quanto pare Baeron non era intenzionato a lasciar perdere -Era importante?
-Non ne voglio parlare...- dissi allora, cercando di dare al mio tono un'aria dura perché recepisse il messaggio, ma lui si limitò ad ignorarlo e continuò ad insistere.
-Doveva esserlo, se eviti l'argomento come si evita un malato durante un'epidemia.
-Baeron...- lo avvertii, il tono ancor più basso e cupo.
Volevo disperatamente che la smettesse di parlare, perché più affrontavo quell'argomento, più capivo di non essere affatto pronta a parlarne con qualcuno, soprattutto con lui.
-Perché non vuoi parlarne?
-Perché tu vuoi parlarne a tutti i costi, invece?- mi stavo alterando sempre di più.
-Perché voglio capire cosa ti fa allontanare così tanto da me, nonostante tutto.
-Non sono affari che ti riguardano! Basta parlarne!
-Era per caso l'uomo incontrato ad Iv...
-ZITTO!- con un ringhio che non aveva niente di umano, mi gettai contro di lui e lo buttai a terra, facendo forza contro le sue spalle.
Forse per la ferita, forse per sua volontà, non incontrai resistenza e quando riaprii gli occhi ero sopra di lui, braccandolo come un animale bracca la preda.
-NON. PARLARMI. DI. LUI!- e con un ultimo ruggito che rimbombò per le sale di pietra, lo guardai.
Sentivo una forte corrente di rabbia scorrere nel mio corpo come un veleno, la sentivo bruciare sotto la pelle come fuoco. Volevo sfogare la mia rabbia su Baeron, su quell'indiscreto incosciente che non capiva quando era il caso di tacere. Il mio respiro affannoso era rauco come quello di un animale e sentivo chiaramente gli occhi bruciare, specchi dorati della Bestia infuriata che squadrava il mago. Il suo viso era teso, sicuramente impaurito da quell'improvvisa manifestazione di rabbia e forza ferine, ma in quegli occhi trovai anche la pena...e la consapevolezza.
-Ti ha ferito fino a tal punto?- mi chiese infatti.
E quelle parole furono come stilettate.
Sì, l'ha fatto.
Questa consapevolezza fece in modo che la furia si tramutasse in frustrazione, e la frustrazione in dolore: sì, Vilkas mi aveva ferita, mi aveva ferita dove nessuna cura o pozione avrebbe potuto porre rimedio, ed ero stata io stessa a consegnargli l'arma per farlo.
Il mio cuore ancora presentava tagli freschi a dispetto del mio tentativo di rimarginarli. Mi ero sforzata di non pensare a lui e gli eventi mi avevano aiutata, ma ogni tanto il suo ricordo, il suo fantasma tornava e mi trovava sempre impreparata, come in quel momento.
Guardai Baeron senza in realtà vederlo mentre ripercorrevo tutti i momenti che avevano segnato la nostra storia burrascosa: i nostri battibecchi, la scoperta della Licantropia, il bacio, la mia prima volta e infine quella dannata notte in cui avevo preso la decisione di andarmene e rinunciare a lui.
Faceva ancora male. Dannatamente male.
Sentii gli occhi bruciare, stavolta per le lacrime imminenti, e la vista si fece sfocata.
Capendo che stavo per piangere mi allontanai di scatto da Baeron, ma lui si tirò su altrettanto rapidamente e mi afferrò, stringendomi contro di lui.
-Lasciami!
-No.
-Lasciami, ho detto!- cercai di lottare contro la sua presa e contro i singhiozzi, ma persi entrambe le battaglie. Mi ritrovai a piangere contro il petto di Baeron come una ragazzina, sfogando quel che a parole non ero in grado di dire, liberandomi momentaneamente di un peso che gravava sul mio cuore da troppo tempo ed a cui non riuscivo a rinunciare.
-Mi dispiace...- lo sentii sussurrare, ed io scossi la testa.
-Non voglio parlarne...non voglio parlare di lui, mai più!- dissi, continuando a singhiozzare, ed il mio tono rasentava la supplica -Non farmi questo...non farmi pensare a lui, non ora...- mormorai.
E quello sfogo mi lasciò più provata dei due precedenti combattimenti affrontati. Ero una guerriera fatta e finita, oramai, avevo affrontato uomini, bestie, non morti, persino draghi ed anche mostri privi di nome, ma la battaglia contro il mio cuore mi lasciava sempre stremata e sconfitta. Non avrei mai accettato l'idea di essere pentita delle mie scelte, di essere stata ingannata da un Destino che alla fine mi aveva raggiunta e ghermita, lasciandomi tuttavia sola.
-Va bene.- allentò la presa ed iniziai ad allontanarmi, ma rapidamente Baeron mi afferrò il viso con entrambe le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi -Ma ricorda una cosa: non c'è Lui qui con te...Io -e marcò quella parola- sono qui con te.- e prima che potessi rispondere si prese un bacio prepotente e possessivo che mi colse di sorpresa, e non reagii, ancora confusa e provata dal momento passato poco prima.
Fu un bacio rapido quanto irruento, e quando si separò mi diede le spalle.
-Perdonami.- non capii, ma non gli dissi niente e l'uomo prese il mio silenzio come un invito a continuare -Per questo. Per le domande e per il bacio...- l'ampia schiena si incurvò e respirò profondamente -Ogni volta che credo di averti finalmente vicina, sei capace di sfuggirmi come sabbia tra le dita. E questo mi fa andare fuori di testa.- iniziò a frugare nella bisaccia e ne estrasse un'altra di quelle pozioni blu, poi diede una rapida occhiata all'interno della bisaccia -Speriamo che la Pergamena sia vicina.
-Mh?
-Non ho molte scorte...un mago senza magika è inutile.
-Tu non sei inutile...- dissi banalmente, guadagnandomi un'occhiata sfuggente, ma non sapevo cos'altro dire. Ero consapevole della profondità delle sue parole, eppure non volevo toccare l'argomento.
Non ero pronta ad illudere Baeron e cercare di legarmi ulteriormente a lui, per quanto oramai mi fosse quasi indispensabile. Bastava questo a farmi paura ed arrabbiare al tempo stesso, perché ancora soffrivo per le mie ferite e lo sfogo l'aveva dimostrato.
-Stenditi, io faccio la guardia.- dissi, ma lui scosse la testa.
-Devo curarmi l'ustione, non riesco nemmeno a sollevare questo braccio. Faccio io il primo turno.- annuii.
Non avevo voglia di protestare, e mi stesi di spalle a lui per evitare di guardarlo. Chiusi gli occhi ed ovviamente non mi addormentai: ancora una volta, sognai di cacciare.
Stavolta ero nelle rovine e la gola scarna di quell'elfo bianco cedeva sotto le mie zanne...
Ma non feci in tempo a godermi il gusto del sangue, che già fu ora di aprire gli occhi.
 
La strada che avevamo imboccato ci condusse ad una porta. Era fatta con quel metallo dal colore bronzeo che ci aveva tenuto compagnia per tutta la rovina, lo stesso di quella dannata porta che aveva portato Signus alla pazzia. Il fatto che ci fosse un'unica strada mi causava un misto di sollievo ed al tempo stesso inquietudine, ma oramai ci eravamo spinti troppo a fondo per tornare indietro.
-Pronta?
-Vuoi la verità o la bugia da eroe?- ribattei a Baeron con una punta di ironia, poi inspirai e senza dire altro mi avvicinai alla porta. Notai che era socchiusa, ma a parte l'odore di quegli elfi bianchi non c'erano altre tracce di passaggio. Probabilmente quelle creature dovevano aver forzato la porta in qualche modo per attraversare il corridoio, e l'avevano fatto recentemente. Sbuffai.
-È probabile che troveremo altri di quei cosi.- dissi, cupa, e presi l'arco che avevo rubato proprio ad una di quelle creature -Come va il tuo braccio?- gli chiesi poi, senza guardarlo.
-Come nuovo, la Scuola del Recupero permette questo ed altro.
-Mh.- annuii con un cenno del capo e cautamente aprii la porta.
Oltre la porta c'erano due piccole scalinate che conducevano ad una piattaforma sopraelevata rispetto al terreno ai cui lati c'erano due nicchie: una del tutto vuota e l'altra “abitata” dalla statua di un enorme colosso dorato, alto circa tre metri, dalle fattezze umanoidi, vestito con tanto di elmo ed armatura. Il corpo presentava giunture umane, ma sembravano collegate con strani tubi ed ingranaggi che lo rendevano inquietante. Infine, cosa che mi lasciò perplessa, al centro della piattaforma, proprio tra le due piccole rampe di scale, c'era una grande balestra con tanto di dardo già incoccato. A giudicare dalla ruggine e dalla polvere sopra di essa, non era stata usata per Ere intere, come tutto ciò che avevamo trovato lì.
Non appena misi piede in quella stanza, mi accorsi che qualcosa non andava: iniziai a guardare a destra e sinistra e mi lasciai andare ad un ringhio sommesso.
-Che succede?- mi chiese Baeron.
-C'è qualcosa che non va...sento odore di sangue.- mormorai.
-Come è possibile?- avanzammo il più silenziosamente possibile, e non appena Baeron varcò la soglia, la porta si richiuse con uno scatto rumoroso che rimbombò nelle rovine e ci fece sobbalzare entrambi.
-Che accidenti hai combinato?!
-Non ho fatto niente.- si difese il mago, con tono incredibilmente pacato a dispetto della tensione che potevo notare nel suo sguardo e nei muscoli contratti -Mi gioco tutti i miei septim che è bloccata. - si avvicinò alla porta, ma non si aprì -Appunto.- espirai dalle narici.
-Sta fermo.- dissi, ed avanzai il più silenziosamente possibile verso le scale. Misi cautamente il piede sul primo gradino, ma non accadde nulla, così avanzai, avanzai fino all'ultimo scalino per trovarmi davanti ad uno spettacolo raccapricciante.
Cinque di quegli elfi dalla pelle bianca erano morti: due di loro carbonizzati, mentre due del tutto massacrati giacevano in posizioni innaturali, come fossero stati schiacciati da qualcosa. Infine, uno di loro aveva il cranio spaccato. A giudicare dalla posizione, doveva essere stato scaraventato contro la parete con grande forza.
Ma da chi?
-Baeron...- chiamai il mio compagno, che si avvicinò rapidamente e storse le labbra in una smorfia di disgusto.
-Come diamine è successo?- si chiese, guardandosi intorno -Qualche trappola?
-Non ne ho idea.- dissi, poi notai che oltre quella grande piattaforma c'era uno strano marchingegno -Vieni, voglio dare un'occhiata da vicino a...- mi interruppi quando, attraversando quello spiazzo rotondo, sentii un brutto rumore di ingranaggi che si muovono, così forte da far tremare le pareti.
-IRIS, A DESTRA!
-Cos...?- sentendo l'avvertimento di Baeron mi girai istintivamente verso la direzione da lui indicata, dove una gigantesca ombra mi aveva del tutto ricoperta: il gigantesco colosso dei Dwemer aveva appena preso vita e con un paio di passi mi aveva raggiunta.
Incredula, per un attimo sentii le mie gambe tremare e quasi credetti di svenire quando l'essere che credevo inanimato sollevò il grosso braccio e lo fece ricadere su di me, pronto a schiacciarmi.
 
Draconico:
meyz daan zey → vieni da me
Zu'u saraan...saraan fah lingrah tiid → sto aspettando...sto aspettando da tanto tempo.
Hi los borii ... → Sei vicina
Siiv zey! → trovami!
Faal Hilro ven → la via del cuore
 
 
Note dell'autrice
Salve!
Che dire?
Dopo quasi un anno, sono tornata a scrivere questa storia. L'ispirazione mi aveva abbandonata, ma ora è ritornata ed intendo continuare :) purtroppo gli aggiornamenti saranno lenti causa università e dover comunque fare i capitoli dato che non ne ho pronti, ma aggiornerò. Spero che la storia vi interessi ancora e che, soprattutto, possa continuare a piacere a coloro che l'avevano iniziata! Non mi resta che augurarvi buona lettura e, spero, al prossimo capitolo! Come solito risponderò ad eventuali recensioni al momento dell'aggiornamento, a mo' di avviso^^ Ah, i piccoli "elfi bianchi" sono ovviamente i falmer, ma dato che Iris non ne ha mai sentito parlare ho preferito usare i sinonimi, perché lo trovavo più realistico, anche se un po' "rude" e impreciso. Che dite, ci sta? Oppure è pesante? Fatemi sapere!
PS: GigaGRAZIE ad Afep che continua a sopportare i miei deliri e consigliarmi! <3
Baci!
Lady Phoenix
  
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