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Autore: Caillean    05/02/2005    1 recensioni
Esperimento sulle Quattro Terre della Saga di Shannara. Gli eventi si svolgono nell'arco di tempo tra le ultime due trilogie: "Il viaggio della Jerle Shannara" e "Il Druido Supremo".
Genere: Avventura, Azione, Drammatico, Fantasy, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 8

   Eccomi con il sesto chap, che posto con una Valle di abbracci e ringraziamenti a voi che leggete e recensite: Shian Tieus, fattifurba, Derfel Cadarn, Alexis Potter, lalla, Bloody Mary e Joanne.

    Buona lettura…vi aspetta una piccola sorpresa.

 

 

Capitolo  6

 

 

Richiesta d’aiuto

 

 

Ahren sapeva benissimo che così facendo avrebbe complicato ancora di più la vita di Khyber, eppure…nei primi cinque giorni che trascorse ad Arborlorn, dopo la morte del fratello, sentì il bisogno forte di sapere che almeno la stava rendendo felice per un po’.

 La madre di Khyber – che lui non conosceva abbastanza bene per poterla “identificare” – sapeva benissimo dei loro pomeriggi insieme, ore nelle quali non accadeva in realtà nulla di lontanamente sconveniente, ed Ahren aveva ragione di credere che non ne avesse fatto parola con il figlio maggiore Kellen, destinato a diventare Re degli elfi.

Dopo la morte di suo fratello, Ahren non aveva mai preso sul serio – nemmeno per un secondo – l’eventualità di succedergli sul trono. Semplicemente era un futuro che non lo riguardava, e questo lo aveva sempre saputo, anche prima di imbarcarsi sulla Jerle Shannara. Per quanto riguardava ciò che potevano pensare tutti gli elfi dell’ovest, la situazione si era delineata con la morte del sovrano. Nessuno lo dichiarava apertamente, ma Ahren era di fatto un potenziale traditore della sua stessa famiglia, per il semplice fatto di essersi schierato al fianco di Grianne, e questo era tutto: una sentenza netta e immodificabile.

Nelle loro cavalcate Khyber avrebbe voluto spingersi all’est, ma Ahren glielo negò categoricamente. Il desiderio di avventure della nipote lo metteva a dura prova per una ragione semplice da ammettere: lo faceva sentire vivo. Ahren sentiva che l’entusiasmo di cui Khyber era travolta in quei momenti faceva un bene immenso anche a lui…ma come adulto aveva il dovere soprattutto di proteggerla, a costo di smorzarla diventando per lei l’ennesimo barboso.

Barboso, pensò tra sé sorridendo una mattina all’alba, durante una delle passeggiate solitarie che aveva preso l’abitudine di fare. Ebbe davanti a sé l’immagine di Tagwen, e si chiese se Khyber ne avesse in mente una simile ogni volta che dava a qualcuno del ‘barboso’.

Sfortunatamente, il giorno prima la loro passeggiata era stata interrotta in modo piuttosto brusco da uno dei falconieri di palazzo, che li avevano inseguiti e fermati dopo appena una mezz’ora di galoppo.

Inebriata dal vento, Khyber aveva continuato a correre su Aine – la sua puledrina – per poi accorgersi che lui, lo zio, non la stava seguendo. Il fratello maggiore non era stato affatto contento di non aver trovato Khyber nella sua stanza, quel giorno…e vedere che era stata in compagnia di Ahren lo fece letteralmente infuriare.

Il principe comprese di non poter tirare la corda.

Per questo tentò in ogni modo di fare capire alla nipote che per un po’ avrebbero dovuto andarci molto cauti. Comprese subito che convincerla si sarebbe rivelato tragicamente difficile. Il cipiglio della piccola gli parve indurirsi ancora di più di quando fosse in presenza dei familiari.

“ Non possono impedirmi di stare con te! ”

Sì, decisamente Khyber si stava dimostrando un osso duro.

“ Io vorrei non dover arrivare al punto di vedercelo impedire, Khyber. ”

Sto bene solo con te, zio, solo tu mi prendi sul serio. O mi sono sbagliata…Anche per te sono solo una bambina?

No, questo non avrebbe mai potuto dirlo…ma non poteva nemmeno darle troppa corda, non voleva mettere Khyber contro la sua famiglia. Di rinnegati uno bastava…ed era anche troppo. “ Ascolta, Khyber. Lascia che passi un po’ di tempo. Fra qualche mese tornerò, e poi…quando sarai grande potrai essere tu a venire da me. ”

“ A Paranor? ”

Gli occhi della nipote si sgranarono di meraviglia.

“ Non so se il mio destino è quello di rimanere a Paranor, Khyber. Forse userò altrove quello che sto imparando alla Fortezza…Voglio metterlo a servizio della gente. ”

Khyber si incupì, distogliendo lo sguardo. “ Ma non qui ad Arborlorn, vero? ”

Cadde il silenzio, mentre Ahren cercava le parole per non deluderla e ferirla al tempo stesso. La foresta che divideva Arborlorn dai piccoli villaggi limitrofi risuonò del fischio del vento tra le cime e dei richiami degli uccelli.

Poi Khyber tornò a guardarlo, l’entusiasmo che di nuovo dissipava il suo malumore. “ Aspettami a Paranor. Verrò a farmi esaminare dall’Ard-Rhys appena avrà l’età giusta, dovessi scappa…”

Khyber, ascolta. Non sparirò dalla tua vita. Quando sarò tornato a Paranor aspetta che Kellen sbollisca…prima di cercarmi, lo dico per te. No, guardami…è una promessa: io mi farò risentire, ti manderò dei messaggi che solo tu potrai capire, e mi verrai a trovare. ”

Il fatto che Khyber si fosse arresa non lo rassicurò quanto avrebbe voluto.

Mentre affrontava il suo secondo giorno del viaggio di ritorno a Paranor, attraverso la Valle di Rhenn, Ahren cercò di convincersi che la nipote se ne sarebbe stata davvero buona ad Arborlorn, ma arrivò a dirsi di essere poco più di un illuso.   

Viaggiare da solo non aveva perso attrattiva per lui così - nonostante ci fossero pericoli che anche i soldati dell’esercito elfo preferivano evitare – non ultimi i caulliAhren aveva rifiutato la piccola scorta che Kellen gli aveva offerto. Si concesse piccole pause, ansioso di trovarsi al più presto tra le mura di Paranor, di rivedere Tagwen e Kermadec…di rivedere Grianne.

Pianificò di sfruttare al meglio quei giorni di viaggio, potendosi esercitare senza alcuna fonte di disturbo almeno nei tratti più tranquilli, o durante le pause per lasciar riposare il cavallo. Fu proprio in uno di quei momenti, quando la concentrazione amplificava alle sue orecchie anche il suono più lontano, che Ahren udì il pianto, senza alcun dubbio un pianto umano.

Si avvicinò immediatamente al muso del cavallo. “ Ti devo chiedere un altro sforzo, bello…Puoi, te la senti? ”

La bestia si lasciò montare docilmente e partì nella direzione scelta da Ahren. Il pianto si fece sempre più vicino, tanto che giunse a superare persino gli sbuffi dell’animale e l’impatto dei suoi zoccoli sul terreno.

Ciò che Ahren vide fermò più battiti del suo cuore.

Senza pensarci troppo su, il principe degli elfi attinse al potere della natura che lo circondava – così come Grianne gli aveva insegnato a fare – e indirizzò verso la mole che gli dava le spalle tutta quell’energia. Scaturì dal palmo della sua mano con un getto di luce bianca, andando a colpire la schiena, facendolo sussultare e allontanare dalla figura piangente.

Ahren ebbe appena il tempo di riconoscere Iridia, la sorella di Oseen Eleri, prima che l’energumeno che aveva distratto si lanciasse verso di lui, brandendo un’ascia in una mano e uno spadone nell’altra.

Ahren richiamò in fretta un’altra gittata di magia degli elementi, ma nell’indietreggiare per schivare l’ascia si ritrovò ansante, la schiena contro un tronco. Stremato dallo sforzo magico che aveva richiesto al proprio corpo, non poté fare nulla per contrastare il successivo attacco.

 

* * *

 

Il Perno dell’Ade si stendeva immobile sotto una coltre di grigie nuvole.

Le gocce picchiettarono una dopo l’altra la superficie del lago, bagnando un terreno arido e ostile persino per la pioggia.

L’Ard-Rhys fissava con inquietudine le acque immobili, ripetendo mentalmente le parole necessarie ad evocare gli spiriti dei precedenti Druidi. Quella voce che le parlava da sempre – fin da quando aveva sperimentato la magia della canzone, ancora prima di essere rapita e ingannata dal Morgawr – suggerì che quello era l’ultimo momento utile per andarsene, per lasciare le rive del lago.

Ma l’aiuto di Walker era l’ultima sua possibilità. Si sentiva fragile, troppo fragile per andare avanti, per sopravvivere ai complotti intessuti intorno a lei, alle malignità che lentamente stavano appestando la Fortezza…facendo crollare il suo sogno.

Forse Walker non era stato il genere di persona capace di ispirare confidenze e comprensione, ma certamente avrebbe saputo darle i consigli giusti.

Grianne Ohmsford osservò il cielo plumbeo ancora per qualche istante, poi alzò le braccia tese verso le nuvole.

Le sue parole vennero sovrastate da una successione di lampi. Tornò il silenzio.

L’Ard-Rhys attese ad occhi chiusi, imponendosi una respirazione lenta e ritmica, incamerando nei polmoni la maggior quantità possibile di aria. E il vortice di acqua si disegnò nella superficie delle acque, un risucchio concentrico che subito dopo esplose e si innalzò verso il cielo.

Adesso non poteva davvero più tirarsi indietro.

Lentamente, le figure eteree degli antichi druidi cominciavano a penetrare quella barriera d’acqua, e uscendo da essa la fissavano quasi con disprezzo.

“ Chi ha pronunciato le parole di evocazione? Chi ha voluto chiamarci? ”

Grianne Ohmsford, ” rispose la donna, fissando lo spirito avvolto nel mantello nero, privo di un volto, e le cui braccia e mani non erano nulla di più che fili di luce argentea, “ Druido dell’attuale Paranor. ”

“ Pronuncia il mio nome, se sono io colui che hai voluto chiamare. ”

Grianne esitò. Era veramente lui, era Walker? Non poteva permettersi nessun errore, non a quel punto.

Ritorna quando sarai più sicura di…”

“ Sei il Druido chiamato Walker Boh. ”

“ Non basta, nella tua mente e nel tuo passato quel druido ha ancora un ruolo più preciso. Non puoi evocarlo con successo, se lo neghi a te stessa. ”

Grianne strinse le mani a pugno così forte da conficcare le unghie nei palmi. “ Sei colui che era il mio nemico. ”

Silenzio.

Un lampo.

Di nuovo silenzio.

La nera figura non se ne andò. “ Cosa ti spinge fino a qui, Grianne? ”  

“ Ho bisogno di aiuto. ”

“ Cerchi l’aiuto di uno spettro, relegato nelle profondità di questo lago, quando persone viventi non hanno mai smesso di offrirtelo. Le cose sono cambiate, dal nostro primo incontro qui? ”

Paranor è rinata…”

“ Lo so…eppure pensi di aver fallito. ”

“ E’ la verità. ”

“ La forza per rimediare è dentro di te; puoi trovarla in diversi modi. Prova la strada dell’aiuto, sostieni gli altri per scoprire la tua vera forza. Qui stai solo perdendo il tuo tempo. ”

Grianne cominciò a pensare che lo spirito di Walzer avesse imparato fin troppo bene a comportarsi come tutte le altre anime defunte dei druidi. Si stava prendendo gioco di lei e delle sue ansie.

      Cosa significa? ”

      “ Ti preme di più conservare la stima di chi ti invidia e vuole distruggerti per questo,  o quella di chi crede in te per come sei? Rispondi a questa domanda, e saprai come agire. ”

      “ Non mi sono mai preoccupata dell’opinione di chi…”

      “ Il tempo è poco, Grianne. Non sprecarlo in parole. ” 

 

      Continua…

 

 

 

     

   
 
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