Anime & Manga > Ranma
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Autore: ciccina_chan    13/01/2015    3 recensioni
AKANE: l'avevo giurato a me stessa, basta relazioni. Eppure con lui era stato impossibile fermarsi: come puoi opporti a un uragano d'estate?
RANMA: non conoscevo una ragazza decente. Lo giuro, non so perché, ho avevano problemi psicologici o idee strane. Ero una calamita per stranezze. Ma poi era arrivata lei, e mi aveva affascinato, conquistato, distrutto. Mi aveva ucciso, totalmente. La cosa più meravigliosa e disastrata della mia vita.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~RANMA
"La verità può confondere. Può essere necessaria una lotta corpo a corpo per comprenderla.
Può essere controintuitiva.
 Può contraddire pregiudizi radicati nel profondo.
 Può non accordarsi a ciò che vorremmo disperatamente fosse vero.
Ma le nostre preferenze non determinano ciò che è vero"
- Carl Sagan
La prima sera fu stuzzicante. Totalmente ed estremamente stuzzicante, se questo termine può essere utilizzato.
Non mi ero ancora preparato psicologicamente a condividere la mia casa, la mia vita privata, con altre persone, soprattutto con due ragazze, una delle quali girava per casa in pantaloncini cortissimi e magliette attillate

Appena arrivate si fiondarono nelle loro stanze, mettendosi a sistemare le valigie. La stanza di Akane era dal lato opposto del corridoio, esattamente dall'altro lato e due stanze prima della mia.
Quando scese dalle scale aveva una felpa enorme e un paio di jeans. Non aveva intenzione di provarci. Messaggio ricevuto.<.
< Ranma, accompagna le nostre nuove coinquiline a fare un giro > disse mio padre. Quell'uomo era stressante, non gli era venuto in mente che avessi qualcosa da fare?
< Papà non rompere >
< Non osare rispondere così a tuo padre! Ora ti muovi e >
< Non si preoccupi, sappiamo cavarcela da sole > Akane era intervenuta voltandosi verso Nabiki che, vestita con un paio di jeans attillati e una maglietta scollata (ovviamente), aveva annuito inforcando gli occhiali da sole.
Erano così diverse, lo capii subito. Ma in seguito avrei notato la loro somiglianza: erano forti, determinate, estremamente sexy.

Comunque, non so cosa accadde, ma il tono di Akane fece scattare qualcosa in me. Quella frase mi sembrò un po' una sfida, credo. O forse volevo solo farmi vedere in giro con due strafighe. Mmm.
< Okay okay, le accompagno > dissi, seguendole
< Sai, non abbiamo bisogno di un accompagnatore > aveva osservato Akane mentre rispondeva ad un messaggio sul telefono.
Promemoria: cercare il suo profilo facebook.
< Lo so, ma di una guida si > risposi tranquillo, cercando di evitare di osservare la scollatura di Nabiki. Non ero quel genere di ragazzo, ma era impossibile non notarlo... Infondo ero un ragazzo.
< Okay, cosa c'è da vedere in questo buco? > Nabiki aveva una voce distaccata, scocciata ma conciliante
< Mmm... niente di che. Abbiamo un parco, enorme, i cui angoli sono popolati da fattoni di ogni genere, ma che tutto sommato è carino. Scuola. Il muretto dei ragazzi. Palazzetto con la pista da pattinaggio e una palestra. Piscina. Biblioteca. Basta, direi che abbiamo finito > contai con le dita i luoghi elencati, rendendomi conto di quanto potesse sembrare noioso un posto del genere per due ragazze provenienti dalla città. Lo era per me, figurarsi per loro.

< Ah, dovrò riiniziare tutto… > aveva sospirato la sorella maggiore, beccandosi un'occhiataccia dall'altra
< Nabiki, non iniziare ancora. Ci siamo appena uscite cazzo >
Rimasi stupito da come il tono di Akane potesse essere autoritario e irritato e, allo stesso tempo, i suoi occhi potessero essere spalancati dalla paura
< Co? >
< C'è una palestra in questo posto? > mi aveva interrotto la ragazza, invitandomi con lo sguardo a non fare domande.
Con quello sguardo da cui stava facendo sparire il timore.
< Si, è abbastanza vicina al muretto. Venite, vi faccio vedere > dissi, conducendole per quelle strade familiari.
Lì non mi ero mai sentito propriamente a casa. Avevo molto viaggiato in passato, prima che mia mamma...
< Uh una ragazza da palestra quindi... fammi indovinare: spinning?> avevo interrotto i miei pensieri e quel silenzio imbarazzante tra noi
< Ah no. Boxe... una volta Judo e Karate... ma boxe è più mm utile > aveva detto, stringendo un attimo la mano a pugno
< Sono un campione di entrambe sai? Soprattutto arti marziali > perché non vantarsi un pochino? Un po' di effetto non faceva male
< Dubito potresti mai battermi > ribatté sicura, mentre una luce accendeva il suo sguardo.
Credevo fosse solo interesse, ma poi avrei capito come il suo grande animo competitivo l’accendesse alla proposta di ogni sfida.
Lei era nata per andare verso l’alto, sempre.
< Vogliamo scommettere? > ero certo di poter vincere.
< Okay. Cosa vuoi? > quello sguardo era così… sexy. Determinato, di sfida, estremamente sicuro.
< Allora, arti marziali e boxe. Se vinco potrò chiederti di fare qualsiasi cosa, e tu dovrai farla >
A quel punto qualsiasi ragazza con un briciolo di autoconservazione avrebbe rinunciato (valutando la mia stazza e la mia richiesta) e invece lei non lo fece.
Mi porse invece la mano convinta < Se vinco io, uguale: farai qualsiasi cosa ti chiederò >
< Affare fatto > non feci in tempo a godermi il pensiero di quello che avrei potuto farle fare, che una voce maschile mi raggiunse alle spalle

< Ranma! Oh hai compagnia > Ryoga, il mio migliore amico, si era fermato a pochi passi da me, squadrando le ragazze. Eravamo amici da… sempre a quanto ricordo. Spesso litigavamo, ci picchiavamo o insultavamo nei luoghi e modi più assurdi, ma alla fine era lui che c'era sempre e che mi conosceva più di chiunque altro.
< Ehi smettila di sbavare. Si, vivranno con me per un po'. Akane, Nabiki, lui è Ryoga > dissi facendo le presentazioni, mentre Ry le guardava, soffermandosi su Akane. Merda, aveva buon occhio.

All’inizio non capii come mai quei due insieme mi dessero così tanto fastidio.
All’inizio non era proprio Akane che mi piaceva, ma l’idea di lei.
Poi iniziai a conoscerla e andai nei casini.
Iniziai a litigare con lei, per lei, con gli altri.
Non avrei mai creduto che qualcosa avrebbe potuto prendermi più delle arti marziali ma, a quanto pare, l’avrei trovata, e anche in breve tempo..

< Cosa volevi? > chiesi leggermente irritato
< Niente, ti abbiamo visto da lontano con due ragazze mai viste e ti sono venuto in contro. Tutti gli altri si aspettano che le porti là e le presenti >
< Rimarranno a bocca asciutta, andiamo ragazze > non avevo voglia di buttarle in pasto a piovre appiccicose o, peggio ancora, a leoni affamati.
< E perché? Io voglio conoscerli. Tutti > Nabiki si era avvicinata poggiandomi una mano sulla spalla e parlando suadente. In quel momento capii che aveva già provato quella parte e già usato quel tono, con ottimo successo. Purtroppo la sua vicinanza, o meglio, il suo seno scoperto a pochi centimetri dal viso, mi costrinse ad annuire e a seguire un Ryoga contento.
< Non cambia mai > aveva sussurrato Akane, più a se stessa che ad altri, alzando gli occhi al cielo
< Ho sentito > aveva esclamato l'interpellata con voce cantilenante
< Lo so. Torno subito > ribatté l'altra afferrando il telefono vibrante

Venni accolto dai soliti saluti, tutto un sovrapporsi di "Ehi", " Boss", " Bella", e cose del genere, subito diretti verso Nabiki. Lei si era sistemata meglio sui tacchi, sporgendo leggermente le anche indietro, e alzando il mento, tenendo però gli occhiali
< Ciao ragazzi > aveva detto semplicemente, e potei sentire gli ormoni di ciascuno ribollire nelle vene. Fece un sorrisetto soddisfatto.
Poi arrivò Akane, e tutti rimasero a bocca aperta. Lei aveva una bellezza particolare, che ti catturava
< Ehi > aveva esclamato sollevando una mano con un piccolo sorriso. I capelli corti le accarezzavano il viso, una sottile riga di matita le circondava i grandi occhi, e le belle gambe erano messe in risalto dai jeans nonostante fossero coperte fino a sotto il sedere dalla felpa. Potei sentire (per la seconda volta) gli ormoni di ogni ragazzo presente fare un salto.
< Uau Ranma, ti sei dato da fare>
< Non è giusto, tutte tu! > una serie di insulti misti a complimenti si era riversato su di me, insieme a occhiate di tutti i tipi.
Guardai le due sorelle, che cercavano di trattenere le risate: ogni tanto si guardavano, per poi scostare lo sguardo altrove, per evitare di ridere.
< Okay, andiamo a vedere la palestra? > chiesi, per evitare altre situazioni imbarazzanti. Certo, complimenti alla mamma, ma quei rimbambiti potevano evitare di sbavare in modo così evidente
< Voi andate, io resto qui ancora un po' > disse Nabiki. Akane le sussurrò qualcosa all'orecchio. Risero, mantenendo però gli sguardi seri.
Sembrava uno di quei filmati per pubblicizzare un profumo o qualche nuovo vestito: erano da copertina.
< Andiamo > disse poi Akane, salutando
< Okay, è stato totalmente imbarazzante > dichiarai
< Ma no… okay, totalmente > esclamò lei, sorridendo
Aveva un bel sorriso, dolce. Notai che non l’avevo ancora sentita ridere, una bella e forte risata.
In seguito, quando l’avrei sentita, ne sarei rimasto affascinato, e avrei capito più cose di lei di quanto lei, o io, avremmo potuto immaginare.
< Di solito non... Si, sono così > ammisi, ridendo a mia volta
Scherzando arrivammo alla palestra. Prese ogni sorta di volantino, arrossendo quando si accorse che la stavo fissando
< Cosa c'è? > chiese, cercando di nascondere l'imbarazzo
< Vuoi anche l'etichetta delle mie mutande? Stai prendendo ogni pezzo di carta presente nel raggio di dieci metri > osservai sorridendo
< Eh? Ah sì, lo so... è che mi piace poter contemplare tutte le scelte possibili > il rossore persisteva sulle sue guance
< Non avevo mai conosciuto nessun volantino - maniaco. Mmm >
< Mi stai dicendo che sono strana? > aveva esclamato sorridendo
< Io non l'ho mai detto > affermai, voltandomi e aprendole la porta, che lei attraversò facendomi la linguaccia.

A cena non parlammo molto, si sentivano solo la mia voce e quella di mio padre che litigavano per il cibo e lui e Soun che parlavano del viaggio o di altre cose noiose.
L'unica cosa che attirò la mia attenzione avvenne quando Soun nominò Tokyo, la città da dove arrivavano.
Entrambe le ragazze si fermarono un momento, soprattutto Akane.
Interruppe qualsiasi attività, anche quella di respirare.
Tutto questo durò meno di un minuto, ma fece aumentare la curiosità che provavo per quella famiglia ancora di più.

E si sa, se sei curioso, non sai mai in che guaio ti puoi cacciare.

Bene, il mio lo avevo appena trovato.
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piccola nota piè pagina: nulla contro lo spinning, sia chiaro, anzi, lo faccio anche io quindi :)
  
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