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Autore: lokiandcoffee    13/01/2015    1 recensioni
Può quell'amore che capita solo una volta nella vita trovare una seconda possibilità?
Eccomi qui, con il sequel di "Insegnami a vivere". Account diverso, stessa storia.
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[..]C'erano giorni in cui aveva ancora voglia di sentirsi vivo, di guardare un film sul divano, di mangiare un gelato o passeggiare sulla spiaggia, di parlare con le persone fingendo che andasse tutto bene. E poi c'erano quei giorni in cui non sentiva più nulla. Sentiva solo che amare era sbagliato, inutile e che se non poteva amare lui allora non poteva farlo nessun'altro.
Aveva soltanto un sincero bisogno di aggrapparsi alla consapevolezza di poter esistere a prescindere da Zacky. Ma non ci riusciva.
Aveva bisogno di sentirsi dire che valeva qualcosa anche se lui non c'era, che poteva dare valore ad ogni giorno anche senza di lui.[...]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Non posso credere di star finalmente pubblicando questo capitolo...
Voglio dire,..cavolo..è passato un bel pò di tempo questa volta, eh?

Beh, a quanto pare mi sono presa un bella pausa prolungata che però non era affatto nei miei piani quindi, beh, mi scuso con tutti voi.  Spero di rimediare con questo aggiornamento e, come sempre, vi lasciò con il dubbio totale a fine capitolo!

Vi auguro anche un Buon Anno, anche se purtroppo un pò in ritardo c.c scusate eventuali errori, che spero vivamente non ci siano...
Tanti baci.
XOXO




 

Potevano fare invidia al mondo loro due, insieme.

 

 






Si sentiva abbattuto. Forse soprattutto stanco.
E cadeva più in basso quando i suoi amici cercavano in qualche modo di farlo stare meglio, quando li aiutava negli ultimi preparativi del matrimonio forse solo per distrarsi, per impedirsi di pensare. Di pensarlo.
Frank. Quel piccolo bastardo.
Il "gran giorno", come continuava a chiamarlo Johnny, cominciava ad avvicinarsi sul serio e Frank non avrebbe mai saputo che Matt aveva quasi avuto intenzione di invitarlo.
Che cosa folle. Anche solo ripensarci ora lo faceva sentire un pezzo di idiota.

Cercava di abituarsi alla sua assenza, nel frattempo, e un pò ci riusciva, forse per l'abitudine di starsene da solo, forse per la convinzione di potercela fare.
Ma non è vero che ci si abitua, la verità è che si è sempre più stanchi, semplicemente.
E non è drastico decidere di mollare, è solo la realtà.
E Matt c'era a tanto così dal mollare. E anche se poteva sembrare un errore, a volte bisogna commettere un grande errore per capire quale sia la cosa giusta da fare.


-Allora? Come sto?-
Johnny che continuava a muoversi frustrato davanti a quello specchio lo stava facendo letteralmente impazzire.
Matt si passò una mano sul viso strofinandosi gli occhi e sprofondando ancora di più con la schiena contro la testata del letto. Se ne stava lì da più di mezz'ora ormai, precisamente da quando Johnny gli aveva chiesto un aiuto su quale completo avrebbe dovuto indossare alla cerimonia.

-Esattamente come stavi prima. Hai provato quei vestiti almeno tre volte.-

-Gia, e tu dovresti darmi una mano.- si lamentò Johnny guardandolo attraverso lo specchio.

-Jimmy ha detto di non indossare niente di troppo elegante.-

-Si ma è pur sempre un matrimonio.- finalmente si libero della giacca, con un sonoro sbuffo, e la abbandonò sul letto indossando la sua adorata felpa. La prova vestito per ora si sarebbe interrotta lì, davvero non capiva cosa ci trovassero le donne in quel genere di cose, era davvero frustrante -Un matrimonio davvero assurdo.- sorrise -Sul serio, ancora non riesco a credere che ci trascineranno a Las Vegas!- si lasciò andare sul letto portando lo sguardo al soffitto.
Calò il silenzio per un pò. Intanto Matt si rigirava il cellulare tra le mani, perso in pensieri prevedibili.
L'idea di non aver ancora rivisto Frank, l'idea di partire e lasciare che si allontanassero di nuovo, era un pensiero paurosamente tremendo, qualcosa che proprio non riusciva a scacciare.

-Perchè non lo chiami?-

Matt fermò i suoi pensieri maledicendosi per essere diventato così vulnerabile.
-Perchè non sarebbe giusto.- mormorò.

-Scommetto che nemmeno tu sai cos'è giusto.-

-Ne abbiamo gia parlato, ti prego non..-

-Devi smetterla di comportarti come se non potessi cambiare le cose.-
Johnny non si curò delle sue parole. Teneva lo sguardo ancora rivoltò al soffitto, ma poteva immaginare l'espressione dell'amico.
E apprezzava e ammirava il fatto che Matt avesse deciso di dargli spazio, tempo o qualunque altra cosa ma forse non capivano entrambi che in un certo senso gia si appartenevano e che tutto era più semplice di quanto in realtà sembrasse, che dovevano piantarla di rincorrersi, di accatastare scuse e bugie per non rischiare di ferirsi, perchè tanto a farsi del male ci riuscivano comunque.
Forse Matt doveva solo capire che Frank era gia suo, solo che nessuno dei due era ancora in grado di riconoscerlo, e così le paranoie crescevano e i dubbi li confondevano.
Si appartenevano, ed era questo che importava, perchè due persone si appartengono solo quando sono completamente libere di scegliere e, nonostante tutto, scelgono di restare, di provare.

-Non capisco..-

-E' ovvio.- sbuffò stendendosi a pancia sotto e sollevandosi sul gomiti per prestargli attenzione -Fino ad ora non hai fatto altro che lasciare che facesse a modo suo, poi lo metti davanti a una scelta e lui scappa via. Secondo te cosa significa questo?-

Matt riportò lo sguardo sulle proprie mani giocherellando con il cellulare e scuotendo appena la testa. Non sopportava più il peso di tutta quella situazione.
-Non lo so.- ammise -Diceva di voler-

-Lascia perdere quello che ha detto, ok?-

-Perchè?-

-Perchè le persone dicono un sacco di cose, Matt. Ma a noi servono i fatti. Giusto?-

-Giusto.- mormorò -Allora...cosa significa?-

Johnny si concesse un momento prima di rispondere. Un lungo momento in cui Matt lo guardò quasi supplicante.
-Probabilmente ha paura.- fece poi -Magari ha gia preso una decisione, e forse ha paura di affrontarne le conseguenze. Infondo deve fare una scelta.-

-Non volevo che arrivasse a questo punto.-

-Non potevate evitarlo, non è colpa tua. E se è troppo orgoglioso per cercarti allora..-

-Non credo si tratti di orgoglio. Insomma..l'ho sempre ignorato e ora pretendo di entrare nella sua vita come se niente fosse e-

-Matt, tu sei gia entrato nella sua vita da un pezzo ormai. Come credevi che sarebbe finita?-

-Non è questo il punto. Credo che voglia conservare la poca dignità che gli resta. E forse io dovrei fare lo stesso.-
Pensò Matt, e lo disse, perchè in fondo non sempre è di orgoglio che si tratta, spesso è dignità.

-E non hai pensato che magari è troppo tardi per questo?-

Oh si, ci aveva pensato, eccome. Dopotutto non faceva altro che starsene rinchiuso in se stesso a pensare e pensare e ad aver paura delle conseguenze anche dopo che il danno era gia stato fatto. Ed era stanco di non reagire, era stanco di come si fossero complicate le cose, di come tutto sembrava andare per il verso sbagliato anche quando cercava di fare le cose per bene.
Un nodo alla gola, era l'unica cosa che gli provocavano tutti quei pensieri. E poi la voglia di urlare perchè niente sembrava andare bene. Non voleva che Frank decidesse di allontanarsi da lui, ed era terribile anche solo pensare che avrebbe potuto farlo, e Matt non avrebbe potuto farci niente.
Anche se, alla fine, a pensarci bene, potevano fare invidia al mondo loro due, insieme.
E non erano di certo poche le volte in cui si fermava a pensare se Frank, come lui, avesse constantemente tutto quel casino nella testa.
E probabilmente era così.










Un moto di ansia gli strinse lo stomaco quando portò finalmente il suo stupido dito a premere quello stupido campanello, dopo minuti di indecisione. Aveva parcheggiato l'auto poco più in là e lungo tutto il tragitto che lo separava dalla soglia della casa aveva pensato a cosa dire rimuginando su tutto, ma l'unica cosa che aveva ottenuto era che le gambe avevano incominciato a tremargli. Altro sintomo che probabilmente non era del tutto una buona idea precipitarsi lì senza avvertire. Ma poco importava, erano passati fin troppi giorni e non avrebbe perso altro tempo.

Si rese conto di starlo facendo per davvero solo quando la porta si aprì, e cavolo nella sua testa era sembrato tutto molto più facile, ma ora..
L'ampio sorriso di Jimmy lo investì all'inizio, ma subito dopo vide l'espressione del ragazzo mutare in pura sorpresa. Per un momento credette davvero di avergli portato via il buon umore.

-Frank..?- si premurò di tenere un tono di voce basso, e aggrottò le sopracciglia. Da quanto ne sapeva lui, e da come diceva Matt, doveva essere ancora chissà dove e invece eccolo là.
Basso e impacciato.

Gia pregustava la faccia che avrebbe fatto Matt, comunque.

-Ciao, Jim.- il ragazzo alzò la mano, più per smuoverlo un pò che per altro, e salutò a mezza voce. L'ultima cosa che voleva era capitare lì nel momento sbagliato quindi pregò che nessuno avrebbe avuto niente in contrario per quella improvvisa visita.

-C-ciao..scusa è che..non mi aspettavo di-

-Matt è in casa?- lo interruppe, a dire il vero preferiva non perdere tempo, voleva solo parlare con lui. Aveva aspettato abbastanza.
Il suo cervello continuava a ripetere "Ora o mai più" e lui aveva sinceramente paura che Matt potesse essersi stancato di aspettare.
-Avrei bisogno di parlargli.-

-Oh..si, vieni.- si fece immediatamente da parte permettendogli di entrare e notò quanto fosse teso dal modo in cui si irrigidì quando Jimmy chiuse la porta alle sue spalle.
I rumori provenienti dal salotto gli fecero realizzare che finalmente era a pochi passi da lui e, cavolo, non vedeva l'ora di rivederlo. La tv era accesa, poteva sentirla, e le imprecazioni di Brian si univano alle risate di Matt mentre dovevano essere nel bel mezzo di una sfida all'Xbox visto l'enfasi con cui Brian urlava. Si trattenne dal ridere a immeginarseli così e seguì Jimmy quando questo gli fece strada senza dire nulla. Almeno finchè non li raggiunsero, e forse sarebbe stato un pò difficile attirare la loro attenzione.

-Ragazzi..- provò a chiamarli mentre Frank rimase alle sue spalle, in disparte. Poteva vederli agitarsi sul divano e muovere il joystick come fossero impazziti.
Poteva sentirlo ridere.
E il suo cuore prese a battere forte.  

-Brian, sono nella tua squadra piantala di spararmi!-
La sua voce.
Rideva, ancora.

-Non è colpa mia! Non so che cosa sto facendo!-

-Ragazzi credo che dovreste fare una pausa adesso.- si intromise Jimmy -Matt c'è qualcuno per te.-

Questo sbuffò -Se è Johnny digli che-

-Non è Johnny.-

Fu un attimo, dal momento in cui Matt mise il gioco in pausa Frank realizzò di essere letteralmente fottuto. Ora avrebbe dovuto dargli delle spiegazioni, adesso poteva benissimo dire di star per avere un infarto. Quella consapevolezza arrivò come qualcosa di terribilmente spaventoso, perchè, si, era il momento di dirsi la verità. Una volta per tutte.
E così, quando Matt finalmente si voltò, lo stupore non fu l'unica cosa che Frank vide nei suoi occhi. Li vide brillare, letteralmente, ed erano più belli che mai.
Lo vide restare immobile, guardarlo come fosse un fantasma e, sinceramente, non fu sorpreso dal fatto che non disse una parola.
A quel punto allora sollevò la mano a mezz'aria in un saluto timido, esattamente come aveva fatto poco prima sulla porta e non riuscì a far nulla più di quello.
L'unico ad aprire bocca a quel punto fu Jimmy che afferrò il suo ragazzo per un braccio trascinandolo via -Ehm..- si schiarì la voce prima di sparire biascicando un -Vi lasciamo soli.-
Frank lo ringraziò con lo sguardo per poi riportarlo su Matt e rendersi conto che si era finalmente alzato e che con una lentezza estenuante, forse per concentrarsi su altro ed evitare di realizzare almeno per il momento che lui fosse davvero lì, aveva iniziato a rimettere in ordine.

-Ciao.- esordì allora Frank, sperando magari che non avesse deciso di ignorarlo del tutto.

Matt prese un respiro profondo e nonostante tenesse ancora lo sguardo basso sulla console qualcosa lo tradì e non riuscì a non mostrare quanto in realtà si sentisse a disagio in quella situazione. Il suo respiro tremò e, dannazione, anche Frank lo percepì.
Insomma, cosa avrebbe dovuto dire? Cosa si aspettava di sentirsi dire esattamente? Voleva un "Bentornato"? Voleva sorrisi e sguardi adoranti?
Non sapeva cosa dire...quindi non disse niente.
E Dio solo sà quanto voglia aveva di abbracciarlo.

-Mi dispiace di essere piombato qui così.- riprese allora Frank intuendo i suoi pensieri ma muovendosi anch'esso a disagio -Possiamo parlare?-

Matt spense la tv e ci fu di nuovo quell'insopportabile silenzio, perfino Jimmy e Brian sembravano essere scomparsi.
Parlare. Era proprio quello che avrebbe tanto voluto evitare. Non era pronto, cavolo. Non aveva progammato di fare una cosa del genere proprio ora. Tante erano le volte in cui si era preparato mentalmente un discorso perfetto che avrebbe potuto tranquillamente fargli per telefono e invece restava a fissare il suo numero sul display del cellulare senza avere il coraggio di chiamarlo.
E ora era lì, davanti a lui, che si aspettava di avere una conversazione matura e...al diavolo, non era pronto per affrontarla!

Comunque si ritrovò ad annuire, senza sapere pronunciare altro che un misero -..Si.-

-..magari non qui.- gli fece notare allora Frank.

Gli ci volle un pò per capire che doveva muoversi ma alla fine quando il suo cervello si preoccupò di recepire il messaggio mosse qualche passo in avanti -..si, ehm...di sopra.- biascicò facendogli strada verso la sua camera.
Come se non ci fosse mai stato.
Entrò per primo dirigendosi velocemente verso il letto quando si rese conto di aver lasciato quel posto nel più completo disastro. Afferrò qualche maglia buttata qua e là lanciandole nell'armadio, raccolse dei fogli sparsi a terra riordinandoli svogliatamente sulla scrivania mentre sentiva la presenza di Frank alle sue spalle e sapeva che si stava gia guardando intorno in quel caos totale.
-C'è un pò di..disordine..- mormorò cercando di giustificarsi.
Ma l'unica cosa che notò Frank non fu affatto il disordine quanto il modo in cui l'altro cercasse di evitare costantemente il suo sguardo. E questo lo deludeva non poco dal momento che sembravano essere tornati al punto di partenza.

Ad ogni modo, cercò di fargli capire che non era lo stato in cui si trovava la sua stanza la cosa importante -Forse avrei dovuto chiamare, prima.-

Matt si passò una mano dietro la nuca guardandosi ancora intorno -Sarebbe stato..carino, si.- biascicò imbarazzato.

-Come stai?-
Tipica domanda di chi non sa da che parte iniziare.
E forse Matt avrebbe dovuto aspettarsela. Ma comunque questa volta la risposta ce l'aveva eccome.

-Giorni senza sentirti.- il suo tono di voce divenne più freddo e Frank capì che, come aveva previsto, non sarebbe stato affatto facile -Come pensi che stia?-

-E' esattamente di questo che vorrei parlarti.-

-Ma dai.-
Anche il sarcasmo adesso. Bene.
Anzi, ottimo.

Frank deglutì a vuoto, era appena arrivato e cominciava gia a sentirsi tremendamente in colpa -Lascia che ti spieghi.-

Matt allargò un pò le braccia esortandolo -Spiega.- esordì.

E l'unica cosa positiva che Frank ci vide fu che, finalmente, si era degnato di restiturgli lo sguardo.
Lo stava guardando negli occhi e, anche così umidi, erano ancora bellissimi.

 
  
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