14/01/2015
4 recensioniVegeta riteneva di essere stato fin troppo tollerante. Aveva accettato che quel mollusco e sua moglie mantenessero qualche occasionale contatto, aveva sopportato la sua presenza a quella festa che già da sola metteva a dura prova i suoi nervi. Tutto ciò intervallato da qualche pensiero omicida, comunque mai messo in pratica.
Ma quello, quello era un affronto, un colpo micidiale per la sua pressoché inesistente pazienza. Non poteva tollerare di vedere Yamcha seduto sul tappeto del salotto, che giocava allegramente con Trunks, spiegandogli il funzionamento di una macchinina radiocomandata.
La famosa vena sulla tempia del principe si gonfiò pericolosamente. Bulma non aveva detto di voler ridipingere le pareti del soggiorno? Bene, l’avrebbe fatto lui. Rosse. A spruzzi.
Poi però un’idea più sottile e meno violenta si fece largo nella sua mente. Questo non voleva dire che gli avrebbe dato meno soddisfazione.
-Ehi, Trunks.- richiamò l’attenzione del bambino e del terrestre -Perché invece di perdere tempo con quell’inutile aggeggio non combatti un po’?-
Il figlioletto sgranò gli occhi. -Combatti con me, papà?- chiese entusiasta.
-Aspetta un momento, Vegeta!- si intromise Yamcha -Io non credo che sia una buona idea. È ancora troppo piccolo.- Poi, rivolto al bambino: -Senti, perché invece non ti batti con me? Sai, anch’io una volta ero tra i guerrieri più forti del pianeta.-
Trunks guardò suo padre per capire se fosse d’accordo. Vegeta si limitò a un leggero, indifferente cenno del capo, mentre dentro di sé già pregustava il finale del suo piano.
Finale che non tardò ad arrivare. Causa Bulma, non aveva potuto dare al figlio che qualche insegnamento elementare sulle tecniche di lotta, ma se avesse avuto qualche dubbio sul risultato di quello scontro amichevole, non si sarebbe nemmeno disturbato a chiedersi cosa ci trovasse di divertente in quel terrestre.
Dopo pochi minuti, Yamcha si stava rialzando barcollante da terra, massaggiandosi la testa. -Beh, a quanto pare non sono in forma come mi ricordavo.- ridacchiò imbarazzato.
Ma Trunks, deluso dalla facilità con cui l’aveva sconfitto, aveva perso ogni interesse per lui. Ora quello che desiderava era avere un vero combattimento con suo padre.
Vegeta, dal canto suo, aveva assistito con grande piacere alla misera disfatta del terrestre, ed ora sghignazzava poco distante, sotto lo sguardo disapprovante della moglie.
-Papà, combattiamo adesso?- chiese speranzoso il bambino dai capelli lilla.
La risata del principe dei saiyan si interruppe di colpo. Abbassò lo sguardo freddo sul figlio che lo guardava pieno di aspettativa.
-Non ho alcun interesse a battermi con un moccioso.- replicò seccamente. Detto questo, si voltò e sparì alla vista.
Bulma sbuffò, incrociando le braccia. -Non prendertela, tesoro. Tuo padre è un buzzurro e non cambierà mai.-
-Sì, però sono stanco di essere un moccioso.- protestò Trunks, mettendo su un broncio che lo fece sembrare ancora più infantile e adorabile.
A quella vista, sua madre rise di cuore. -Capisco. Cosa ne pensi se, qualche volta che devi restare a casa da solo, io chiamassi Yamcha? Mi pare che ti trovi bene con lui.-
Il bambino spostò lo sguardo sul terrestre, attorniato dai vecchi amici che lo prendevano bonariamente in giro. -Non voglio avere una femminuccia come babysitter.- disse alla fine, e si allontanò anche lui.
Bulma rimase un po’ spiazzata da quella risposta. Poi pensò che fosse normale, in fondo. Trunks, dietro l’apparenza di bambino innocente e spensierato come gli altri, aveva più volte dimostrato di aver ereditato buona parte del carattere di Vegeta. Si chiese anche se questo potesse essere un bene. Per lei, sicuramente no.
Angolo Autrice
Non ho molto da dire su questa storia. È partita come una flash un po’ lunga ed è diventata involontariamente una OS.
Povero Yamcha, noi fanwriter lo maltrattiamo decisamente troppo. Però riuscivo proprio a immaginarmelo, un Vegeta geloso di lui in modo inusuale.
Non ho grandi pretese per questa storia, spero solo di non aver reso i personaggi OOC. Le recensioni sono ben accette ;)
Nora