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Autore: ShanHoward    15/01/2015    1 recensioni
Seguito di My Unintended...Era trascorso poco più di un anno dagli ultimi eventi narrati. Nuove esperienze, nuove risate, nuovi colpi di scena e chi più e ha più ne metta...Cosa succederà ai nostri personaggi? Per scoprirlo vi basti cliccare e leggere!!!
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata con il secondo capitolo...spero vi piaccia...è soft e tranquillo, quindi spero di non annoiarvi. Buona lettura...lasciate un commentino, Love u! 


Resonates Happiness

 

Il mattino seguente, la casa era ancora avvolta nel silenzio. Nessun suono o rumore che desse ad intendere che lì dentro vivesse qualcuno.  Poi, all’improvviso, la suoneria di un cellulare interruppe la quiete. Un sospiro ed un voltarsi nel letto, manifestò che qualcuno in realtà c’era sul serio. Dom aprì leggermente gli occhi nella stanza ancora avvolta dal buio; individuò l’apparecchio che continuava a suonare e rispose.
 
 
“Pronto!”
“Ciaooo!” rispose una voce squillante
“Chi è?” chiese frastornato
“Zio Dom, sono Ava!” sbuffò “non mi riconosci?”
“Si tesoro, perdonami” disse “posso fare qualcosa per te?”
“Oh ecco, credevo di aver chiamato Cinzia, ma forse ho sbagliato”
“No, no. Il numero è giusto tranquilla” sorrise
“Ahahahah” ridacchiò lei al telefono “beh, allora digli che saremo lì alle 14:30”
“Ok, va bene. Sarà fatto!” promise
“Perfetto! Ciao, ciao!”
“Ciao” sorrise
 
 
Riagganciando, abbandonò nuovamente il telefono sul comodino dove lo aveva trovato, sporgendosi oltre il mio corpo quel tanto che bastava.
 
 
“Chi era?” dissi muovendomi ancora con gli occhi chiusi
“Nessuno, piccola. Dormi, che è ancora presto” consigliò
 
 
Un’ora dopo, ritrovandomi a dormire contro la schiena di Dom, aprii gli occhi e mi stiracchiai leggermente.
Sentendomi, dischiuse gli occhi anche lui.

 
“Era Ava, prima” pronunciò
“Cosa ha detto?”
“Dice che saranno qui per le 14:30” … “non ho idea di cosa voglia dire però!”
“Cavolo, lo so io! Gli avevo promesso che avremmo fatto l’albero di Natale tutti insieme”
“E allora?”
“E allora non abbiamo un albero di Natale, Dom. Il Natale scorso eravamo ancora in modalità trasloco”
“Ah, giusto” sentenziò
“Non so come funziona qui, ma in Italia è tradizione farlo l’8 di Dicembre ed usiamo alberi finti” continuai
“Capisco”
“Certo…se qualche bel ragazzo di buona volontà si offrisse volontario…”
“Non ci penso neanche!” esclamò “sono in vacanza e voglio godermela”

 
Mi avvicinai per stringerlo ancora di più, carezzando lentamente la distanza compresa tra il suo petto e l’ombelico, ripetendo lo stesso gesto per tre volte.

 
“Peccato Howard,” aggiunsi sussurrando al suo orecchio “avrei saputo come ringraziarti”

 
Dopodiché, presi la prima cosa al volo da indossare e mi diressi al piano di sotto per preparare la colazione.
Circa venti minuti dopo, sentii Dom scendere le scale. Mi lanciò una lunga occhiata scrutandomi da capo a piedi.

 
“Mmm” inspirò profondamente “stai facendo le crêpes per colazione?”
“Si, ne avevo voglia” sorrisi
“Benissimo!” esclamò
“E poi le avevo fatte l’altro giorno, ma tu non c’eri e così le ho ripreparate” conclusi
“Mi fa piacere” … “ah, ho chiamato Matt per uscire poco fa. Andremo noi a comprare l’albero di Natale adatto a questa casa” aggiunse
“Ma come? Non avevi detto di volerti godere le tue vacanze?” dissi fintamente sorpresa
“No, no. Ci ho ripensato!” disse con il boccone

 
Mi voltai verso i fornelli facendomi sfuggire un sorriso e preparando altre crêpes che Dom avrebbe divorato, ed altre per Matt che non avrebbe assolutamente rifiutato.
Ne mangiai un paio al volo, prima di guardarlo divorare la sua colazione con lo stesso entusiasmo con il quale mio figlio agitava i suoi sonaglietti.
Alzò il viso ricambiando lo sguardo d’intesa lanciatogli e sorrise, in quel suo modo che amavo tanto.
Presi del succo d’arancia in frigo e ne versai un po’ in un bicchiere di vetro porgendoglielo.

 
“Non che tu mi rendi la scelta difficile, vestita in quella maniera” disse indicandomi

 
Abbassai lo sguardo su me stessa, notando che stavo indossando solo la sua camicia sopra l’intimo. Poi, presi il piatto con le crêpes, le spolverai  con dello zucchero a velo e lo poggiai sulla penisola. Gli accarezzai dolcemente i capelli lasciandovi un bacio sopra.

 
“Ti avrei ringraziato lo stesso anche senza un motivo preciso”
“Si, ma un motivo in più non guasta” rispose con gli occhi dolci

 
Lo baciai teneramente ed informandolo che avevo sentito l’auto di Matt nel viale, andai di sopra a cambiarmi. Ridiscesi giusto in tempo per vederli entrambi indossare i propri cappotti e salutarmi promettendo di tornare per l’ora di pranzo.
Nel frattempo, io mi sarei dedicata alla casa e a tutto l’occorrente per rendere il pomeriggio di quei bambini un vero spasso.
 
 



 
“Eccoci finalmente!!! È passata un’ora solo per ritrovare questo posto!”
“Dai Dom, ma perché devi sempre lamentarti?”
“Perché a dar retta a te abbiamo perso troppo tempo!”
“Come osi dire che ti faccio perdere tempo? Stiamo facendo acquisti per la mia stellina!”
“Matt, lasciare l’auto in strada e correre in mezzo ad un bosco per sradicare l’albero di Natale giusto, non è quello che si suol dire andare a comperare cose Natalizie!”
“Urla più forte che i Rangers non ti hanno sentito!!! E poi, fidati del tuo Bells. Se fai come ti dico, quella ti ringrazia a vita” sorrise
“Così mi inviti a nozze!!!” rispose beffardo

 
Due ore dopo erano sulla via del ritorno con il sorriso sui volti. Dom fischiettava tenendo il ritmo di una canzone che stavano ascoltando e Matt guidava tamburellando sul volante e cantando a squarciagola.

 
“Allora, dici che andrà bene?” chiese Dom
“Ma si, vedrai. Non credo abbia mai avuto un albero vero in casa”
“Si, hai ragione. Sarà divertente decorarlo tutti insieme!”
“Certo! Mi ha promesso di aiutarmi a decorare le palline con una valanga di glitter!” esclamò gongolando
“No, no, no. Fermi tutti! Ti ha promesso palline che luccicano con i glitter?”
“Ovviamente!”
“A me ha promesso palline leopardate e dai colori sgargianti!” rispose deluso
“Che vuoi farci Dom, sono Matthew Bellamy, è il fascino del frontman” disse altezzoso
“Teoricamente sta insieme a me, pertanto dovrebbe subire il fascino del batterista”
“Hai detto bene Dom…teoricamente”

 
Il ritorno a casa, fu molto carico di pensieri e rimuginazioni. Ognuno tentava di prevalere sull’altro motivando il proprio punto di vista, tanto da rincasare in uno stato di sfida.

 
“Ciao ragazzi” li salutai dando l’ultimo boccone a William
“Fa anche l’amorevole! Brava, brava!” proruppe Matt
“Ma che vi prende?” sorrisi
“Tesoro” iniziò Dom “hai promesso a Matt che avremmo messo delle palline glitterate sull’albero?”
“Si, certo” risposi
“Visto? Ho vinto io Dom! Sei inutile in questa casa! Il fascino del frontman colpisce ancora!” urlò ballando
“Come scusa?” lo apostrofai mettendo il bambino nel girello
“Tranquilla stellina, non dirò nulla a Spencer” ammiccò con un braccio sulle mie spalle
“No, aspettate. Mi sono persa qualcosa? E perché Dom sarebbe inutile mentre tu avresti vinto?”
“Ma è ovvio! Hai fatto una promessa ad entrambi e alla fine hai scelto il tuo Bells” sorrise trionfante
“Veramente ho scelto di mettere ogni genere di pallina che renda l’albero meraviglioso. Ho promesso glitter e stampe leopardate, ma anche ogni genere di idea che venga in mente ai bambini fra poco. Credo che abbiate vinto entrambi, se la consideravate una sfida. E non credo assolutamente che Dom sia inutile” dissi avvicinandomi a lui “è vero, il fascino del frontman influisce e sei sempre il mio Bells, ma si da il caso che sto con il tuo batterista”  sorrisi guardandolo incupirsi

 
Una frazione di secondo dopo, scoppiammo a ridere dell’intera scena appena accaduta.
Così, scaricarono l’albero e lo posizionarono in un vaso in un angolo, aiutandomi a prendere l’occorrente per addobbarlo.
Appesero i festoni e attorcigliarono le luci; ai pupazzi ed alle palline avremmo pensato successivamente. 
Un’ora dopo, il campanello suonò e un’orda di bambini invase il mio salotto.
Tutti pronti con le proprie idee ed i propri progetti.

Nel giro di un’altra ora, alzai lo sguardo verso tutti loro e rimasi a fissarli uno ad uno. 
Chris disegnava bassi e Kelly li colorava; i più piccoli scarabocchiavano; Spencer puntava su figure astratte; io tentavo di scrivere con la manina di Will almeno il suo nome; Dom faceva macchie di leopardo e Matt era un tutt’uno con i brillantini, barricato in un angoletto con il timore che qualcuno potesse copiare le sue idee. Se ne stava lì con la dedizione di chi stava per dare una svolta alla propria vena artistica, con la lingua in fuori e gli occhi concentrati su ogni minuscolo insignificante granello di porporina.
Istintivamente non poté non sfuggirmi un piacevole sorriso, alla vista di tutto quell’amore e passione che ognuno stava mettendo nel proprio progetto, per arrivare al risultato finale.
Verso le 19:00, dopo ore ed ore di decorazioni e di attesa per far si che tutte le palline fossero asciutte, decidemmo di riordinare tutto per bene.

 
“Mamma! William mi ha rubato il pennello!” piagnucolò Buster

 
Inevitabilmente, nel tentare di riprendere le sue cose, Buster strappò il pennello dalle manine di Will che scoppiò in un pianto senza fine. Purtroppo non era riuscito a dormire tranquillo la notte appena trascorsa, e così decisi che avrei tentato di farlo mangiare per poi metterlo definitivamente a dormire.
Alla luce dell’accaduto, stavo preparando il biberon mentre Dom lo teneva in braccio sussurrandogli milioni di paroline dolci con lo scopo di tranquillizzarlo.

 
“Ehy ometto” diceva “va tutto bene. Non è successo nulla!”

 
Il pianto non sembrava cessare così proseguì ancora, o almeno ci provò.
Dall’altro lato del salotto, invece, Chris affrontava Buster.

 
“Hai visto cosa hai fatto?” disse autoritario
“Ma papà, mi ha rubato il pennello!” rispose
“Quante volte ti ho detto che non si strappano gli oggetti dalle mani delle persone?” potevi fargli male e magari lui voleva solo giocarci! Mi auguro che chiederai quantomeno scusa…”
“Uffa!” rispose mogio mogio

 
Si diresse verso Dom per poter porgere le sue scuse a Will che in quanto a capricci, era ancora in alto mare.  
Arrivò a piccoli passi e con lo sguardo tipico dei bambini a cui viene imposto qualcosa che non hanno la benché minima voglia di fare o dire.

 
“Scusa Will” mormorò
“Un pochino in più di convinzione giovanotto!”

 
Ed ecco che al coro dei pianti si unì anche Buster.

 
”Chris non fa niente, lascia perdere!” dissi tranquillamente porgendo il biberon nelle mani di Dom
“Ehy! Pensa a tuo figlio, non cercare di insegnarmi come educare il mio!” tuonò verso di me

 
Restai letteralmente spiazzata ed alquanto umiliata difronte al tono con il quale si era rivolto a me. Persino Matt, che tentava sempre di tenere l’umore di tutti alle stelle, rimase senza parole.
Dom accennò un principio di infervorazione al quale risposi io stringendo piano il suo braccio mentre nel massimo silenzio andavo in cucina per lavare tutti i pennelli che avevamo utilizzato.

Dieci minuti dopo, Matt spezzò la tensione creatasi, affermando che tutte le decorazioni erano perfettamente asciutte e che fosse finalmente arrivato il momenti di decorare quell’albero maestoso.
Dom decise che Will dovesse essere il primo ad appendere il proprio addobbo poiché era il suo primo Natale ufficiale e poi, perché stava iniziando a dare segni di stanchezza. Si avvicinò al camino acceso difronte al quale, su dei fogli di giornale posati sul pavimento, erano adagiate le decorazioni ormai asciutte.
Prese la pallina con su scritto “Will” e si diresse verso l’albero.

 
“Voglio farvi una foto” dissi cogliendo l’attimo

 
Si mise in posa tenendo il piccolo fermo ed in posizione quel tanto che occorreva per scattare un paio di foto. In entrambe erano stupendi, uno teneva in mano la pallina e l’altro sorrideva tenendolo in braccio.
Dopodiché si unì il resto della baraonda pronta ad appendere di tutto sui rami bassi e facendosi aiutare da Matt sulla scala per quelli più alti, mentre io scattavo foto e non finire di ognuno di loro.
Cedetti poi la fotocamera a Spencer che immortalò me Dom e Will, prima di portarlo via e metterlo a letto. Cambiai il pannolino, gli misi su il suo nuovo pigiamino e lo tenni in braccio il tempo necessario a cantargli quella canzone che lo anestetizzava in maniera positiva. Era quasi come se quella stessa canzone gli trasmettesse una felicità e leggerezza innata al punto tale da ammaliarlo e renderlo completamente suo…era proprio figlio nostro!

Mentre gli accarezzavo la testolina, dal piano inferiore sentivo urli e schiamazzi seguiti da risate ed esclamazioni di stupore, segno evidente che avessero spento le luci in salotto ed avevano acceso quelle dell’albero ammirando il risultato. Diverso tempo dopo, poggiai William nel lettino e socchiusi la porta sentendo sbattere quella d’ingresso.
Erano andati via tutti e la casa si era fatta silenziosa. Matt e Spencer sarebbero andati a cena fuori mentre i Wolstenholme avrebbero cenato dai genitori di Kelly. Così, io scesi lentamente la scala sprofondando nel salotto illuminato da milioni di lucine ad intermittenza e dal fuoco del camino che scoppiettava. Dom era inginocchiato a terra e stava sistemando un pupazzetto che evidentemente era caduto in precedenza.
Mi avvicinai cauta alle sue spalle inginocchiandomi e abbracciandolo da dietro, lasciandogli un bacio sulla tempia sinistra al quale rispose stringendole mie braccia ancora più contro di lui.

 
“Che meraviglia!” esordii
“Ti piace sul serio?” chiese con lo sguardo ancora fisso sull’albero
“Certo. E’ veramente uno spettacolo” risposi
“Siamo finiti in mezzo ad un bosco per portarti un vero albero di Natale” sorrise

 
Mi alzai lenta inspirando a pieni polmoni l’odore di resina e mirando la sequenza psichedelica che creavano le luci : rosso, blu, giallo, verde.  Nessuno aveva mai compiuto un gesto così semplice e nello stesso tempo grandioso per me. Eppure, mentre Dom si alzava e si posizionava vicino a me, non riuscii a trattenermi dal pensare a quanto apprezzassi quello che aveva fatto.
Era al corrente che non avessi mai avuto in casa un vero albero e, senza pensarci due volte, Matt lo aveva aiutato a far si che il mio desiderio si avverasse. A questa precisa riflessione, arrossii tremendamente.

 
“Sei così silenziosa” proferì a capo chino “forse non ti piace. Forse ho sbagliato a portarti un abete in casa: terra ovunque e aghi che cadono perennemente. Avrei dovuto chiedertelo ma mi sono fatto trascinare dal pensiero che forse sarebbe potuto piacerti. Sono un disastro, perdonami! Forse avresti preferito un albero finto, forse non ti piace l’odore di legno o quello di resina o il colore delle luci che ho scelto o quello dei festoni o…”
“Lo sai che ti amo?” lo interruppi

 
Si voltò verso di me corrugando le sopracciglia per poi distenderle ed accennando un lieve sorriso…

 
“Ripetilo!”
“Lo sai che ti amo?” obbedii

 
Si aprì in una sonora risata baciandomi e stringendomi a sé dolcemente a mo’ di ringraziamento.
 

“E’ stato un bellissimo gesto il tuo. Lo apprezzo molto” sussurrai stampandogli un bacio
“L’ho fatto con piacere!” rispose
“Hai fame?” aggiunse poco dopo “cucino qualcosa?”
“No, grazie. Sono stanchissima, vado a fare una doccia. Oppure ti aspetto, se vuoi”
“Non preoccuparti, vai”

 
Mentre mi stavo voltando per andarmene, mi afferrò la mano stringendola forte.

 
“Bambina”
“Mhh?” dissi
“Mi dispiace per Chris”

 
Non potei far altro che fare spallucce non sapendo cosa fare né cosa dire se non stringere di rimando la sua mano. Dopodiché mi lasciò andare, con la speranza che quella doccia mi togliesse il nervoso di dosso.
Ma non servì a molto.
Quando Dom salì in camera, infatti, io ero sotto le coperte e stavo ascoltando della musica; e quando entrò nel letto aveva uno sguardo abbastanza combattuto fra rabbia e abbattimento. Ma non proferì alcuna sillaba limitandosi a tenermi la mano mentre navigava su internet con il suo cellulare alternando sguardi nella mia direzione. Poi, al termine dell’ennesima canzone, spensi l’mp3 e lo poggiai sul comodino; mi voltai verso Dom che aveva abbandonato l’Iphone e che mi guardava stringendo le labbra.

 
“Non fa nulla, Dom. Andrà tutto bene!” dissi baciandolo e invitandolo a dormire



 
Diverse settimane dopo, i ragazzi erano sulla via del ritorno da un viaggio durato quattro giorni.
Dom aveva telefonato per dire che sarebbe tornato nel giro di un’ora , così mi apprestai a preparare la cena mentre Will giocava sul plaid a terra. Da un paio di giorni si comportava in maniera strana; piangeva di continuo, mormorava qualcosa di tanto in tanto.
Inizialmente credetti avesse la febbre o qualcosa di simile, ma il suo pediatra mi disse che forse era solo troppo stanco e così mi tranquillizzò. In quel momento ripeteva lo stesso suono dalle prime luci del mattino, ovvero “Boom-boom-boom”.
L’unica cosa a cui pensai era che forse aveva battuto da qualche parte oppure era caduto nel tentativo di alzarsi in piedi.
Esattamente  un’ora dopo, Dom rientrò in casa posando le chiavi e appendendo il cappotto.

 
“Bentornato!” dissi dopo avermi baciata
“Come va?” chiese aiutandomi ad apparecchiare la penisola
“Tutto ok. Il mostriciattolo ha cenato, non ha la febbre né altro ed ora è preda dei suoi giochi”

 
 Siccome la cena si sarebbe rovinata, lo pregai di mangiare subito e poi sarebbe potuto andare a salutare William.
Lui non sembrava essersi minimamente accorto di ciò che gli accadeva intorno tanto era preso da quello che stava facendo, dandoci le spalle nella sua tutina verde. 
Così cenammo in pace uno difronte l’altra, facendomi raccontare da Dom come fosse andato il soggiorno.

 
“Boom-boom-boom! Boom-boom-boom!” ed iniziò a piangere
“Will, tesoro! Smettila per favore!” dissi sbuffando
“Ma che cos’ha?” chiese Dom voltandosi a guardarlo
“Non lo so. Sono due giorni che fa così” risposi
“Boom-boom-boom!” altri pianti
“Will che cos’è Boom-boom-boom?”

 
Per tutta risposta, prese a gattonare dirigendosi verso la porta di legno scuro che aveva davanti, si fermò e tirando su col nasino batté una manina contro la porta.

 
“Boom-boom-boom!” esclamò stavolta

 
Rimasi folgorata dall’ovvietà della cosa, tanto da sorridere come una cretina.

 
“Dom…”
“Dimmi!” rispose
“Credo di aver capito” sorrisi “ho capito quello che dice Will!”
“Ovvero?” chiese spaesato
“Credo si riferisca a te”
“A me? E perché?”
“Per quello che fai, idiota!” aggiunsi teneramente “forse è un modo per dire che gli manca sentirti suonare…gli manca il suono della tua batteria e quindi gli manchi tu”

 
Sorrise annuendo con il capo, fermamente convinto che avessi indubbiamente ragione. Si diresse lentamente in direzione di suo figlio con il cuore a tre milioni di battiti; si piegò sulle gambe e restò ad osservarlo.

 
“Ciao ranocchietta!” lo apostrofò

 
Ebbe quasi un sussulto nel sentire la voce di suo padre che gli rivolgeva la parola, e non appena si rese conto che fosse effettivamente lui, iniziò a ridere agitando le manine contro il cielo per farsi prendere in braccio. Lo stritolò fino all’inverosimile mentre guardavo Dom sorridere verso di me.


Nel giro di cinque minuti, lo portò con sé all’interno della sala e si sedette sullo sgabello con Will sulle proprie gambe; afferrò le drumsticks  e ne porse una a Will.
Battendo su uno dei tamburi produsse ovviamente un suono, che lasciò William momentaneamente spaesato. Batté di nuovo sorridendo leggermente e aspettando che lui avesse una minima reazione.
Ed infatti, si voltò verso di lui scoppiando a ridere, in quella bella, sonora e contagiatrice risata di tutti i bambini del mondo. Più Dom produceva rumore e più Will rideva a perdifiato. Ed io restavo lì a guardarli orgogliosa e più divertita che mai.


Sembrava però che le sorprese non fossero terminate.
Infatti, nel primo pomeriggio del 24 Dicembre, ovvero il giorno seguente, Dom uscì di corsa portandosi il piccolo dietro a cui aveva dimenticato di comprare un pupazzo che amava tanto.  Così io mi distesi sul divano guardando un po’ di tv dopo aver preparato la mia parte di cena da portare da Kelly. Probabilmente mi addormentai perché feci un balzo improvviso al suono del campanello e corsi ad aprire.
Ci fu un momento di circa venti secondi in cui battei le palpebre un miliardo di volte per accertarmi della realtà.

 
“Ciao…Chris” proferii allerta
“Ciao…” rispose in un sussurro
“Ehm, se stai cercando Dom è uscito un’ora fa” dissi con lo sguardo basso
“Beh ecco…in realtà cercavo te” ammise
“Me? Sono due settimane che mi eviti, Chris” ribattei
“Lo so… e mi dispiace. Puoi perdonarmi?” disse porgendomi un mazzo di rose
“Tua moglie lo sa che sei qui?” chiesi fredda
“E’ stata lei a suggerirmelo in realtà. Allora, mi perdonerai?” ripeté


Afferrai il mazzo di rose e lo annusai sorridendo.

 
“Vuoi una tazza di thè?” chiesi
“Certamente!” sorrise conscio del fatto che il mio era ovviamente un si

 
Seduti su quel divano, sembrò che quelle due settimane non fossero mai passate; che io e Chris non avessimo mai avuto alcuna discussione.
Mi spiegò che aveva avuto una pessima giornata quel giorno; non era al massimo della forma; e per di più aveva avuto un diverbio con i genitori di Kelly proprio a proposito del fatto che desse troppe vinte ai suoi figli. E così quella mia affermazione, per quanto innocente fosse stata, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Ascoltai con molta attenzione tutto quello che la sua voce proferiva, mentre continuava a chiedermi scusa in tutti i modi.

 
“Va bene così, Chris. Mettiamoci una pietra sopra” proposi

 
Annuì più che convinto, prima di chiudermi in un suo abbraccio.

 
“Ti voglio bene bambolina! Mi sei mancata tanto!” sorrise
“Anche io Chris. Ti voglio veramente bene” sorrisi ricambiando l’abbraccio
“Senti…sono ormai le sei, vieni a casa con me o aspetti i tuoi uomini?” chiese
“Se puoi attendere un quarto d’ora, salgo a prepararmi” risposi
“Perfetto! Avviso io Dom?”
“Come preferisci” dissi correndo di sopra
 

In poco tempo piombai a casa Wolstenholme venendo travolta puntualmente dalla baraonda; a cui nel giro di un’ora si aggiunsero Spencer, Matt, Dom e Will.
La cena andò alla perfezione, tutte pietanze squisite, persino il dolce a sorpresa cucinato da Matt che provocò un principio di scetticismo tra i presenti. 
Dopodiché, ci spostammo tutti in salotto in attesa del famigerato Babbo Natale; i più piccoli fremevano guardando le finestre, incuranti che avrebbero dovuto attendere la mezzanotte.
Ma Will crollò molto prima e Kelly mi intimò di metterlo a riposare nella loro camera da letto.
E così ci ritrovammo tutti davanti l’albero ed il camino di fronte al quale i piccoli erano in procinto di recitare le proprie poesie ed intonare i cori natalizi.
Io ero seduta sul divano tra Dom che aveva un braccio intorno alle mie spalle ed Ava che aveva la testa sulle mie gambe.

 
“Ragazzi” disse Kelly “allora, che cosa avete scritto nelle vostre lettere?”

 
Un’enorme vociare riempì la stanza di oggetti urlati a squarciagola. Era tutto un insieme di “un elicottero, un peluche, una chitarra, un computer” ecc. ecc.

 
“Buster, tu hai chiesto altro nella letterina?”
“Oh si mamma. Ho chiesto ben quattro cose!” rispose mimando il numero con la mano
“E cosa?” … “preparati!” disse rivolta a me
“Allora…mi sono fatto aiutare da Alfie a scriverne due, nel caso che la prima andasse smarrita” sorrise
“Vuoi che ti dico cosa c’è scritto? Te lo suggerisco nell’orecchio” propose Chris

 
Il piccolo annuì, diede la lettera a suo padre ed attese.

 
“Caro Babbo Natale” iniziò “lo so che la letterina è stata scritta tardi, ma io ci provo lo stesso. Quest’anno voglio solo quattro cose: vorrei che tu mi regalassi un nuovo cartone della Disney. Vorrei una montagna di costruzioni per creare una valigia grande, così il mio papà può portarmi ai suoi concerti”

 
E qui Chris si commosse leggermente dandogli un bacio veloce prima di riprendere a suggerire.

 
“Vorrei che il mio amichetto William abbia un robot come il mio, così possiamo giocare sempre insieme, perché io gli voglio tanto tanto benissimo. E poi vorrei…vorrei un paio di Converse gigantesche così la principessa può darmi un bacio e non sarà più innamorata dello zio Dom” concluse

 
Inevitabilmente la stanza si riempì del fragore delle risate di tutti quanti; persino di Buster che aveva esplicitamente richiesto che suo zio sparisse dalla circolazione. Kelly rideva a crepapelle contagiata dalle risa di tutti noi mentre abbracciava suo figlio.
Quando poi tutti furono distratti da Matt che intonava i fatidici canti natalizi con l’aiuto della chitarra, finalmente a mezzanotte Babbo Natale, nel corpo di Tom, arrivò.
Furono tutti pienamente soddisfatti ed esaltati nel ricevere pressoché  tutto ciò che avevano richiesto. Regalai a Dom un paio di occhiali da sole; e Chris e Kelly un navigatore satellitare; a Spencer tre libri e a Matt un maglioncino ed una sciarpa coordinati con qualche filo glitterato e che stava sfoggiando allegramente davanti a tutti.

 
“Allora…ho saputo che qualcuno ha portato delle rose alla mia ragazza” disse Dom
“Si, dovevo farmi perdonare” sorrise Chris
“Lo so…sono contento che abbiate risolto” disse abbracciandolo
“Già, anche io” ricambiò sorridendomi da lontano

 
Poi Dom si voltò nella mia direzione.

 
“Bimba…torniamo a casa?” chiese
“Ok” risposi “prendo Will ed i cappotti”

 
Mentre salutavamo tutti quanti nei pressi della porta, notai Buster seduto a terra vicino l’albero di Natale. Chiesi a Dom di attendere un attimo porgendogli William che dormiva, e mi avvicinai.

 
“Tesoro…sei soddisfatto dei tuoi regali?”
“Si” rispose
“E non ne desidereresti  ancora uno? Il più importante!”
“Il bacio? Senza le Converse?” chiese facendomi sorridere
“Si…un bacio senza Converse”

 
Annuì con la testolina per poi alzarsi e mettersi di fronte a me.
Io mi piegai sulle gambe e lo guardai sorridendo sporgendomi in avanti; lui compì un balzo nella mia direzione stampandomi un coraggioso bacio sulle labbra stringendomi il viso fra le manine.
Si staccò pochi istanti dopo, fra gli applausi di tutti i presenti avvampando di rossore e scoccando a quel povero di suo zio Dom, una linguaccia di pura soddisfazione. 

   
 
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