Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: Morgana la Strega    15/01/2015    10 recensioni
Dal testo:
Era la più bella melodia che avesse mai sentito o di cui avesse letto, più bella persino di quelle cantate dagli elfi dei boschi, gli Elfi Silvani. Se bene non sapesse il significato delle parole, di quella soave musica, Frodo si sentì a casa. Riusciva a vedere la contea, i verdi prati, i ruscelli e i comignoli fumanti delle piccole case, il mercato dell’artigianato, la taverna… Ma insieme a questo, quella voce cantava anche della tristezza del mondo e Frodo lo percepiva, poiché il fardello che portava ne era legato.
Genere: Fantasy, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Frodo
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premessa
Il personaggio di cui andrò a parlare è di pura mia invenzione e non compare in nessuno libro di Tolkien. Per quanto riguarda la scelta del nome mi sono affidata al vocabolario elfico dello scrittore, in fondo alla storia ho messo una nota in cui ne spiego il significato. 
Buona lettura.



Image and video hosting by TinyPic  



Di Frodo  e dell’incontro con Elenlomë  la stella del crepuscolo

                                                       
 
"Sentì di amarla da subito e che l’avrebbe amata sino alla fine del suo tempo."

 
 
 
Durante il suo soggiorno alla casa di Elrond, il signore di Rivendell,  accadde che una sera prima di prender sonno, lo  hobbit  sentisse un dolce lamento  espandersi . Frodo si destò e vedendo l’amico Sam profondamente addormentato, decise di seguire quella voce in solitudine.

Era la più bella melodia che lui avesse mai sentito, o di cui avesse letto. Persino più bella di quelle cantate dagli elfi dei boschi: gli Elfi Silvani. Sebbene non sapesse il significato delle parole pronunciate nel lamento, Frodo si sentì a casa. Riusciva a vedere la Contea: i verdi prati, i ruscelli e i comignoli  fumanti  delle piccole case, il mercato dell’artigianato, la locanda… ma insieme a questo,  quella voce cantava anche della tristezza del mondo e l'hobbit lo percepiva, poiché il fardello che portava ne era legato.
 
Come collegato da un filo invisibile a quella sublime melodia, lui camminò lungo i giardini di Rivendell sino ad arrivare a un grande bosco, dove la luna, che era un disco bianco in cielo, illuminava gli alberi d’argento e colorava l’erba di blu.
In quel posto la voce gli parve più vicina e ne  fu inebriato, poi la musica di colpo cessò.

La stessa voce, che aveva cantato sino a pochi attimi prima parlò dalla zona di alberi più fitta.
 

-Sono felice di poter finalmente vedere la tua persona, Frodo Baggins. A lungo  mi sei apparso in sogno, da molto tempo ho visto quello che hai già fatto in passato  e  quello che farai in futuro-
 

Quelle parole si insinuarono nelle orecchie dell’hobbit,  sino ad arrivarne alla mente.
Era una voce vellutata e fresca, se avesse avuto un colore sarebbe stato quello delle stelle, capace di illuminare col suo suono.
Un’ombra si mosse dietro gli alberi, da cui giunsero quelle parole, Frodo ne fu spaventato così si nascose dietro un cespuglio, da lì riuscì a vedere una figura che avanzava.
Quando finalmente uscì dalla zona oscurata dagli alberi e venne illuminata dalla luna, agli occhi di Frodo tutto divenne chiaro, fatto di bianco e celeste. E poi la vide... 
 
 
La sua veste era blu e argento, il colore del cielo e delle stelle. Lunghi capelli del mogano più  scuro le facevano da manto. Nel viso a forma di cuore gli  occhi avevano il colore del crepuscolo, il naso era dritto e la bocca piccola, come le rose più rosse. Sulla sua fronte poggiava una tiara, al cui centro pendeva un cristallo luccicante di pura luce stellare, le sopracciglia erano folte ma arcuate.
 
 
L'hobbit non seppe se inchinarsi di fronte a così tanta bellezza e purezza. Dopo aver esitato, abbassò la testa in segno di rispetto,  portandosi una mano al cuore.
La dama scivolò verso la sua direzione, mentre si muoveva la veste brillava e frusciava contro l’erba. I suoi piedi erano nudi.

-Perdonatemi... non avrei dovuto osare  venir sin qui con la sola mia volontà e senza chiederne il permesso-


Dopo essersi scusato Frodo alzò lentamente lo sguardo, la dama adesso gli era proprio di fronte, lui riuscì a vedere bene il suo volto e si perse in quegli occhi. Lei curvò la  bocca nel sorriso più gentile, che il piccolo uomo avesse mai ricevuto, poi abbassò il capo e lentamente lo rialzò in segno di saluto.
Dopo aver potuto vedere quel viso da vicino e distinto le due lunghe orecchie da elfo, che spuntavano dalla folta chioma, Frodo ebbe la consapevolezza di chi  fosse la dama.
Quello sguardo, quella voce e così tanta gentilezza non potevano essere altro che di Elenlomë.

Elenlomë, che in elfico vuol dire la stella del crepuscolo,  era la figlia di Aulë: il signore di tutte le sostanze di cui è fatta la terra e della sua  sposa  Yavanna: la dispensatrice di frutti, colei che conosce e ama tutte le piante e i fiori che crescono in Arda.


L'hobbit aveva di  fronte l’ultima dei primogeniti : Elenlomë  il frutto dei Valar, l’ultima più vicina a Iluvathar, il creatore. Ella era l’elfo più potente della terra di mezzo, di lei non si era più parlato dopo la guerra contro Melkor .

C’era chi aveva affermato di averla vista salpare sulle navi che portano all’ovest, per la terra da cui non  si fa più ritorno.
C’era chi diceva fosse caduta durante una delle battaglie della prima era; uccisa dalla cattiveria che l’oscuro signore perpetrava in quei tempi.

Elenlomë adesso si trovava in quel bosco, Frodo poteva vederne lo splendore e sentirne la voce.
L’elfo ruppe il silenzio e parlò.


-Tu conosci la mia storia piccolo uomo -  I suoi occhi furono lieti di constatarlo.

Frodo si inchinò, continuando a tenere la  mano sul cuore.

- Mia signora e regina, vi chiedo perdono. Non avrei dovuto disturbare il vostro soggiorno in questi boschi. Io sono enormemente onorato e commosso. Voi conoscete il mio nome e lo scopo della mia missione-


Il tempo parve fermarsi, Frodo Baggins molto aveva letto sulla sapienza e bellezza dell'elfo, ma anche sul coraggio con cui si era battuta per la terra di mezzo.
Il volto di Elenlomë aveva un velo di tristezza, Frodo poté  scorgerlo dietro la lucentezza di quegli occhi, che tanto erano profondi e sapienti.
La Stella del Crepuscolo percepì anche questo e si emozionò.

Calde lacrime che somigliavano a diamanti scivolarono sul suo viso, ella si chinò verso l'hobbit e prese la piccola mano che lui poggiava sul cuore. Una volta che la piccola mano fu tra quelle di Elenlomë, lei riuscì a sentire la profonda ammirazione e rispetto che lui provava.
In cuor suo Frodo sentì di amarla da subito e che l’avrebbe amata sino alla fine del suo tempo.
La figlia di Iluvatar sentendone i  pensieri, strinse forte la sua mano e disse:


- Il tuo amore è puro e sincero Frodo, portalo con te. Tieni questo ricordo che hai di me, così che ti sia di sostegno,  poiché le mie preghiere e pensieri ti saranno sempre  devoti, durante il viaggio verso Mordor. A lungo ho vissuto su questa terra, ne ho visto la felicità e sono stata felice con lei, ne ho visto la tristezza e ho pianto per lei…-
 
 
Il mezz'uomo aveva letto che le lacrime della figlia di Yavanna a lungo bagnarono la terra di mezzo, ma poi una volta prosciugate, la dama non aveva più pianto né gioito. L'unico scopo dell'elfo divenne quello della guerra contro Melkor e il suo crudele servo Sauron.
 
-In verità non sarei  più capace di amare, Frodo Beggins, ma l’affetto che sgorga direttamente dal tuo cuore così sincero, mi riempie di vita-

In quel momento Frodo si sentì piccolo, avrebbe voluto avere l’altezza di un uomo e la bellezza di un Eldar, così da poter abbracciare e stringere forte a sé Elenlomë.
Lo sguardo della dama si intensificò, così da farlo perdere all’interno di quegli occhi color del crepuscolo. L'elfo lasciò la mano del mezz’uomo e ne prese il viso tra le mani. Il suo tocco era leggero e diede a Frodo una sensazione di benessere, dopo alcuni istanti lo baciò sulle labbra.
Fu un bacio casto quello che Elenlomë diede al piccolo uomo: un bacio come quello che le fanciulle danno al proprio cavaliere, prima di salutarlo.
Per un attimo Frodo Baggins  si sentì un cavaliere e arrivò quasi ad immaginare che la figlia dei Valar: potesse essere la sua fanciulla.

Il contatto tra le labbra del mezz'uomo e quelle dell’elfo cessò, Elenlomë allontanò le mani dal suo viso, poi lui riaprì lentamente gli occhi e vide che la sua signora era sparita.

Frodo Baggins riprese il suo viaggio e proseguì verso Mordor, insieme alla compagnia dell’anello.
Noi tutti sappiamo cosa avvenne successivamente.


Dopo l’impresa dell’anello, Frodo Baggins partì per le terre dell’ovest. Sperava che una volta arrivato nelle terre immortali, avrebbe potuto rivedere Elenlomë, poiché di ella ormai, non si aveva più traccia nella terra di mezzo.

Non ci è dato sapere se lo hobbit, una volta raggiunta la meta del suo ultimo viaggio, sia riuscito a trovare la figlia dei Valar.
L’unica cosa certa è che in lui la speranza di rivedere la stella del crepuscolo era tanta.

C’è chi afferma che dama Elenlomë  sia semplicemente svanita  in una polvere di stelle, dopo la caduta di Sauron. Una volta sconfitto l’oscuro signore, il cuore dell’elfo ebbe finalmente pace e poté raggiungere Iluvatar, il creatore.


 



Elenlomë
 : Composto dal nome "elen" che vuol dire stella e "lomë"  che ha il significato di crepuscolo.





Bene, spero che abbiate gradito questa piccola storia. Per il personaggio di Elenlom
ë mi sono naturalmente ispirata agli elfi di Arda, poi ho citato anche i Valar presenti nelle storie di Tolkien. Ho cercato di utilizzare un modo di narrare simile al suo, spero che apprezzerete il mio sforzo poiché è stata un'ardua impresa.
   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Morgana la Strega