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Autore: Red Rope    15/01/2015    0 recensioni
[Daryl/Rick] [Otherverse]
Quando il vice sceriffo Rick Grimes si sveglia dopo il lungo coma, il mondo è stato stravolto da un’apocalisse: i morti sono tornati a camminare sulla terra, e sono ovunque. Uscito dall’ospedale, riesce a ritrovare sua moglie Lori e suo figlio Carl, insieme ad un gruppo di sopravvissuti, nei pressi di Atlanta. Ma non è solo dei morti che Rick deve preoccuparsi: una banda ben armata, capeggiata da Merle Dixon e da suo fratello Daryl, è intenzionata a rubare loro provviste e armi, e minaccia l’incolumità della sua famiglia e degli altri.
Cosa succede però quando Rick e Daryl, costretti a collaborare dal corso degli eventi, si avvicinano sempre di più?
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Daryl Dixon, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo I
 
 
Quella sera, a cena, nel mezzo del campo, Rick fu presentato agli altri in maniera più decente. Aveva passato l’intera giornata con Lori e Carl, da soli nella loro tenda, a parlare e a non crederci di essersi ritrovati sul serio. Rick guardò le persone sedute attorno al basso fuoco: a parte lui, Shane, Lori e Carl, c’erano Dale, il proprietario di un camper, le sorelle Andrea e Amy, Carol con sua figlia Sophia e suo marito Ed, Glenn, T-Dog ed un altro paio di persone di cui non ricordava i nomi sul momento.
Prese la zuppa che gli veniva offerta da Amy, e si sedette vicino a Lori. Shane si era seduto dall’altra parte del cerchio, e mangiava a occhi bassi; Rick lo studiò per un attimo, incuriosito dal suo comportamento distaccato.
“Cos’è successo ad Atlanta?” chiese, ad un certo punto. Dale sospirò, togliendosi il cappello da pescatore per asciugarsi la fronte.
“Eravamo in fila per entrare nella città, ma d’improvviso tutto è diventato caotico, abbiamo visto gli elicotteri e gli aerei, le bombe…”. Rick lo vide rabbrividire. “Quei... cosi, erano davvero tantissimi” Rick annuì, nelle grandi città era più semplice che ci fosse maggiore caos.
“E quei tipi di oggi?” domandò, curioso.
“Volevano cibo e armi” rispose la donna che si chiamava Andrea.
“Questo l’ho sentito anche io” ribatté Rick. “Chi sono?”
“Altri sopravvissuti, sicuramente” Shane alzò gli occhi dalla sua gavetta solo per posarla a terra. Il suo tono era stanco, sarcastico. “Devono averci visti e aver pensato di derubarci”. Adesso guardava dritto negli occhi Rick, e lui poteva percepire la sfida in quello sguardo. “Non c’è più legge, Rick, anche l’esercito è andato ormai”. Rick non sapeva perché, ma quelle parole, dette da Shane avevano un che di rabbioso, di pericoloso.
 
***
 
“Cosa vuol dire che è arrivato uno che ha ammazzato Dan e si è preso le vostre armi?”. Suo fratello Merle stava fronteggiando alcuni dei suoi uomini, e uno di loro si teneva una mano sanguinante.
“Quel tipo ci ha presi di sorpresa, aveva un fucile di precisione” continuò l’uomo con la mano ferita. “Merle, era un fottuto poliziotto”. Suo fratello stirò la bocca in un sorrisetto strafatto. “Uno sbirro, eh?” disse, toccando il coltello che teneva alla cintura. “Andiamo a fare una visitina a questo sbirro, Daryl”. Gridò Merle. Daryl si mosse, e scrutò con i suoi occhi sottili la gentaglia davanti a sé: erano tutti degli avanzi di galera come suo fratello, nessuno escluso, e quando le cose si erano fottute loro erano quelli che avevano più chance di sopravvivere. Daryl sapeva di essere dalla parte giusta, non tanto moralmente forse, però di sicuro quelle erano le persone in grado di combattere i morti o chiunque altro li avesse attaccati; non come quegli stronzi sulla collina. Imbracciò la balestra, e seguì suo fratello fuori dalla tenda che avevano approntato per loro due.
“Quei maledetti rammolliti” stava dicendo Merle, e Daryl vedeva le sue pupille iperdilatate. Si era fatto di nuovo– ma dove era riuscito ancora a trovare quella merda? Daryl sapeva che suo fratello si faceva qualsiasi cosa fosse fumabile o sniffabile o iniettabile, ma pensava che con la fine del mondo ci sarebbe stata anche la fine delle droghe.
 
Quando arrivarono al campo di quegli stronzetti, loro due da soli, Daryl pensò che non era stata una buona idea – ma contraddire Merle strafatto e armato lo era decisamente meno. Merle smontò dalla sella della moto e camminò a passo spedito fino ad un vecchio con un cappello da pescatore, che stava sistemando delle cose vicino ad un camper malandato.
“Dov’è quello stronzo che ha fatto fuori Dan?” ringhiò, minacciando l’uomo con un coltello. Un uomo sulla trentina, i capelli ricci e neri, lo sguardo duro e il volto da ispanico si avvicinò, frapponendosi tra Merle e il vecchio.
“Abbassa l’arma” gli intimò, e Daryl seppe che era questo il suo turno di alzare un’arma. Puntò la balestra in faccia al nuovo venuto. Gli altri stronzetti erano attorno a loro, con lo sguardo terrorizzato e il fiato sospeso.
“Non penso che tu sia in condizioni di dirmi una cosa del genere” rise Merle, strafottente.
“Allora te lo dico io”. Una voce calma, profonda, li fece girare entrambi: lo sbirro era lì, vicino al camper, e puntava l’arma verso Merle. Daryl pensò di non aver mai visto degli occhi più glaciali dei suoi – l’azzurro chiaro delle sue iridi erano indurito dalla calma apparente del suo volto e dall’arma che teneva in mano l’uomo. “Abbassate le armi” ripeté, rimanendo immobile dov’era. “Ascolterò tutto ciò che avete da dire, e sono sicuro che troveremo un accordo”. Merle rise ancora, sprezzante.
“Hai ammazzato uno dei miei, sbirro” ringhiò. “Solo per avervi chiesto un po’ di cibo e di munizioni. Non mi pare molto onesto”. Daryl stirò le dita, tenendo ancora sotto tiro l’uomo riccio; Merle stava mentendo spudoratamente, lo sapeva.
“Ascoltami” disse nuovamente lo sbirro. “Sappiamo entrambi che i tuoi uomini non erano qui per questo, e sarebbero stati pronti a ucciderli tutti se non fossi arrivato io”. La sua voce era calma, dura, tagliente, come una lama di coltello, e Daryl ebbe l’impressione che se quell’uomo avesse detto solo un’altra parola avrebbe aperto Merle come lui apriva gli scoiattoli che cacciava nel bosco.
“Merle” cominciò Daryl.
“Stai zitto, Daryl” lo aggredì Merle. Non aveva abbassato il coltello, ancora.
“Merle” ripeté lo sbirro. “Ascoltami, Merle, non voglio giocare a chi regge di più, perché sappiamo entrambi che possiamo andare avanti all’infinito” iniziò. “Quindi abbassa la tua arma, e dì al tuo amico di fare altrettanto, e io ti prometto che abbasserò il mio fucile”.
Daryl odiava quello sbirro, lo sentiva chiaramente dentro di sé. Parlava a lui e a suo fratello con un fare troppo accondiscendente, tipico degli sbirri: non aveva capito che la legge non valeva più nulla ora? “Come facciamo a fidarci della parola di uno sbirro?” gli rispose di rimando Daryl. “Siete solo dei porci!”.
“Hai ragione, Daryl” rispose l’uomo, e nel parlare, Daryl lo vide con la coda dell’occhio che toglieva una mano dal fucile, segno che aveva intenzione di mantenere la sua parola; anche lui abbassò lentamente la balestra.
Fu un attimo, sentì suo fratello muoversi, l’uomo con i capelli ricci e scuri fare altrettanto, e vide lo sbirro alzare nuovamente il fucile. Lui si voltò e fece altrettanto con la sua balestra, puntando nuovamente l’uomo con i capelli ricci, che aveva torto il braccio di Merle e lo teneva per terra, gettando il coltello lontano. Quel maledetto di suo fratello doveva sempre incasinare tutto.
“Daryl, abbassa l’arma” sentì di nuovo lo sbirro parlare, e nel frattempo sentì il tlack del fucile che si caricava. Si voltò a fronteggiarlo, ma quegli occhi così glaciali non ammettevano repliche: abbassò la balestra in silenzio, e si inginocchiò, tenendo le mani alzate sopra la testa, come sapeva di dover fare. Lo sbirro abbassò il fucile, e fece cenno al suo compagno di tirare su Merle. “Adesso parliamo” disse.
 
***
 
Merle era strafatto, Rick lo vedeva benissimo. Il suo amico, Daryl, invece, sembrava pulito. Lui e Shane avevano legato loro le mani, e ora stavano discutendo di cosa farne.
“Io dico di ammazzarli” stava dicendo Shane. Dale scosse la testa.
“Non siamo dei boia” rispose. Rick annuì, d’accordo.
“Non possiamo ucciderli, gli altri non vedendoli tornare potrebbero attaccarci”
“Hanno troppa paura per farlo!” obiettò Shane.
“Però Shane ha ragione, se loro tornano dai loro compagni, potrebbero tornare per attaccarci” meditò Dale. Era una situazione spinosa; Rick gettò un’occhiata verso i due. Merle sembrava avere più di trent’anni, quasi quaranta, ma l’altro doveva avere la sua età, trenta scarsi: i capelli corti gli mettevano in mostra le orecchie un po’ grandi, e le labbra strette, serrate, erano quasi invisibili. Assomigliava vagamente all’altro – probabilmente erano fratelli.
“Possiamo dargli del cibo, e mandarli via” suggerì Rick. “Magari questo li soddisfa e li fa sparire”.
“Non riesco a credere quanto tu sia ingenuo!” gli gridò contro Shane, e Rick vide una tale rabbia nei suoi occhi che per un attimo ebbe paura che lo avrebbe pestato lì sul momento. Il suo comportamento era strano, e Rick aveva deciso di attribuirlo allo stress e a quello che era successo, però c’erano molte cose che non tornavano: lui e Lori erano stati buoni amici, e Carl conosceva Shane da sempre. Perché tutto d’un tratto Lori evitava Shane e impediva pure a Carl di avvicinarglisi? E poi quello sguardo misto tra odio e sollievo di quando lo aveva visto qualche giorno prima arrivare dal folto con il fucile in mano – lo stesso sollievo misto a incredulità di Lori. C’era qualcosa che gli stavano nascondendo. Guardò ancora i due, distogliendosi da quel pensiero.
“Cosa suggerisci di fare?” gli chiese, guardandolo. Shane espirò a fondo.
“Ucciderli” disse, e Rick scosse la testa.
“Non ho intenzione di essere un macellaio”
“Rick, hanno tentato di ucciderci!”. Rick distolse lo sguardo, ma Shane gli afferrò il viso e lo girò verso di lui. Rick afferrò la sua mano, e la tolse. “Non ti importa nulla di cosa succede a queste persone? Di cosa succede a Lori o a Carl?”. Gli sembrava di sentir parlare Lori: anche lei lo diceva sempre che a lui non interessava niente di loro, pure la mattina del giorno in cui gli hanno sparato. Si passò le mani sul viso.
“Non ho intenzione di essere un macellaio” ripeté. “Per ora li terremo qui, fino a che non prenderemo una decisione”.
“Rick” ringhiò Shane. L’ex vicesceriffo gli andò contro, guardandolo fisso negli occhi.
“Il mondo sarà pure finito, ma io non voglio, per nessuna ragione, imbarbarirmi” disse, duramente, mentre si allontanava, diretto da quelli che ormai erano suoi prigionieri.
 
***
 
Era stato piuttosto divertente vederli discutere animatamente, soprattutto per Merle. Quel gruppo non aveva un capo ben definito, e sia quel Rick che quell’altro, Shane, avevano il carattere da leader, e idee diametralmente opposte – però fu grato che Rick fosse solo uno sbirro buono, per il momento gli dava ancora qualche ora di vita, e una possibilità di fuggire. Quando lui e suo fratello erano tornati dalla caccia e avevano trovato i loro uomini malconci, e una buca piena, erano ormai passati quattro o cinque giorni dall’avvenimento dei fatti; fortunatamente, partendo, Merle aveva dato disposizioni che venissero a prenderli se non fossero tornati entro il tramonto: mancavano poche ore, probabilmente i ragazzi si stavano già organizzando. Sorrise tra i baffi, pensando che entro il giorno dopo sarebbe tornato sulla moto con suo fratello, con un nuovo carico di provviste e di armi.
 
Quella sera li sistemarono fuori dal camper, legati per le mani, e Daryl fu sollevato di poter bere un po’ d’acqua. Aveva infinitamente sete, e c’era stato un gran sole tutto il giorno. Fu Rick a portar loro l’acqua, dopo che Merle aveva spaventato una ragazzina bionda con le sue avance moleste. Merle rovesciò la borraccia, e sputò a terra sprezzante.
“Sbirro maledetto” imprecò. “Non ci serve la tua pietà”.
“La mia pietà” ribatté Rick “ha impedito a Shane di aprirvi un buco in testa”. Daryl lo ammirava, in fondo: stava tenendo testa a suo fratello. Certo, era uno sbirro, e i suoi modi di fare erano irritanti, sempre accondiscendenti, sempre da buon samaritano.
“Ehi, ehi!” sentì gridare suo fratello. “Lascia stare la moto, ragazzino!”. Un bambino, forse dieci anni, stava gironzolando intorno alla moto di suo fratello, insieme ad una ragazzina sua coetanea, e avevano commesso l’errore di toccarla. Sentì Rick sospirare.
“Carl, Sophia” disse lo sbirro. “Allontanatevi”. I due bambini fecero come era stato detto loro, dirigendosi verso le madri. Quello che doveva essere il padre della bambina le diede un ciaffone così forte che Daryl si sentì prudere le mani: di padri abusivi ne sapeva abbastanza, e vedere una bambina che riceveva uno schiaffo solo per essersi avvicinata ad una moto non sua era qualcosa che faceva ribollire il sangue pure a lui.
“Che diavolo ti ha fatto?” sentì gridare da Shane. Il padre della bambina si alzò, un uomo sovrappeso contro il palestrato Shane.
“Non ficcarti in affari che non sono tuoi” rispose l’uomo.
“È solo una bambina” ribatté con forza Shane. L’uomo colpì Shane con forza, e Daryl vide la moglie, in lacrime, che tentava di fermarlo.
“Ed” la sentì strillare. “Per favore…”. Un pugno colpì anche lei. A quel punto Shane stava per gettarglisi addosso, quando Ed crollò, sputando sangue. Il rumore dello sparo era stato così nitido che era rimbombato per tutto l’ambiente circostante.


Note

Mi scuserete, ma le note stasera le lascio perdere!
Spero di pubblicare altrettanto velocemente il capitolo dopo :3

xoxo

Red Rope
   
 
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