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Autore: raffychan    16/01/2015    5 recensioni
Piccola parentesi dedicata alla FanFiction "Se un giorno mi diventassi estranea" Di LadyLina. Per chi segue questa storia ricorderà il primo capitolo dove Gourry abbandona Lina, ebbene qui ho voluto descrivere i sentimenti e i turbamenti di Lina quando si accorge della fuga dello spadaccino, oltre al motivo del suo cambiamento. Spero vivamente di non essere uscita troppo fuori dai binari della storia originale, come spero di essere riuscita a trasmettervi in qualche modo i vari sentimenti di Lina. Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amelia, Gourry Gabriev, Lina Inverse, Zelgadis Greywords
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prima di lasciarvi a questa piccola storiella voglio ringraziare due importanti persone . In primi LadyLina che da quasi un anno si sta prendendo egregiamente e con amore cura di una nostra creatura (si tesoro, non finirò mai di dirti che quella storia è ANCHE tua XD). Ringrazio di tutto cuore Andre per la scrupolosa e dettagliata correzione, senza di lei questo scritto sarebbe solo una cozzaglia di parole senza senso ^///^. Come sempre ogni suggerimento è bene accetto.
Buona lettura!

 
Lacrime nell’oscurità

Insistente! Non c’era altro modo per descriverlo. Era dannatamente insistente, oltre ad essere il classico uomo pieno di sé convinto di far cadere ogni donna ai propri piedi. Certo, lei gli aveva concesso un ballo, ma solo per toglierselo di torno nel minor tempo possibile, e anche per non usare i suoi “soliti metodi” visto che era comunque ospite, per poi tornare alla sua occupazione: IL CIBO!
Quel piatto stracolmo di sugose e croccanti cosce di pollo adagiato sul tavolo del Buffet non aspettava altro che lei e invece stava rischiando di trovarlo completamente vuoto se non si sbrigava. Declinò quindi con cortesia l’invito dell’uomo. Ovviamente se continuava ad insistere avrebbe mandato a quel paese tutte le buone educazioni di questo mondo ricorrendo a qualche calcio ben assestato.
E poi quell’individuo doveva ritenersi fortunato se lei, la grande Lina Inverse, gli aveva concesso almeno UN ballo! Allontanandosi quindi dal centro della sala iniziò a correre verso il tavolo dove aveva lasciato non solo quelle invitanti cosce di pollo ma anche il suo compagno di viaggio.
“Speriamo che quello zuccone me ne abbia lasciata qualcuna, se trovo il piatto vuoto giuro che gliela faccio pagare!”
Nemmeno si rese conto di avere urlato quelle parole mentre tentava di non inciampare su quei dannati trampoli che Amelia insisteva nel chiamare “scarpette”. Scarpette un corno! Appena fosse stato possibile se le sarebbe tolte gettandole in qualche fontana dei giardini reali di Sailoon.
“Giuro che ucciderò quel maledetto che ha inventato queste trappole mortali”.
Finalmente riuscì a raggiungere il tavolo del Buffet costatando con sua immensa gioia che il piatto sul quale lei aveva messo gli occhi addosso dal primo momento era ancora pieno. Evviva!
“Bravo Gourry, ogni tanto sai comportarti da gentiluomo”
Era convinta che lo spadaccino fosse rimasto vicino al tavolo ad aspettarla ma, girandosi nella direzione in cui credeva di averlo lasciato, di lui non c’era traccia.
Evidentemente starà parlando con Zel-
La maga cercò con lo sguardo la chimera: in quel momento stava sorseggiando tranquillamente un bicchiere di ottimo vino rosso sorridendo alla principessa.
-Strano- pensò Lina -se Gourry non è con loro dove diavolo si è cacciato? -
Un moto d’ansia iniziò lentamente a farsi strada seguita da una strana e violenta sensazione. Senza nemmeno pensarci due volte, e dimenticandosi del cibo che tanto aveva sognato di ingurgitare, raggiunse i suoi amici che vedendola arrivare quasi di corsa non poterono fare a meno di preoccuparsi.
“Lina, che succede?”  Zel alzò lo sguardo dal bicchiere “Non dirmi che ne hai combinata una delle tue…”
“Insomma Zel, possibile che pensi sempre al peggio quando mi vedi?”
“Visti i tuoi precedenti.”
Ignorando le VILE accuse della chimera, Lina si rivolse alla principessa.
“Amelia hai visto Gourry?”
“No. L’ho visto entrare in sala insieme a te ma poi è scomparso.”
Ok, niente panico, quello zuccone sicuramente era andato a rintanarsi da qualche parte con una montagna di cibo tra le mani alla faccia sua.
Ma insomma, perché si stava preoccupando così tanto? Che gliene importava di quello che faceva Gourry? Certo, lasciarla sola durante un ricevimento non era proprio un gesto carino, dopotutto loro erano una coppia …
-Err…UNA COPPIA? Ma quando? Dove? No…-
Insomma…loro erano una “coppia” nel senso “coppia di amici”. Già, AMICI, e niente di più! Di certo quella sera non si era agghindata in quella maniera e aveva passato ore ed ore a decidere quale indossare tra i tanti vestiti che Amelia le aveva fatto recapitare in camera solo per farsi notare dallo spadaccino…OVVIO CHE NO!
Lei era solo preoccupata per tutto quel cibo che Gourry stava mangiando a sua insaputa, insomma, si deve sempre condividere il cibo con i propri amici, no?
E poi chissà, magari si era sentito male e il suo compito da AMICA era quello di preoccuparsi e di stargli vicino. Dopotutto l’indomani sarebbero dovuti partire e di certo non voleva ritardare la partenza solo perché Gourry quella sera aveva deciso di fare l’ingordo e di beccarsi un atroce mal di pancia come conseguenza.
-Un mal di pancia? Ma si, è la spiegazione più logica!-
Sicuramente Gourry era nel letto a contorcersi dai dolori, ergo, lei doveva andare da lui, prenderlo prima di tutto in giro e rimproverarlo per essere stato tanto egoista e si, già che c’era preparargli uno dei suo rimedi, giusto perché una guardia del corpo ancora gli serviva. Decisa quindi nel suo nobile intento Lina salutò Amelia e Zel con la scusa di essere stanca e senza nemmeno aver messo nulla nello stomaco quella sera
Ma tanto mi farò offrire un mega pranzo da Gourry domani, così impara a farmi saltare la cena-
Si diresse verso la stanza dello spadaccino. Strano però, quella sensazione di ansia ancora non si decideva a lasciarla in pace, chissà perché? Rallentando la sua corsa Lina appoggiò la mano su una delle grandi vetrate del corridoio mentre l’altra era impegnata a riposare sul suo petto.
Prendendo ampi respiri cercò di scacciare quel turbamento che sembrava divorarla poco a poco. Quella sensazione di smarrimento, di paura, quell’ansia,la voglia improvvisa di piangere.
Sensazioni sgradevoli che non le erano affatto estranee ma che sperava di non riprovare mai più.
Era come, come stare per troppo tempo immersi nell’acqua gelida. Era come essere trafitti da mille spade, come l’aria che manca nei tuoi polmoni, come qualcosa di talmente grande che viene strappato con violenza dal tuo corpo e ti lascia dentro solo una sensazione di vuoto.
Il cuore di Lina aveva preso a battere all’impazzata dal momento in cui si era accorta che lo spadaccino non era più nella sala.
Era stupido, infinitamente stupido quello che stava sentendo, perché mai doveva sentirsi così poi? Gourry era nella sua stanza o comunque da qualche parte all’interno del palazzo, non era scomparso nel nulla, giusto?
Non era mica scomparso come quella volta, quando Fibrizio l’aveva preso prigioniero perché era proprio da quel giorno che lei aveva per la prima volta sentito tutti quei turbamenti, che aveva sentito per la prima volta il sapore amaro delle sue lacrime e si era sentita sola, come non si era mai sentita prima.
Ma poi tutto era passato nel momento stesso in cui si era risvegliata con Gourry al suo fianco.  Adesso invece eccola li, di nuovo schiava e prigioniera di quelle spiacevoli sensazioni.
-Basta, non devo assolutamente farmi prendere dal panico!-
Ispirando ed espirando due volte Lina ritrovò il suo solito autocontrollo dirigendosi a spasso spedito verso la stanza dello spadaccino e per tutti gli dei del cielo e i demoni degli inferi, l’avrebbe trovato e gliel’avrebbe fatta pagare a suon di ciabattate in testa, giusto per togliersi lo sfizio e anche per sfogarsi un po’. Dopo aver rischiato di rompersi l’osso del collo per ben due volte inciampando in quel dannato vestito –Altra cosa per cui Amelia dovrà risarcirmi- finalmente giunse dinanzi alla stanza dello spadaccino.
Bussò due volte e, senza dare il tempo a Gourry di venire ad aprire,  aprì la porta.
“CERVELLO DI MEDUSA TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI LASCIARE UN SIGNORINA COME ME SOLA DURANTE UN RICEVIMENTO? IO TI…”
Le ultime parole le morirono in gola. A parte lei, nella stanza, non c’era anima viva.
L’aria gelida della sera che entrava dalla finestra lasciata aperta muoveva i capelli della maga. Avvicinandosi al letto la Lina si guardò intorno ma tutto quello che vide furono gli abiti che lo spadaccino aveva indossato quella sera stessa accuratamente piegati sul letto. Ogni altro effetto personale era scomparso.
D’istinto corse verso la finestra nel vano tentativo di vedere lo spadaccino farsi un giretto nei giardini del palazzo ma  niente, solo alberi e siepi. Ok, magari quell’imbecille, non trovando nemmeno lei in sala, era andato in camera sua per cercarla a sua volta. Come un fulmine si diresse verso la propria stanza ma Gourry non era nemmeno li.
“Stupido idiota dove sei?”
Urlò Lina scagliando contro la parete il cuscino stendendosi sul letto. La testa le doleva da morire e si sentiva stanca, infinitamente stanca. Decise di mettere a tacere tutte quelle paure che la stavano divorando optando per una buona e sana dormita, di certo il giorno dopo quell’imbecille si sarebbe presentato nella sua stanza con la sua solita aria da ingenuo chiedendole Hey Lina ma dove sei finita ieri sera? E regalandole uno di quei sorrisi dolci che lei tanto adorava.
Ovviamente dopo gliel’avrebbe fatta pagare costringendolo a fare il giro dell’intero palazzo inseguito da una marea di palle di fuoco. Convinta di questo Lina chiuse lentamente gli occhi con il sorriso di Gourry a farle compagnia nei suo sogni.
La mattina seguente Lina si svegliò di buon ora. Appena sveglia si rese conto che era andata a dormire con indosso l’abito rosso della sera precedente ormai completamente stropicciato. Era stato un sonno agitato il suo accompagnato da orribili incubi dove era sola, in un luogo dove la luce nona arrivava e lei piangeva. Che sciocchezze! Scostando le lenzuola e alzandosi Lina si diresse verso la sedia dove vi erano i suoi abiti da viaggio. Finalmente poteva togliersi quel vestito. Legando i suoi capelli in un’alta coda e indossando gli stivali Lina corse come una fuori fuori dalla sua stanza diretta alla sala dove era sicura di trovare sia Amelia che Zel a fare colazione e si, anche quell’idiota di uno spadaccino che la sera prima aveva osato farla preoccupare in quel modo.
“Giuro che gli fregherò ogni cosa dal piatto per fargliela pagare, così impara.”
Ma non appena varcò la soglia si rese conto che non vi era ancora nessuno. Beh certo, era dannatamente presto a dirla tutta, normale non trovarci nessuno. Decise quindi di scendere  di farsi una camminata nei giardini del palazzo godendo dell’aria fresca del mattino.
Non appena fuori il suo viso fu baciato dalle prime luci del sole. Chissà se in quei giardini vi era qualche albero carico di squisiti frutti. In fondo era dalla sera prima che non toccava cibo e di certo non le andava di aspettare che le cucine aprissero per mettere qualcosa nello stomaco. Fortunatamente le sue previsioni si rivelarono fondate tornando con un bel carico di frutti tra le braccia. Bene, se li sarebbe mangiati tutti senza lasciarne nemmeno un tozzo a quello stupido e già che c’era se ne sarebbe tornata in camera sua, senza nemmeno presentarsi nella sala da pranzo per la colazione, giusto perché voleva far preoccupare Gourry stavolta. Ma la mattina passò di colpo senza che nessuno venisse a bussare alla sua porta. Fu verso il tardo pomeriggio che Lina decise finalmente di uscire dalla propria stanza per prendere aria, se rimaneva ancora un minuto chiusa li dentro rischiava di impazzire.
Quando raggiunse di  nuovo l’entrata ai giardini reali di Sailoon il suo sguardo si posò su una figura che proprio in quel momento stava camminando tra le siepi del giardino. Il sole stava ormai tramontando per permettere a Lina di riconoscere chiaramente chi fosse ma magari…
Gourry!
Eccolo! Finalmente si era deciso ad uscire fuori, quell’idiota! Lina prese a correre pronta ad urlare in faccia a Gourry ogni genere di insulto. Peccato che non appena lo raggiunse Lina si rese conto che quella figura altri non era che Zelgadis.
“Lina! E’ la seconda volta che ti vedo correre verso di me con quella faccia, si può sapere che ti prende?”
“E..ecco….io….ma che dici Zel, si vede che hai dormito poco. Ahahaha”
“Mmmmm….direi piuttosto il contrario”
Beh anche se non era Gourry poteva comunque chiedere a Zel se l’avesse visto ALMENO quella mattina, o comunque durante il giorno, o chissà..magari in qualche fontana del palazzo completamente ubriaco fradicio. Schiarendosi la voce Lina si decise a chiedere alla chimera se per caso lo spadaccino era passato di li.
“No. In verità ero convinto che ve la foste data tutte e due a gambe, infatti sono molto sorpreso di vederti ancora qui.”
Si può sapere cosa andava farneticando Zel? Perché mai NON doveva trovarsi li o comunque fuggire con Gourry la sera prima?
“Zel ma che stai dicendo? Perché mai sarei dovuta scappare dal momento che non riesco a trovare Gourry da ieri sera?”
“Perché prima ero nelle scuderie ed ho notato che manca uno dei cavalli. Mi è stato riferito dallo scudiero che ieri sera ha visto un uomo con lunghi capelli biondi prenderlo e fuggire a galoppo, per questo ho pensato che Gourry l’avesse rubato per te visto che conosco la tua repressione per i pomposi balli di Amelia.”
Sentì il fiato mancarle di colpo mentre le gambe non le reggevano più. Fu il ripentivo aiuto di Zel a salvarla da un’ipotetica caduta mentre Lina sentiva i suoi occhi riempirsi di lacrime. No, non era possibile, non poteva essere scappato, perché?
“Hey Lina, che ti prende?”
Zel riuscì a sollevarla in posizione eretta mentre Lina si aggrappava a lui, gli occhi ancora sgranati dallo stupore e dalla paura che quel presentimento che aveva dalla sera prima stava lentamente diventando realtà.
Senza nemmeno dare a Zel il tempo di capire o di dargli comunque una spiegazione Lina corse di nuovo verso la stanza dello spadaccino cercandolo ancora ma niente, tutto era rimasto esattamente come la sera prima, il letto intatto e i vestiti da ricevimento ancora li. Di Gourry nemmeno l’ombra. Di nuovo si precipitò verso la propria stanza ma Gourry non era nemmeno li.
Lina era nel più totale panico ormai, non voleva credere che fosse davvero scappato senza dirle nulla, senza lasciarle due righe. Senza una dannata spiegazione. Perché mai doveva andarsene? Perché l’aveva lasciata, per quale dannato motivo l’aveva fatto? La sua attenzione ad un certo punto fu catturata da un oggetto che fino a quel momento lei non aveva notato poggiato sul comodino. Un bracciale con una pietra color verde smeraldo. Lina si guardò il polso sinistro, anche lei aveva un bracciale identico, gliel’aveva regalato Gourry quando avevano deciso di recarsi a Zelphiria per il periodo della vendemmia.
Ricordava ancora quanto l’aveva imbarazzata ma anche quanto l’aveva resa felice ricevere un regalo del genere da parte dello spadaccino, legandoselo al braccio sinistro. Quel semplice bracciale era diventato un simbolo della loro unione a amicizia e lei lo adorava, per questo non se ne separava mai! Perché le ricordava ogni istante passato insieme a Gourry, ogni battaglia vinta, ogni notte passata insieme a lui a guardare le stelle, perché era unico e speciale, proprio come lui.
Ma quello che ora giaceva sul comodino non era il suo bracciale, visto che Lina l’aveva indosso. Prendendolo tra le mani capì che quello era il bracciale gemello di Gourry. Per quale motivo si trovava li, nella sua camera, e sul suo comodino? Eppure l’aveva chiaramente visto al polso dello spadaccino la sera prima. Al polso sinistro, proprio come il suo.

Perché è scappato stupida.

Perché di te non vuole sapere più niente.

Perché sei sempre e solo stata una ragazzina ai suoi occhi e niente di più.
 
Che senso aveva avuto dunque? Che senso avevano avuto tutti quegli anni passati insieme a combattere spalla a spalla, a sostenersi a vicenda, a piangere soltanto in sua presenza ed a rischiare l’intera umanità per riaverlo indietro? Che senso avevano avuto i suoi innumerevoli sforzi poi? Tutte le volte che aveva cercato di farsi notare da lui, di avvicinarsi a lui e di fargli capire che lei non era soltanto una ragazzina ma una donna! Una donna che voleva soltanto stare vicino all’uomo che amava.
Piccole sfere d’acqua andarono ad infrangersi sul pavimento mentre Lina si accasciava al suolo, tenendo tra le mani il bracciale di Gourry, piangendo come una bambina.
Una bambina. Già, per lui lei era sempre una bambina, una ragazzina che arrossiva sempre davanti a lui, che non era mai stata in grado di rivelargli i suo sentimenti, che l’unico comportamento che riusciva ad avere in sua presenza, quando lui sia avvicinava troppo, era quello di prenderlo a schiaffi perché sentiva il proprio cuore sul punto di scoppiare quando quegli occhi bellissimi e profondi come il mare la osservavano, quasi come se riuscissero a guardare fino infondo la sua anima.
Perché lei ci aveva creduto, aveva creduto a quella promessa.

“Ti resterò accanto, per tutta la vita”

Bugiardo! Bugiardo! Bugiardo!

Mi hai lasciata perché non sono nulla per te, perché non sarò mai nulla per te. Sei un bugiardo! Perché mi hai seguita dunque, perché mi hai protetta per tutto questo tempo, perché hai giurato che non mi avresti mai lasciata?

Perché aveva sprecato il suo tempo a prepararsi per lui quella sera? E perché non riusciva ad ammetterlo nemmeno a se stessa che lui era importante ?

“Perché sei solo una ragazzina Lina”

Gliel’aveva ripetuto infinite volte, anche dinanzi a tutti i loro amici. E lei che aveva sempre creduto che lui scherzasse, che anche lei fosse importante per lui e invece….

Ti ha lasciato!

Ormai non riusciva più a fermare quelle lacrime che copiose scendevano dai suoi occhi mentre l’oscurità della sera andava riempiendo l’interno di quella stanza mentre ogni ricordo dello spadaccino lentamente si stava facendo strada. Tutti i momenti passati insieme, tutte le battaglie e tutte le dannate volte in cui lei lo allontanava da lui, perché non riusciva a stargli vicino per paura che lui potesse accorgersi di qualcosa, leggendole quasi nella mente e scoprire che dopotutto tutto ciò che Lina voleva era stare tra le sue braccia, per sempre. E invece tutto quello che riusciva a fare era quello di arrossire e di allontanarsi da lui.
Non conosceva niente sull’amore, ne aveva sentito parlare infinite volte ma non l’aveva mai veramente sperimentato sulla propria pelle. Gourry invece era un uomo che nella sua vita aveva sicuramente conosciuto ogni tipo di donna, che sapeva di certo tutto sull’amore e su come rendere felice una donna. Quella donna che però lei non riusciva ad apparire agli occhi dello spadaccino.
Provò ad odiarlo ma non ci riuscì perché l’unica persona che in quel momento poteva odiare altri non era che se stessa e la sua dannata inesperienza con gli uomini. Sentiva l’oscurità avvolgerla lentamente, sempre di più, fino ad assorbirla. La sua mente andava a svuotarsi da ogni ricordo di quella che fino ad ora era stata la sua vita, insieme a lui. Perché faceva dannatamente male ricordare ora, perché non aveva più senso ricordare. Ormai c’era soltanto un pensiero fisso nella sua mente e l’avrebbe tenuto stretto fino alla fine, fino al giorno in cui l’avrebbe rivisto.
Lina si alzò dal pavimento, il bracciale di Gourry ancora tra le mani, mentre si avvicinava lentamente alla finestra, aprendo le inferriate. Lasciò che l’aria di quella sera portasse via le sue ultime lacrime che, come piccoli cristalli, andavano a disperdersi nell’oscurità della notte.

“Addio…”

Disse alla ragazzina che, da quella sera in avanti, non sarebbe più stata.

 
 
   
 
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