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Autore: LeoValdez00    16/01/2015    2 recensioni
"Aveva talmente sofferto per la morte di Bianca, da non voler più affezionarsi a nessuno.
Amare significava donare un pezzo della propria anima.
E la sua era morta insieme a Bianca.
Il suo cuore aveva ceduto, alla scoperta della sua morte, l' amore era stato sostituito dal dolore, dalla rabbia e dal rancore.
Non aveva più provato alcun sentimento da allora"
Forse Nico non è così solo come crede.
Ci sono molte persone che tengono a lui.
Deve solo capirlo.
(Jasico Friendship, Hazel/Nico) (ambientato in The House of Hades, quindi Spoiler per chi non l' avesse ancora letto)
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hazel Levesque, Jason Grace, Nico di Angelo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Mi dispiace Bianca.
Sono stato meschino ed egoista.
Sai che le cose brutte che ti ho detto non sono vere?
Non le penso sul serio.
Tu sei la mia sorellona e mi hai fatto anche da madre.
Non saprò mai come ringraziarti"
Nico finì di scrivere queste poche parole sul retro di un grande foglio, le mani tremanti.
Quando Bianca sarebbe tornata, avrebbe capito perché lui le aveva detto quelle brutte parole, avrebbe capito e lo avrebbe perdonato.
Come sempre.
Il bambino sorrise per la prima volta da quando la sorella era partita e voltò il foglio per riguardare il disegno che aveva fatto.
Era un bellissimo ritratto, che raffigurava una ragazza mora, dalla pelle chiara, quasi diafana, una cacciatrice armata di arco e frecce, con i lunghi capelli raccolti e intrecciati con dei fili d' argento.
E al margine, in basso a destra, c' era una piccola scritta.
"Sarò sempre con te"
***
"È morta, Nico"
Quelle tre, semplici ed ineluttabili parole, scavarono a fondo il cuore del figlio di Ade.
Le sentiva risuonare nella propria testa, continuamente, senza lasciargli modo di pensare ad altro.
Morta.
Come poteva essere morta?
Nico guardò il grande disegno fatto per la sorella.
Regalo che lei non avrebbe mai ricevuto.
Una rabbia, nera, cieca, si fece forza nel suo animo, attenuando momentaneamente tutti gli altri sentimenti.
Strappò il foglio, più e più volte, lacrime di rabbia che gli rigavano il viso, finché del bellissimo disegno non rimasero che brandelli sparsi.
E la rabbia improvvisa, così scomparve, lasciando che il suo cuore potesse essere travolto da un altro sentimento.
Il dolore.
Si accasciò a terra, cominciando a singhiozzare.
Si coprì il viso con le mani, portò le ginocchia al petto e si lasciò andare alle lacrime, desiderando solo una cosa.
Essere morto.
Che fosse morto lui, ma non Bianca.
Guardò i rimasugli del disegno che aveva fatto con tanto impegno, un' ultima immagine della sorella.
E decise che non avrebbe mai più sofferto così tanto.
Mai più.
***
Nico si chiuse la porta della cabina alle spalle, cercando di non far rumore.
Salì i gradini per raggiungere il ponte, maledicendosi per non aver infilato il giubbotto.
Ma era uscito di corsa, e il freddo era l' ultima cosa a cui poteva pensare.
Un incubo.
Uno stupido incubo era riuscito a impaurirlo a tal punto da dover andarsene dalla propria camera.
Si appoggiò al parapetto della nave, guardando sotto di sé quella che sembrava essere una grande città, completamente illuminata, nonostante l' ora tarda.
Respirò affannosamente per un paio di minuti, il cuore che batteva all' impazzata, finché non si impose di calmarsi.
Chiuse gli occhi tremante, cercando di pensare ad altro.
A qualsiasi cosa che non fosse quello stupido incubo.
Ma quelle tre parole risuonarono nella mente del figlio di Ade, senza lasciarlo pensare ad altro.
"È morto, Nico"
No, non lo era.
Era solo un sogno.
Il ragazzo strinse forte i pugni.
"È morto"
Conficcò le unghie nella carne, per distrarsi dal dolore che quasi gli fermava il cuore.
"Morto"
Nico urlò per la frustrazione, per poi sedersi a terra, le mani tra i capelli e le palpebre strette fino a far male.
Cominciò a singhiozzare, le lacrime sgorgarono prepotenti sul suo viso.
"Non di nuovo..." sussurrò tremante.
Non poteva soffrire ancora così, si era fatto una promessa.
Ma non importava quanto avesse voluto non pensarci.
Il figlio di Ade si rannicchiò su se stesso, cercando di non affondare nel dolore.
"Solo un sogno, uno stupido incubo" si ripeteva tra le lacrime.
Ma il corpo di Percy, steso a terra, rigido, freddo...
E la voce distrutta di Annabeth...
"È morto, Nico"
Era tutto così reale!
Il ragazzo appoggiò il viso alle ginocchia cercando di riprendersi, di non pensarci, perché ci sarebbe stato solo più male.
Ma quel dolore non accennava ad andarsene, era come se fosse sempre stato lì, in agguato nel suo cuore, aspettando il momento giusto per distruggerlo.
E lo aveva trovato.
Ora non riusciva quasi più a respirare.
Paura.
Erano anni che Nico non aveva più paura.
"Hey, che ci fai qui?" chiese qualcuno ridacchiando.
Il figlio di Ade alzò la testa di scatto, cercando la persona che aveva parlato, e incrociando per un momento lo sguardo di ghiaccio del figlio di Giove.
Non appena Jason lo vide in viso, smise di ridere e si sedette immediatamente in fianco a lui, appoggiandogli una mano sulla spalla.
"Che cos' è successo?" chiese preoccupato, talmente stupito di vedere Nico in un momento di tale debolezza, da esserne fin troppo sorpreso.
"Non è il momento, Grace" rispose infastidito il ragazzo, scrollandosi di dosso la sua mano.
La cosa buona di quell' incontro, era che il figlio di Ade si stava calmando, anche se non l' avrebbe mai ammesso, solo con la presenza del figlio di Giove.
Jason si mise allora in ginocchio davanti a lui, guardandolo negli occhi, che Nico sapeva essere rossi e gonfi di pianto.
"Ora tu mi dici che diavolo ti è successo" disse il ragazzo, in un tono che non ammetteva repliche, ma con una tale preoccupazione nella voce, da essere un incrocio tra un ordine e una supplica.
Nico lo guardò senza fiatare, il respiro ancora mozzo e lo sguardo sofferente.
All' improvviso sorrise, a metà fra l' ironico e il sincero, per prendere poi un respiro profondo.
"Solo un incubo, Grace, non preoccuparti" disse asciugandosi gli occhi e cercando di rimettersi in piedi.
Jason lo sostenne e lo fece alzare.
"Che incubo? Cos' hai sognato?" disse osservandolo con gli occhi sbarrati.
"Mostri, Dei cattivi, donne di terra che vogliono ucciderci... le solite cose..." disse alzando le spalle e trattenendo le lacrime.
Il figlio di Giove lo guardò freddamente negli occhi.
"Nico di Angelo non si spaventerebbe per questo. Non uscirebbe impaurito nel bel mezzo della notte. Non piangerebbe in un angolo del ponte.
Non per questo" disse stringendo i denti.
Il figlio di Ade evitò il suo sguardo.
"Dovrei tornare in cabina, Grace" sussurrò stringendo le palpebre e avviandosi sotto coperta.
Il ragazzo lo seguì, senza fiatare, fino alla camera di Nico.
Quando il figlio di Ade stava per chiudere la porta, Jason mise un piede in mezzo.
"Non puoi continuare così..." sussurrò guardandolo negli occhi.
"Posso... e lo farò..." disse tremante.
Il figlio di Giove tolse il piede, senza smettere di guardare il ragazzo.
"Buonanotte, Jason" sussurrò chiudendo la porta, per poi buttarsi scompostamente sul letto, cercando di ricordarsi come respirare.





#AngoloDiLeo
Buongiorno a tutti semidei!
Detto sinceramente, mi dispiace molto di aver ricevuto solo una recensione per lo scorso capitolo...
Era la prima volta che si vedeva anche Hazel e speravo in qualche opinione...
In ogni caso, ecco il quinto capitolo!
*saltella contenta*
Ma come faccio ad aggiornare così in fretta?
*vocina interiore* -Ma ieri sera hai scritto fino a mezzanotte ricordi?
Ehm... si forse ha ragione lei...
Comunque...
Spero in quealche recensione mezzosangue!
Ditemi il vostro parere e consigli per permettermi di migliorare.
Un bacio <3
LeoValdez00

 
   
 
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