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Autore: Anima90    16/01/2015    5 recensioni
"- Scelgo me. A partire da oggi sceglierò me, ogni giorno. Sceglierò di amare me stessa incondizionatamente e non certo una persona che trova il coraggio di infilzare criminali come fossero spiedini, di affrontare senza esitazioni l'uomo più potente che sia mai esistito sulla faccia della terra, ma non di viversi la persona che tanto professa di amare!"
La storia si colloca nella 3x12, episodio che a mio parere vedrà il ritorno di Oliver nel presente. Come reagirà il team Arrow a questo incontro? E soprattutto come reagirà Felicity?
ATTENZIONE SPOILER per chi non segue la programmazione americana.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Roy Harper
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Hey Dig, quante volte ti ho salvato il culo stasera?
- Non vantarti troppo ragazzo, tutta questa roba per me è ancora una novità... devo ricordarti per caso in che condizioni pietose eri il primo mese? Per poco non facevi saltare in aria il sistema elettrico dell'intero isolato!
- Resta il fatto che stasera ti ho salvato il culo, almeno tre volte.
- Volete smetterla tutti e due? - Li interruppe Felicity, palesemente disturbata da quei discorsi infantili. Era da un po' che non si lasciava andare a qualche battuta e ad un po' di sano divertimento. Non ci riusciva più come un tempo - Dovrò procurarvi un righello, così finalmente potrete misurarvelo e vedere chi ce l'ha più lungo, Dio!
- Misurare cosa, esattamente?
Una voce alle sue spalle le gelò il sangue nelle vene. Una voce familiare, maledettamente familiare. Troppo familiare per essere vera. La voce di Oliver.
- Non è possibile! Non è assolutamente possibile!
Diggle, scosso da quella visione, corse incontro all'amico che credeva morto.
- A quanto pare sono riuscito a non morire, di nuovo!
Oliver ricambiò con gioia quell'abbraccio che sapeva di famiglia. Che sapeva di casa, finalmente.
- Oliver, non è giusto, proprio ora che iniziavo ad abituarmi ad avere il comando della situazione in questo posto!
Roy li raggiunse con un sorriso a 32 denti stampato sul volto, scombinando i capelli di Oliver in un gesto affetuoso.
Felicity stava assistendo immobile a quella scena, senza riuscire a trovare la forza di formulare un pensiero compiuto. Come caduta in uno stato di shock.
- Felicity... - Oliver, con prudenza, rivolse finalmente la sua attenzione alla donna, un po' deluso da quella reazione. Non che si aspettasse che gli saltasse al collo, è chiaro, ma quella presunta indifferenza lo stava ferendo in un modo che non credeva possibile.
- Felicity, che ti succede? È Oliver, guarda, è tornato! - Diggle intanto si era avvicinato a lei provando a scuoterla dai suoi pensieri. Non l'aveva mai vista in quello stato, nemmeno in occasione della notizia della morte dell'amico.
- Lasciateci soli - sentenziò Felicity, ponendo fine a quell'interminabile silenzio e lasciando tutti di stucco.
Diggle la guardò interrogativo.
- Davvero, Dig. È tutto apposto. Dateci cinque minuti.
L'amico a quelle parole si scambiò con Roy un cenno di intesa e, seguito da quest'ultimo, percorse le scale del covo, chiudendosi rumorosamente la pesante porta alle spalle.
- Ehi.... - Oliver, in evidente difficoltà, provò a rompere il ghiaccio.
- Ehi... - fu la sola risposta di Felicity, cui seguì un breve silenzio colmo di imbarazzo.
- Come stai?  - Come hai fatto?
Si dissero all'unisono, maledicendo silenziosamente il loro inopportuno tempismo.
- Scusami, prima tu... - le concesse Oliver con gelateria.
- Come hai fatto?
- A fare cosa? A restare vivo? Ho avuto qualche aiuto...
- No, non parlo di questo. - Lo interruppe, alzando di qualche tacca il volume della voce. - Parlo di come tu sia riuscito ad abbandonarmi di nuovo, Oliver. Di come tu a quanto pare ci riesca ogni singola. Maledettissima. Volta.
- Temo di non capire di cosa tu stia parlando.
- Sto parlando di te, Oliver. Di te, che confessi di amarmi, ma solo per fermare Slade. Di te, che mi inviti a cena, ma ti tiri indietro non appena le cose iniziano a complicarsi. Di te, che confessi di amarmi, di nuovo, ma poi mi lasci qui come una cretina, terrorizzata all'idea di poterti perdere per sempre. E indovina cosa? Ti ho perso per davvero. Per 27 lunghissimi giorni ho creduto di averti perso, rassegnata all'idea di non vederti mai più.
Oliver, in un gesto disperato, afferrò la sua mano e se la posizionò sulla parte sinistra del petto. Voleva rassicurarla, farle sentire che il suo cuore batteva ancora.
- Ma sono qui adesso. Sono tornato a casa sano e salvo, da voi. Da te. E non ho nessuna intenzione di abbandonarti di nuovo.
Felicity si allontanò frettolosamente da quel contatto, come se ne fosse rimasta scottata. Evidentemente Oliver aveva frainteso le sue intenzioni.
- Fino a quando non ci sarà un'altra esplosione, un altro Slade, un altro dannatissimo mondo da salvare. Perché non sai fare altro, Oliver. Non sai fare altro che scappare dai sentimenti che dici di provare per me.
- Sei ingiusta, Felicity. Lo sai che tutto quello che voglio è che le persone a cui tengo siano al sicuro. Che tu sia al sicuro. Sai bene che non posso condurre una vita normale, non con tutte queste responsabilità sulle mie spalle!
- E alla mia di vita, ci pensi mai? Ci pensi mai al terrorre che provo ogni volta che vai in missione? All'insoddisfazione che sento ogni volta che dici di amarmi, sapendo che quell'amore non sarà mai abbastanza per te? Che io non sarò mai abbastanza per te!
Oliver rimase in silenzio, incapace di reagire, profondamente svuotato da quelle parole così dure. Bramò di essere trafitto di nuovo da quella lama, avrebbe provato sicuramente meno dolore.
- Sai cosa, Oliver? Non mi interessa più niente di tutto questo. Non voglio più vivere in tua funzione, in funzione del prossimo momento in cui mi lascerai sola a leccarmi le ferite. Sento che se dovesse accadere ancora potrei non riuscire a sopravviverne.
Si avvicinò a lui, riservandogli uno sguardo risoluto e triste allo stesso tempo. Lo sguardo di chi si arrende, senza però perdere la forza di ricominciare.
- Scelgo me. A partire da oggi sceglierò me, ogni giorno. Sceglierò di amare me stessa incondizionatamente e non certo una persona che trova il coraggio di infilzare criminali come fossero spiedini, di affrontare senza esitazioni l'uomo più potente che sia mai esistito sulla faccia della terra, ma non di viversi la persona che tanto professa di amare!
A quel punto voltò all'uomo le spalle, raggiungengendo a passo spedito l'uscita. Dovette apppellarsi a tutta la forza di volontà che aveva in corpo per non tornare indietro e correrre ad abbracciarlo. Non credeva che lasciarlo andare sarebbe stato così difficile.
Oliver la guardò andare via, in silenzio, seguendola con lo sguardo fino al momento in cui sparì completamente dalla sua visuale. Felicity aveva ragione, in tutto. Era un codardo. Un codardo che non trovava nemmeno la forza di rincorrere la donna che ama. Di prometterle che non la lascerà mai più sola, di assicurarle che per lei c'è e ci sarà sempre.
Avrebbe tanto voluto amarla, in maniera totale ed incondizionata, così come lei meritava. Avrebbe tanto voluto viverla, senza lasciarsi più sopraffare da remore e stupide paure. Ma dentro di sè sapeva che non era quello il momento giusto. Starling City aveva ancora bisogno di lui, ora più che mai.
 
*Nota dell'autrice*
Buonasera a tutti! Sono tornata prima di quanto pensassi. Ho scritto questa one-shot basandomi sugli spoiler usciti ultimamente ed ho immaginato che l'incontro di Oliver con il suo team avvenga in questo modo. Spero che la storia vi sia piaciuta, alla prossima! 
  
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