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Autore: fefi97    17/01/2015    7 recensioni
post 5x 13. Brian, si sa , non é geloso. Ma cosa otteniamo quando combiniamo la sua assoluta non gelosia con una serata di beneficenza non voluta, una Daphne totalmente incompetente in campo musicale e il nostro amato Sunshine? Storia scritta unicamente per strappare un sorriso :)
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Daphne Chanders, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Vorrei fare una piccola premessa : e’ la prima storia su Queer as Folk che scrivo ed è una cosa piuttosto stupida e abbastanza tenera, scritta giusto per strappare un sorriso, se ci riesco , quindi non siate troppo severe ;) Naturalmente è sui Britin, che io amo ed è una post 5x13. Spero di non fare danni e spero che vi possa piacere ! Un bacione !
 
I'M NOT JEALOUS. JEALOUSY IS FOR LESBIANS
 
-La vuoi piantare ? – sbottò Brian all’ennesimo sorrisetto malcelato di Justin. Il ragazzo sfoderò un’ espressione fintamente innocente , appoggiandosi con noncuranza alla parete del montacarichi e volgendo gli occhi blu al suo compagno, accesi di una leggera ironia.
-Di fare cosa? –
-Di essere patetico – sibilò Brian . Cristo, per tutto il tragitto verso il loft Justin non aveva fatto altro che guardarlo di sottecchi e sorridere con quella sua dannata espressione da : so che mi ami, Kinney. Va bene che era vero, va bene che erano sposati  e monogami da un pezzo ormai , ma aveva ancora una dignità, cazzo,non era mica una lesbica, lui.   Il montacarichi si fermò e Brian scese per primo , mentre Justin lo seguiva cercando di trattenere una risata. Stuzzicare Brian era sempre divertente, ma non voleva tirare troppo la corda. Lo seguì docilmente nel loft, protagonista di tanti momenti tra lui e Brian , belli o brutti, ma soprattutto testimone della passione e dell’amore che li univa da quasi dieci anni. Infatti dopo che era partito per New York, non ci era voluto molto perché capissero di non poter stare separati. Ma Brian era troppo orgoglioso per chiedergli di tornare e in più aveva questa assurda e masochista convinzione di dover sacrificare la sua felicità per la carriera artistica di Justin. Così il ragazzo aveva deciso di prendere in mano la situazione, come al solito. Senza dirgli niente, aveva preso un aereo per Pittsburgh e si era fatto trovare davanti alla porta del loft, bagagli e sorriso al seguito. Quando Brian lo aveva visto, aveva aperto la bocca e prima che vi potesse uscire un poco gradito e tu che cazzo ci fai qui? Justin aveva detto : - Tu prova a dirmi che devo tornare indietro e io giuro che ti ammazzo – poi si era fiondato su di lui e gli aveva infilato la lingua in bocca. E Brian non aveva pensato nemmeno per un secondo di dirgli di andare via . Cazzo, perché doveva farlo se quel maledetto Sunshine gli era mancato così tanto per quei fottutissimi due anni ? Ma non gli aveva detto quanto gli era mancato, non a parole almeno. Avevano fatto l’amore e Brian ci aveva messo tutto se stesso, tutto l’amore  e la devozione che provava per quella testolina bionda per fargli capire che, si, lo amava fottutamente. Alla fine, stremati, Brian gli aveva sussurrato all’orecchio : - In fondo non mi dispiace particolarmente quando mi stai attorno - . E Justin da quel giorno aveva ripreso il suo posto a Pittsburgh, il suo posto nel loft e a Britin, il suo posto accanto a Brian. Erano sempre gli stessi, Brian era sempre Brian , monogamo e innamorato, si , ma sempre deciso a non conformarsi troppo a “ quegli etero del cazzo “, e Justin era sempre Justin, diabeticamente dolce, testardo e geniale, che con la sua influenza contribuiva ad ammorbidire il compagno. Andava tutto bene tra loro, peccato che quella sera fosse successo un episodio che aveva fatto incazzare Brian e divertire Justin a morte. Mentre Brian, sbuffando e imprecando , si toglieva l’abito da sera che indossava , Justin, guardandolo, sorrise nel ricordare gli avvenimenti di quella sera.
 
TRE ORE PRIMA
Justin continuava a fissare imbronciato lo smoking che era stato costretto ad indossare, come se gli avesse  fatto un torto personale. Brian, alla guida della Corvette, si accorse del suo disappunto con la coda dell’occhio e sorrise, divertito.
-E’ una serata di beneficenza, Sunshine.  Ti aspettavi davvero che ti facessi tenere i jeans , quella maglietta tutta sporca di pittura e le scarpe da ginnastica? –
Justin gli lanciò un’occhiataccia, risentito. – Se è davvero beneficenza,  a chi importa come mi vesto ? Non dovrebbe contare solo la mia propensione a fare beneficenza, appunto? –
-Importa a me – replicò Brian, poi gli lanciò un’occhiata maliziosa – E poi sei fottutamente stupendo  vestito così, sai ? –
Justin rise e il cuore di Brian si scaldò a quel suono di cui non era mai sazio. Nonostante fossero quasi tre anni che erano sposati, ancora gli faceva uno strano effetto, lasciarsi andare a quei pensieri sdolcinati e fare parte di una vera coppia. Ma non poteva farci niente : amava quella testolina bionda.
-Mmm... Mr. Kinney che mi fa addirittura un complimento.. Sei di buon umore ? – lo prese in giro bonariamente, rivolgendogli un sorriso splendente. Brian sfoderò un sorriso tutto canini e senza staccare gli occhi dalla strada, gli posò una mano sulla coscia, pericolosamente vicina al suo inguine.
-Non si vede ? –
Justin si mosse irrequieto e il sorriso di Brian si allargò ancora di più.
-Brian-  sussurrò con voce suadente  -E se tornassimo a casa..? –
Ma Brian rise e tolse la mano, guadagnandosi un’occhiataccia risentita da parte di Justin. Stronzo!
-Ma come Splendore, vorresti deludere così la cara Daphne ? – disse, sorridendo perfido. Justin sbuffò e si voltò verso il finestrino, di nuovo di pessimo umore.
- E’l’ultima volta che mi lascio convincere da Daphne ad andare a uno dei suoi pallosi eventi – borbottò . Brian gli lanciò un’occhiata e si raddolcì a vederlo così imbronciato .
-Coraggio Sunshine, ci facciamo vedere, salutiamo Daphne e gli altri, stiamo mezz’ora  e poi ce ne torniamo a casa tu e io, mh? – propose con voce carica di sottintesi. Justin si illuminò di nuovo e Brian provò ancora quella patetica sensazione di calore al cuore. Rimasero in pacato silenzio per un po’, poi Brian chiese : - Come si svolgerà esattamente la serata ? –
Justin si strinse nelle spalle – Non lo so. A quanto ho capito un amico di Daphne suonerà l’arpa o “un’altra roba del genere “ – rispose ripetendo le parole che Daphne gli aveva detto al telefono. Brian storse il naso.
- Non dobbiamo farci incastrare mai più da Daphne – decretò e Justin rise.
 
Quando arrivarono mano nella mano  nell’ampia e sontuosa sala che avrebbe ospitato il concerto, Justin scoppiò a ridere intercettando , tutti seduti nell’ultima fila , Emmett, vestito in maniera decisamente poco elegante e sobria, Michael, con l’aria di uno che si vuole suicidare , Ben, con un’espressione neutrale e gentile come al solito e Ted, che sembrava l’unico contento. Beh, in fondo  a lui la musica classica piaceva. Nel complesso il gruppo aveva un’aria decisamente depressa.  Non c’era niente da dire, quando Daphne voleva una cosa , e per inciso che ci fosse la massima affluenza possibile all’evento, la otteneva. Lui  e Brian si avvicinarono agli amici e si sedettero nei due posti liberi accanto ad Emmett.
-I signori Kinney ! – cinguettò Emmett abbracciando Justin. Brian alzò gli occhi al cielo mentre si sporgeva per baciare leggermente Michael sulle labbra .
-Chiudi quella cazzo di bocca, Emmett –
Emmett lo guardò male. – Tesoro, non puoi fare qualcosa per questo suo caratteraccio? – chiese poi a Justin. Il ragazzo sorrise e si strinse nelle spalle.
-Ma a me piace così – replicò semplicemente, guadagnandosi un bacio sulla guancia da parte di Brian.
-Justin! – urlò improvvisamente una voce concitata . Justin si voltò: Daphne, la sua  purtroppo migliore amica stava correndo verso si lui, traballando su un paio di tacchi pericolosamente alti, avvolta in un vestito da sera rosa pallido.
-Ehi Daph – la salutò Justin con un sorriso, che vacillò nel vedere l’espressione in panico di Daphne e l’occhiata preoccupata che aveva lanciato a Brian, perplesso quanto Justin.
-Jus, posso parlarti in privato, per favore – sussurrò Daphne continuando a lanciare occhiate nervose a Brian.
-Vi prego di prendere posto signori e signore, tra poco il signor Nicholas Jones si esibirà – annunciò intanto  una donna al microfono sul palco. Justin lanciò un’occhiata a Brian che si strinse nelle spalle per dissimulare il fastidio per tutta quella segretezza.
-Vai, prima che inizi questa imperdibile esibizione – disse ironico ma con un sorriso. Justin annuì, lo baciò brevemente e poi seguì Daphne fuori dalla sala. Appena furono soli la ragazza cominciò a fare avanti indietro, angosciata. Justin la fissò, cominciando a preoccuparsi.
-Daph, ma che succede ? –
-Ho fatto un casino , Justin ! – esclamò Daphne voltandosi a guardarlo. – Ti ricordi quando avevo detto che il mio amico suonava l’arpa o una roba del genere ? –
Justin annuì, ancora confuso.
-Beh ho scoperto che si trattava di un altro strumento  a corda – sibilò.
A Justin bastò osservare bene l’espressione atterrita dell’amica per capire a che cosa si riferisse.
-Ti prego – sussurrò – dimmi che  il tuo amico suonerà canzoni country con la chitarra e non un cazzo di violino –
L’espressione di Daphne si fece quasi disperata – Mi dispiace così tanto , Justin –
-Cazzo! – sibilò Justin portandosi le mani tra i capelli biondi. Rivolse un’occhiataccia all’amica – Come cazzo fai a confondere un violino con un’arpa ?! –
-Ehi, ho detto che mi dispiace! –
Justin sospirò, cercando di calmarsi e di sorridere all’amica . – Va bene, non facciamoci prendere dal panico. Devo solo convincere Brian a tornare a casa, prima che lo scopra e diventi una belva. –
Daphne annuì, agitata – Buona idea. Se ti sbrighi dovresti avere ancora un paio di minuti –
Justin annuì e tornò in sala. Questa Daphne gliela avrebbe pagata, ma ora la sua priorità era un’altra. Non poteva assolutamente permettere che Brian ascoltasse l’esibizione di un violinista . Di un violinista ! Erano passati parecchi anni dall’ “ incidente Ethan” , come Daphne amava chiamarlo, ma Justin non aveva mai pensato neanche per un minuto che la sua promessa di non ascoltare mai più un violino non valesse più per Brian. Raggiunse il marito con il fiatone e Brian lo guardò contento.
-Ehi Sunshine . Appena in tempo. Dai siediti, che la palla sta per cominciare –
Justin scosse la testa, gli si mise a cavalcioni e gli buttò le braccia al collo , baciandolo con irruenza e prendendolo totalmente di sorpresa. Poi si staccò e lo guardò dritto negli occhi.
-Non voglio ascoltare nessuna cazzo di esibizione. Voglio andare a casa a scopare – disse senza preoccuparsi di tenere un tono di voce basso . Alcune signore sedute nella fila davanti si voltarono a guardalo sconvolte, mentre Emmett, Michael, Ben e Ted scoppiavano a ridere. Brian inarcò le sopracciglia. Justin era sempre passionale, ma mai così spudorato in pubblico, quella era la sua parte. Che stava succedendo? Fosse stato per lui certo che sarebbero stati  a casa, ma Justin si era lasciato incastrare da Daphne e di conseguenza era stato coinvolto pure lui.
- Quanta fretta Sunshine. Te l’ho detto ,dopo scoperemo quanto ti pare ma prima dobbiamo stare un po’ qui. L’hai promesso tu a Daphne no? –
Si ma ho promesso a te che non avrei mai ascoltato un violino in tua presenza , pensò Justin disperato , ma ad alta voce disse solo: - Con Daphne ho già parlato, ha detto che va bene, se vogliamo andarcene  –
-Ma davvero – replicò Brian incrociando le braccia al  petto . A chi credeva di darla a bere ? Daphne aveva rotto le palle a lui e agli altri per settimane con questa dannata serata e ora le andava benissimo che se ne andassero per scopare?
- Non potete andarvene – piagnucolò Michael e Justin provò il folle desiderio di strozzarlo – Cazzo, non potete abbandonarmi qui a questo concerto noiosissimo –
-Già, tesoro sei tu che hai detto che dovevamo venire per Daphne – rincarò Emmett.
-A proposito, che tipo di strumento suona il ragazzo ? – chiese Ted interessato.
-Un’arpa  o un altro di quei fottuti strumenti a corda – rispose Brian noncurante  e Justin provò il forte desiderio di piangere. Un tiepido applauso annunciò che Nicholas Jones era salito sul palco e Justin, rassegnato , si lasciò scivolare accanto a Brian con una faccia assolutamente depressa. Brian fraintese la sua frustrazione per rabbia per il suo rifiuto di andarsene e fece scivolare una mano nella sua. Jones intanto era salito sul palco e si stava sistemando su una sedia.
-Che cosa ha in mano? – sussurrò Emmett cercando di sollevarsi sulla sedia per poter vedere oltre le teste degli altri spettatori.
-Sembrerebbe una custodia – bisbigliò Ben di rimando.
-Si ma dove cazzo è l’arpa ? – si lagnò Michael che non vedeva l’ora che quella tortura finisse. Justin sbirciò Brian : sembrava tranquillo, quindi non aveva ancora fatto due più due . Per ora. Jones si mise la custodia sulle gambe e l’aprì estraendo lo strumento che era diventato in assoluto il più odioso a Justin: un maledettissimo violino. Per un attimo nessuno emise un fiato nell’ultima fila , tutti troppo scioccati e sorpresi per dire qualcosa. Poi la presa di Brian sulla mano di Justin si strinse mentre Emmett , Ted e Michael prendevano a ridacchiare piano . Cazzo, Brian Kinney a sentire un violino . Questa era da non perdere, peccato che Linz e Mel fossero  a Toronto.  Ben, l’unico che si sforzava di essere solidale con Brian, nascose un sorrise dietro il foglio che illustrava il programma della serata.
-Niente arpa  a quanto pare, Mickey – sghignazzò Ted. Justin gli lanciò un’occhiataccia e poi guardò Brian, preoccupato. Suo marito aveva un’espressione altamente schifata in viso, come se stesse per assistere allo smembramento di un essere umano piuttosto che a un concerto e aveva quella strana luce negli occhi, quella del periodo di Ian. Era geloso.  Guardandolo, Justin dovette ammettere con i ragazzi che la situazione aveva un lato comico, ma aveva paura che se l’avesse buttata sul ridere Brian l’avrebbe squartato .
-Non lo sapevo –  gli bisbigliò – Daphne me l’ha detto solo pochi minuti fa –
Brian strinse la mascella ma non disse nulla.
-Suonerò un pezzo di Paganini, questa sera – annunciò Jones, poi prese a suonare.
-Paganini? – mormorò Emmett divertito, spingendosi oltre Justin per dare una gomitata a Brian – Strane coincidenze, eh? –
-Guardate ha anche il pizzetto! – sussurrò Michael con voce soffocata dalle risatine che lo scuotevano. Justin si morse il labbro. Non doveva ridere, non doveva ridere, non doveva ridere.
-Beh è bravo , non è vero , Justin ? – disse Ted sporgendosi oltre Ben e Michael, ma guardando Brian. Quest’ultimo gli rivolse un’occhiata assassina.
-Finiscila Ted – gli intimò Justin , anche se non era molto credibile con le guance morse per il tentativo di non ridere alla faccia assolutamente disgustata e incazzata di Brian. Stringeva ancora la mano nella sua, troppo forte  e in maniera troppo possessiva per essere normale.
-Si ragazzi finitela - bisbigliò Ben . Con un po’ di sforzo i tre tornarono all’ordine, sforzandosi di seguire il brano che stava diventando sempre più virtuoso.
-Chissà che pezzo di Paganini suona.. non l’ha detto – constatò Emmett innocentemente dopo un po’.
-La primavera – rispose immediatamente Justin ,senza pensarci. In fondo quante volte Ethan gli aveva suonato quello stesso pezzo ? Si rese conto della cazzata che aveva detto quando Brian si voltò lentamente verso di lui e Ted, Mickey ,Emmett e addirittura Ben scoppiarono a ridere forte.
-Shh! – si indignarono alcuni spettatori delle file davanti, guardandoli male. Brian si alzò in piedi di scatto e tirò Justin per la mano che ancora stringeva.
-Andiamo via Sunshine –
Justin lo guardò sorpreso : andarsene ora sarebbe stato davvero maleducato , lui pensava di attendere la pausa tra la fine di questo brano e l’inizio di quello successivo per trascinare via Brian da lì.
-Ma..
-Muoviti Justin! –
Justin non se lo fece ripetere e si alzò in piedi , mentre quegli idioti dei loro amici ormai si sbellicavano dalle risate.
 
Dio, vedere Brian così geloso lo aveva divertito da matti.  Ora però la situazione cominciava a preoccuparlo. Erano a letto , con solo i boxer addosso, e non solo Brian non gli aveva rivolto più parola da quando erano scesi dal montacarichi, ma non aveva neppure tentato di sedurlo, cosa decisamente non da lui. Anzi, in questo momento gli dava con decisone le spalle. Justin aggrottò le sopracciglia , deciso a non demordere. Strisciò verso di lui, gli circondò la vita con un braccio e gli baciò la base del collo. Brian rimase perfettamente immobile e in silenzio. Justin fece scivolare una mano verso i boxer di Brian, ma il marito gliela afferrò bruscamente e si girò verso Justin, gli occhi verdi arrabbiati.
-Non sono in vena , Justin . Il tuo amico tortura gatti me l’ha fatto ammosciare – sibilò cattivo.
-Non è mio amico – mormorò Justin, ferito dal tono usato dal compagno.
-Però ti ha ricordato un amichetto speciale , vero? Anche Ian ti suonava la primavera di Paganini a lume di candela o sbaglio ? – replicò acidamente senza riuscire a trattenersi. Justin gli rivolse uno sguardo vacuo per un istante , poi scoppiò a ridere.
-E adesso che cazzo c’è ? – sbottò Brian.
-Oh, Brian. Tu sei geloso – rise Justin cercando di abbracciarlo, ma Brian si ritrasse infastidito .
-Io non sono affatto geloso. La gelosia..
-.. è per le lesbiche, lo so  – completò Justin divertito. – Guarda che puoi ammetterlo, che sei geloso sai ? Non ci sono Michael o Ted a prenderti in giro qui, puoi ammettere che ti importa di me – gli fece notare Justin, un po’ urtato dalla totale incapacità di Brian di ammettere i suoi sentimenti. Ci era abituato, e anche quell’aspetto di lui era uno dei motivi per cui lo amava così tanto, ma non gli sarebbe dispiaciuto sentire uscire dalla sua bocca un altro “ ti amo “ , ogni tanto, anche se sapeva che Brian lo amava. Brian gli rivolse un ‘occhiata sdegnata .
- Se volevi una storia romantica fatta di paroline dolci sussurrate al buio, picnic sul tappeto e “ ti amo” ogni dieci secondi, dovevi restare con Ian , a farti scopare da lui e dal suo fottuto violino – sputò disgustato. Justin perse il sorriso e si ritrasse ferito . Brian si diede mentalmente del coglione, ma rimase in silenzio a guardare quegli occhioni blu che lo fissavano oltraggiati.
-Sei proprio un coglione , Brian – sibilò Justin alzandosi dal letto e cominciando a rivestirsi.
-E ora dove cazzo vai ? – chiese Brian e anche se cercava di sembrare indifferente dentro di sé tutto gridava : All’erta ! Pericolo abbandono! Justin sbottò in una risata amara , senza guardarlo.
-E me lo chiedi ? Da Ethan naturalmente , a farmi dare il bis di Paganini – disse ironico infilandosi una maglietta a caso.
-Paganini  non ripete – mormorò Brian guardandolo con occhi spenti.
-Si, beh, l’hai detto tu che io sono un suo amichetto speciale , per me farà un’eccezione – replicò distrattamente Justin mentre si infilava i jeans. Brian non rispondeva e lui sospirò.
-Giusto perché tu non finisca per crederci davvero, vado da mia madre, fino a quando non sarai un po’ meno stronzo – lo informò secco. Sperò che Brian gli dicesse di non andare, che lo amava e che era solo geloso di lui, ma naturalmente il marito rimase in silenzio . Stava per uscire dalla camera quando la voce di Brian lo fece bloccare.
-Quando mi avevi lasciato per lui mi mancavi talmente tanto che ho pagato un gigolò che ti assomigliava pur di averti ancora con me –
Justin si voltò di scatto e vide che Brian, seduto sul letto , evitava il suo sguardo, restio come al solito ad aprirsi.
-Tu.. cosa ? – boccheggiò sorpreso e Brian sbuffò.
-Hai sentito Sunshine. – lo guardò dritto negli occhi – Se te l’ho detto ora dopo tutto questo tempo è per farti capire che io a te ci ho sempre tenuto e mi dispiace se a volte ti ho fatto credere il contrario, perché la fottuta verità è che mi sentivo perso senza di te. Mi sono sentito perso quando eri in ospedale, quando sei partito per Los Angeles e New York- Brian sospirò e si alzò in piedi . Raggiunse Justin e lo abbracciò .
-Mi dispiace – sussurrò tra i suoi capelli – Davvero, mi dispiace ma non andare via – disse e il suo tono era talmente angosciato dalla prospettiva di vederlo andare via di nuovo che Justin si diede del coglione per aver anche solo pensato di abbandonarlo un’altra volta. Gli passo le braccia intorno alla vita e affondò il viso sul suo petto.
- Mi dispiace se ho infranto la promessa – sussurrò poi .
-Ti amo – rispose Brian e Justin alzò lo sguardo sorpreso e contento . Brian lo stava guardando dolcemente ,le labbra risucchiate dentro le guance, come faceva sempre quando doveva attendere una risposta importante .
-Anche io ti amo – rispose Justin sorridendo e alzandosi in punta di piedi per baciarlo. Quando si staccò, sorridevano entrambi come idioti Justin gli rivolse uno sguardo malizioso.
-Coraggio Mr. Kinney, mi sembrava che avessi detto che dopo avremo scopato quanto mi pareva- sussurrò sulle sue labbra, poi fece per tornare verso il letto, ma Brian lo afferrò per un braccio e Justin si voltò sorpreso e allarmato. Non avrà voluto litigare di nuovo! Brian lo fissava , imbarazzato e scocciato.
-Sturati bene le orecchie,Sunshine, perché questa è l’ultima volta che te lo dirò – dichiarò con fermezza mentre Justin lo guardava confuso. Brian fece un gran respiro e poi sputò fuori con estremo disgusto : - Ero fottutamente geloso stasera e avrei voluto salire sul palco, afferrare quel dannato pezzo di legno, spaccarlo sulla schiena di quello scemo e poi portarti via –
Gli occhi di Justin si accesero di felicità pura e si fecero persino un po’ commossi, mentre gli rivolgeva un sorriso luminoso. Poi si gettò tra le sue braccia e lo baciò, irruento e famelico. E Brian mentre lo stringeva, si ritrovò a pensare che a volte Justin era davvero ingenuo a bersi cazzate come quella. Perché lui non  era affatto geloso , lo aveva detto solo per far contento Justin. Si . Ovviamente. E proprio perché non era geloso si ritrovò a pensare casualmente mentre spogliava Justin , che l’indomani avrebbe dovuto ricordare a Sunshine di rinnovare la sua promessa . Niente fottuti violini mai più.
  
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