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Autore: morphological    17/01/2015    1 recensioni
una piccola storia nata dopo aver visto per la milionesima volta The Day of The Doctor (per cui ci possono essere spoiler, anche se boh, non so)
DAL TESTO
- "E mentre parlavi con quella donna, l’interfaccia del Momento, Dottore, con l'unica arma nell'universo con una coscienza sentisti l'unica domanda che ti avrebbe fatto tentennare: “Quanti bambini ci sono su Gallifrey al momento?” e quel quesito ti fece tentennare [...]
“Io non lo so”, le rispondesti, con lo sguardo perso nel vuoto, a immaginare quei piccoli Signori del Tempo quando ancora la guerra non era entrata nelle loro vite che giocavano felici sui prati di erba rossa del pianeta.
“Tu li potrai contare prima o poi. Una terribile notte”. Quella frase che sapeva di profezia e condanna allo stesso tempo ti fece sussultare. E lei continuò a parlare, a cercare di convincerti che distruggere tutto il tuo mondo non era la scelta giusta, ma la tua mente rimaneva ancora su quella domanda, alla vergogna provata quando ti sei reso conto che non avevi una risposta da dare. [...]" -
non so se altri hanno avuto quest'idea, e se è così pazienza.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, War Doctor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I  Figli di Gallifrey

E mentre parlavi con quella donna, l’interfaccia del Momento, Dottore, con l'unica arma nell'universo con una coscienza sentisti l'unica domanda che ti avrebbe fatto tentennare: “Quanti bambini ci sono su Gallifrey al momento?” e quel quesito ti fece tentennare. Il primo passo fu di ammettere a te stesso che non ci avevi pensato preso com’eri dai tuoi piani, per una volta distruttivi. Il secondo fu pensare ai bambini che tu stesso avevi conosciuto, e a quelli che non avresti mai potuto conoscere.
“Io non lo so”, le rispondesti, con lo sguardo perso nel vuoto, a immaginare quei piccoli Signori del Tempo quando ancora la guerra non era entrata nelle loro vite che giocavano felici sui prati di erba rossa del pianeta. 
“Tu li potrai contare prima o poi. Una terribile notte”. Quella frase che sapeva di profezia e condanna allo stesso tempo ti fece sussultare. E lei continuò a parlare, a cercare di convincerti che distruggere tutto il tuo mondo non era la scelta giusta, ma la tua mente rimaneva ancora su quella domanda, alla vergogna provata quando ti sei reso conto che non avevi una risposta da dare. Il tuo cuore sprofondò nelle tenebre, un rimorso antico come l’universo. Commettesti l’errore di ripensare a te stesso, a quello che eri diventato per colpa della guerra. L’uomo che più degli altri si era sporcato le mani di sangue. Il Dottore Guerriero, che non fa le cose nel nome del Dottore, ma, a detta sua, per la pace superiore.
E quando il tuo te più vecchio, quello dai capelli assurdi, gli occhi marroni perennemente sgranati e le scarpe di tela, ti confermò le parole di Lupo Cattivo non desiderasti immaginare quale avvenimento ti avrebbe portato a compiere quell'azione. Ti dicesti che non lo avresti mai fatto, perché il solo pensare a tutti quei bambini innocenti massacrati insieme al resto della tua razza era troppo. I cuori ti smisero di battere perché per un attimo eri tornato a essere il Dottore e questo ti uccideva.

 

 

 

E ora eccoti qua Dottore, a distanza di quasi cento anni, dopo aver perso l’unica persona che pensavi potesse essere l’amore della tua vita, quella terrestre dall'esistenza effimera, che durava il tempo di un respiro in confronto alla tua. Eppure l’amavi. Non hai mai avuto il coraggio di dirglielo, non ne hai mai sentito il bisogno di farlo, e quando ne hai avuta l’occasione non sei riuscito a farlo. Ed ecco ritornare il rimorso, l’ultima Guerra del Tempo riaffiora nella tua mente, i tuoi ricordi ti riportano a quando li hai massacrati tutti, Dalek e Signori del Tempo. E se rivedi i Dalek nella tua mente non puoi far altro che arrabbiarti, nemmeno tu sai con chi. Perché i tuoi nemici giurati sono tornati ancora e dentro di te sei certo che continueranno a farlo. E allora, ti chiedi, che senso ha avuto ucciderli tutti se i Dalek non sono scomparsi? Che senso ha avuto rimanere da solo, con il cuore lacerato all’idea di non trovare nessuno della tua specie in tutto l’universo se i miei nemici non si sono estinti? E allora urli, di disperazione, di tristezza, di quell’amore che non hai mai avuto la possibilità di vivere appieno.
È in quel momento che pensi ai bambini, ai Figli di Gallifrey. Perché forse pensare a loro li farà vivere ancora dentro di te, e ti farà sentire meno solo. Cominci a contare, la tua mente lavora instancabile e ci riesci, alla fine, li conti tutti. E a quel punto sei di nuovo sull’orlo di quel baratro e rischi di cadere giù, trascinato dal peso dei tuoi rimpianti. I sensi di colpa ritornano travolgenti come non mai. E per non pensare a tutto quello che hai fatto nella tua vita, per non pensare a tutti quelli che non sei riuscito a salvare cerchi rifugio nella notte che arriva con la sua oscurità, ti lasci cullare dalle tenebre ben sapendo che con loro porteranno solo incubi. Speri di soffrire perché senti che è giusto; perché pensi che te lo meriti dopo aver ucciso tutti quei bambini innocenti che non hanno avuto scelta e che non hanno potuto vedere tutte le meraviglie che l’universo avrebbe potuto offrire loro.
E dopo averli contati il peso nel tuo cuore diventa sempre più grande e ti senti soffocare, i due cuori che ti sembrano abbiano smesso di battere. Sai che non è possibile, ma non riesci rimanere attaccato alla ragione.
Perché i bambini che hai ucciso quel giorno sono 2. 47 miliardi.
E promisi a te stesso che non lo avresti mai e poi mai dimenticato.




















Angolo Autrice
Ed eccomi qua, con un'altra fic triste e depressiva, stavolta incentrata sul Dottore e sulla Guerra del Tempo. perché volevo da un po' scrivere qualcosa di questo genere ma non ho mai avuto il tempo di farlo.
Spero che almeno a qualcuno sia piaciuta e se vi va mi piacerebbe che facciate una piccola recensione. Non mangio nessuno.
A presto!!!
Morpho

 
  
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