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Autore: UsaSama    22/11/2008    6 recensioni
Prima fic su Sailor Moon, siate clementi!
Usagi Tsukino, una ragazza come tante, innamorata di colui che presto diverrà il suo principe.
Preso dalla storia:
[...]prendo l’iPod e lo ascolto. Intanto entra in classe anche lui e mi chiede se lo voglio riaccompagnare giù alle macchinette perché ha dimenticato la roba da bere. Io accetto senza pensarci su due volte e tutte le mie compagne mi fanno l’occhiolino! Mi sento osservata però.
Lo accompagno, siamo davanti alla macchinetta e suona la campanella della fine dell’Intervallo; così io e lui siamo costretti a correre su per le scale per evitare di arrivare in ritardo… Che strazio!
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Usagi, alzati che devi andare a scuola…»sento mio padre dirmi appena aperta la porta. Con una di quelle rare voglie di andarci, mi alzo e mi dirigo verso il soggiorno dove mi aspetta una bella tazza di latte caldo con cioccolato. Prendo i biscotti e li immergo nel latte mentre mio padre mi chiede se il dolore alla spalla è passato, annuisco mentre continuo a sgranocchiare e a bere il latte. Mio padre scende per andare a tirare fuori le macchine dal capannone e io finisco di fare colazione. Mi dirigo verso il bagno, mi lavo i denti e la faccia come consuetudine, prendo il deodorante e me lo spruzzo addosso.
Vado in camera mia dove mi aspettano i miei vestiti: mi vesto esattamente come mi ero preparata gli abiti ieri sera: maglietta a maniche lunghe nera leggermente scollata, jeans a vita bassa attillati e scarpe Converse nere. Vado in bagno e mi guardo allo specchio mentre mi metto un filo di matita e dell‘ombretto nero. I miei occhi azzurri esprimono amore per colui che penso praticamente sempre, e i miei capelli biondi me li metto in due codine. Sorrido e poi vado verso la camera, prendo il giaccone e la cartella, poi parto per andare a scuola.
Arrivo a scuola me lo trovo davanti il “mio”Mamoru. Gli occhi neri quasi castani e i capelli neri. Ogni volta che li fisso mi viene un tonfo al cuore, possibile che mi piaccia così tanto? Mi incammino verso le scale, la nostra postazione. Questa mattina invernale fa particolarmente freddo e, assieme ai miei compagni, mi schiaccio per stare più calda. Stranamente finisco accanto a lui: che sensazione piacevole.
Entriamo alle otto meno un quarto e cinque minuti dopo saliamo per andare in classe e ci sistemiamo per la verifica di Storia alla prima ora… Dico io, perché farla proprio alla prima ora dove siamo troppo rimbambiti? Tanto la decisione spetta sempre a quella professoressa che ci fa sempre e comunque impazzire. Pignola. Guardo la prima domanda: Elenca le cause della Seconda Guerra Mondiale facile… Comincio a stendere la risposta sul foglio protocollo correttamente compilato con i dati “Nome e cognome, classe, data, data di nascita, codice fiscale, paese d’origine…” Beh, non esageriamo, sono fino a “Data”. Le cause Seconda Guerra Mondiale furono: la penetrazione della Polonia da parte della Germania Nazista guidata dal Fuhrer Adolf Hitler, violando così il trattato con la Russia che sosteneva che si sarebbero divisi la Polonia; la seconda è che i nazisti perseguitavano gli Ebrei. Poveretti, che hanno fatto di male a Hitler per essere perseguitati… Mica l’hanno stuprato quand’era piccolo! Oppure c’è altro sotto? Va beh, continuo a scrivere tutto quello che so sulla Seconda Guerra Mondiale. Arrivo alla mia domanda preferita L’Italia entra in guerra nel 1940: in quale giorno? E a fianco di chi? Allora, vediamo un po’… L’Italia entra in guerra il 10 Giugno 1940 a fianco della Germania Nazista di Hitler poiché nel 1938 Mussolini si allea con il primo facendo entrare in vigore le leggi razziali in Italia. E continuo così finché non ho finito la verifica di Storia. Mi alzo annoiata e la consegno alla professoressa mentre guardo Mamoru che continua a scrivere. Passo accanto a lui per andare a sedermi e gli do un bigliettino con su tutte le date e le informazioni della verifica, fortunatamente la professoressa è distratta per via della mia compagna che vuole chiarimenti su qualche domanda. Mi sorride e io arrossisco, lo so perché mi sento le guance infuocate.
E’ scaduto il tempo della verifica e vedo che lui si alza per andare a consegnare il foglio, si gira e viene verso di me… “Usagi calmati” continuo a ripetermi e lui intanto mi sorride e mi sussurra un ringraziamento per il bigliettino che gli avevo fatto con tanto affetto ieri. Perfetto, ora lui va a posto e la professoressa ci dice di prendere i libri d’Italiano dopo aver fatto quanto? Cinque minuti scarsi di pausa? Ma io farei anche tutta l’ora… Non per dire, ma una verifica così ti toglie dieci minuti di vita…
Sta di fatto che è quasi finita l’ora, e meno male! Ora però c’è quella noia di Storia dell’Arte per due ore… Dio che noia!
Tiriamo fuori i libri e ci limitiamo a leggere il libro con le assurde spiegazioni della professoressa. «Signorina Usagi» m’interpella:«Mi sa spiegare perché “La Gioconda” di Leonardo sembra segua con lo sguardo?» ci penso su un po’ poi rispondo:«Beh, non c’è risposta a questo quesito prof, è uno dei tanti misteri che ci ha lasciato Leonardo…»
«Brava Usagi, le metto un più!» sai che roba un più… Dimenticavo di essere “L’alunna modello in quanto carattere” perché non ho mai preso note di condotta né di dimenticanza. Di brutti voti però sì. Voglio un meno… Prima o poi le rispondo male a questa prof smielosa. «Un’altra domanda per la signorina Tsukino Usagi…»
«Mi dica tutto…»
«Di che nazionalità è Vincent Van Gogh?» e vai! Il mio pittore preferito! «E’ belga»
«E qual è il quadro che più le piace? E perché le piace?»
«La “Notte Stellata”; mi piace perché m’ispira tranquillità.»
«Davvero? Anche a me piace!» o Santo Paradiso! Ma questa qui e io abbiamo gli stessi gusti o sbaglio?
Fortuna che è suonata la campanella dell’Intervallo. Prendo i fazzoletti, mi faccio accompagnare dalla mia amica Ami in bagno e poi ritorno in classe, prendo l’iPod e lo ascolto. Intanto entra in classe anche lui e mi chiede se lo voglio riaccompagnare giù alle macchinette perché ha dimenticato la roba da bere. Io accetto senza pensarci su due volte e tutte le mie compagne mi fanno l’occhiolino! Mi sento osservata però.
Lo accompagno, siamo davanti alla macchinetta e suona la campanella della fine dell’Intervallo; così io e lui siamo costretti a correre su per le scale per evitare di arrivare in ritardo… Che strazio!
La porta è già chiusa e noi l’apriamo sfiorandoci accidentalmente le mani, entriamo assieme e ci sono fischi di complimenti. Divento bordeaux e poi vado a posto.
«Cos’avete fatto?» mi sussurra Makoto.
«Nulla… L‘ho solo accompagnato.» dico io a lei, ma possibile che sia sempre così sospettosa?
«Sicura?» mi chiede Minako.
«Certo!» arrossisco vistosamente e poi mi riconcentro sulla lezione. Che cavolo gliene frega a loro di quello che faccio con lui? D’accordo, Minako è pur sempre la mia migliore amica, ma quando dico che l’ho accompagnato, l’ho accompagnato e basta!
Suona la campanella di nuovo e finalmente mi tolgo dalle scatole quella professoressa dalla voce diabetica. Incredibilmente mi accorgo che mancano due ore alla fine del campo di concentramento bis! Che bello che adesso c’è spagnolo… Adoro quella materia! C’è il professore che poi è un mito! «Vediamo chi interrogare oggi…» attendo sperando di venire interrogata perché le cose miracolosamente le so! «Tsukino Usagi, te la senti?»
«Perché no!» i miei compagni sono stupiti… Beh, che avete da guardare? Mi sono arrivate per caso? Ho i pantaloni sporchi? A volte mi piace essere interrogata! Per mezz’ora parlo spagnolo non troppo egregiamente, però me la sono cavata con un sette. Non male, visto che praticamente ho solo quello come voto in spagnolo! E lui mi guardava sempre… Me ne vado al posto col libretto compilato e firmato, poi ne esce un‘altra che prende cinque. Ben le sta, cavolo!
Suona l’ultima campanella e io corro giù per le scale e poi esco in strada stando sul marciapiede. Non voglio morire precocemente! Sento che dietro mi chiama qualcuno e corro per non arrivare in ritardo a casa, peccato che oggi mi vengono a prendere dopo!  Fa niente, accelero il passo lo stesso e sento Mamoru che mi dice:«Ti devo dire una cosa, Usagi! Ti prego, aspetta!» mi volto e dico:«Cosa c’è?» ha il respiro affannato; mi spiace di averlo fatto correre.
«Senti, è da tanto che te lo voglio chiedere, ma non ho mai avuto il coraggio…» si rialza e prende fiato. Si vede che è stanco:«Dimmi pure…» sono già pronta al peggio.
«Ti… Amo…» ASPEEEEEEETTA! Rewind, rewind, rewind…. Che ha detto? Ha detto “Ti amo?”! Datemi un pizzicotto.
«Prego?» ma che razza di stupida che sono, ovvio che te l’ha detto. Sembra avermi letto nel pensiero perché mi da un pizzicotto. Scorgo in lontananza le mie amiche che fischiano ammirate e io rimango qui come se mi avesse tirato un pugno nello stomaco!
«Ti amo, vuoi metterti assieme a me?»
«Porca miseria! Sì!» Non so che vuol fare, mi prende per le spalle, mi scaraventa contro il muro e mi bacia appassionatamente.
Il mio primo, unico, vero bacio.


Grazie per aver letto.
  
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